Operazione Giacinto modifica

L' operazione Giacinto (in polacco: Akcja "Hiacynt") è stata un'operazione segreta di massa della Milicja Obywatelska, condotta negli anni 1985-87. Il suo scopo era quello di creare un database nazionale di tutti gli omosessualità polacchi e delle persone che erano in contatto con loro,[1] e ha portato alla registrazione di circa 11.000 persone.

Inizio modifica

Ufficialmente, la propaganda polacca affermava che le ragioni per l'avvio dell'azione erano le seguenti:[2]

  • paura del virus HIV scoperto di recente, poiché gli omosessuali erano considerati un gruppo ad alto rischio,
  • controllo delle bande criminali omosessuali
  • lotta alla prostituzione.

Tuttavia, molto probabilmente, i funzionari della Służba Bezpieczeństwa (SB) volevano raccogliere prove compromettenti, che sarebbero poi state utilizzate per ricattare le persone coinvolte. Inoltre, queste persone sarebbero state più disponibili a collaborare con i servizi di sicurezza, inoltre si ipotizza che l'operazione facesse parte della più ampia azione volta a combattere l'opposizione anticomunista. Gli agenti dell'SB sono stati inviati per verificare la presenza di movimenti illegali di opposizione nei gruppi LGBT.

L'operazione modifica

L'Operazione Giacinto, su ordine del Ministro degli Interni Czesław Kiszczak, iniziò il 15 novembre 1985. Quella mattina, in diversi collegi, fabbriche e uffici in tutta la Polonia, funzionari dell'SB arrestarono numerose persone sospettate di essere omosessuali o di avere rapporti con gruppi omosessuali.[2] Gli arrestati avevano fascicoli speciali intitolati 'Karta homoseksualisty' (Carta di un omosessuale) e alcuni di loro sono stati convinti a firmare una dichiarazione:

Io (nome e cognome) sono omosessuale dalla nascita. Ho avuto più partner nella mia vita, tutti erano adulti. Non sono interessato ai minori.

Oltre a firmare il documento, agli arrestati fù ordinato di fornire le impronte digitali, alcuni di loro sono stati ricattati per descrivere parti intime della loro vita sessuale, e altri sono stati ricattati per denunciare i loro colleghi.

L'operazione è durata fino al 1987, ma i file sono stati aggiunti fino al 1988. È stato stimato che siano stati documentati circa 11.000 omosessuali,[3] e questi file sono ora chiamati "Różowe kartoteki" (Indice delle carte rosa). I membri della comunità LGBT avevano chiesto all'Institute of National Remembrance di distruggere i file, ma l'IPN ha risposto che sarebbe stato illegale.[2]

Conseguenze modifica

A causa dell'Operazione Giacinto, i membri della comunità gay decisero di andare "in clandestinità"[1] e di coprire ancora più a fondo il loro orientamento sessuale, molti di loro lasciarono la Polonia e l'operazione stessa fu criticata dai mass-media occidentali. Il governo polacco ha negato le accuse, il portavoce Jerzy Urban, interrogato nel dicembre 1988 da Kay Winthers del Baltimore Sun,[2] ha affermato che un'operazione del genere non ha mai avuto luogo.

La prima persona che divenne nota come vittima di questa operazione fu un attivista gay Waldemar Zboralski.

L'8 dicembre 1988, il professor Mikołaj Kozakiewicz ha discusso l'operazione con il generale Kiszczak. Quest'ultimo ha ammesso che i servizi di sicurezza polacchi possedevano "fascicoli rosa", ma solo con documentazione di persone coinvolte in attività criminali. Kozakiewicz in seguito ha affermato di avere prove a sostegno dell'affermazione secondo cui i file coprivano anche quegli omosessuali che non erano coinvolti in crimini. Durante lo stesso incontro, entrambi hanno discusso della creazione della prima organizzazione LGBT legale in Polonia.

Nel settembre 2007, due attivisti LGBT, Szymon Niemiec e Jacek Adler di www.gaylife.pl, hanno chiesto all'Institute of National Remembrance di aprire un'indagine contro il "crimine comunista" e il generale Kiszczak.[4] In data 15 febbraio 2008 l'Istituto ha emesso un comunicato in cui scriveva che l'operazione era legale, alla luce della normativa degli anni '80. L'Istituto si rifiutò di aprire un'inchiesta, sostenendo che Giacinto fosse un'operazione di carattere preventivo, il cui scopo era quello di infiltrarsi nei circoli omosessuali ermetici e nei loro collegamenti con la criminalità organizzata.[4] Questa decisione è stata criticata tra i membri della comunità LGBT.

