TEST 24.11.21

  • Salvatore Algieri, I gatti di Sallustio: Storia di un quartiere romano, CreateSpace, 2016, ISBN 9781530830886.
  • Gino Cipriani, Horti Sallustiani, Istituto Nazionale delle Assicurazioni, 1982.
  • Giulia Barberini, Guide rionali di Roma - Rione XVII Sallustiano, Fratelli Palombi Editori, 1978.

Propongo le seguenti modifiche/aggiunte:

1. Bibliografia

  • Stendhal: Promenades dans Rome (18. Aprile 1828). In: Voyages en Italie.
  • Theodor Schreiber: Die antiken Bildwerke der Villa Ludovisi in Rom. Leipzig 1880.
  • Giuseppe Felici: Villa Ludovisi in Roma. Roma 1952.
  • Carla Benocci: Villa Ludovisi. Roma 2010, ISBN 978-8824010511.
  • I. Belli Barsali: Ville di Roma. Vol. 3, 1, Milano 1970.
  • A. Schiavo: Villa Ludovisi e Palazzo Margherita. Roma 1981.
  • D. R. Coffin: Gardens and Gardening in Papal Rome. Princeton 1991.
  • Eva-Bettina Krems: Die 'prontezza' des Kardinalnepoten und Guercinos 'Aurora' und 'Fama'. Das Casino Ludovisi in Rom. In: ZfKG 65, 2002, S. 180–220.
  • Archivio digitale Boncompagni Ludovisi. [1]

2. Disambiguazione Casino dell'Aurora

Non furono risparmiati né i giardini né i casini né (parzialmente) il palazzo. Sul terreno dov'era il parco sorse l'attuale rione Ludovisi. Degli edifici storici della villa - decantata ai suoi tempi da Goethe e Stendhal e di fronte alla cui distruzione levarono grandi proteste D'Annunzio e Rodolfo Lanciani - si salvarono solo il casino detto "dell'Aurora" [1](dall'affresco del Guercino) nonché la facciata e la scalinata del Palazzo Grande, oggi addossata a Palazzo Margherita (sede dell'ambasciata statunitense in Italia) e non visitabile né visibile dalla strada. Identica sorte ebbe la confinante villa Massimo Colonna, abbattuta nel 1923 per far posto al palazzo dell'INA.

3. Modifica nel testo: Domenichino o Le Nôtre?

Essa fu voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XV, che acquistò nel 1622 la Villa Orsini ampliandola con altre proprietà adiacenti. Ne risultò un parco di 30 ettari tra Porta Pinciana, Porta Salaria e il convento di Sant'Isidoro, i cui edifici furono progettati dal Domenichino. I giardini sono, almeno in parte, opera del Domenichino [2] ma autori posteriori li attribuiscono all'architetto della [Reggia di Versailles|Versailles]], André Le Nôtre. [3]

  1. ^ Anche: Casino dell'Aurora Ludovisi, per distinguerlo dal Casino dell'Aurora del Palazzo Pallavicini Rospigliosi
  2. ^ Giovanni Pietro Bellori, Le vite de' pittori, scultori et architetti…, Roma 1672, p. 350.; C. C. Malvasia, Felsina pittrice – Vite de pittori bolognesi, Bologna 1678, p. 329.; Pietro Sebastiani, Viaggio curioso de' palazzi, e ville più notabili di Roma, Roma 1683, p. 46.; Francesco Milizia, Le vite de' più celebri architetti d'ogni nazione e d'ogni tempo…, Roma 1768, p. 328.
  3. ^ Lo stesso Milizia scrive in Memorie degli architetti antichi e moderni, Terza edizione, Parma 1781, p. 269: ...lo dice M.r le Notre stesso in un suo manoscritto, e dice ancora, che la Villa Pamfilj e Ludovisi sono di suo disegno. V. anche: A. N. Dezallier d'Argenville, Voyage pittoresque des environs de Paris, Paris 1779, Preface, p. VII. Le Nôtre fu a Roma nell'estate del 1679 quando i giardini presentavano già la loro struttura finale. Al proposito v. anche: Benocci, pp. 134-137 e Felici, p. 274.)