Alberto Salvetti modifica

Alberto Salvetti (Vicenza, 28 settembre 1974) è un artista italiano che crea sculture di animali selvatici con fogli di quotidiani contenenti articoli sul ritorno dei grandi carnivori selvatici nei territori abitati ed occupati dall'uomo. I lavori di Salvetti descrivono un futuro in cui la convivenza della natura selvatica sia possibile con gli insediamenti umani, senza rischi per le persone considerando il ritorno di certi animali indicatore della salute di ecosistema, dalla quale dipende la stessa Salute dell'uomo. Espone orsi e branchi di lupi che sorprendono da lontano i visitatori.

Biografia modifica

Alberto Salvetti dopo la maturità tecnico artistica e le prime esperienze lavorative, decide di continuare gli studi artistici. Nel 1998 frequenta i corsi di scultura e di pittura presso l’Accademia Complutense di Madrid diplomandosi scultore con 110L/110 all'Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2001.

Per 19 anni è stato il responsabile delle attività e poi il referente dei laboratori artistici e sulla biodiversità in un Centro Diurno per la Salute mentale.

Nei suoi frequenti viaggi a Buenos Aires ha conosciuto gli importanti maestri internazionali della Galeria Maman che hanno segnato la sua formazione artistica, tra i quali Nicolás García Uriburu e Luis Benedit. Nei primi anni del 2000 ha collaborato con un'opera alla Biennale di Venezia a contatto con Carolyn Carlson per un omaggio a Joseph Beuys, successivamente con le maestranze degli scultori cinesi di Cai Guo-Qiang.

Progetti ed opere modifica

Nel 2005 Salvetti è vincitore di un bando: "Circoli d’arte: le rotatorie tra estetica e promozione del territorio"  in cui concepisce le rotatorie come autogrill per specie vegetali ed animali autoctoni.

Lavori pubblici dell'artista sono visitabili presso il Museo Prima Armata del Sacrario Militare del Pasubio (Valli del Pasubio), il Museo di Archeologia e Scienze Naturali G. Zannato, ed in un paio di siti dell'ULSS 6 Vicenza.

Ancora in collaborazione col Distretto ULSS 6 Vicenza, per molti anni è stato il formatore e referente artistico del Progetto Artelabio, con il quale si aprirono alla cittadinanza i laboratori di teatro e di scultura per disabili psicofisici, facendoli diventare un momento d'integrazione sociale e gratuita per gli appassionati d'arte.

 
Lupo in fogli di quotidiano, scotch di carta, fil di ferro, bitume giudaico (Bolzano)

Nel suo percorso artistico lo si è visto proporsi in performances che lo vedono sempre più coinvolto col mondo degli animali che lui da sempre ama e che definisce come messaggeri di spiritualità-altra.

Tra le più degne di nota si ricordano:

  • Il sonno del giaciglio per Festambiente di Vicenza (2011) in cui, coperto di fango dalla mattina alla sera ha costruito in fango e fieno i 14 principali animali del Parco
  • "Il canto dell'angelo nel Bosco delle Cascate a Calvene, rinchiudendosi per ore in una voliera per rapaci
  • Il volto di una gabbia per La notte dei senza fissa dimora in Piazza Delle Poste a Vicenza rinunciando pubblicamente alla sua immagine
  • Un altro sguardo con l’attore professionista Carlo Presotto in Basilica Palladiana (Vicenza) portando un capriolo di cemento del peso di 60 kg per il centro città
  • Schiavo regolare offresi  all'antica Fiera popolare di Grisignano Di Zocco e a LIBEREPERSONELIBERE a Venezia proponendosi per 12 ore al pubblico con un contratto di schiavitù a tempo determinato
  • Il vento dell'orsa (in cui attraversa Bassano Del Grappa con un'orsa in spalla)
  • Pedido ao Jabalí Conquistador durante la Biennale di Curitiba in Brasile
  • Camminare coi Lupi (150 km in 3 giorni camminando con uno zaino e la lupa in spalla tra le nevi trentine), collaborando con il Progetto Internazionale LIFE WOLFALPS e con il MUSE - Museo delle Scienze di Trento e dalla quale è nato il libro (dall'omonimo titolo) "Camminare coi lupi" (Edizione Artantide.com).

Dal 2017 fa parte del gruppo di artisti sociali inseriti nel Movimento di Arte Etica dalla galleria ARTantide.com di Verona.

Con la curatrice Anna Caterina Bellati espone in importanti mostre con NASA ed ESA in Germania, e alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia.

È stato ospite d'onore alla quinta Biennale di Chiavenna con l'installazione esposta nella piazza cittadina “Cervo, cinghiale e capriolo in cemento.

 
Alberto Salvetti durante la performance Pedido ao Jabali Conquistador (Curitiba, Brasile)

Nel 2018, dopo la mostra Arteologia nel Museo Archeologico Nazionale di Venezia, in cui con Arte Etica esponeva anche Michelangelo Pistoletto, ha collaborato con gli Enti Provinciali di Vicenza e Venezia nei progetti sul Fiume in cui ha presentato i Cassonetti-Acquario con i quali ha potuto eseguire dei rilasci di pesci autoctoni nel fiume Retrone. Nello stesso anno ha iniziato a collaborare con i Centri di Recupero per Animali Selvatici (CRAS), proponendo laboratori educativi per le scuole, al fine di sensibilizzare le persone al rispetto e alla tutela della biodiversità.

L'anno seguente si è impegnato nel progetto “Le voci nel Fiume” in collaborazione a Science Gallery International, effettuando una traversata in canoa del fiume Bacchiglione, raccogliendo numerose documentazioni in forma d'intervista.

Ancora con Arte Etica ha esposto alla Biennale di Curitiba in Brasile, dove è entrato in contatto con le comunità di nativi e dove vide concretizzarsi la sua proposta di piantare un albero per ogni artista che avrebbe partecipato alle successive edizioni dell'importante evento internazionale.

Più recentemente, tra gennaio ed agosto 2020, in concomitanza con la Biennale del Brasile, Salvetti ha collaborato con la dott.ssa Chiara Franceschini, organizzatrice di eventi culturali ed esposizioni artistiche, esponendo nella città natale in occasione di VIOFF - Vicenzaoro e in collaborazione con il Comune di Vicenza. Durante la mostra Arteologia: oltre l'etica ha contribuito alla creazione di un dialogo e di una relazione profonda tra le opere contemporanee esposte ed i reperti antichi dei quali il Museo Naturalistico e Archeologico di Santa Corona è istituzionalmente il custode.