Florence Trevelyan (a destra) insieme a sua madre Catherine Ann Forster che, in questa fotografia, è stata scambiata per tantissimi anni erroneamente per la regina Victoria.

Miss Florence Trevelyan (Newcastle upon Tyne, 7 febbraio 1852Taormina, 4 ottobre 1907) è stata una filantropa inglese.

Biografia modifica

Florence Trevelyan era l’unica figlia di Edward Spencer Trevelyan (1805 - 1854) che il 5 settembre 1833 aveva sposato Catherine Ann Forster (1815 - 1877) e dalla quale aveva avuto anche una prima figlia Edith il 29 dicembre 1849, morta durante il parto. Dopo il suicidio del padre, Florence Trevelyan, a soli due anni d'età, si trasferisce a Hallington Demesne, nel Northumberland, divenendo orfana a 23 anni anche della mamma Catherine Ann Forster.[1]

Nel maggio 1879 Florence Trevelyan insieme alla cugina Louise Harriet Perceval, intraprende un lungo viaggio che la porta a visitare dapprima la Tunisia ed il Marocco, poi la Spagna, arrivando in Belgio, in Francia, in Svizzera, in Baviera, in Germania, in Boemia, in Austria e nella penisola d’Istria. Le due ragazze raggiungono anche l’Italia, precisamente Alassio, ospitate a villa Pergola dal generale scozzese dell’Esercito britannico sir William Montagu Scott McMurdo e da sua moglie Susan. Florence e Louise scendono verso l’Italia meridionale, passando da Napoli e giungendo a Reggio Calabria dove si fermano qualche giorno. Ripartono con il Ferry boat passando oltre stretto e giungono il 26 gennaio 1881 a Messina ma non si fermano, arrivano poi a Catania, ad Acireale e fino al 14 febbraio 1881 vengono ospitate dalla famiglia Cacciola a Taormina, ma ripartono ancora arrivando a Girgenti ed infine si fermano per l’estate a Palermo, ospitate da Donna Franca Florio e da suo marito Ignazio, noto imprenditore. Florence Trevelyan e Louise Harriet Perceval rientrano in Inghilterra il 10 agosto 1881.[2]

Florence e Louise ritornano a Taormina 4 anni dopo (estate 1885) ed insieme ai loro cinque cani soggiornano all’Hotel Timeo di Francesco e Giuseppe La Foresta, ai quali in seguito Florence Trevelyan offre notevoli “aiuti economici” per ampliare l’hotel, in cambio di un soggiorno nelle dieci stanze fatte sopraelevare. Infatti, il 28 settembre 1889 i La Floresta le sottoscrivono un contratto di locazione.

Il 13 luglio 1890 Florence Trevelyan sposa il ricco possidente Salvatore Cacciola, sindaco di Taormina, professore di istologia patologica e Gran Maestro Massone, divenendo di fatto la signora Florence Trevelyan Cacciola, come del resto testimonia il suo testamento scritto il 26 marzo 1906. Florence aiuta anche molte ragazze nubili figlie dei pescatori e, per la dote delle nozze, stabilisce un fondo economico.[2] Nell’agosto 1890 la cugina Louise Harriet Perceval ritorna in Inghilterra a causa della “sua sfortunata condizione di salute mentale”, venendo subito ricoverata presso Brislington House, uno dei primi manicomi privati inglesi, dove morirà nel 1908, a soli 64 anni.

L’8 novembre 1891 Florence perde il suo bambino che muore asfissiato durante il parto e suo marito, il professore Cacciola non è presente, impegnato in una riunione massonica.

Addolorata ed infelice, nel 1905 Florence si ritira in solitudine a Castelmola, lontana dal marito ma insieme ai suoi tantissimi cani, in una casetta in pietra sul Monte Venere, in contrada Mendicino soprannominata francisa, un tempo chiamata Grimaudo in ricordo del generale Grimaud che da questo sito bombardò Taormina e Mola nel 1676. Anche quì rimbosca e trasforma le aspre montagne in boschi di eucalipti, castagni e querce. Sul crinale crea un sentiero per Scalazze, scorciatoia che collega Monte Venere con Castelmola, ancora oggi parzialmente sterrato e che dall’alto dei suoi 884 metri ha una vista panoramica su buona parte della Sicilia orientale fino alla Calabria.[2] Nella primavera del 1906 attracca nella baia di Naxos lo yacht imperiale “Victoria and Albert” di re Edoardo VII del Regno Unito, il quale poi alloggia al Timeo insieme alla moglie Alessandra di Danimarca, accanto al palazzo Cacciola.