L'operazione Giacinto nella cultura popolare polacca modifica

Nel 2015, in occasione del 30° anniversario dell'evento, sono stati pubblicati due libri che raccontano dell'operazione Giacinto:

  • "Pink files" (in polacco "Różowe Kartoteki") di Mikolaj Milcke (ed. polacca Dobra Literatura) - storia romanzata del politico di destra, che in gioventù fu detenuto sotto l'operazione Giacinto
  • "Codename Hyacinth" (in polacco "Kryptonim Hiacynt") di Andrzej Selerowicz (ed. polacca Queermedia)

Nell'ottobre 2021, un thriller poliziesco polacco Operation Hyacinth diretto da Piotr Domalewski e interpretato da Tomasz Ziętek è stato distribuito su Netflix.[5]

Note modifica

Link esterni modifica

Elena Donazzan modifica

Elena Donazzan

Assessora Regionale dell'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità
Durata mandato2020 –
in corso
PresidenteLuca Zaia

Assessora Regionale dell'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità
Durata mandato2015 –
2020
PresidenteLuca Zaia

Assessora Regionale dell'Istruzione, Formazione, Lavoro
Durata mandato2010 –
2015
PresidenteLuca Zaia

Assessora Regionale alle Politiche della istruzione e della formazione
Durata mandato2005 –
2010
PresidenteGiancarlo Galan

Dati generali
Partito politicoFratelli d'Italia
In precedenza:

Alleanza Nazionale Movimento Sociale Italiano

Titolo di studioLicenza media

Elena Donazzan (Bassano del Grappa, 22 Giugno 1972) è una politica italiana.

Membro di Alleanza Nazionale (e, prima ancora, del partito Movimento Sociale Italiano), è stata eletta nel Consiglio Regionale del Veneto nel Movimento Sociale Italiano alle Elezioni regionali 2000.[1]

Rieletta alle 2005, ha servito come assessora regionale dell'Istruzione nel Governo Galan III (2005–2010). Rieletto in 2010 per Il popolo della libertà, in 2015 per Forza Italia e in 2020 per i Fratelli d'Italia, è stata nominata assessora dell'Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità nel Governo Zaia I (2010–2015), Zaia II Governo (2015–2020) e Governo Zaia III (2020–oggi).[1][2][3] È quindi l'assessora regionale più longeva della politica veneta. [4]

Controversie modifica

Ha cantato un inno fascista ("Faccetta nera") durante la trasmissione radiofonica "La zanzara" l'8 gennaio 2021.[5] In seguito a queste affermazioni, è stata aperta una petizione online per chiedere le dimissioni per apologia di fascismo. [6]

Nel 2015 Elena Donazzan aveva pubblicato la lettera di un genitore che si lamentava per l’abbigliamento da donna della docente transgender Cloe Bianco, l'anno stesso la docente viene demensionata a ruolo. Sette anni dopo, in seguito al suicidio di Cloe Bianco l’assessora all’Istruzione della regione Veneto, ai microfoni di Radio24, ha ribadito la sua posizione: “Ho definito Cloe Bianco ‘un uomo vestito da donna’ e cos’è se non questo? Oggi a Milano c’è il sole o la pioggia? Qui c’è il sole e anche se volessi la pioggia il sole splende nel cielo”. attaccando il movimento LGBT e accusando gli attivisti di voler strumentalizzare la morte di Cloe Bianco, sostenendo inoltre che il coming out di Bianco “venne usato allora, come bandiera di grande coraggio ed oggi viene usato in morte per fare una polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d’Italia”. [7] In seguito a queste affermazioni, è stata aperta una petizione online per chiedere le dimissioni dell'assessora. [8]

References modifica



Mark Aronovich Naimark (Odessa, 5 agosto 5 dicembre 1909 – Odessa, 30 Dicembre 1978 1978) è stato un matematico ucraino (all'epoca sovietico).

Ha dato importanti contributi a analisi funzionale e fisica matematica.

Vita modifica

Naimark è nato il 5 dicembre 1909 a Odessa, parte dell'odierna Ucraina, ma che allora faceva parte dell'Impero russo. La sua famiglia era ebrea, suo padre Aron Iakovlevich Naimark un artista professionista e sua madre Zefir Moiseevna.[1] Aveva quattro anni all'inizio della prima guerra mondiale nel 1914 e sette quando iniziò la tumultuosa Rivoluzione russa nel 1917. Mostrando un talento precoce per la matematica, Naimark si iscrisse a un istituto tecnico all'età di quindici nel 1924 subito dopo la fine della guerra civile russa. Lì studiò mentre lavorava in una fonderia fino all'iscrizione alla facoltà di Fisica e Matematica presso l'Istituto di Educazione Nazionale di Odessa nel 1929.[1] Nel 1932 sposò sua moglie Larisa Petrovna Shcherbakova, con la quale ebbe due figli.[1]

