Utente:Cucuriello/Appunti/Lo scandalo Gaggiotti

ALTRE FONTI modifica

  • (Gaggiotti) si vanterà in un'intervista a Indro Montanelli di avere «comprato sessantaquattro partite: squadre che dovevan retrocedere e son rimaste al loro posto, squadre che dovevano essere promosse e che invece hanno ripetuto la classe, giocatori fidatissimi che hanno mollato nell'attimo fuggente necessario. Un capolavoro, signori miei: anzi, una serie di capolavori». (Tratto da Carlo F. Chiesa. Il grande romanzo dello scudetto. Ottava puntata: L'ultimo volo degli invincibili, da Calcio 2000, settembre 2002, pp. 116-132.) VAN ZANT

(...) Le vicende di quest'anno ci sollecitano un particolare Amarcord, collocato negli Anni Cinquanta, quando il nostro calcio viveva un'era di corruzione davvero sfrenata, fatta di combine, di giocatori venduti, di partite comprate, di arbitri talmente odoranti di zolfo da suggerire, nel 1957, un tentativo, peraltro fallito, con fischietti stranieri: un momento tutto particolare, in quanto le malefatte non facevano capo a un disegno unico e preordinato come nel 1980 e 1986, bensì erano episodi frammentati e artigianali, frutto solamente di un malcostume imperante. Quelli di Venezia e di Empoli, se pur simili nella sostanza a certi casi degli Anni 50, per la loro inconsistenza non sarebbero neppure stati presi in considerazione.

«Le indagini di Rognoni» scriveva Brera su quel periodo «sollevano pietre sotto le quali brulicano vermi». Rognoni, nobile romagnolo, fondatore del Cesena Calcio, proprietario dal 1953 al 1973 del Guerin Sportivo, personaggio straordinario per ingegno e creatività, era allora a capo della Commissione di Controllo della Lega calcio, la cosiddetta Coco. La corruzione eletta a sistema lo costringeva all'iperattività ma lui si divertiva molto a fare l'inquisitore: la leggenda narra che per pedinare un sospetto una volta sia traversito persino da frate. Molte cose scoprì e condanno, altre non arrivò ad afferrarle. Anche perché il suo più abile antagonista era Eugenio Gaggiotti detto Gegio, nato a San Secondo Parmense ma bresciano di adozione, sensale di giocatori, di professione "commerciante di partite", a suo tempo esentato dal servizio militare perché schizofrenico. Gaggiotti, per la pervicacia protesa nelle sue imprese, per la sua costante presenza in tutti gli inghippi, benché malfattore riconosciuto, aveva conquistato un suo posto nella storia del calcio di quegli anni. E godeva di stampa non troppo ostile. Di lui si scrisse: "Non è venale: anche quando combina un grosso affare e passano per le sue mani somme cospicue, trattiene per sè soltanto gli spiccioli, che spesso impiega ad aiutare i giocatori suoi clienti malati o disoccupati".

Il Guerino ne tracciava un profilo ironico: "Di Gegio c'è sempre da fidarsi, se promette mantiene. E soprattutto non tradisce mai i giocatori, per questo si è formato una vasta e affezionata clientela (...). Pensate che una volta Gaggiotti ebbe a dire al conte Rognoni nel corso di una inchiesta: «Lei è molto bravo e anche simpatico: sarei persino tentato di dirle tutto quanto so sulle mie 64 corruzioni andate a buon fine. Ma capirà: io sono un galantuomo, ho un segreto professionale anch'io. Come i medici. Come gli avvocati»".

Gegio corrompeva giocatori e addomesticava partite per conto terzi o per conto proprio, per simpatia verso una squadra o per carpire risultati impossibili al concorso pronostici. Nel 1954 per esempio andava dicendo in giro: «Quest'anno il Palermo andrà in A, l'ho preso sotto la mia protezione». Quando in vista di Brescia-Palermo propose un affare al bresciano Mangini (si era nel primo mese di campionato!), compì però un passo falso: il giocatore spiattellò tutto ai propri dirigenti e per Gegio fu la frittata. Che comunque non servì a neutralizzarlo. In tutto portò a termine 69 "affari", fu beccato solo 5 volte, interromperà le sue gesta nel 1958 con lo "scandalo Azzini", che fu l'etichetta di un ambiguo Padova-Atalanta (0-3): il patavino Azzini fu squalificato a vita, l'Atalanta retrocessa all'ultimo posto e quindi in Serie B e Gegio chiuse la carriera.

Vale la pena di conoscere meglio questo Gegio Gaggiotti, il "corruttore pubblico numero uno", il protagonista assoluto del marciume degli Anni 50 che fra l'altro videro la cacciata in B dell'Udinese (per corruzione di giocatori della Pro Patria) e del Catania (per aver pagato l'arbitro Scaramella). Per il Guerino nel 1956 andò a intervistarlo nientemeno che Indro Montanelli. Per farsi un'idea del personaggio cominciò dal padre, stimato professore di agraria. «Ogni tanto sgarra, il mio ragazzo» disse il brav'uomo «ma ha un cuore d'oro che sfiderebbe qualunque pericolo pur di favorire un amico». Gegio aveva due fratelli calciatori, giocava lui stesso. Scrive Montanelli: «Poteva diventare un eccellente tecnico, il destino invece fortemente voluto che diventasse Gaggiotti. Gaggiotti per dirigenti del calcio italiano è come Satana, un angiolo perduto del Paradiso, un Maligno al quale nemmeno Papini, con un suo libro teosofico, avrebbe potuto schiudere speranza di redenzione».

«Il Gegio» continua Montanelli «arrivava con il suo luminoso sorriso, vestiva come Jean Gabin in Alba Tragica; ispirava fiducia e serenità nel sol vederlo». Gegio il generoso spiegava candidamente all'intervistatore: «Comprar partite è quasi sempre azione di buon cuore. Quanti dirigenti si sono impegnati a sanare bilanci firmando cambiali? Una società che rischia la retrocessione perde gli incassi, rischia il fallimento e porta all'indigenza famiglie di chi, non disponendo di grandi mezzi, aveva confidato nel buon rendimento della squadra. Quanti giocatori disperati non sapevano come fare per sbancare il lunario».

Insomma, opere a fin di bene. Tantissime. «Sessantaquattro partite comprate» contava con puntiglio il Gegio. «Squadre che dovevan retrocedere e son rimaste al loro posto, squadre che dovevano essere promosse e che invece avevano ripetuto la classe, giocatori fidatissimi che hanno mollato nell'attimo fuggente necessario. Un capolavoro, signori miei: anzi, una serie di capolavori. Il Grande Inquisitore mi ha pescato solo quattro volte: Reggina-Catanzato, Fanfulla-Alessandria, Catania-Padova, Piombino-Piacenza. Ma io continuo». Fu beccato la quinta volta, come detto, nel marzo 1958, quando favorì la pericolante Atalanta ai danni del Padova di Nereo Rocco, secondo in classifica: vinsero a sorpresa i bergamaschi anche per gli svarioni incredibili del centromediano biancorosso Azzini (che poi negli spogliatoi fu vivacemente contestato dal compagno di squadra Moro): il Tribunale Speciale per le Frodi Calcistiche scoprì l'inghippo (che Gaggiotti aveva tentato di sfruttare mettendo un improbabile 2 fisso in schedina), e stangò i colpevoli. Gegio fu costretto allo stop definitivo, aveva appena 34 anni e l'etichetta di "Premio Nobel dei corruttori".

Le gesta di Gegio Gaggiotti avevano trovato terreno fertile nella disastrosa situazione economica in cui si trovava la maggior parte delle società, specie le più piccole, e nella possibilità appena intravista di manipolare la schedina del Totocalcio. Oltre che nel malcostume dilagante, tanto che spesso un giocatore che denunciava un tentativo di illecito veniva visto dai colleghi, se non dagli stessi compagni di squadra, come un traditore della categoria. Gegio è passato alla storia come l'uomo che d'estate faceva il mercato dei giocatori e d'inverno quello delle partite.

Empoli, Venezia, Bari di oggi sono tutt'altra cosa. Non ci sono più i corruttori di una volta. (Paolo Facchinetti, Gegio il Nobel dei corruttori, da «Guerin Sportivo», n. ?/1999, pp. 82-83)


  • 8-7-65 Si dice che Gaggiotti ha cambiato mestiere: ora fa il talent scout in cerca di promesse nel bresciano e ne l bergamasco. stampasera p10
  • 1-3-67 Interessante biografia di Gaggiotti con tanto di foto.

Il suo nome è stato conivolto almeno in una decina di casi clamorosi. Gaggiotti è uno dei più sconcertanti personaggi dell'ambiente sportivo italiano. L'uomo che trucca le partite e che ha suscitato tanti gravi incidenti con le sue opere.

