Utente:Loremira/sandbox

PALAZZO AUTERI modifica

STORIA:

Palazzo Auteri fu costruito, presumibilmente, nella seconda metà del 1700 da Michele Auteri, sposato con Angela Fragalà. Già nel 1761, nella mappa catastale dell’Orlando se ne vedono tracce.

Nel 1826 Michele Auteri era proprietario di una delle seterie più importanti d’Italia che aveva sede proprio nel Palazzo di famiglia[1].

La seteria fu ereditata dal figlio Giuseppe Auteri Fragalà e successivamente rilevata da Benedetto, Francesco, Vincenzo, Salvatore, figli di Giuseppe Auteri Fragalà.[2]

Nella 2^ metà del XIX sec., l’Arc. Carmelo Sciuto Patti http://it.wikipedia.org/wiki/Carmelo_Sciuto_Patti , sposatosi nel 1861 con Maddalena Auteri Berretta di Paola, riceve l’incarico da Salvatore Auteri (presumibilmente nonno di Maddalena) per la ristrutturazione del Palazzo. E’ datata 1851/65 la perizia delll’architetto. In quell’occasione venne ricomposto il portale d’ingresso opera del maestro scalpellino acese Brusà. [3]

[1]Fonte: "Collezione delle leggi e de' decreti reali del regno delle Due Sicilie". Pag 114 N. 573. Napoli, 25 Febbraio 1826;

[2]Fonte: "Collezione_delle_leggi_e_de'_decreti_reali del regno delle Due Sicilie". Pag 96 N. 6722. Caserta,1 maggio 1841.

[3]Fonte: S.S.B.C.A. di Catania.

PALAZZO AUTERI, DAI RACCONTI DEL 7° BARONE ALDO PERROTTA, DEL PROF. AURELIO AUTERI, SILVIA CURRAO (MOGLIE DI FRANCO AUTERI, FRATELLO DI AURELIO); VERONICA E MATTEO GAETANO (FIGLI DI FRANCO) E JOYCE AUTERI, NATA E CRESCIUTA IN Folsom, California, United States:

Il Barone Aldo Perrotta abitò nel palazzo Auteri dal 1946 fino agli anni ‘60. Abitava al terzo piano, lato via Auteri - Transito. Nel cortile interno del suo appartamento, c’era e c’è tutt’oggi, una ferritoria nel muro che serviva a tenere d’occhio le scale. Da lì si poteva sparare ad eventuali nemici. Dietro la ferritoria c’era una stanza segreta che collegava la casa del barone a quella del piano inferiore. Si apriva un armadio e si sollevava una botola che fungeva da finto pavimento e si arrivava alla stanza segreta del piano di sotto. In questa stanza venivano nascoste persone e preziosi, specialmente nel periodo dello sbarco dei garibaldini (1860). === Al piano terra c'erano le Stalle, la Casa del portiere e la Fabbrica di seta. C’era un pozzo (adesso pila), si attingeva l’acqua dal fiume Amenano che serviva soprattutto per la seteria. Le scale interne erano di granito e alla fine, al 3° piano, c’era un cancello terminante con delle punte, a protezione delle famiglie che vi abitavano.

Le famiglie Perrotta e Auteri, non abitavano il secondo piano, notoriamente il “piano nobile” per motivi di sicurezza e per allontanarsi il più possibile dalle esalazioni provenienti dalla fabbrica della seta posta al piano terreno. La scala degli Auteri fu fatta costruire in un secondo momento, insieme all’ammezzato (4° piano).

Durante l’ultima guerra, il palazzo rimase quasi vuoto. L’unica persona rimasta fu la cameriera, Torrisi Agata, inserita nello stato di famiglia degli Auteri, per controllare che non succedesse nulla. Si pensava che, essendo vicino al porto, sarebbe potuto essere bombardato o danneggiato, come successe per molti palazzi dell’epoca.