Nel 1933, Naimark iniziò gli studi universitari presso la Odessa State University nel Dipartimento di Teoria delle Funzioni.[2] È stato supervisionato dall'analista funzionale Mark Krein, completando la tesi del suo candidato nel 1936.[3] Kerin all'epoca era ancora un giovane matematico, solo due anni più vecchio di Naimark, ma avevano già costruito un gruppo di ricerca in analisi funzionale, e hanno lavorato insieme ad alcuni dei primi lavori di Naimark sulle forme simmetriche ed hermitiane.[1] Nel 1938 Naimark iniziò i suoi studi di dottorato presso il Steklov Institute of Mathematics, dove sviluppò la sua celebre opera sulle n estensioni autoaggiunte di operatori simmetrici e iniziò una collaborazione con Israel Gelfand che durò per oltre un decennio.[1] Conseguì il dottorato nel 1941 e prese la cattedra presso l'Istituto sismologico dell'Accademia delle scienze dell'URSS.[2]

Nel 1941 Hitler invase l'Unione Sovietica e nello stesso anno l'occupazione rumena e tedesca dell'Ucraina portò al massacro di Odessa del 1941 nella città natale di Naimark. Naimark si unì al servizio speciale (chiamato "guardia interna") durante la guerra e lavorò sul fronte sindacale, trasferendosi a Tashkent con l'Istituto sismologico alla fine del 1941 mentre l'esercito nazista avanzava su Mosca, dove rimase fino a quando 1943.[4]

Dopo la guerra Naimark tornò a Mosca, dove lavorò in vari istituti, e nel 1954 divenne professore nel Dipartimento di Matematica dell'Istituto Fisico-Tecnico di Mosca. Fu nominato professore presso lo Steklov Institute of Mathematics nel 1962, dove rimase per il resto della sua carriera, e supervisionò sette dottorandi.[1] Durante la stesura del suo ultimo libro, Teoria delle rappresentazioni di gruppo, Naimark era troppo malato per scrivere da solo, e così lo completò sotto dettatura alla moglie. Naimark morì il 30 dicembre 1978 all'età di 69 anni dopo una lunga malattia,[4] e fu sepolto nel Cimitero di Kuntsevo a Mosca.[5] Aveva scritto 123 articoli e cinque libri.[1]

Lavoro modifica

Gli interessi di Naimark si sono formati negli anni '30 durante l'età d'oro dell'analisi funzionale in URSS. I suoi primi lavori con Kerin includevano lo sviluppo della teoria della separazione delle radici delle equazioni algebriche. Naimark iniziò anche a interessarsi alle tecniche pedagogiche in questo momento, un interesse che rimase con lui per il resto della sua vita.[4] Dopo essersi trasferito allo Steklov Institute of Mathematics per la sua D.Sc. Naimark ha lavorato intensamente alla teoria spettrale, alle estensioni degli operatori simmetrici e alla teoria della rappresentazione degli operatori localmente compatti.[4] La sua collaborazione con Israel Gelfand negli anni '30 e '40 ha portato a diversi risultati fondamentali nell'analisi funzionale, inclusi il teorema di Gelfand-Naimark e il teorema GNS del 1943]].

Durante il suo servizio nella seconda guerra mondiale Naimark ha scritto diversi articoli sulla sismologia e ha contribuito a sviluppare la Teoria spettrale delle equazioni differenziali ordinarie. Ha lavorato in particolare su operatori differenziali singolari del secondo ordine a spettro continuo, utilizzando autofunzioni per descrivere le loro scomposizioni spettrali, e studiando il concetto di singolarità spettrale. I suoi risultati sono riassunti nella monografia Linear Differential Operators, pubblicata nel 1954.

Nel 1956 Naimark pubblicò la sua monografia Normed Rings, che diede la prima trattazione completa delle algebre di Banach e fu enormemente influente nello sviluppo di il campo.[4] La sua monografia del 1958 Rappresentazioni lineari del gruppo di Lorentz ha contribuito a sviluppare la teoria di rappresentazioni della serie fondamentale del complesso gruppo classicos, a cominciare da SL(2,C). Con Zhelobenko ha successivamente generalizzato questi risultati a tutti i complessi gruppi di Lie semisemplici. Negli anni '60 gli interessi di Naimark si concentrarono più intensamente sulla teoria della rappresentazione di gruppi e algebre in spazi a metrica indefinita, che divenne oggetto della sua ultima monografia (1976), La teoria delle rappresentazioni di gruppo.