Ancora una volta Gaggiotti si è lasciato vincere dall'abitudine di avvicinare dei calciatori per proporre illeciti guadagni, a patto di lasciar vincere la squadra contro cui dovevano lottare. Ecco intervista:

Dopo il mancato tentativo di corruzione di Ghizzardi, forse ha smesso di trattare le partite. Gli è rimasta la mania di ritenersi il miglior commissario tecnico che la nazionale potrebbe avere. "Continuerò a disturbare l'attività calcistica, sino a quando non mi verrà affidato un incarico ufficiale, magari di tecnico".

Gaggiotti vive tra San Secondo Parmese, dove abita in campagna, e Brescia, dove risiede il padre Mario, stimatissimo precettore all'istituto agrario Pastori, ed il fratello Ezio, perito agrario ed ex terzino della Lucchese.

Mario Rigamonti, bresciano, è stato l'idolo di Gaggiotti, con cui condivideva la passione per la motocicletta e per il calcio. Accompagnò Rigamonti in molte trasferte della Nazionale e del Torino. Dopo la morte di Rigamonti nella tragedia di Superga, Gaggiotti soffrì addirittura per un anno e poi cominciò a trafficare la compravendita di giocatori e successivamente iniziò a trattare le partite, cercando di corrompore i giocatori di una squadra a favorire gli avversari.

Nonostante i molti clamorosi scandali Gaggiotti è sempre uscito senza danni pur essendone stato il principale protagonista. La federazione può soltanto colpire i suoi tesserati e Gaggiotti non lo è. I tentativi di truffa sportiva non sono per ora perseguibili penalmente.


stampasera p8

  • 13-6-73 "Ho comprato più di 20 partite. Tutte importanti e decisive. Sono state le squadre che devono a me la permanenza in A". Chi parla, appoggiato al bancone del bar dell'Hilton è Gegio Gaggiotti e nessuno osa contraddirlo. Che parli sta bene a tutti, ma guai se azzarda un nome o una data, il luogo di un incontro. Sarebbero guai grossi. Gaggiotti,adesso decisamente in ribasso, tagliato fuori dall'ambiente, è stato un personaggio molto noto alla cronaca, protagonista di numerosi illeciti sportivi che fecero scalpore. Ne parla con compiacimento, come di prodezze decisive per il calcio italiano. Non sono storie purtroppo, ma fatti realmente accaduti. Siamo all'Hilton dove si contrattano i calciatori per la prossima stagione e ci sono i presidenti e dirigenti. stampasera p3

Casi Reggina e Foggia modifica

  • 28-12-51 I due tentativi di corruzione, riferentisi alle partite di Serie C Catanzaro-Reggina e Casertana-Foggia sono stati severmaente puniti dalla Lega NAzionale, che ha retrocesso la Reggina e il Foggia all'ultimo posto della classifica a 0 punti, lasciando invariato il punteggio delle altre squadre del girone D.

Per quanto riguarda l'incontro Catanzaro-Reggina (1-0) il "mediatore" Gaggiotti, che consegnò 15 biglietti da 10 mila lire divisi a metà al portiere Ziletti del Catanzaro, è stato deferito al Consiglio Federale, mentre il dirigente Labate è stato squalificato a vita.

In merito alla partita Casertana-Foggia (1-2), la partita stessa è stata data vinta alla Casertana per 2-0 (art. 58) e l'allenatore Brioschi è stato squalificato a vita. Lodevole il comportamento di Scarpellini. lastampa p4


  • 29-12-51 La Lega Nazionale della FIGC comunica le risultanze dell'istruttoria a seguito delle denuncie del Catanzaro e della Casertana per le partite contro Reggina e Foggia. Per la denuncia del Catanzaro in merito alla gara Catanzaro-Reggina del 2-12-51, esaminati e ascoltati i rappresentati delle due squadre... prima della gara tale Gaggiotti Eugenio avvicinava il giocatore Ziletti del Catanzato, proponendogli - dietro compenso in denaro - di facilitare la vittoria della Reggina. Lo Ziletti dopo aver ricevuto istruzioni dai suoi dirigenti e fingendo di aderire alla proposta si incontrava con Gaggiotti, il quale gli consegnava, presenti in incognito due rappresentanti della FIGC, una somma in denaro in tagli da 10 mila lire tagliati in due parti. Gaggiotti, il quale risiede a Brescia, non ha saputo giustificare la sua presenza a Catanzaro e a Reggio Calabria. Durante la settimana di permanenza nell'italia meridionale Gaggiotti ha avuto numerosi contatti con dirigenti ed ex-dirigenti della Reggina. Il giorno precedente all'incontro con Ziletti Gaggiotti riceve da Labbate Lorenzo, un dirigente della reggina, una somma di denaro senza una logica e attendibile giustificaizone. Domenico Russo, commissario in carica alla REggina ha ammesso che persone a lui sconosciute hanno avuto rapporti con Gaggiotti in ordine all'illecita interferenza, tal che nella specia trattasi di un tentativo di corruzione che non ha conseguito l'effetto sperato. Reggina retrocessa all'ultimo posto a 0 punti e a decorrere dal 27/12/51, lasciando invariato il punteggio delle altre squadre del girone D. Deferito al consgilio federale Eugenio Gaggiotti per eventuali provvediemnti. Inibizione a vita per Labbate

Per la denuncia della Casertana per la gara con il Foggia del 16-2-51. Il giocatore Furio Scarpellini, portiere dell'US Casertana veniva dal sig. Brischi Silvio, proposto di prestarsi , dietro compenso, a facilitare la vittoria del Foggia nella suddeta gara. Tale giocatore, informati i propri dirigenti, finse dietro loro suggerimento, di aderire all'illecita proposta, mentre i dirigenti provvedevano ad avvertire gli organi federali competenti. a risultato acquisito a vantaggio del Foggia IL SIG. bRIOSCHI consegnava la somma convenuta alla presenza - da lui ignorata - di un inviato della Lega Nazionale. Brioschi ha dichiarato in un 1° momento allo Scarpellini che la somma proveniva da un dirigente del Foggia. La successiva dichiarazione di Brioschi secondo la quale avrebbe agito per conto proprio e che la somma era di sua proprietà è inacettabile. Era invece di esclusivo interesse del Foggia assicurarsi la vittoria in tale gara. Quindi la gara è stata decisamente influenzata nel suo regolare svolgimento -> quindi retrocessione del Foggia all'ultimo posto della classfica con decorrenza 27/12/51, lasciando invarianto il punteggio delle altre squadre del girone D. partita casertana-foggia data vinta 2-0 alla casertana. Squalifica a vita per l'allenatore Brioschi della Paganese cds p2

