Utente:Andrea.spataro/sandbox

Yamaha CS-80
Informazioni generali
OrigineBandiera del Giappone Giappone
Invenzione1976 - 1977
InventoreYamaha Corporation
ClassificazioneElettrofoni semielettronici
Uso
Musica pop e rock
Electronic dance music
Musica jazz e black music
Genealogia
 Antecedenti
Yamaha GX-1

Lo Yamaha CS-80 è un sintetizzatore analogico realizzato da Yamaha tra il 1976 e il 1977 [1], rimasto in produzione fino al 1980.[2] È stato il primo sintetizzatore polifonico al mondo destinato al commercio, ad un prezzo di circa GB£5000 (US$7000).[3] [4] Supporta una polifonia a 8 voci con due VCO per voce, organizzati come due differenti sintetizzatori a 8 voci, ciascuno dotato di una propria serie di controlli.[5] Fa parte della serie di sintetizzatori polifonici CS (CS-50, CS-60, CS-80), nati come versioni più economiche e trasportabili dello Yamaha GX-1.[6]

È stato uno tra gli strumenti preferiti dall'artista Vangelis, che lo definì "il più grande sintetizzatore mai realizzato".[1] Infatti, lo utilizzò proprio all'interno della colonna sonora realizzata per il film Blade Runner, facendolo così divenire un classico tra i sintetizzatori.[6]

Tra gli altri artisti noti, ad averne fatto uso nelle loro composizioni, troviamo Michael Jackson, Stevie Wonder, David Bowie, Paul McCartney, Toto, Jean Michel Jarre, Bon Jovi e Daft Punk, per nominarne alcuni.[7]

Storia modifica

La storia dello Yamaha CS-80 parte dal suo predecessore, lo Yamaha GX-1. Rilasciato nel 1975 ad un prezzo di US$60'000, era composto da 3 tastiere e 25 pedali per i suoni bassi, per un peso di circa 387kg. Era un sintetizzatore polifonico, composto da due tastiere a 8 voci con due oscillatori per voce, una tastiera monofonica e la sezione dei pedali monofonica anch'essa, arrivando a un totale di 18 note producibili contemporaneamente. Prima dell'avvento del GX-1, e quindi del CS-80, erano popolari i sintetizzatori monofonici come il Minimoog, realizzato dall'ingegnere Robert Moog.[1] Meno di 100 copie furono realizzate e, dato il prezzo, solamente pochi grandi artisti del calibro di Stevie Wonder e Keith Emerson degli Emerson, Lake & Palmer, poterono permetterselo.

Nonostante la polifonia e le numerose funzionalità introdotte, il peso, le dimensioni e il prezzo non garantirono allo Yamaha GX-1 un buon mercato. La serie di sintetizzatori CS quindi, nacque dalla necessità di riprodurre le funzionalità del GX-1, utilizzando le solite tecnologie, in dimensioni ridotte e ad un prezzo più accessibile.

La serie CS comprende:

  • CS-80
  • CS-60
  • CS-50
  • CS-20M
  • CS-40M
  • CS-70M

Il CS-20M, CS-40M e CS-70M presentano diverse configurazioni rispetto ai primi 3 che invece condividono controlli, colori e parte della struttura interna. Inoltre, il CS-20M è monofonico e il CS-40M è duofonico, ovvero con una possibilità di suonare solo due note contemporaneamente.[6] Il CS-70M è stato l'ultimo sintetizzatore analogico prodotto da Yamaha, più avanzato in termini di tecnologia impiegata rispetto agli altri sintetizzatori della serie CS, poichè contiene una memoria esterna, fader digitali e un sequencer polifonico.[8]

Negli anni successivi all'uscita del CS-80, si è venuta a creare una concorrenza che ha impedito al sintetizzatore proprietario di Yamaha di diventare il sintetizzatore più popolare di quel periodo.[4] Parte di questa concorrenza derivava dal rilascio del Prophet 5 da parte di Sequential Circuits. Il Prophet 5 era più leggero, trasportabile, dotato di memoria, maggiormente programmabile ed economico.[1][7]

