Utente:Dambon/populismo (politica)

Il termine populismo ha assunto, nel corso del tempo, una molteplicità di definizioni e sfaccettature, sviluppate da svariati autori, che, sebbene abbiano reso assai complessa l'elaborazione di una definizione univoca e coerente del fenomeno, hanno tuttavia portato a stabilire alcuni punti fermi condivisi, oltre che ad un fervente e proficuo dibattito intorno alla natura, alle implicazioni e alle caratteristiche del concetto.

Fra le definizioni più accettate del termine, si può ritrovare quella del politologo Flavio Chiapponi:

«L'esplorazione delle forme, storiche e contemporanee, del populismo ha permesso di cogliere, al di sotto e al di là delle differenze, certi tratti comuni che appaiono ricorrenti, e che pertanto si candidano a caratterizzare il concetto, conferendogli plausibilità teorica e spessore empirico. Gli elementi in questione sono tre: l' appello al popolo, l' atteggiamento dominante anti-élites e il rifiuto delle mediazioni istituzionali[1]»

Ambiguità del termine

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Dopo decenni di studio sul populismo, il termine soffre ancora di una certa ambiguità e ambivalenza, tali da impedire una definizione universalmente riconosciuta ed accettata. Fra i primi a mettere in rilievo il problema si ricorda Isaiah Berlin, il quale parlò, per l'occasione, di "complesso di Cenerentola": i casi concreti (i "piedi") si dimostrano troppo piccoli o troppo grandi per la "scarpa" confezionata al tavolo del ricercatore; in altre parole, non c'è ancora una definizione soddisfacente e consensuale dell'idealtipo populismo, tale da poter essere applicato empiricamente a realtà concrete. Tale problema è rilevato anche da altri studiosi dell'argomento, tra i quali Yves Mény e Yves Surel[2] e Paul Taggart[3].

D'altro canto, c'è chi si oppone a questa chiave di lettura negativa del fenomeno, facendo notare come l'ambiguità sia tendenzialmente presente in qualsiasi ideologia, e non solo in quella populista[4]. A tal proposito, Marco Tarchi fa notare come "nessuno si sognerebbe di ritenere troppo vago il concetto di democrazia, sebbene nell'attraversare l'arco di due abbondanti millenni esso abbia modificato per più di un verso le sue coordinate sia teoriche che operative"[5].

La tendenza nel campo degli studi sul fenomeno è tendenzialmente quella di continuare a ricercare la chiarezza del termine, servendosi delle complicazioni come stimolo per l'approfondimento, come del resto è avvenuto per molti altri concetti.

Definizioni

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Seebbene, come chiarito sopra, una definizione univoca del concetto di populismo non esista, nel corso del tempo gli studi fatti sul fenomeno si sono mossi sostanzialmente lungo tre linee interpretative: c'è chi ha interpretato il populismo come un particolare regime politico[6]; c'è poi chi lo ha interpretato come una costruzione simbolica[7]; infine, c'è chi lo ha interpretato come uno stile comunicativo[8].

Populismo inteso come regime

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Kornhauser

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Kornhauser vede nel populismo una particolare forma di regime democratico, anche se considerato come regime di transizione che crea le premesse per un regime autoritario. In tal senso, l'autore distingue in particolare due forme di democrazia: quella liberale, e quella, appunto, populista, ognuna avente determinate caraatteristiche:

  • Democrazia liberale: caratterizzata da una società pluralistica, ovvero con alto grado di accessibilità[9] e basso grado di disponibilità[10]; l'azione politica è mediata dalle istituzioni e lo stato di diritto trova piena attuazione; gode di una base sostanzialmente stabile.
  • Democrazia populista: caratterizzata da una società di massa, ovvero con alto grado di accessiblità e alto grado di disponibilità; le non élites sono esposte al rischio di mobilitazione e manipolazione da parte delle élites; la libertà è costantemente in pericolo; l'azione politica si basa sull'azione diretta di una moltitudine di persone, che travalica gli assetti istituzionali; non vi è Stato di diritto e vi è una sostanziale base precaria, con tendenze autoritarie.

In definitiva, il carattere principale della democrazia populista è, per K., l'assenza di pluralismo sociale, che porta ad una sostanziale uniformità di opinioni nella popolazione, la quale, elevata a standard supremo di valutazione, può essere sfruttata da abili élites manipolatrici, che potrebbero in seguito instaurare un regime autoritario.

Germani

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Canovan

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Populismo inteso come costruzione simbolica

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Worsley

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Canovan

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Mény e Surel

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Taggart

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Kitschelt

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Populismo inteso come stile

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Weyland

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Canovan

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Taguieff

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Cause dell'emersione del populismo

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Cause strutturali

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Cause procedurali

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Populismo e liberaldemocrazia

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Casi storici classici del populismo

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Stati Uniti

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Populismo in America latina

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Populismo in Europa

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Francia

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Austria

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Germania

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Norvegia

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Finlandia

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Danimarca

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Populismo in Italia

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Passato

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Attualità

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  1. ^ Flavio Chiapponi, il populismo come problematica della scienza politica, Genova, Coedit, 2008
  2. ^ i quali parlano dell'utilizzo multiforme e anarchico della parola "populismo"
  3. ^ che definisce il populismo ora come un'entità essenzialmente impalpabile, ora come soggetto ad assumere un aspetto camaleontico
  4. ^ vedi ad es. MacRae, Populism as an Ideology
  5. ^ v. Marco Tarchi, L'Italia populista. Dal qualunquismo ai girotondi, Bologna, Il Mulino, 2003
  6. ^ la definizione di regime si rifà a quella che viene data da Mario Stoppino: ovvero come composto da tre componenti essenziali: i valori, le regole del gioco, l'organizzazione delle istituzioni; v. Mario Stoppino, Potere e teoria politica, Milano, Giuffrè, 2001)
  7. ^ in questa accezione, rientrano le categorie di ideologia, mentalità, forma mentis, formula, ecc.
  8. ^ e perciò applicabile a qualsiasi attore, aprescindere dal proprio colore politico
  9. ^ ovvero, quanto la selezione delle élites sia accessibile alle non élites (es. esistenza di libere elezioni e del suffragio universale, garanzia dei diritti civili, ecc.)
  10. ^ ovvero, quanto i cittadini non facciano parte di - siano "liberi" da- associazioni, movimenti, gruppi, ecc.; di conseguenza, quanto siano "disponibili" ad essere mobilitati dall'alto


Bibliografia

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  • Flavio Chiapponi, Il populismo come problematica della scienza politica. Un primo bilancio, Genova, Coedit, 2008
  • Marco Tarchi, L'Italia populista. Dal qualunquismo ai girotondi, Milano, Il Mulino, 2003
  • Margaret Canovan, Abbiate fede nel popolo! il populismo e i due volti della democrazia
  • Margaret Canovan, Il populismo, come l'ombra della democrazia
  • Loris Zanatta, Il populismo. Sul nucleo forte di un'ideologia debole
  • Ludovico Incisa di Camerana, Populismo
  • Pierre-André Taguieff, La scienza politica di fronte al populismo: da miraggio concettuale a problema reale
  • Pierre André Taguieff, L'illusione populista
  • Yves Mény e Yves Surel, Par le peuple, pour le peuple. Le populisme et les democraties, Paris, Fayard, 2000: trad. it., Populismo e democrazia, Bologna, Il Mulino, 2001