Dalla Fontana, Alessandria modifica

  • 12 gennaio 1954 - si parla di questa denuncia dell'alessandria. Lo si chiama "Scandalo Gaggiotti" stampa p4
  • 3 marzo 1954 - Il conte dott. Alberto Rognoni, incaricato dell'inchiesta, ha portato a termine il suo mandato, identificando i corruttori, ossia coloro che consegnarono al Gaggiotti mezzo milione di lire, di cui solo 350 mila lire versati al portiere dell'Alessandria Dalla Fontana, il quale informò di tutto i suoi dirigenti, liberandosi del denaro che ora è depositato nella cassaforte della Lega. stampasera p4
  • 10 marzo 1954 - Scandalo Gaggiotti. Le conclusioni della denuncia presentata dall'Alessandria per l'affare Gaggiotti dipenderanno dagli accertamenti eseguiti ieri a Brescia dal dottor Alberto Rognoni (incaricato dell'inchiesta) e dal dott. Molinari (segretario della Lega Nazionale). Questa mattina sono convocati il presidente del Fanfulla e il commissario dell'Alessandria e il Gaggiotti. <Il Gaggiotti pattuì con il portiere dei grigi Della Fontana, prima della partita Fanfulla-Alessandria, un illecito accordo per mezzo milione, sborsando poi 350 mila lire, che consegnate ai dirigenti alessandrini, finirono nella cassaforte della Lega (assieme alla denuncia). stampasera p4
  • 11 marzo 1954 - Ieri interrogatori condotti da Rognoni. I primi ad essere interrogati sono stati i dirigenti del Fanfulla: il presidente Minojetti, il vicepres. Palcari, poi il dott. Bonelli del Verona. Nessuna traccia di Gaggiotti invece, invitato. La consegna dei 350,000 lire in anticipo rispetto alla gara Fanfulla-Alessandria fa credere che la gara sospetta sia la precedente, ovvero Alessandria-Verona (2-3) del 29 nov. stampasera p4
  • 12 marzo 1954 - l'allenatore Luigi Rossetto è stato sospeso con decorrenza immediata da ogni attività. Era alla guida tecnica del Fanfulla la scorsa stagione e in questa stagione era in forza al Verona fino ad inizio febbraio, quando fu sostituito. Resta da capire se la responsabilità dell'allenatore si riferisce alla partita Alessandria-Verona (2-3) del 29 nov 1953 o Fanfulla-Alessandria (2-1) del 6 dic 1954. stampa p4
  • 12 marzo 1954 - La Lega dopo tre mesi istruttoria ha preso la prima deliberazione nei riguardi della denuncia sporta dall'Alessandria sospendendo l'allenatore Luigi Rossetto, in attesa di ulteriori accertamenti. - - - Rossetto anno prima con il Fanfulla, quest'anno fino feb con VR. Si crede che abbiano voluto colpire un allenatore affinché questi si faccia vivo e risponda ad alcune domande interessanti. A quanto risulta Gaggiotti sarebbe stato invitato a presentarsi entro le 12 di oggi in questura di Brescia per un confronto con Dalla Fontana, che giungerà da Alessandria accompagnato dai dirigenti grigi. Sembra che se il corruttore (Gaggiotti) non si presenterà in questura la polizia abbia l'ordine di arresto. La sospensione dell'ex allenatore del Verona Rossetto fa pensare ad una relazione con il caso Gaggiotti e la partita Alessandria-Verona (2-3) del 29 novembre. stampasera p4
  • 13 marzo 1954 - Ieri aspettavano il Gaggiotti in questura, però si è presentato il padre, essendosi il figlio trasferito in montagna per un periodo di riposo. Il caso Gaggiotti avrebbe dato il via ad uno scandalo di ben più vaste proporzioni nel quale sarebbero implicate alcune squadre di A e B stampasera p5
  • 25 marzo 1954 - Il dottor Pasquale questa sera ha riassunto i risultati dell'inchiesta promossa sul noto caso Gaggiotti relativo al tentativo di corruzione tendente ad influenzare il risultato della partita Fanfulla-Alessandria del 6 dicembre 1953. L'inchiesta ha assodato l'esistenza del tentativo, per quanto non condotto a termine perché denunciato tempestivamente. Accertato che il tentativo venne effettuato il 4 dicembre, la commissione d'inchiesta ha ritenuto valido il risultato della gara Fanfulla-Alessandria e pertanto è stata deliberata la retrocessione del Fanfulla a zero punti, all'ultimo posto in classifica a quella data, sottraendole tutti i punti all'epoca dell'effettuazione del tentativo. Dal punteggio attuale al Fanfulla verranno sottratti conseguentemente 5 punti. Unità p.5
  • 25 marzo 1954 - La Lega Nazionale ha tratto la fondata convinzione che la partita Fanfulla-Alessandria (2-1) disputata il 6 dicembre a Lodi sia stata oggetto di illecite influenze, pur senza incidere sulla regolarità del risultato. Pertanto in base all'art. 56 del regolamento organico, sono stati tolti al Fanfulla i 5 punti che aveva in classifica al momento della tentata corruzione (il 4 dicembre). Praticamente la squadra lodigiana è stata retrocessa a 0 punti all'undicesima giornata, mentre le sono stati riconosciuti i due punti conquistati nella gara sottoposta ad inchiesta (perché la regolarità dell'incontro stesso è stato accertato). I 21 punti conquistati finora sono stati ridotti a 16. Gaggiotti, notoriamente dedito alla compravendita dei calciatori era già stato deferito; ora tutti i dirigenti calcistici di qualsiasi categoria sono stati diffidati dall'avere rapporti sportivi con il Gaggiotti. Si specifica che le 350 mila lire erano 35 banconote da 10 mila lire. Si dice che le vanterie e stramberie del Gaggiotti - 64 partite comprate, la sfida al conte Saverio Giulini per un duello alla pistola, il minacciato volo da una finestra della Lega - non sono valse che a confermare lo squilibrio mentale e morale di un individuo che, se avesse davvero truccato 64 partite, verserebbe oggi in migliori condizioni economiche e non sarebbe costretto a farsi mantenere dal padre, il quale è "prefetto" di un istituto scolastico di Brescia. stampasera p4
  • 27 marzo 1954 - L'inchiesta ha chiamato in causa anche i carabinieri di Spinetta Marengo, le questure di Alessandria, Brescia e Milano e la polizia ferroviaria di Alessandria. Le conclusioni esentano da qualsiasi addebito il portiere Dalla Fontana dell'Alessandria. Ecco altri fatti

1. otto gg dopo la partita Fanfulla-Alessandria il Gaggiotti si recò a casa di Dalla Fontana per informarlo che il mandante era disposto a versare un altro milione subito e un altro milione successivamente purché il Dalla Fontana negasse di aver ricevuto il denaro.

2. La notte del 9 gennaio il consigliere inquirente riuscì a sorprendere il Gaggiotti nella sua abitazione, situata in una collina che sovrasta Brescia, ma il "compratore di partite" smentì la deposizione di Dalla Fontana, asserendo di avere parlato di altre partite e di essersi recato a Lodi il giorno della partita Fanfulla-Alessandria per altri impegni

3. Rossetto ha ammesso la sua vecchia amicizia con Gaggiotti, dichiarando che il tentativo di corruzione, secondo quanto saputo da Gaggiotti stesso, era stato operato per conto del Fanfulla

4.   Fatto TUTTO in base a quanto dichiarato da due dirigenti del VR, un dirigente del Fanfulla, nel corso di una cena in un ristorante milanese il giorno dei defunti, avrebbe consigliato di convincere il presidente del VR a stanziare 20 milioni per comprare un determinato numero di partite e assicurarsi così la promozione in serie A. Sempre i dirigenti veronesi dicono che il consiglio direttivo del Fanfulla aveva messo a disposizione 15 milioni per raggiungere i 28 punti (margine di sicurezza per la permanenza in serie B).

5.   Fatto TUTTO il giocatore Zian ha dichiarato che quel dirigente del Fanfulla, poco prima del secondo tempo della gara Fanfulla-treviso (51-52) gli disse di offrire 700 mila lire ai suoi compagni del TV affinché essi perdessero; lo Zian non diede seguito all'offerta e rifiutò il denaro, sebbene il FAnfulla avesse vinto stampasera p4

  • 28 marzo 1954 - comunicato ufficiale: rispetto all'articolo precedente ci sono in più:

il Gaggiotti è stato autore in precedenza di altri tentativi di corruzione. Il Fanfulla, come società, è il mandante del tentativo di corruzione. Gaggiotti Eugenio si chiama. Alla questura di BS ha dichiarato di avere sempre comprato partite e di comprarne anche in futuro, anche perché non è reato. le Questure di Milano e Alessandria non hanno ravvisato gli estremi per intervenire nella vicenda. Gaggiotti ha dichiarato di non aver operato ne per conto del Fafnulla, ne per contro del Verona.

Tra le disposizioni c'è nè una importante: diffidare le società e i tesserati dall'avere rapporti con Gaggiotti

la stampa p4

  • 11 giugno 1954 - L'inchiesta della Lega ha portato, oltre alla penalizzazione di 5 pti del Fanfulla, anche all'interdizione per 3 anni del presidente Francesco Minojetti e all'interdizione a vita per il vicepresidente, il dott. Rinaldo Briocchi. la stampa p4

Mangini, Brescia modifica

  • 20 ottobre 1954 - nuovo tentativo di corruzione operato da Eugenio Gaggiotti per interferire illecitamente sul risultato di Brescia-Palermo 0-0 di domenica scorsa. Appena arriverà la denuncia verrà aperta un'inchiesta per scoprire i mandanti. Gaggiotti avrebbe offerto 1 mln di lire al mediano Magnini. Attualmente la Lega ha già in corso un'inchiesta a carico del Napoli che, per il trasferimento di alcuni giocatori si sarebbe valso dell'opera di Gaggiotti nonostante le diffide emanate a suo tempo dalle autorità federali; è fatto assoluto divieto alle società di avere rapporti di qualsiasi genere con im mediatore bresciano. Il presidente della Lega Giulini dichiarò recentemente che i dirigenti del Napoli hanno utilizzato il Gaggiotti per alcuni trasferimenti di gicoatori. Si dice che il Palermo, retrocesso l'anno scorso dalla A alla B si trova in brutte acque, per la trasferta di Brescia abbia contattato il famoso Gaggiotti per facilitarsi il compito. La denuncia del Brescia metterà nei pasticci il Palermo che dovrà dimostrare l'estraneità ai fatti. La tentata o consumata corruzione sportiva non è considerata dalle nostre leggi come perseguibile e perciò la Lega non può contare sull'intervento delle autorità di polizia. stampasera p5
  • 21 ottobre 1954 - Ieri è stata presentata una denuncia alla Lega Calcio dal Brescia in merito ad un tentativo di corruzione che sarebbe avvenuto domenica da parte dell'ormai tristremente noto Gaggiotti, il quale avrebbe offerto un milione di lire al giocatore Magnini del Brescia per favorire la sconfitta delle rondinelle nell'incontro con il Palermo, conlusosi 0-0. unita p5
  • 21 ottobre 1954 - Gaggiotti prima della partita Brescia-Palermo ha offerto 1 mln di lire al mediano sx Magnini affinché venisse agevolato il successo dei siciliani. La tentata o consumata corruzione sportiva non è considerata dalle nostre leggi come reato perseguibile, almeno fino a questo momento, e perciò il famoso mediatore di partite potrà ancora una volta burlarsi della Lega, che non possiede mezzi idonei per colpirlo, in attesa del disegno di legge che il gruppo parlamentare sportivo è in procinto di presentare alla Camera la stampa p4
  • 23 ottobre 1954 - DENUNCIA: sabato scorso verso le 22 il mediano del Brescia Mangini, mentre si apprestava a ricansare, venne avvicinato da Gaggiotti che gli chiese: "Ti piacerebbe una FIAT 1100 fiammante?". "Certamente" rispose il giocatore. "Domani te la puoi guadagnare" spiegò il Gaggiotti, che dopo essersi dilungato sulla probabilissima esclusione del Mangini dalla squadra date le intezioni dell'allenatore, incitò il giocatore a prestarsi in favore del Palermo in cambio di un milione o di una Fiat 1100. Mangini rifiutò e l'indomani mattina riferì tutto all'ex commissario tecnico della nazionale Carlo Berretta, che fa parte del Consiglio di Reggenza della societò lombarda. Venne predisposto, prima della partita col Palermo, uno speciale servizio di vigilanza per sorprendere il GAggiotti ma questi non si fece vedere allo stadio. la stampa p4