Il nome di Naimark è associato a diverse idee importanti nell'analisi funzionale:

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Pubblicazioni selezionate modifica

  • Rappresentazioni unitarie del gruppo classico (con I. M. Gelfand, 1950)
  • Operatori differenziali lineari, 1954
  • Anelli normati, 1956
  • Rappresentazioni lineari del Gruppo Lorentz, 1958
  • Teoria delle rappresentazioni di gruppo, 1976

(tutti i libri di cui sopra sono stati scritti in russo)

Vedi anche modifica

Riferimenti modifica

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Biografia modifica

Alisa Kovalenko è nata nel 1987 a Zaporizhia in Ucraina e vive a Kiyv. Il suo percorso formativo è iniziato con il giornalismo per poi proseguire fino a laurearsi alla Karpenko-Kary Theatre and Film University di Kyiv con specializzazione nella produzione di documentari. Ha anche studiato alla scuola di cinema Andrzej-Wajda a Varsavia, ed è stata insegnata da un famoso documentarista: Marcel Łoziński[6]. Le produzioni di Alisa Kovalenko sono state selezionate e premiate in Ucraina e in numerosi festival internazionali. Nel 2019, Alisa è diventata membro della European Film Academy[7].

Produzione modifica

Coinvolta nella rivoluzione ucraina del 2014 e poi nella guerra del Dombass nell'Ucraina orientale, Alisa Kovalenko va a girare sulle barricate della rivoluzione di Maidan e filma la battaglia dall'aeroporto di Donetsk, producendo così il suo primo debutto "Sister Zo"[8].

Ha poi diretto il suo secondo documentario, Alisa in Warland, realizzato nel 2015 con Liubov Durakova. Questo documentario è intriso del doloroso interrogatorio del regista. Coinvolta come regista, come osservatrice dietro la telecamera, è stata rapita e imprigionata dai separatisti, ed è diventata una partecipante agli eventi violenti in corso[9]. Questo documentario, che testimonia anche il suo rapporto con la compagna, è intriso dell'esperienza e delle domande della regista durante questo viaggio difficile[10]. È programmato in più di 60 festival e riceve numerosi riconoscimenti.

Home Games, realizzato nel 2018, alla periferia di Kyiv, è il suo terzo lungometraggio documentario. Frutto di tre anni di riprese, questo documentario ci porta attraverso la realtà del calcio amatoriale femminile in Ucraina. [11]. Il film si nutre della vicinanza che la regista ha con la protagonista, Alina Shilovala [12], di cui condividiamo convinzioni, dubbi e lotte quotidiane [13]. Intrappolata in una catena di difficili eventi familiari, l'eroina del film dovrà fare delle scelte[14].

Questo film ha anche ricevuto numerosi premi, in particolare come miglior documentario ucraino dall'Accademia cinematografica ucraina nel 2019.

Filmografia modifica

  • 2014, Video-poetry of Maidan
  • 2014, Sister Zo
  • 2015, Alisa in Warland
  • 2018, Home Games

Riconoscimenti e premi modifica

Note e riferimenti modifica

  1. ^ a b c d e f g st-and.ac.uk/Biographies/Naimark.html Biografia di Naimark, su www-history.mcs. st-and.ac.uk.
  2. ^ a b Ionel Alexandru, id=Naimark Mark Aronovich Naimark, su learn-math.info.
  3. ^ Mark Naimark - The Mathematics Genealogy Project, su genealogy.math.ndsu.nodak.edu.
  4. ^ a b c d e Robert Doran, Caratterizzazioni di algebre C*: i teoremi di Gelfand Naimark, 14-03-1986, ISBN 9780824775698.
  5. ^ Они тоже гостили на земле... Наймарк Марк Аронович (1909-1978), su nec.m-necropol.ru.
  6. ^ luxfilmfest.lu, [https ://www.luxfilmfest.lu/fr/guest/alisa-kovalenko https ://www.luxfilmfest.lu/fr/guest/alisa-kovalenko].
  7. ^ dokweb.net, people /biography/cc35ec28-cb21-4f38-9537-e4dd5f608c25/alisa-kovalenko https://dokweb.net/database/ people /biography/cc35ec28-cb21-4f38-9537-e4dd5f608c25/alisa-kovalenko.
  8. ^ https://ukrainianinstitute.org.uk/ukrainian-film-festival-2020-films-beyond-borders/
  9. ^ film-documentaire.fr, 2015, http://www.film-documentaire.fr/4DACTION/w_fiche_film/47581_1.
  10. ^ lussasdoc.org, http://www.lussasdoc.org/film-alisa_au_pays_de_la_guerre-1,51245.html.
  11. ^ Marianne Chenou, Giochi in casa: Cenerentola con i ramponi, in Champ-contrechamp, il festival internazionale del documentario visto dai futuri giornalisti di SciencePo Bordeaux, gennaio 2019.
  12. ^ by PDTBLOGZ, domande ad Alisa Kovalenko, direttrice di Home Games, in Champ/Contrechamp, gennaio 2019.
  13. ^ Lucas Minisini, “Home Games”: un giovane “Maradona ucraino” in cerca di un obiettivo, in Le Monde, marzo 2019.
  14. ^ film-documentaire.fr , /4DACTION/ w_fiche_film/54734_1 http://www.film-documentaire.fr /4DACTION/ w_fiche_film/54734_1.
  15. ^ tracesdevies.org, unused/palmares-2019-2/ https://tracesdevies.org/pages- unused/palmares-2019-2/.
  16. ^ [https :/ /dokweb.net/articles/detail/583/silver-eye-award-2018-nominations-unveiled https :/ /dokweb.net/articles/detail/583/silver-eye-award-2018-nominations-unveiled].
  17. ^ listapad.com, http://listapad.com/upload/Listapad2018.pdf.
  18. ^ www .imdb. com, .imdb. com/event/ev0002500/2018/1/ https://www .imdb. com/event/ev0002500/2018/1/.
  19. ^ cnetfrance. fr, [http ://www.cnetfrance. fr http ://www.cnetfrance. fr].