Al secondo piano vivevano le Monache di casa, lato Via Transito - San Sebastiano. Avevano fondato un convitto per monache, oggi trasformato in Bed and Breakfast. Nel salotto era presente un altare e celebravano la messa e delle funzioni (prime comunioni, cresime…).

Fonte: diretta

GLI AUTERI: modifica

Franco Auteri De Cristofaro (1851-1914), fratello di Rosa. Autore di commedie, appassionato giocatore di scacchi e di fotografie, fu un ricchissimo produttore e commerciante di seta. Sposò la Baronessa Maria Gaetana Gionti ed ebbero tre
figli: Agata, sposata col Marchese Ugolini Persichetti; Genoveffa (NA 16-03-1884), interdetta il 15-06-1914 perché malata di mente  e Angelina. Nella seconda metà dell’800, con la moglie, si trasferì a Napoli dove, non solo possedeva appartamenti, fabbriche e botteghe, ma gestiva anche un negozio di sete in via Toledo. Non perse mai tuttavia i contatti con l’ambiente catanese, poiché soleva viaggiare per qualche periodo dell’anno nella città natale, ove, grazie alle sue smisurate ricchezze, aveva fatto costruire, dimostrando persino capacità di architetto, splendidi palazzi tra cui quello di via Etnea, chiamato casa Biscari e poi donato dalla figlia Angelina alle religiose del Sacro Cuore.
Rosa Auteri De Cristofaro (1862-1932), figlia di Michele (figlio di Franco Auteri Fragalà). Ha sposato il 5° barone Perrotta Onofrio (1856-1927).
Cav. 
      Gaetano Auteri de Cristofaro, fratello di Franco e Rosa. Gaetano e Franco, portarono avanti la seteria. L’uno rimase a Catania, nel palazzo dove aveva sede la fabbrica e l’altro si trasferì a Napoli per commercializzarla.
Angelina Auteri Gionti (NA 1880- 1964), figlia del barone Franco, si sposò il 27-10-1899 col principe Ignazio
Paternò Castello Stagno dei Biscari http://it.wikipedia.org/wiki/Patern%C3%B2_(famiglia).I due sposi, dopo 25 anni di matrimonio decisero di seguire la via religiosa: l'uno entrò nella Congregazione dei Chierici Regolari, ossia
dei Padri Barnabiti a Monza; l'altra nel Carmelo di Modena, lasciando alle Suore Dorotee il Palazzo baronale con un piccolo giardino annesso e al Comune un appezzamento di terreno in contrada Orto Canale con lo scopo che ivi si
costruisse l'edificio delle Scuole Elementari, come in effetti poi è stato fatto. http://www.mirabellesi.com/comunita/le-nostre-origini/la-storia/
Angelina Auteri è conosciuta anche per aver portato a Mirabella Imbaccari l’arte del “Tombolo”. Fondò, infatti, nel 1910 la "Scuola del Tombolo", questo diede la possibilità alle donne del paese attraverso i loro guadagni di risollevare l'economia e di richiamare i loro uomini che ripopolarono il comune che portava il triste primato di paese con il più alto tasso di emigrazione d'Italia.
Maddalena Auteri Berretta di Paola era una dei sette figli di Paolo Auteri e Francesca Berretta di Paola: Maria, Innocenzia, Vincenzo, Santa, Stefano e il Senatore Avvocato Giovanni. Maddalena sposò l'architetto Carmelo Sciuto Patti, un professionista molto in vista al quale vengono attibuite diverse opere d'arte.
Giovanni Auteri Berretta di Paola (CT 1851- CT 1920), avvocato e senatore della Repubblica nel 1919 con il gruppo liberal democratico, poi Unione democratica. http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/e56bbbe8d7e9c734c125703d002f2a0c/19707555f17a92b04125646f00587ecc?OpenDocument
Michele
        Auteri Pomar (PA 1838 - 1918). Figlio di Salvatore Auteri e di Rosalia Pomar (sposi nel 1830). Commediografo, intellettuale poliedrico, consigliere comunale e assessore, scultore, scrittore, autore di parecchi libretti d’opera (Dolores, https://archive.org/stream/doloresdrammalir00autu#page/n0/mode/2up, Marcellina, Il negriero, Severo Torelli, Il conte di Gleichen), su musiche di Salvatore Auteri Manzocchi, suo nipote. Conobbe Giuseppe Carducci e, per la sua attività di scultore, soggiornò a lungo in Toscana, dove divenne il continuatore della scuola di Giovanni Dupré. Sono di Michele Auteri Pomar le immagini della famosa scultura del Ministro dell’Istruzione Giuseppe La Farina. Il monumento venne inaugurato a Torino nel 1884 e posto in Piazza Solferino, dove oggi però è possibile vedere solo il monumento equestre a Ferdinando duca di Genova: nel 2004 infatti la scultura di Michele Auteri Pomar è stata portata al deposito pietre del Comune di Torino, in via Buscaglioni 23.
Salvatore Auteri Marzocchi (PA 1845-1924). Musicista. Nipote di Michele Auteri Pomar, figlio di Almerinda Marzocchi,  famosa cantante.
Fonti: Archivio Storico e Archivio di Stato di Catania; Wikipedia.