mediatore per il Napoli modifica

  • 21 ottobre 1954 - parlando di Gaggiotti si dice che i calciatori Posio, Pizzi, Bertoni del Napoli, comprati dal Brescia durante il periodo di mercato, si sarebbero stati della mediazione di Gaggiotti. stampasera p5
  • 1 dic 1954 - Il Napoli si sarebbe valso della collaborazione di Gaggiotti per comprare durante il mercato estivo i calciatori del Brescia Bertoni, Pizzi e Posio. Gaggiotti sarebbe rimasto un 15ina di gg a Napoli ospite della società per trattare la cessione di tre giocatori che avevano compiuto il viaggio da Brescia a Napoli per sistemarsi convenientemente. Centromediano 20enne Odoardo Pizzi, attaccante 23enne Celso Posio, terzino 25enne Remo Bertoni sarebbero stati assunti dal Napoli grazie alla mediazione di GAggiotti. Il Napoli respinge le accuse di aver collaborato con GAggiotti e dice di aver trattato direttamente con i calciatori. stampasera p5


caso Udinese / Confessione di Settembrino modifica

anche qui c'è Gaggiotti.... scoprire come

Il nome di quest'ultimo è famoso agli ambienti calcistici ed è apparso anche nello scandalo che ha portato l'Udinese in B - (riportato ne la stampa 1-7-58 p9)

operato di Gaggiotti durante il caso Panciroli e il caso De Cunzio modifica

  • 7-5-55 E' in corso il caso Panciroli e il caso De Cunzio... e torna a farsi vivo Eugenio Gaggiotti che ha informato tramite lettera alcuni presidenti di A, B e C affinché aprofittino, in caso di necessità, delle sue riservatissime prestazioni. Nei suoi scritti, portati a conoscenza della commissione di controllo, il mediatore di Brescia specifica anche le partite di particolare interesse per il presidente della società cui si rivolge, assicurando che egli è in grado di garantire il risultato voluto. Si ha l'impressione che in vista della nuova legge che dovrebbe inserire nel Codice di procedura penale il reato di frode sportiva il "mediatore di partite" si affretti ad asplicare la sua illecita attività prima che sia troppo tardi. stampasera p7

Caso Piacenza modifica

  • 3-8-56 Si apprende che questa sera la commissione di controllo diramerà un altro comunicato riguardante il rinvio a giudizio per una squadra di serie C per frode sportiva. Si trsatta del Piacenza, contro la quale Rognoni ha raccolto prove gravi di colpevolezza. A trattare l'ìillecito affare si sarebbe prestato il signor Gaggiotti. L'incontro sospetto è quello contro il Piombino e forse un altro analogo sarebbe avvenuto contro la Sanremese. Il Piacenza rischia la tetrocessione dalla C alla IV serie. stampasera p5 art.1
  • 3-8-56 Da alcuni mesi era noto che una denuncia anonima era stata presentata in merito allo svolgimento della partita Pimobino-Piacenza (1-2). Sulla base di tale denuncia era stata aperta un'indagine. Il comm. Albonetti, presidente della società la scorsa stagione, si è dichiarato certo che la sentenza non poteva essere non favorevole alla squadra piacentina. Adesso la notizia che l'inchiesta riguarda anche la gara Sanremese-Piacenza (1-2) lo ha stupito. Questa nuova bomba calcistica mette in relazione il noto mediatore degli illeciti Eugenio Gaggiotti con il mediano Giuseppe Gaggiotti che milita nel Piacenza (ndr. è il fratello XD ) . stampasera p5 art.2
  • 4-8-56 La Lega nazionale calcio sarà chiamata domani e domenica ad esaminare due gravi fatti di presunta frode sportiva in cui si trovano implicate il Genoa (con specifico riferimento alla corruzione di giocatori avversari per l'incontro Genoa-Spal del gennaio 1954) e il Piacenza (chiamato in causa per tentativo di corruzione del portiere del Piombino pochi gg prima della partita del 29 aprile 56, tentativo frustrato per la tempestiva denuncia del giocatore stesso). Per il caso Piacenza ecco la denuncia del Piombino del 24 aprile 56: il giocatore Aldo Barocelli dell Piombino ha dichiarato il 24 aprile 56 ai suoi dirigenti di essere stato avvicinato dal sig. Maccaferri ALberto, il quale gli ha offerto una somma di denaro per indurlo a favorire la vittoria del Piacenza contro il Piombino nella gara del 29 aprile 56. I dirigenti del Piacenza hanno immediatamente denunciato il fatto alla CDC. Si è accertato che Maccaferri è concittadino e amico del sig. Eugenio Gaggiotti, il quale nel corso della stagione 55-56 ha frequentato gli ambienti sportivi del Piaccenza. Inoltre Maccaferri nel rivelgersi a Barocelli si è detto incaricato da uno del Piacenza. Inoltre la gara Piombino-Piacenza rivestiva per il Piacenza un'importanza decisiva per la permanenza in C. Maccaferri ha cercato negli interrogatori ha cercato di nascondere e negare. Eugenio Gaggiotti è ormai noto per numerosi episodi di frode sportiva. Sono state violate dal Piacenza le norme della Lega che vietano ai tesserati di avere contatti con Eugenio Gaggiotti. Il regolamento è semplice: alla società chiamata in causa tocca dimostrare che i fatti non sono avvenuti, una dimostrazione sempre difficilissima, a volte impossibile. La cifra offerta da Maccaferri al portiere del Piombino è di 1 milione. stampasera p4
  • 13-8-56 si aggiunge che il colloquio tra Baloceri, portiere del Piombino, e Maccaferri è avvenuto a Ferrara, prima della gara amichevole Spal-Piombino: infatti il giocatore Macor ha visto i due appartati a conversare. Tutto dimostrato che la corruzione sia avvenuta; resta da stabilire se Maccaferri ha agito da solo o per conto del Piacenza. Maccaferri è compaesano del Gaggiotti, nati e residenti a San Secondo di Parma. Le relazioni tra Gaggiotti ed alcuni dirigenti del Piacenza sono state provate dal giocatore Zian stampasera p4
  • 13-8-56 Barocelli ha 24 anni, Maccaferri ha 21 anni. stampasera p5
  • 14-8-56 La Lega ha deciso di retrocedere il Piacenza all'ultimo posto della classifica del campionato di serie C 55-56. Il Piacenza militerà quindi la prossima stagione in IV Serie. Maccaferri ha mantenuto durante il corso dell'istruttoria un atteggiamento ambiguo e contraddittorio. Al Piacenza spetta l'onere della prova ai sensi del comma 4 dell'art. 57 di RO. Sono stati provati i rapporti tra Albonetti e Gaggiotti e anche tra Zian e Gaggiotti.

DELIBERA:

  • Piacenza retrocesso all'ultimo posto del campionato di serie C 55-56
  • Il rag. Aldo Albonetti, ex presidente del Piacenza, inibito di due anni dal rivestire cariche sociali e federali
  • Alvaro Zian squalificato fino al 30 nov 56
  • Alberto Maccaferri inibito in via definitiva a ricoprire cariche federali o sociali e inibizione alle Società di tesserarlo come socio
  • diffidare le Società e i dipendenti tesserati dall'avere rapporti con Maccaferri
  • è stato disposto un incontro di spareggio tra Colleferro e Pavia per la permanenza in C

la stampa p4

Caso Padova modifica

CERCARE "ZIAN ZORZIN" su La nStampa e ricostruire tutto avvenuto nel 1957...