Link esterni modifica

Manifestazione di Sanremo (1972) modifica

La "Stonewall italiana" modifica

Da molti definita “la Stonewall italiana”, il 5 aprile 1972 si svolse a Sanremo la prima manifestazione organizzata dall'appena nato Fuori! per la difesa della dignità e dei diritti delle persone omosessuali, avvenuta per protesta contro il "Congresso internazionale sulle devianze sessuali" organizzato dal CIS, Centro italiano di sessuologia. [1] Si trattò della prima manifestazione pubblica in Italia per la difesa della dignità e dei diritti delle persone omosessuali. Insomma, fu "la Stonewall italiana", come diversi osservatori l'hanno definita.

Alla manifestazione partecipò una quarantina di persone appartenenti alle associazioni omosessuali aderenti: il Front homosexuel d'action révolutionnaire (FHAR) francese, il Movement Homosexuel d'Action Révolutionnaire (MHAR) belga, il Gay Liberation Front britannico, l'Internationale Homosexuelle Révolutionnaire (IHR), ed il neo-costituito Fuori! italiano, che era alla sua prima azione pubblica.

Tra gli esponenti italiani figurarono Angelo Pezzana, Mario Mieli, Enzo Francone, Domenico Tallone, Carlo Sismondi, Alfredo Cohen, Riccardo Rosso, Mauro Molinari, Franco Tridente, Manfredi Di Nardo e Vito Galgano. Vi parteciparono anche militanti provenienti da Francia, Belgio, Olanda, Gran Bretagna e Norvegia come, tra gli altri, Françoise d'Eaubonne, Anne-Marie Fauré detta Grelois, Marc Payen e Francis Padovani. [2]

Il congresso modifica

File:Françoise d'Eaubonne - da - Fuori! n. 1, giugno 1972, pagina 6.jpg
Françoise d'Eaubonne contesta il congresso.

Il CIS (Centro Italiano di Sessuologia) era nato nel 1959 e rappresentava allora un approccio moderno alla sessualità, con un occhio rivolto ad alcune delle novità della scienza medica e psichiatrica del tempo ma saldamente ancorato ad una prospettiva cattolica dell’antropologia umana.[3] Il Comitato d’onore del Congresso contava nomi famosi, come Leonardo Ancona e Luigi Gedda, ed i suoi lavori per la maggior parte erano dedicati all’omosessualità, con una sezione sull’eziologia ed una intera mattinata dedicata alle terapie, soprattutto a indirizzo psicologico psichiatrico.

Il 5 aprile 1972 il CIS diede il via ai lavori del primo Congresso internazionale di Sessuologia sul tema “Comportamenti devianti della sessualità umana” negli ambienti del Casinò di Sanremo.

Il Congresso prevedeva una sezione sull’eziologia dell'omosessualità ed una intera mattinata dedicata alle terapie, soprattutto psicologiche e psichiatriche, per eventualmente debellarla.

Tra gli invitati all'assise figurava, per esempio, lo psichiatra inglese Philip Feldmann [4], alla ribalta delle cronache di allora per la terapia d'avversione, da lui stesso descritta così:

«Si proietta una diapositiva di un uomo nudo visto di spalle davanti ad un omosessuale. Se questi indugia più di otto secondi ad ammirarla riceve una scossa, un piccolo choc, attraverso gli elettrodi applicati ai polpastrelli. Poi la diapositiva dell'uomo scompare sostituita da quella di una bella donna anch'essa nuda. In questo caso l'omosessuale non riceva alcuna scossa.»