Architettura modifica

Il CS-80 ha un peso di circa 100kg (220 libbre) e ha dimensioni di circa 1.2m X 30.5cm X 68.6cm (47.5 X 12 X 27 pollici).[3] Essendo stato concepito per essere trasportabile, è stato costruito all'interno della sua custodia protettiva o flightcase. Ha una tastiera composta da 61 tasti pesati, numero che è diventato uno standard tra i sintetizzatori. È compreso anche un pedale, che può essere utilizzato come Portamento o Glissando, oppure come Sustain. La scelta della sua funzione viene fatta mediante i controlli situati a sinistra della tastiera.[5]

Nella realizzazione del sintetizzatore, Yamaha non ha impiegato nessun microprocessore, riuscendo ad ottenere una polifonia ad 8 voci senza l'utilizzo di una CPU.[8]

Oscillatori modifica

Il sintetizzatore è strutturato secondo un layout standard composto da oscillatore-filtro-amplificatore, il quale viene riprodotto per entrambi gli oscillatori. L'interfaccia, infatti, è suddivisa in due sezioni: Voice I e Voice II. Ciascuna delle due sezioni è formata da controlli riguardanti l'oscillatore, i filtri e l'amplificazione. Per ogni sezione o Voice è possibile selezionare l'ottava e il tono attraverso dei bottoni situati al centro del sintetizzatore. Si trovano 28 bottoni, 22 dei quali sono preset (11 per ogni oscillatore) e i restanti sono dedicati a preset memorizzati dall'utente. Il mix tra le due voci è gestito dal fader Mix, situato nella parte inferiore della facciata, che permette di bilanciare velocemente il rapporto tra i volumi delle due voci. È possibile effettuare il detune della Voice II rispetto alla Voice I.

Le forme d'onda disponibili per gli oscillatori sono: onda quadra, onda sinusoidale, onda a dente di sega e rumore bianco; possono essere utilizzate singolarmente oppure combinate. Sono poi presenti ulteriori controlli riguardanti la Modulazione di larghezza d'impulso e la ampiezza dell'onda quadra.[6]

Filtri modifica

Per ogni sezione sono disponibili due filtri: filtro passa alto (High-pass filter) e filtro passa basso (Low-pass filter), entrambi 12dB/ottava e ognuno con la relativa risonanza regolabile. Se entrambi i filtri vengono utilizzati vanno a creare un filtro passa banda (Band-pass filter). È disponibile un inviluppo per il filtro, settabile attraverso i parametri di ADR (Attack, Decay, Release) insieme a un controllo per il volume a livello iniziale (Initial level). Sono presenti inoltre i controlli Brilliance e Resonance, che agiscono come filtro globale su entrambe le voci.[6]

Modulazione modifica

Nella parte centrale inferiore, appena sopra la tastiera, è presente una barra tattile lunga 510mm utilizzabile per la modulazione del pitch o il controllo del filtro. La barra non ha un punto centrale fisso, ma il punto toccato per primo diventa il punto iniziale all'interno del range di modulazione. Vangelis la utilizza proprio nella colonna sonora del film Blade Runner, creando un effetto glissando che va verso il basso.[1]

Sempre nella parte inferiore della facciata è presente un Ring Modulator (modulazione ad anello), comprendente i controlli per l'attacco, il decadimento, la profondità, la velocità e la quantità di modulazione. È possibile modulare il suono anche attraverso un LFO, che sul CS-80 viene chiamato Sub Oscillator.[6]

Un'ulteriore modalità per modulare i filtri (VCF), l'oscillatore (VCO), l'amplificazione (VCA), ampiezza dell'onda quadra e il Sub Oscillator è con la tastiera, attraverso la velocity e l'aftertouch. Attraverso i controlli relativi alla velocity e all'aftertouch, si può stabilire quanto la pressione esercitata sui tasti vada a influire sui filtri e sugli amplificatori (VCA) di entrambe le Voice. L'aftertouch presente sul CS-80 è polifonico, ovvero la pressione esercitata su una nota comporta un cambiamento di volume o del filtro di quella voce, e non delle altre che si stanno suonando contemporaneamente.