  • 26-7-57 precisazione: 3-0 per il padova con 2 gol su rigore di Zorzin, entrambi i falli commessi da Tarabbia. stampasera p6
  • 6-8-57 la segreteria della lega nazionale ha diramato un comunicato della CDC. - denuncia della Triestina sulla partita Padova-Legnano del 12 giu 1955. Si dice che l'inquirente è avv. Bianco. Parlando del caso Padova il presidente della Triestina ha consegnato un doceumento con la confessione del giocatore Zorzin (ex Padova ed ora alla Mestrina), il quale pochi minuti prima della partita Padova-Legnano avrebbe confermato verbalmente al legnanese Zian a nome dell'allenatore ROcco la stipulazione dell'affare da 5 milioni, chiesti in precedenza dallo stesso Zian tramite il famoso Gaggiotti al porteire Casari per truccare l'incontro. Dopo gli interrogatori ed i contronti che hanno coinvolto Mian, Rocco, Zorzin, Zanon, Casari, Zian. é quindi arrivata all'improvviso la dichiarazione di Zorzin che ha ammesso la vicenda. la stampa p6
  • 6-8-57 dalle deliberazioni della CDC , che si è riunita domenica in un albergo di rimini, ha emesso un comunicato attraverso la lega nazionale. Si apprende che il presidente della Triestina ha consegnato al conte Rognoni un documento importante sugli esiti dell'istruttoria. La denuncia della Triestina , fondata su di un'accusa dell'ex giocatore Zian, aveva messo in moto una serie di interrogatori e di confronti: ma evindentemente non è stato possibile concludere se l'affare dei 5 mln combinato per truccare padova - legnano fosse stato veramente condotto a termine, come sostenuto da Zian, il quale defraudato dal compenso pattuito, ha deciso di "vendersi" cinque giorni prima che intervenisse la prescrizione. Soltanto Zian, organizzatore dell'atto di corruzione ed artefice della rivelazione, aveva sostenuto fatti e circostanze: gli altri avevano recisamente smentito. Soltanto Zorzin si era piegato ad ammettere quialcosa, anche se poco. Zian sosteneva che che egli aveva offerto al portiere Casari, tramite Gaggiotti, la propria opera per secondare il proposito di vittoria degli avversari e che poco prima che incominciasse l'incontro Zorzin gli disse "tutto fatto: Rocco conferma l'affare per cinque milioni". Cosa abbia detto Zorzin non si sa e inoltre il Padova ha chiesto tre giorni di tempo per presentarsi. Giovedi prossimo a Rimini la CDC si riunirà di nuovo per esaminare la tesi difensiva del PD. stampasera p5
  • 9-8-57 Alle 22:30 di ieri sera la CDC della FIGC è tornata a riunirsi nel Grand Hotel di Rimini per continuare l'esame dei documenti relativi all'ormai famoso caso Padova-Legnano. I commissari, conte Rognoni, pres dott Canna, avv Bignardi, dott Cipriani e dott Colombo nel pomeriggio avevano lavorato per cinque ore (dalle 16.10 alle 21.15) esaminando con massima scrupolosità l'istruttoria dell'avv Bianco. Si dice che Zian si sarebbe deciso a vuotare il sacco quasi alla scadenza del termine della denuncia (30 giu 57) perché Zorzin non avrebbe voluto o potuto mantenere la promessa fatta. La Commissione giudicante inizierà il processo a carico del Padova non prima del 19 agosto. La responsabilità oggettiva della società veneta è stata riconosciuta nella notte, ma non si può escludere a priori un'assoluzione. I partecipanti alla frode sportiva sono: Zian in prima misura, coadiuvato dai colleghi Zanon, Zorzin, Casari, Tarabbia. stampasera p5
  • 10-8-57 Nel romanzo giallo del Padova sconcertante ridda di denaro.

- Ipotesi dei 5 milioni: in occasione della partita PD-Legnano Zorzin tenta un trucco e dice a Zian: "guarda che la partita è combinata". Non è vero niente, ma Zian ci crede. Attende per due anni la somma e poi sporge denuncia.
- Ipotesi dei 3 milioni: Zorzin è vecchio, come giocatore. Una squadra interessata a rimanere in A gli offre questa cifra notevole perché si autoaccusi scrivendo una strana lettera, che potrebbe far retrocedere il Padova in B.
Ora tocca alla commissione giudicante risolvere l'intricatissimo caso. Si riunirà il 21 agosto. Ricostruzione FATTI. Prima dell'incontro PD-LN, decisivo agli effetti della promozione in A, si ha PD e LN pari merito in 2a pos a 40 pti, dietro Lanerossi Vicenza a 49 pti, già vincitrice. chi vince va in A sicuramente. Zian del LN, insieme a Gaggiotti, si recò nell'abitazione del portiere Casari (del Padova) per informarlo che per la somma di 5 mln si sarebbe prestaoto ad agevolare la sconfitta della propria squadra. Al momento di scendere in campo Zorzin del PD disse a Zian "Rocco è d'accordo per l'affare sulla base dei 5 milioni ". Il PD vinse 3-0 segnando 2 volte su rigore per certi falli commessi da Tarabbia del LN. Zian, compromesso e squalificato più tardi per il caso Piacenza, attese invano per due anni i 5 milioni pattuiti con l'illecito mercato, e quando la frode stava per cadere in prescrizione si vendicò spifferando tutto. Tesi difensiva del PD: Zorzin, ora in forza alla Mestrina, avrebbe pronunciato quella frase al momento di scendere in campo soltanto per gabbare Zian e indurlo a giocare a profitto del PD sotto lo stimolo di un compenso di 5 mln che non ebbe mai, nemmeno in parte. La scaltra manovra di Zorzin potrebbe trovare conferma nel fatto che effettivamente Zian non ha poi intascato nemmeno una lira per la sua prestazione. E' subentrato però il nuovo documento esibito dalla Triestina, consistente in una lettera scritta il 2 agosto da Zorzin al portiere Nuciari della Triestina per informarlo che le indagini condotte dalla CDC avevano assunto un andamento favorevole per lui non essendo l'inquirente avv Bianco a rivorgerlgi domande imbarazzanti. Nella lettera, consegnata da Nuciari ai propri dirigenti e da questi alla CDC, Zorzin ha enumerato e spiegato le domande che avrebbe temuto. come mai Zorzin ha scritto questa lettera a Nuciari? Secondo una notizia emersa da Rimini avrebbe accennato a 3 milioni promessi dalla Triestina all'anziano terzino, ormai agli sgoccioli della carriera (38 anni), tirando in causa la testimonianza di Pison, un attaccante nato a Trieste e tesserato dal Padova. Va detto che la responsabilità oggettiva del PD è da provare, perché non si esclude che ROcco e il padova non sapessero nulla, oppure che Rocco sapesse ma non i dirigenti. L'unica parte sicuramnete lesa è il Legnano. Sono in ballo le posizioni dei dirigenti del PD e della Triestina, i giocatori Zorzin, Zian, Tarabbia, Zanon, Casari, Pison e Nuciari, il segretario Gobbo del PD, gli allenatori Rocco e Mian e l'immancabile Gaggiotti. stampasera p5

  • 10-8-57 Nomi in dettaglio: Armando Gobbo, Gastone Zanon, Germano Mian, Ermano Tarabbia.

Si dice che Rocco, Gobbo, Zanon , Casari invece di denunciare il fatto agli organi competenti, come prescritto dal RO federale, si sono limitati a rinviarselo l'uno all'altro a scopo defatigatorio. Anche Mian, venuto a conoscenza delle richieste di Zian non ha denunciato i fatti. Zian E Tarabbia del LN, che sono anche legati da stretta amicizia, visto che all'epoca dei fatti coabitavano, sono fortemente indiziati per aver giocato pessimamente la partita; tuttavia non è stato possibile dimostrare il comportamento passivo dei due nella gara allo scopo di favorire il PD. Inoltre le dichiarazioni di Zian e le circostanze della Triestina non hanno valore probatorio non solamente perché non sono storicamente ricostruibili, ma anche perché sia la società che il giocatore non perseguono la loro azione ai fini della giustizia, ma piuttosto il conseguimento di un vantaggio diretto. L'ultima versione di Zorzin non può essere accolta come quella veritiera, giacché il suo comportamento è stato nel complesso contradditorio e reticente; la sua ritrattazione appare tutt'altro che spontanea. Gobbo, Rocco e Zanon non hanno mai reagito alle insistenze di Zian quando reclamava il pagamento del denaro, quindi si deduce che almeno su questo punto corrispondano al vero. Sulle sorti degli uomini implicati si deciderà il 21 agosto lastampa p6

  • 23-8-57 Oggi drammatici confronti tra Zian e Zorzin. Note aggiuntive: il pagamento della somma pattuita non sarebbe mai avvenuto, nonostante le numerose sollecitazioni; questa inadempienza contrattuale avrebbe spinto Zian a denunciare l'accaduto pochi giorni prima che scadessero i termini di prescrizione. La Triestina sta facendo tutto velocemente e prontamente, sia come vuole il regolamento, ma anche perché vuole trarre un vantaggio immediato: rimanere in Serie A quest'anno nonostante la retrocessione, in caso di condanna del PD. Zian è stato punito lo scorso anno per il caso Piacenza. CI SONO TUTTE LE ACCUSE AI PERSONAGGI CON I MOTIVI.