(Il movimento gay in Italia, Gianni Rossi Barilli}

Anche Jefferson Gonzaga avrebbe partecipato ai lavori. La sua proposta prevedeva che l'omosessuale, dopo una serie di trattamenti ipnotici (che potevano durare anche dieci anni), seguiti dall'incontro con una prostituta, poteva cambiare gusti.

La contestazione modifica

File:1972 - Pezzana alla Manifestazione di Sanremo - da - Fuori! n. 1, giugno 1972, pagina 5.jpg
La manifestazione.

Il neonato F.U.O.R.I.! (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario Italiano), che raccoglieva un modesto gruppo di militanti, di fronte all'annuncio del congresso, decise di agire uscendo alla luce del sole e chiamando a raccolta anche i militanti di altri paesi europei.
[5]

I militanti si presentarono davanti alla sede del Congresso la mattina della sua inaugurazione, e accolsero i delegati con volantini, manifesti, in italiano, in inglese e francese e slogan come: "Normali, normali", cartelli con scritto "Psichiatri, siamo venuti a curarvi", "Psichiatri, ficcatevi i vostri elettrodi nei vostri cervelli", "La normalità non esiste", "Primo e ultimo congresso di sessuofobia" e così via.

I congressisti decisero di chiamare la polizia, così le forze dell'ordine sequestrarono i cartelli ai militanti e una decina di essi furono identificati, portati in commissariato e denunciati per manifestazione non autorizzata. Il procedimento contro di loro si chiuse il 14 marzo del 1977 di fronte al Pretore di Sanremo che archiviò le accuse.

Il convegno incominciò comunque, e tra gli iscritti a parlare si proposero regolarmente anche alcuni contestatori come Françoise d’Eaubonne con un intervento contro la sessuofobia. Anche Angelo Pezzana interviene affermando "Sono un omosessuale e sono felice di esserlo" di fronte al congresso. Il linguaggio usato dai militanti è duro e senza sfumature, ma per boicottare il convegno non si mancò di usare l’ironia e lo sfottò e qualche fialette di gas derattizzante, costringendo a chiudere prematuramente il congresso, un giorno prima di quanto programmato, il 7 aprile invece dell'8 aprile.[6]

Dopo questo successo il Fuori! sarebbe cresciuto per numero di militanti, trovando spazio per esprimersi nella rivista del gruppo intitolata "FUORI!" il cui primo numero uscì nel giugno del 1972. L'articolo "Omosessualità e liberazione" descrisse così ciò che accadde:

«Siamo usciti fuori, ma ad una condizione, fondamentale, autenticamente rivoluzionaria: siamo usciti con la pretesa di essere noi stessi, con la volontà di ritrovare la nostra vitale identità...e di colpo, senza soluzione intermedie, senza tappe in momenti o verifiche riformiste, abbiamo scoperto in noi il diritto alla vita, che è prima di tutto il diritto al nostro corpo.»

Il racconto dell'evento si concludeva con un invito esplicito:

«A tutti i compagni omosessuali, che hanno ancora dubbi, paure, incertezze, diciamo: esci fuori! Il rischio è molto spesso immaginario ma se anche fosse reale, non importa. Ad un passo c'è la vita!»

La contestazione sulla stampa nazionale modifica

L’effetto della contestazione fu enorme. I grandi quotidiani nazionali riportarono la notizia corredata dalle immagini.

La stessa RAI riprese la manifestazione ed inserì il servizio in una puntata speciale di “AZ, un fatto come e perché”, che andò in onda il 6 giugno successivo su RAI 1.