Florence scorge da Monte Venere la nave ma non cammina più a causa del diabete che le ha procurato una fastidiosa flebite però vuole dare ugualmente il benvenuto al re. La trasportano al porto con un’improvvisata portantina realizzata con una sedia e due bastoni. Inizia così la calunnia paesana che in gioventù fossero stati amanti.[2]

Florence Trevelyan Cacciola scrive il suo testamento il 26 marzo 1906 sotto forma di “patrimonio fiduciario” in favore di Robert, fratello di G. M. Trevelyan e poi lo modifica 11 giorni dopo con un «codicillo» (il 6 aprile 1906), indicando che qualora il cugino Robert Trevelyan non avesse voluto le proprietà siciliane, queste sarebbero andate ad un altro suo cugino, Wyndham Forbes.

Robert Trevelyan nel 1911 decide di rinunciare all’eredità lasciatogli da Florence che passa così a Wyndham Forbes, il quale, a sua volta rinuncia.

Florence spira il 4 ottobre 1907, ufficialmente a causa di polmonite secondo il certificato ufficiale del comune di Taormina e viene inumata nel Mausoleo di famiglia a Castelmola, in contrada “Francese” a Mendicino di Monte Venere.

Il 28 dicembre 1908, il Mausoleo che aveva fatto costruire anch'esso sul Monte Venere in contrada Mendicino accanto alla sua casetta in pietra, subisce gravi lesioni a causa del terremoto, venendo demolito nel 1990 e ricostruito in forma più modesta dell’originario.[2]

Hallington Siculo modifica

Dal 19 marzo 1890 al 24 settembre 1894, Florence Trevelyan Trevelyan acquista 87 lotti di terreno e realizza tra il 1897 ed il 1898 il Parco che battezza “Hallington siculo” in onore di Hallington Hall, il piccolo villaggio a circa due miglia a sud-ovest della città di Louth, nel Lincolnshire, dove aveva vissuto per ventanni. Il Parco viene pianificato su un terreno in ripido pendio, dove si colmano le differenze di livello con terrazzamenti in pietra e scalinate. Anche lei fa piantumare cedri, agrumi, olivi, mandorli e arricchisce il Parco con enormi otri (come quelli di McMurdo a Villa Pergola) e costruisce quattro fabbricati simili a pagode orientali, imitando l’idea della Villa, del Villino e della Casa del Sole di McMurdo nel suo Parco. Viene aiutata da quarantadue contadini, ai quali impartisce personalmente lezioni di giardino all’inglese, corrispondendo loro una cospicua retribuzione mensile.

Oltre ad adornare il Parco con alberi autoctoni, carrubi con la loro ricca fioritura color rosa, con cedri, con agrumi, con olivi e con mandorli, edifica delle strane costruzioni in stile orientale che lei chiama beehives (alveari), Florence colloca dei monumenti megalitici di pietre disposte in circolo (cromlech) e due costruzioni funerarie in pietra (dolmen) in ricordo dei suoi cani morti avvelenati. Le inusuali costruzioni, soprannominate anche victorian follies, sono un miscuglio di stile romanico, gotico e barocco e sono prodotti con materiali semplici quali mattoni colorati, pezzi di pietra e di lava, stoffa, tegole, tronchi di legno e tubi di tutte le dimensioni insieme ad altri materiali edilizi di recupero, ritrovati durante le operazioni di scavo e di pulizia del pendio collinare. Ogni beehives ha un nome diverso: Casa della Capra, Campanile, Bagnoli e Calverley Cottage (in onore di suo cugino Calverley).

Giungono da tutto il mondo per ammirare il Parco, l'Isola Bella e le mille trasformazioni di Taormina realizzate da lei: Gabriele D'Annunzio, Friedrich Wilhelm Nietzsche, D. H. Richards Lawrence e Frieda von Richthofen, Oscar Wilde, Edmondo De Amicis, Tina Scalia ed il marito Joseph jr. Isaac Spadafora Whitaker, Nathaniel Anselm von Rothschild, Lionel Walter Rotschild, il Kaiser Guglielmo II e la moglie Augusta Vittoria, Eugenia de Montijo vedova di Napoleone III, il duca Emanuele Filiberto di Savoia Aosta e la moglie Elena d’Orleans, Amelia d'Orléans, tutti personaggi accomunati da un sottile filo conduttore massonico e ad ogni inizio di primavera Florence organizza il “Corso dei fiori“, per onorarli ed allietarli.

ll Regio Decreto Legge 528 del 18 febbraio 1923 espropria “giardino Trevelyan per la esecuzione di opere di miglioramento della città” e nel 1923 il Parco di Hallington siculo viene intestato con una targa di marmo al suo ingresso “Parco G. Colonna duca di Cesarò l’uomo politico che con decreto legge 18.2.1923 n. 528 l’acquisì al demanio comunale”.

Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, detto il duca di Cesarò, ex ministro fascista, fu prima Gran Maestro Massone e poi illuminato rosacruciano, teosofista, nemico politico del Sindaco Cacciola ma amico di suo nipote Cesare Acrosso, suo segretario particolare che fu poi podestà di Taormina e doppiogiochista con gli inglesi. Il duca fece espropriare il Parco Hallington siculo senza tuttavia firmare il Regio Decreto 528/1923 e, dopo aver proposto al duce senza successo la tecnica dell’ipnotismo celata dietro la filosofia del teosofismo, nel 1926 venne sottoposto a stretta sorveglianza fino al 1934, in quanto sospettato di aver attentato alla vita del duce. Nel 1925 Inga Borgessen Atenasio, moglie dell’allora sindaco di Taormina Francesco Atenasio, snatura il Parco dai connotati prettamente mediterranei ridisegnandone il terreno e fa piantumare alberi ed essenze tropicali provenienti dal vivaio del Cav. Allegra di Catania, vincitore dell’appalto dei “lavori di adattamento ad uso pubblico del terreno già appartenente alla defunta signora Trevelyan Florence in Cacciola” (avviso d’asta del Comune di Taormina pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia n. 299 del 24 dicembre 1924, parte seconda”).

Il 31 luglio 2001 viene regolamentata dal Consiglio Comunale di Taormina la disciplina del “Parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò” e del “Giardino didattico Florence Trevelyan”, di fatto un’area unica e non divisa da alcun confine.

Il 16 febbraio 2011 viene approvato un “Protocollo d'intesa tra il Comune di Taormina ed il Dipartimento Regionale Azienda Regionale Foreste Demaniali inerente il “Parco Giovanni Colonna Duca di Cesarò” e il “Giardino didattico Florence Trevelyan”, beni confinanti, senza soluzione di continuità con l'area di Monte Tauro e con annessa l’ex Caserma Forestale.

Note modifica

  1. ^ Roccuzzo T., “Taormina, l’isola nel cielo. Come Taormina divenne “Taormina”, Catania 1995.
  2. ^ a b c d e Chirico Daniele G.C.M., Misteri e segreti di Florence T. Trevelyan, Memoranda Edizioni, 2015

Bibliografia modifica

  • Becchetti P., Taormina dei fotografi, in AA. VV., J. Wolfgang Goethe. Bicentenario del Viaggio in Sicilia (1787-1987), Roma 1987;
  • Bisgrove R., Robinson M., The Gardener selvaggio.frances lincoln ltd. Frances Lincoln Ltd, 2008;
  • Brook-Shepherd, Lo zio d’Europa Edoardo VII, Milano, 1977, pp. 61, 63;
  • Chirico D.G.C.M., Misteri e segreti di Florence T. Trevelyan, Memoranda Edizioni, 2015;
  • Duthie R. E.,"Some Notes on William Robinson". Garden History (The Garden History Society). "Alcune note su William Robinson". Giardino Storia (la Società di Storia Garden). 2, Number 3 (Summer, 1974): pp. 12–21. JSTOR 1586538 . 2, Numero 3 (estate 1974): pp 12-21;
  • Hallington, Lincolshire, Documenti Online, The National Archives. Estratto 16 agosto 2011;
  • Nicolosi P., I baroni di Taormina, Palermo 1959;
  • Papale D., Taormina segreta, La Belle Epoque, 1876-1914, Messina 1995;
  • Roccuzzo T., Taormina, l’isola nel cielo. Come Taormina divenne “Taormina”, Catania 1995;
  • Rizzo G., Elenco parziale di documenti esistenti nell’Archivio Comunale di Taormina, in Archivio storico messinese, 2, 1901, p. 107-127 ;
  • Rizzo G., Taormina e i suoi dintorni. Storia, architettura, paesaggio, Catania, 1902;
  • Trevelyan L., Una famiglia molto britannica. I Trevelyan ed il loro mondo, pagg. 19-21, IB Tauris & Co Ltd, Londra, 2006;
  • Travelyan R., Principi sotto il vulcano, Rizzoli 1977.

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