Presidente Triestina: avv. comm. Tristano Colummi. Si specifica che il codice calcistico impone alla società chiamata in causa l'onere della prova sull'estraneità dei fatti incriminati; una legge molto discutibile o assurda stampasera p5

  • 24-8-57 primo ad essere ascoltato è il pres. della Triestina. A lui sono rivolte parecchie contestazioni, specialmente per quanto riguarda la lettera scritta da Zorzin: la discussione verte sulla busta che i triestini non hanno portato e non possono produrre. Questo fatto non è marginale, infatti la busta dimostrerebbe che la lettera è stata effettivamente scritta e spedita e non "fabbricata" sul posto come qualcuno insinua. Nonostante le insistenze la busta non c'è e quindi è un punto a favore del PD. Poi asoltato per 3 ore Zian. Poi Zorzin, che le altre volte era reticente e ora invece è stato fin troppo loquace, autoaccusandosi come attore della corruzione. la stampa p6
  • 25-8-57 due giorni completi di udienze (23 e 24) - con una parentesi notturna da mezzanotte alle 2 - non sono stati sufficienti per concludere il processo al PD e agli altri imputati. Il Padova risponde alle accuse di Zian: "Noi in tutto questo non ci siamo mai entrati e lo conferma il fatto che Zian mai si è rivolto ai responsabili della società per riscuotere il prezzo". E' stato chiesto A Zian se la tresca era stata combinata da lui anche per incarico di acluni suoi compagni che avrebbero poi diviso il ricavato; la risposta decisamente negativa è un punto a favore del PD.

Zorzin ha giustificato il suo contestato cambio di atteggiamento in questa maniera: "Avevo paura di rappresaglie, poi ho disposto per la causa della verità." La lettera è stata il pomo della discordia fra le parti in causa: i legali del PD pretendevano la consegna della busta, ma Nuciari ha detto di averla buttata via per la strada. 74 fogli di istruttoria e 120 scritti di queste 2 giornate di udienze: il caso è molto complicato. la stampa p6

  • 26-8-57 Assolto il PD. Condannato alla radiazione l'ex giocatore Zian. Zorzin squalificato 2 anni. 1 anno di squlaifica Mian. 6 mesi per Rocco, 6 mesi per Zanon, 6 mesi al segretario Gobbo. E' stato provato il tentativo di corruzione, ma non la responsabilità del Padova come società. Gli altri imputati sono stati condannati per omessa denuncia e non per il reato più grave di frode sportiva. stampasera ultima con le borse p6
  • 26-8-57 [PRESO COME RIFERIMENTO PER SEZIONE DELLE SENTENZE] la cdc esclude il reato di frode sportiva, per cui nessuna responsabilità del padova, mentre tutti gli altri soo stati condannati per omessa denuncia dell'opearato di Zian, che tentava di venire in possesso in qualucque modo di una cifra in denaro. >Zorzin condannato per aver ostacolato le indagini. di non procedere contro Casari per intervenuta prescrizione. dettaglio delle condanne/nomi/ruoli società/ codici penali. NOTA: Germano Mian è allenatore della Cormonese. Tutto questo dopo 3 intere giornate di discussione. Il reato di frode sportiva non si è consumato. Tutti sono stati condannati per omessa denuncia dell'opera di Zian che tentava di entrare in possesso della cifra in denaro. Zorzin condannato per aver ostacolato le indagini. stampasera edizione del lunedi p6
  • 27-8-57 sono state ricostruite le manovre che hanno preceduto la partita Padova-Legnano nel campionato 54-55. L'attaccante Zian, in forza al Legnano, si recò insieme a Gaggiotti nell'abitazione bergamasca del portiere Casari, allora al Padova, proponendogli l'affare per 5 milioni di lire. Casari promise di parlarne di parlarne il giorno dopo con i dirigenti del Padova. Poi si recò in macchina da un suo cognato, presentando a quest'ultimo lo Zian, e rimanendo d'accordo che sarebbe stato lo stesso cognato ad informare Zian telefonicamente sugli sviluppi e che altrimenti la conferma sarebbe avvenuta al momento della partita. Zian esibì in sede istruttoria un biglietto con nome cognome e num. telefono scritto, secondo le sue asserzioni, da Casari. Invece risultò che la calligrafia era dello stesso Zian. Questi nella denuncia tirò in ballo il terzino Zorzin che al momento della partita gli avrebbe sussurato "Affare fatto: Rocco è d'accordo per 5 milioni". Nella prima versione Zorzin nega tutto. Dopo 40 gg dal primo interrogatorio la commissione di controllo riceve un telegramma urgente dalla Triestina che chiede di sottoporre ad altro interrogatorio Zorzin, in possesso di nuovi elementi. Il 1° agosto allo stesso Zorzin convocato a Milano vengono rilette le sue dichiarazioni precedenti; "Ha da aggiungere o modificare qualcosa?" Egli dice di no e torna a Pieris, vicino Monfalcone, dove nel frattempo la moglie viene avvicinata da un tizio, presentatosi come un dirigente della commissione di controllo. Quel tizio chiese quanto percepiva Zorzin dalla Mestrina... superfluo aggiugnere che la CDC non aveva mandato nessuno a Pieris. Corrado Zorzin alle 14 del giorno successivo torna a Pieris e scrive una lettera all'amico Nuciani, portiere della Triestina, compiacendosi dell'ingenuità degli inquirenti, i quali non seppero rivolgergli determinate domande (che invece risultano a verbale con le relative risposte) e rallegrandosi che la verità non sia venuta a galla, preservando soì l'allenatore Rocco e il segretario Gobbo. E' un nuovo tentativo per agganciare le responsabilità del PD. Zorzin è un risparmiatore, proprietario di beni immobili e agricoli non indifferenti; la lettera che la Triestina afferma come pervenuta per via postale risulta invece recapitata a mano; le induzioni non possono mancare. Nel 3° interrogatorio Zorzin ammette lo "sta bene" di Rocco, dichiarando però di essere all'oscuro di tutto. Ritratta in parte la 1a deposizione ma cerca di salvare se stesso. Zian da 5 milioni era sceso a 300 mila lire, pur di incassare qualcosa; ma Zorzin l'aveva beffato. Si è trattato probabilmente di uno scherzo tra giocatori durato troppo a lungo, che alla fine ha immischiato un po' tutti.

L'unico a non scherzare è stato Zian che credette alle vaghe promesse di Casari; in quanto Zorzin soltatno più tardi disse, ridendo, ai compagni di squadra: "Zian voleva vendere la partita per 5 milioni e dopo è stato da me a chiedere soldi". Il Padova sarebbe stato punito se si fosse raggiunta la prova che Zorzin s'era reso responsabile della frode sportiva anche di propria iniziativa. Tutto ciò è statao escluso durante l'inchiesta. la stampa p6

  • 28-8-57   Fatto si dice della situazione in classifica a 40 pti entrambe seconde, con il padova che va in A... bla bla bla. si dice dell'ottmo momento del LN 7 partite imbattuto e vittoria vs BS.... si specifica che i due falli di Tarabbia che hanno sancito i due rigori sono stati falli di mano entrambi. la stampa p6

Caso Atalanta-Azzini modifica

  • Il "fattaccio accadde il 30 marzo 1958: all'Appiani, dove persino la Juve (...) ha dovuto accontentarsi di un pari un mese prima, la pericolante Atalanta passa per 3-0. Sei giorni dopo, la Sampdoria, interessata ugualmente alla lotta per la salvezza, denuncia un illecito e subito spunta una "supertestimone". Si chiama Silveria Marchesini, indossatrice: è (anzi, è stata, preciserà l'interessato) la fidanzata di Renato Azzini (detto Giovanni), aitante centromediano del Padova. Forse per vendetta dopo l'abbandono, la ragazza spiffera una storia clamorosa: il 24 marzo, lunedì precedente la partita, si sono incontrati a Brescia, presso un distributore di via Piave, il celebre "imprenditore dell'illecito", Eugenio "Gegio" Gaggiotti, già da tempo colpito da inibizione federale, e Bepi Casari, ex portiere di Padova e Atalanta. L'incontro è già di per sé sospetto, vista la fama di Gaggiotti (...). I due, scambiate poche parole, hanno poi raggiunto Azzini al ristorante "Tre Camini", alla periferia di Brescia, e hanno concluso l'affare, combinando la sconfitta degli uomini di casa. Casari e Gaggiotti, dopo i primi "no", ammettono un incontro tra vecchi amici, Azzini invece nega. Spunta un nuovo testimone, il benzinaio di via Piave, Pietro Torosani, che conferma tutto condendolo di una serie di dettagli, tra cui l'aver giocato in combutta con Gaggiotti, una schedina col "2" fisso su Padova-Atalanta. Si apre il dibattito presso la "Co-Co", la Commissione di controllo della Federcalcio, dove Azzini accusa la "dama biancoscudata" di avere intascato una somma di danaro per promuovere la prontezza della propria memoria. Anche Torosoni sarebbe stato generosamente "aiutato" a ricordare. Alla Samp, salvatasi sul campo, si è sostituito il Verona, che andrebbe allo spareggio in caso di condanna. Così è: alla fine di giugno l'Atalanta venne retrocessa ultima e condannata alla B (...) e Azzini viene squalificato a vita. Questi però non demorde. L'anno dopo otterrà la riapertura dell'inchiesta, che porterà il 3 novembre 1959 all'assoluzione dell'Atalanta «per non aver commesso il fatto» (...) e alla riduzione a due anni della squalifica di Azzini. Un verdetto ambiguo, che tuttavia consentirà al giocatore di riprendere la carriera nell'estate del 1960. (tratto da Carlo F. Chiesa. Il grande romanzo dello scudetto. Tredicesima puntata: Milan e Juve, rivoluzione vincente, da Calcio 2000, febbraio 2003, pp. 63-64.)
  • 30-6-58   Fatto Atalanta retrocessa in B, Anzini squalificato a vita.