Voci correlate modifica

Bibliografia modifica

  • 1972 04 07 - E. B., I gruppuscoli del "terzo sesso", "Corriere della Sera", 07.04.1972.
  • 1972 04 07 - Sandro Ferlini, Elettrochock a fin di pene, "ABC", 07.04.1972, p. 20-22. (Sull'uso delle scariche elettriche per la "terapia d'avversione" per "guarire" l'omosessualità in Gran Bretagna. Il giornalista è contrario alla pratica, al punto da definirla "nazista").
  • 1972 04 16 - Mariasilvia Serini, "Sempre meglio deviante che psichiatra". Cronache della protesta. Gli omosessuali organizzano a Sanremo una manifestazione di categoria, "L'espresso", 16.04.1972.
  • 1972 04 18 - Lalla Ferri, Un uomo vestito da donna urlava: "I migliori siamo noi!", "Novella 2000", n. 16, 18.04.1972, pp. 86-87.
  • 1972 06 - Maurizio Bellotti, Un congrès important, "Arcadie", n. 222, Juin 1972, pp. 265-270. (Relazione sul congresso e sulla Manifestazione di Sanremo che vide la prima apparizione del movimento gay in Italia (per contestare il congresso!). Dopo 25 anni all'avanguardia come, praticamente, il solo "omofilo" militante a metterci la faccia in Italia, Bellotti perde la sintonia col presente, e si trova paradossalmente dal lato avverso a quello del nascente movimento gay. In questo articolo infatti egli giudica negativamente la contestazione del congresso, che egli giudicava un passo nella direzione giusta, allo scopo di arrivare gradualmente e con immensa pazienza a far cambiare idea agli esperti. Leggendolo col senno di poi, un articolo di estremo interesse.

Link esterni modifica


Tęcza modifica

 
Tęcza, Maggio 2014

Tęcza (in polacco "arcobaleno") è un'opera realizzata dall'artista contemporanea Julita Wójcik a seguito dell’entrata in carica del Presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda nell’agosto 2015 [7]. L'installazione rappresenta un arcobaleno composto di fiori artificiali e installato nella Piazza dei salvatori (Plac Zbawiciela) a Varsavia nell'estate del 2012.[8]. Conservata dall' Adam Mickiewicz Institute [8] l'installazione è stata più volte danneggiata da estremisti cattolici a causa del contesto LGBT polacco[9] . La costruzione è stata rimossa permanentemente nell'agosto del 2015, tre anni dopo la sua installazione.

Per questo progetto, Wójcik ha ricevuto il premio Paszport Polityki [10]

Storia modifica

L'opera è la terza di una serie di installazioni create negli ultimi anni: la seconda è stata impiantata l'8 Ottobre 2011 davanti al Parlamento Europeo a Bruxelles durante la presidenza polacca dell'Unione Europea [8]. L'8 Giugno 2012 il ponte venne spostato a Varsavia [8].

Durante la notte tra il 26 e il 25 Agosto 2015, la costruzione è stata permanentemente dismessa. [11] [12]

Vandalismo e controversie modifica

 
Tęcza bruciato nel Novembre 2012, con alcune decorazioni donate da volontari

Poichè Tęcza aveva esattamente sei colori come la bandiera arcobaleno, simbolo del movimento LGBT, e vista la vicinanza ad una chiesa, l'installazione ha fin da subito provocato diverse controversie [13][14][15] Il ponte è stato vandalizzato cinque volte durante Novembre 2013 [12] da rappresentanti dell'estrema destra polacca [16], una volta il 13 settembre 2012, una in seguito il primo gennaio 2013 (con un incendio accidentale ai fiori), tre giorni dopo il 4 Gennaio, ancora a Luglio 2013 e una volta ancora durante le marce per il Giorno dell'indipendenza della Polonia l'11 Novembre 2013. [17][18]

Complessivamente l'installazione è stata criticata da rappresentanti dell'ala destra e conservatrice. Il politico Bartosz Kownacki ha definito l'opera un "arcobaleno frocio" (pedalska tęcza).[8][7][19]

Un altro politico Stanisław Pięta, ha affermato che "l'orribile arcobaleno aveva ferito i sentimenti dei credenti" che stavano vicino alla chiesa [9] e il prete Tadeusz Rydzyk, da Radio Maryja, lo ha descritto come un "simbolo di devianza".[20]