Infine, nella sezione a sinistra della tastiera, sono presenti gli effetti Tremolo e Chorus, con i relativi controlli per la velocità (Speed) e profondità (Depth).[5]

Memoria modifica

La memoria non è digitale, al contrario di sintetizzatori concorrenti come il Prophet 5 [1], ma è composta da 4 miniature del pannello frontale. Queste sono situate sotto un pannello nella parte in alto a sinistra del sintetizzatore, e riproducono tutti i controlli presenti nella facciata principale in dimensioni ridotte. Ciascuna delle 4 miniature costituisce un preset, ed è richiamabile attraverso i bottoni situati al centro relativi ai preset memorizzati (Memory).[6]

Problematiche modifica

Nonostante sia stato concepito come una versione più leggera e trasportabile dello Yamaha GX-1, il suo peso di 100kg ne rende difficile il trasporto. Il rapporto, ad esempio, con il peso del Prophet 5 (14kg circa), costruito da Sequential Circuits e lanciato sul mercato poco dopo il CS-80, vede lo Yamaha pesare circa 7 volte di più. Inoltre, i circuiti che collegano i vari componenti delle voci sono molto delicati, per cui il trasporto deve avvenire all'interno di una custodia protettiva completa, per evitare danni alle voci.

Le parti più sensibili del sintetizzatore sono i trimmer che regolano l'intonazione delle voci, al punto che durante il trasporto possono perdere l'intonazione. È particolarmente sensibile anche alle temperature e all'umidità, i quali possono arrecare danni agli oscillatori.[3][4]

Un'ulteriore problematica è quella legata alla mancanza di una memoria digitale. La maggior parte dei sintetizzatori che seguirono il CS-80 negli anni a venire possedevano tutti una memoria digitale, a differenza del prodotto di Yamaha che contava su una memoria composta da miniature dei controlli presenti in facciata e la possibilità per l'utente di memorizzare solamente 4 preset (6 se si contano le due sezioni in facciata principale).[1]

Le riparazioni del sintetizzatore possono risultare complicate, perchè Yamaha nel costruirlo ha utilizzato molti circuiti integrati (analogici e digitali) e chip proprietari, che al giorno d'oggi non sono facili da trovare in quanto rari o fuori produzione. In caso d'aiuto Yamaha, anche se non esegue più riparazioni sul CS-80, può prestare assistenza a pagamento, avendo gran parte delle componenti ancora disponibili in Giappone.[5]

Emulazioni Software modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g (EN) An introduction to the Yamaha CS-80 and 10 records it helped define, su thevinylfactory.com. URL consultato il 7 luglio 2021.
  2. ^ (EN) Classic Synth Series: Yamaha GX-1 & CS-80, su stoneyroads.com. URL consultato il 7 luglio 2021.
  3. ^ a b c (EN) YAMAHA CS80, su hollowsun.com. URL consultato il 1º luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2013).
  4. ^ a b c (EN) Yamaha CS80, su soundonsound.com. URL consultato il 7 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2015).
  5. ^ a b c d (EN) 80 Days - Yamaha CS80, su muzines.co.uk. URL consultato l'8 luglio 2021.
  6. ^ a b c d e f g (EN) Exploring the Yamaha CS-80, su reverbmachine.com. URL consultato l'8 luglio 2021.
  7. ^ a b (EN) Yamaha CS-80, su vintagesynth.com. URL consultato il 9 luglio 2021.
  8. ^ a b (EN) Yamaha HISTORY: THE CS SERIES ANALOGUE SYNTHESISERS, su es.yamaha.com. URL consultato il 15 luglio 2021.

Voci correlate modifica

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