La CDC, in applicazione dell'art. 28 del Regolarmento organico federale dichiara:
1. Il giocatore Renato Anzini responsabile dei fatti ascrittigli alla lettera A
2. La società Atalanta responsabile della violazione specifica alla lettera B
Applicato l'art. 59 del RO la CDC delibera:
- di infliggere al sopracitato giocatore il ritiro definitivo della tessera FIGC
- retrocessione Atalanta ultimo posto in classifica del campionato Serie A 57-58
- inibizione permanente alle società di tesserare quali soci o di cancellarli dai ruoli ove lo siano i signori Azzini Renato e Casari Giuseppe.
- rinnovo alla diffida a tutte le società e a tutti i tesserati della FIGC di avere qualsiasi rapporto con il signor Eugenio Gaggiotti

Questo era il testo della sentenza letta dal presidente Pericone ieri alle 23.50. I lavori erano cominciati alle 9. In mattinata era stato ascoltato il rappresentante del Verona Carlo Bonelli, convocato per accertare l'attendibilità della deposizione del venditore di benzina. Casari è stato "trait d'union" di'illecito con l'ambiente atalantino. la stampa p6

  • 30-6-58 La prima accusa ufficiale contro l'atalanta fu mossa alcuni mesi fa dai dirigenti della Sampdoria, i quali segnalarono alla CDC una voce , secondo cui la partita Padova-Atalanta (0-3) era stata truccata e i protagonisti dell'illecito erano stati Azzini del Padova e l'ex portiere del Padova Casari e il sig. Eugenio Gaggiotti. I dirigenti della samp fecero sapere che una signorina a Brescia, l'indossatrice Silvia Marchesini, fidanzata di Azzini, sapeva tutto dell'accaduto. La CDC incaricò l'avvocato Cesare Bianco di svolgere un'inchiesta: egli trovo altri teste tra cui la madre della Marchesini sig.ra Bossi, l'allenatore del PD Rocco, quello del Milan ex Padova Bonizzoni, il giocatore veneto Moro, tutti convocati per testimoniare su una lite tra quest'ultimo e AZZINI negli spogliatoi dopo la partita incirminata, originata proprio dalle critiche algi errori plateali del centromediano. Quello che doveva rappresentare una delle basi dell'accusa era il sig. Tarasoni, addetto ad un ditributore di benzina a Brescia, attraverso il quale poteva stabilire che l'incontro ai "Tre Camini" di Casari, Anzini e Gaggiotti non fu affatto casuale, come invece affermano i tre. L'istruttoria raggiunse gli elementi sufficienti per il rinvio a giudizio deciso a suo tempo e che ha portato al processo vero e proprio. Il processo, iniziato sabato e finito domenica a mezzanotte, ha visto tutti i teste confermare l'accusa. La Marchesini, dopo aver negato, ha confermato la circostanza resa nota dall'avv. Crovetto di Genova che gi verso 3 milioni e mezzo per conto della Sampdoria; Torosani quella del sig. Bonelli del Verona acronito il quale ricevette 664 mila lire (ceh sembra poi siano molte di più) dal Verona. L'unica cosa che resta in sospeso è la sorte di Bari e Verona: in fondo quelle somme per convincere Torosani sono state spese bene; e aggiungeranno che il venditore di benzina qualche tempo fa ha pagato forti debiti a Brescia e si è trasferito a Milano, dove ha subito trovato un'occupazione e una casa. stampasera p5
  • 1-7-58 ARTICOLO CENTRALE

I principali testimoni sono Silveria Marchesini, ex fidanzata di Azzini, e il benzinaio Pietro Torosani, i quali ricevettero parecchio denaro da un emmissario della Samp e e da un consigliere del VR rispettivamente. Casari, ex portiere dei bergamaschi è definito da tutti estraneo alla squadra e quindi si tratterebbe di un azione personale.

ARTICOLO A LATO L'accusa ha sostenuto la responsabilità della Atalanta nella corruzione, avvenuta per un preventivo accordo fra Anzini e Casari, trovatisi il lunedi antecedente la partita (in compagnia del solito Gaggiotti) al ristorante Tre Camini, sito alla periferia di Brescia. stampasera p7

  • 1-7-58 il processo si è tenuto a Roma. Gli avvocato dell'Atalanta hanno dichiarato che "è emerso soltanto con sicurezza che parecchio denaro è stato sborsaro per provocare le calunniose accuse contro di noi". i legali si riferiscono ai parecchi milioni (3 oppure 7 secondo le fonti) che la Marchesini ricevette da un dirigente Sampdoriano per impegnarsi a formulare le accuse contro Anzini. Altro denaro infice fu versato da un dirigente del VR a Pietro Torosani, il quale ha riferito al processo di ulteriori conferme sull'accordo Gaggiotti - Casari - Azzini.

ANTEFATTI - Facciamo cronistoria: a marzo 1958 , durante una fase cruciale del campionato, l'Atalanta si trovava in brutte acque, mentre il PD, rivelazione del campionato, pareva in grado addirittura do contrastare la marcia della Juventus verso lo scudetto. Tra i più quotati del PD c'era Azzini, 28enne mediano. Il lunedi precedente alla partita Padova-Atalanta Azzini si incontra in un ristorante alla periferia di Brescia con Casari, ex atalantino che attualmente lavora in un importante manifattura di camicie, e con Eugenio Gaggiotti. Il nome di quest'ultimo è famoso agli ambienti calcistici ed è apparso anche nello scandalo che ha portato l'Udinese in B. Secondo l'accusa i tre si sarebbero accordati per un risultato addomesticato, o per meglio dire Anzini si sarebbe impegnato a giocare contro l'Atalanta con scarso impegno. Successivamente i tre si trasferirono a casa della signorina Silveria marchesini, un ex indossatrice che all'epoca dei fatti era fidanzata con Azzini, dove perfezionarono l'accordo. Il via vai di questi signori sarebbe stato notato da un benzinaio, Pietro Torosani, che ha il suo chiosco dinanzi alla casa della Marchesini. Egli avrebbe assistito per lo più a mezzo dialogo assai compromettente ed avrebbe avuto una cofidenza da parte di Anzini stesso.

Il 30 marzo si gioca Padova-Atalanta (0-3) e Anzini non ebbe una giornata particolarmente felice, tant'è che il suo diretto avversario, il giovane centravanti Zavaglio, appena 20enne, segnò due reti, una delle quali scaturita da un errore molto vistoso dl difensore padovano. Il risultato destò scalpore e suscitò sospetti ma nulla più.

Lo scandalo scoppiò il giorno in cui la Marchesini, delusa delle sue speranze matrimoniali dall'incostante Azzini, di decise a parlare. Al processo di Roma è emerso in modo indiscutibile che tanto la testimonianza della Marchesini come quella del benzinaio Torosani furono sollecitate dietro l'esborso di somme ingenti di denaro. L'avvocato Augusto Crovetto, legale della Samp ha dichiarato di averr versato 3 mln alla marchesini e la marchesini ha ammesso. Il consigleire del VR, dott. Carlo Bonelli, ha racocntato che a Torosani diede circa 700 mila lire per consentirgli di pagare alcuni debiti e gli assicurò un alloggio in affitto a Milano e un impiego.