STORIA DELL'INSEDIAMENTO PREESISTENTE AL PALAZZO modifica

VIII sec. a.C. - V sec. d.C. LE ORIGINI "" Il settore si colloca nell’area dell’antico insediamento Greco - Romano, avendo nei suoi dintorni innumerevoli resti che vengono attribuiti a vari periodi: dall’insediamento della colonia calcidese nell’VIII secolo a. C., fino al tardo periodo romano, conclusosi nel V secolo d. C. In particolare la parte sottoposta alla via fra l’Indirizzo ed il castello è ingombra di ruderi che, al pari delle Terme entro quel convento, sembrano di appartenere al Ginnasio.

Fonte: Adolf Holm, Catania antica, pp.5-21; 56-57

XVI sec. 1524-1555 Denominazione zona urbana Dalla lettura del testamento di Alvaro Paternò, pubblicato nel 1524, si possono trarre diverse informazioni utili per la denominazione della zona urbana. L’aerea in questione è prossima alla “bucceria di giù” e “della marina”; infatti, nella parte sud dell’isolato, si trova la porta “dilla bucceria” che conduce al “Macello Magno”, sito fuori le mura medievali. Nel periodo analizzato ritroviamo in questa zona urbana anche la lavorazione delle pelli, che determina la denominazione delle contrade “currulaturi” e “conceria”. La circoscrizione sacramentale entro cui ricade l’isolato è quella di S. Filippo.

Fonte: Paternò Castello F. pag 87-90 Policastro G. pag 39-40 Longhitano A. pag 178.

XVI sec. 1578 Cinta muraria Nella metà del cinquecento vengono ammodernati alcuni tratti di mura di difesa della città, tra cui queste della marina. Cadono in disuso la porta della conceria e quel tratto di mura o case mura medievali, elementi fondanti dell’impianto difensivo della città. Spostata più verso la spiaggia del mare, viene costruita una nuova cortina muraria che raccordandosi alla porta della Decima, cinge il Castello Ursino e si dirige verso la parte orientale di Catania. I tratti di cinta muraria di questa zona sono la cosiddetta cortina di “Gammazzita” e quella denominata dei “Canali” raccordate dal Saliente che forma un gomito. Qui verrà costruita una garritta di avvistamento. La cinta muraria così definita è ben rappresentata nel 1578 dallo Sparinocchi.

Fonti: Iconografia

XVI-XVII sec. 1584-1637 Configurazione urbanistica preterremoto Dall’analisi della veduta di Catania del 1584, confrontata con il rilievo fotografico del Negro per la parte sud dell’isolato, si evince che prima del terremoto del 1693 nell’area, oggi occupata da un solo settore, si ritrovano tre differenti isolati. Quello settentrionale è attraversato da una stretta via che serve alcuni cortili interni, e delimitato ad est da una piazza pubblica, ad ovest da una stretta strada, probabilmente la cosiddetta strada “delli tre santi” e a sud dall’attuale cortile della Lanterna, già vico Longo, che si raccorda alla via Nicosia. Gli isolati sottostanti sono divisi da una stradina, oggi chiusa dalla Cappelletta della Madonna delle Grazie.

