Il Piano Albertini è un piano regolatore della città di Milano, realizzato dall'ingegnere Cesare Albertini tra il 1927 ed il 1933 ed entrato in vigore l'anno seguente, nel 1934.

Storia del piano modifica

Nel giugno del 1927, alla chiusura del concorso per la creazione di un nuovo piano regolatore, venne istituito dal Municipio un Ufficio Urbanistico, a capo del quale venne posto l'ingegnere Cesare Albertini, con il compito di presentare un elaborato, avvalendosi dei primi tre progetti premiati, da sottoporre entro pochi mesi alla stessa commissione che aveva giudicato i progetti in gara. La compilazione del piano si protrasse però ben al di là dei sette mesi concessi inizialmente, concludendosi cinque anni dopo, nel febbraio 1933. Il piano sarebbe invece stato approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici soltanto l'anno seguente, nel 1934, quando al piano venne riconosciuto ufficialmente corso legale.

Le premesse storiche modifica

I lasciti del Piano Pavia-Masera modifica

Nel corso di questo quinquennio, a causa della profonda crisi economica e sociale - nella quale la disorganizzazione dell'azienda comunale era forse l'esempio più lampante - ed essendo il Piano Pavia-Masera del 1912 ormai prossimo alla scadenza legale[1], ma comunque decisamente superato, fu necessario approvare, per necessità pratiche, tutti quei frammenti indispensabili alla comunque forte crescita che la città stava attraversando in quegli anni, facendo precedere alla pubblicazione definitiva alcune parti considerate fondamentali e di fatto vincolando il tutto a questi stralci di legge.

A quell'epoca Milano era ormai una città da 1 milione di abitanti[senza fonte], ed era quindi necessario ed auspicabile un forte rinnovamento urbanistico, a cui Albertini tentò di dare forma: tra i suoi punti fermi vi fu senz'altro una pesante ristrutturazione dello sviluppo della circolazione automobilistica a livello regionale, con la progettazione di una grande arteria anulare per convogliare e raccordare il traffico proveniente da Venezia, Genova, il Veneto ed il centro Italia. Altra sua peculiarità fu il tentativo, solo parzialmente riuscito, di creare, dagli originali nuclei periferici e suburbani, nuovi quartieri residenziali decentralizzati articolati in viali in curva e rettilinei per inserirsi al meglio nella già fitta maglia viaria.[senza fonte] --> Poco chiaro perfino a me! :) --Van Loon (msg) 23:13, 11 lug 2012 (CEST)

Questo piano rimase ad ogni modo fedele allo schema monocentrico di quelli antecedenti, distinguendosi in un piano per la città interna ed in uno più di ampliamento, stendendo le sue maglie fin quasi al confine del territorio comunale, in una sommaria circolarità del tessuto urbano.


--> scritto davvero davvero male, mi occuperò di riscriverla in grazia di dio a voce più avanzata

Note modifica

  1. ^ La validità dei Piani Regolatori era stata fissata dalla Legge n° 2359/1865 nel termine di venticinque anni: pertanto il Piano, approvato nel 1912 sarebbe scaduto nel 1937.