La CDC ha ritenuto Azzini colpevole e sualificato a vita e l'Atalanta retrocessa in B. la stampa p9

  • 2-7-58 Brescia. Azzini, avvicinato da alcuni giornalisti ha sostenuto la sua innocenza e ha aggiunto "Non è lecito infamarmi gratuitamente sulla base di testimonianze comprate". Ha soggiunto: "La sentenza mi ha lasciato di stucco. Persino il PM, dopo che abbiamo portato le prove che le testimonianze a carico erano state pagate, si è trovato imbarazzato nel sostenere l'accusa. Non parlo poi della questione dei testimoni a favore, non sono stati nemmeno ascoltati; e pensare che erano degnissime persone". Alla richiesta di precisazioni circa il colloquio avuto con Casari e Gaggiotti alla trattoria Tre Camini di San Zeno prima dell'incontro Padova-Atalanta, Azzini ha detto: "Casari, tutti lo sanno è mio amico. Quanto a Gaggiotti lo conoscevo come un tipo un po' strambo e cercavo di evitarlo il più possibile. Quella sera maledetta è capitato alla trattoria da solo e non è stato da me invitato. Dati i rapporti intercorrenti tra me e Casari, se avessi voluto vendere davvero la partita era inutile ricorrere ad un intermediario indiziato come il Gaggiotti. Inoltre per combinare un pasticcio del genere non mi sarei fatto vedere a un tiro di schioppo da Brescia, dove sono conosciutissimo ed ho molti amici." Andandosene ha continuato: "sono stato vittima di vendette personali e forse anche della torbida situazione che inquina il calcio nazionale. Vi deve esserfe qualcuno interessato a far retrocedere l'Atalanta, ma ho fiducia della CAF che verrà tutto a galla".

L'avv. Bianco, PM al processo calcistico e giudice requirente della CDC ha detto esplicitamente: "E' vero che i testi del caso Atalanta sono stati pagati, ma ciò non significa in linea giuridica che le loro deposizioni dovessero finire nel cestino della carta straccia. Taluni fatti, come quello del convegno tra Gaggiotti e Casari al distributore di benzina, prima di raggiungere Anzini alla trattoria dei Tre Camini, con la macchina dell'ex portiere, sono stati provati; inoltre nel montare l'accusa mi sono valso soltanto delle circostanze scrupolosamente accertate, abbandonando per esempio le deposizioni rese dalla signorina Marchesini e dal sig. Torresani, perché non confortate da elementi di prova" stampasera p7

  • 14-7-58   Fatto Roma: si è riunita ieri la Commissione d'Appello Federale per esaminare i ricorsi presentati dall'Atalanta e dal giocatore Azzini contro la sentenza emessa il 29 giugno. Entrambi i ricorsi sono stati respinti stampasera p4
  • 15-7-58 BRESCIA. La scorsa settimana il sostituto procuratore della Repubblica dott. Enzo Giannini, venuto a conoscenza di particolari interessanti attinenti al caso Azzini, ma sostanzialmente interessati la giustizia ordinaria ha provveduto a convocare nel suo gabinetto tutti i personaggi della nota vicenda: mercoledi, giovedi e venerdi scorsi sono stati Azzini, Silveria Marchesini, Eugenio Gaggiotti sono stati sottoposti ad interrogatori e confronti. Risulta che doveva presentarsi anche Pietro Torosani, addetto al distributore di benzina di via Piave, ma è scomparso. E' stato cercato con tenacia dai carabinieri ma invano, sia a Brescia, sia a Milano dove ha avuto la famosa occupazione e il più famoso appartamento. Torosani non 'è reso reperibile. A Bergamo intanto dopo la condanna dell'Atalanta, le clamorose dimissioni del presidente Turani e di tutti i consiglieri hanno causato viva reazione negli ambienti sportivi. I tifosi sono sorpresi. stampasera p7
  • 4-11-59   Fatto La Commissione di Appello Federale della FIGC ha accolto il reclamo di Azzini, già squalificato a vita a seguito delle note vicende. La sua squalifica è stata commutata in squalifica fino al termine della stagione 1959-60. L'Atalanta è stata conseguentemente prosciolta dall'addebito di responsabilità oggettiva. unità p.6

Ivo Cocconi / PArma modifica

  • 8-1-59 - è arrivato questa mattina a Parma l'avv. Zoli, inviato dalla CDC, per dare inizio all'inchiesta sul tentativo di corruzione, denunciato dal pres del Parma, rag. Agnetti. Il tentativo sarebbe stato attuato dall'ormai noto Gaggiotti e il bersaglio è stato il centromediano del Parma Ivo Cocconi, capitano della squadra. Cocconi, oltre a fare il calciatore, è anche titolare con il padre di un aviatissimo forno nel centro. Ed è appunto qui che venerdi scorso Gaggiotti si presentò per fare alcuni acquisti e per lanciare, prima di uscire, la sua illecita proposta: se il centromediano del Parma avesse favorito la vittoria del Brescia nell'incontro di 2 gg dopo nella città lombarda, ci sarebbero state 300 mila lire per lui. Comunque Cocconi non diede peso alla cosa, anzi pensò che Gaggiotto volesse scherzare sulle prestazioni del Parma in trasferta (finora 1 solo punto su 7 incontri, 2 reti segnate e 20 subite). Domenica il parma ha perso 2-0 e destino ha voluto che Cocconi favorisse il primo gol con un autogol. Forse Gaggiotti, saputo dell'infortunio di Cocconi, pensò che il centromediano avesse accettato la sua proposta e lunedi tornò a Parma per portargli la somma pattuita. Questa volta Cocconi non considerò più Gaggiotti un cliente in vena di scherzare, ma comprese la vera entità della cosa: buttò fuori dal negozio il poco gradito ospite e denunciò il fatto al suo rpesidente.

E' indubbio che ci sono alcuni lati strani che andranno chairiti. Cocconi ha sbagliato a non denunciare subito il fatto, ma come poteva prendere sul serio la proposta fattagli da Gaggiotti, che era un suo vecchio amico? A Parma sono tutti convinti della estraneità del Brescia, ma allora chi ha dato 300mila lire a Gaggiotti? Questo dovrà chiarire Zoti. Stamattina l'avv. ha interrogato Cocconi, il portiere Mezzi e il mediano Giacchetti. Intanto da Brescia i dirigenti commentano con assoluta sorpresa e dichiarano di essere estranei. stampasera p7

  • 9-1-59 Si apprende che Zoli ha interrogato anche il giocatore Darni. Cocconi ha detto che Gaggiotti portò le banconote in pezzi da 10mila e avrebbe detto che la somma gli era stata fornita dall'autista di un noto industriale dirigente del Brescia. Gaggiotti ha invece dichiarato che sarebbe andato si a Parma venerdi e lunedi, ma per invitare Cocconi ad una battuta di caccia e per portargli dei salumi ha detto. Naturalmente tra le due versioni l'unica credibile è quella di Cocconi. Chi ha dato i soldi a Cocconi? ... stampasera p7

Ravani, Fanfulla modifica

  • 30-4-63 E' tornato all ribalta Gaggiotti. il Fanfulla ha inoltrato una denuncia alla Federcalcio. Il capitano dei lodigiani, Ravani, sarebbe stato avvicinato da Gaggiotti che gli avrebbe proposto un premio di 50 mila lire per giocatore, perché il Fanfulla si impegnasse a fondo domenica scorsa a battere il Varese. stampasera p9

Ghizzardi (Arezzo) / frode ai danni di Genoa e Verona modifica

  • 24-2-67 Un tentativo di frode calcistica, nel quale avrebbero potuto subire gravi danni le squadre di B Genoa e Verona, è stato sventato per la pronta denuncia di un calciatore. Nell'imminenza degli incontri tra Arezzo e Genoa del 5 feb 67 e tra Arezzo e Verona del 12 feb 67 il portiere dei toscani Ghizzardi è stato avvicinato da un noto trafficante di partite. Ecco i fatti:

Nella notte del 31 gennaio il portiere Ghizzardi viene avvicinato da "un noto personaggio del sottobosco calcistico" il quale ha offerto 2 milioni al calciatore per facilitare la vittoria del Genoa ed un'altra somma non precisata per fare altrettanto nella gara successiva tra Arezzo e Verona. Il portiere ha immediatamente denunciato il fatto ai suoi dirigenti che hanno informato la Federcalcio. Le partite sono finite Arezzo-Genoa 2-1 e Arezzo-Verona 1-1. Si tratta di Gaggiotti che ha ammesso ad un funzionario della Federcalcio la sua azione. Gaggiotti aveva promesso a Ghizzardi che se le partite fossero terminate come da sua richiesta avrebbe consegnato il denaro la sera stessa delle partite nell'abitazione della madre del calciatore, a Verona. L'avvocato Angelini, pres. Ufficio Inchieste della Federcalcio si presentò puntuale a casa della madre di Ghizzardi, ma naturalmente Gaggiotti non si presentò. Angelini ha dichiarato che non essendo risultate nel corso dell'inchiesta responsabilità oggettive del Genoa e del Verona, verranno archiviate le procedure. Il commissario del Verona Carlo Bonazzi ha dichiarato che Gaggiotti ha agito in modo puerile. la stampa p9

  • nella fonte della biografia dice di considerare questo episodio uno scherzo di Carnevale.