Fonte: Iconografia

XVII – XVIII sec. 1693 – 1761 Definizione impianto urbanistico In seguito al disastroso terremoto del 1693 la città di Catania, quasi del tutto rasa al suolo, viene ridefinita nel suo impianto urbano e ricostruita. Nell’area del settore in esame si ridefiniscono, allineandole, le strade perimetrali ad est ed ovest, mentre rimangono i tracciati viari a nord ed a sud. Nel 1761 la veduta di Catania dell’Orlando immortala la situazione edilizia dell’isolato. Permangono al suo interno gli antichi percorsi viari; le costruzioni sono basse, ad ""eccezione di un fabbricato nell’angolo sud est dell’isolato. (probabilmente palazzo Auteri). Fonte: Iconografia

XIX Sec. 1832 – 1878 Configurazione planimetrica Dal rilievo topografico realizzato dall’Ittar nel 1832 circa, http://it.wikipedia.org/wiki/Sebastiano_Ittar, si ricavano alcune informazioni interessanti riguardo l’assetto dell’isolato, che successivamente troviamo di poco modificato http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2d/Planimetria_di_Catania_-_Sebastiano_Ittar%2C_1833.jpg. Infatti, il fronte ovest del settore si è allineato lungo la via S. Sebastiano, saturando gli sbocchi degli antichi tracciati di vico Castro e vico Longo, oggi Lanterna. Ancora esistente un corto vicolo, probabilmente prosecuzione del vico Castro cui si accede dalla via S. Sebastiano e che, nella mappa catastale del 1878, è ormai scomparso. Una serie di locande vengono identificate dall’Ittar lungo il lato nord est del settore.

Fonte: Iconografia

XX sec. prima metà circa. Trasformazione edilizia Fra gli inizi e la metà del Novecento varie trasformazioni edilizie avvengono all’interno del settore, di maggiore e minore rilievo. Gli esempi più interessanti stilisticamente sono quelli di palazzo Auteri, ubicato nella testata nord dell’isolato e quello del palazzetto Platania del fronte occidentale più tardo.

Fonte: nota del catalogatore

Contesto ambientale Il settore, di forma irregolare, insiste su un’area di fondazione greco-romana caratterizzata dalla vicinanza delle terme dell’Indirizzo. Su area pianeggiante lungo il perimetro e lievemente in pendio all’interno lungo i vicoli, l’isolato s’impianta tra un tracciato viario riproposto nel nuovo assetto post 1693, la via Transito a nord, la prosecuzione di un asse di nuova percorrenza, la via Auteri a est e a sud. La via S. Sebastiano, invece, è una strada che viene rettificata nella sua parte settentrionale.

Correlazioni ambientali Il settore si relaziona in modo omogeneo solo sul fronte occidentale. Su quello meridionale è sovrastato dalla presenza troppo ravvicinata e volumetricamente … di Palazzo Vitale. A sud-est la ferrovia e le costruzioni frontestanti rendono l’area fortemente disomogenea, d’altronde qui abbiamo l’ingresso dei due vicoli, su cui prospettano edifici popolari e degradati. Di rilievo la parte nord del fronte orientale e tutto il fronte settentrionale per la presenza del palazzo Auteri che domina su via Transito per volumetria e stile e compete su via Auteri con il frontestante ex convento dell’Indirizzo. Il settore è attraversato parzialmente da due vicoli ciechi, il vico Castro e vico Lanterna, già Longo, permanenze di due vie che tagliavano l’isolato.

  1. ^ a b 1
  2. ^ a b 2
  3. ^ a b 3