See also modifica

Note modifica

  1. ^ https://www.gaypost.it/sanremo-fuori-il-5-aprile-1972-la-stonewall-italiana
  2. ^ http://www.portalenazionalelgbt.it/breve-storia-del-movimento-lgbt-in-italia-una-conversazione-con-porpora-marcasciano/index.html
  3. ^ https://gayindependent.blogspot.com/2012/04/non-vi-permetteremo-piu-5-aprile-1972.html
  4. ^ http://www.psychomedia.it/pm/lifecycle/gender/graglia.htm
  5. ^ https://www.ilriformista.it/blog/5-aprile-1972-nasceva-il-movimento-lgbt-italiano/?refresh_ce
  6. ^ https://www.culturagay.it/saggio/455
  7. ^ a b "reportage polonia musei e gallerie", su artribune.com.
  8. ^ a b c d e Instytut Adama Mickiewicza - Warsztaty towarzyszące odnowieniu Tęczy na Placu Zbawiciela, su iam.pl, 4 ottobre 2013.
  9. ^ a b Poland: Burning the rainbow, su economist.com, The Economist, 31 agosto 1939.
  10. ^ warsztaty Julity Wójcik odnowienie Tęczy - wydarzenia | archiwum - Zachęta – Narodowa Galeria Sztuki, su zacheta.art.pl.
  11. ^ (PL) Fakt.pl, Tęcza znika z placu Zbawiciela, 18 marzo 2016.
  12. ^ a b Polityka Newspaper, su polityka.pl.
  13. ^ Julita Wójcik, autorka "Tęczy": Tęcza, zwłaszcza ta spalona, ma być symbolem opamiętania - Wiadomości - WP.PL, su wiadomosci.wp.pl.
  14. ^ Jest reakcja właściciela tęczy. "Agresja żuli", su wiadomosci.onet.pl, 13 novembre 2013.
  15. ^ (PL) Julita Wójcik, autorka 'Tęczy': Ktoś ich musi powstrzymać, su wyborcza.pl.
  16. ^ Why Poland's Right-Wing Thugs Keep Burning Rainbows | FP Passport, su blog.foreignpolicy.com.
  17. ^ (PL) Julita Wójcik, autorka 'Tęczy': Ktoś ich musi powstrzymać, su wyborcza.pl.
  18. ^ Polityczna historia tęczy z Placu Zbawiciela | Tęcza na miarę naszych możliwości, su polityka.pl.
  19. ^ Polityka, "Pedalska tęcza". Kownacki podtrzymuje swoje słowa - TVP Regionalna - Telewizja Polska S.A, su regionalna.tvp.pl.
  20. ^ Rydzyk o tęczy: Symbole zboczeń nie powinny być tolerowane, su fakt.onet.pl, 14 novembre 2013.

External links modifica

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Porpora Marcasciano modifica

Porpora Marcasciano (...) è un'attivista e scrittrice italiana.

Storica attivista trans, è stata una figura importante del movimento italiano dai suoi esordi all'interno dei collettivi degli anni '70 ad oggi, attuale presidente del MIT. E' autrice di diversi saggi di storia del movimento LGBT italiano e, tra le altre cose, è stata curatrice degli Elementi di critica trans (Manifestolibri, 2010).

Porpora prende il suo nome da Porporino, celebre personaggio raccontato da Dominique Fernandez[1]

Porpora Marcasciano - Attivismo modifica

Porpora fa risalire il suo attivismo al 1975, in occasione dell'omicidio di Pier Paolo Pasolini [2] [3]. In quell'occasione, infatti, i membri del collettivo politico di cui faceva parte le chiedono di dichiarare pubblicamente la sua storia durante un'assemblea scolastica.

File:Porpora Marcasciano.jpeg
Porpora al Bologna Pride 2012

Due anni dopo, dalla rottura con il Fuori! per il suo avvicinamento politico con il Partito Radicale, Porpora assieme a Marco Sanna ed Enzo Ienna fonda il collettivo NARCISO (acronimo per Nuclei Armati Rivoluzionari Comunisti Internazionali Sovversivi Omosessuali), esperienza che durerà fino al 1983 diventando Circolo Mario Mieli dopo la fusione con il Fuori romano. Sulla scissione del Fuori ha affermato che [4] [5]

«Sentivamo anche il bisogno di ribadire che quella formazione non poteva essere lʼunica a rappresentare un mondo che era assai più variegato: perché vedi, il FUORI prendeva la questione omosessuale e la isolava da qualsiasi contesto politico e sociale. Per noi invece era un tema direttamente collegato a quel fenomeno più ampio nato col movimento del ʼ77; che era stato il movimento dellʼAutonomia Operaia ma anche degli indiani metropolitani, dei trasversalisti, delle donne, dei gay»

Come raccontato in Antologia, durante il periodo universitario a Roma, nel 1981, viene arrestata per quattro giorni con l'accusa di atti osceni in luogo pubblico, perché indossava abiti femminili. [6]

Dal 2005 Porpora Marcasciano aderisce al MIT e al movimento Facciamo Breccia, nato in opposizione all’ingerenza della chiesa cattolica nella sfera pubblica italiana.[7][8]

Nel 2010, a seguito della morte di Marcella Di Folco, Porpora Marcasciano diviene presidente del MIT fino al 2016, ricoprendo lo stesso incarico dal 2019 ad oggi. [9]

Pubblicazioni modifica

Come già ricordato, Porpora ha scritto diversi libri raccontando la storia del movimento LGBT italiano seguendo la propria esperienza personale e quella della sua rete sociale.

Nel 2008 scrive "Favolose narranti. Storie di transessuali", che mostra attraverso testimonianze dirette di dieci donne trans la nascita del movimento trans italiano in relazione con il mondo gay, lesbico e il femminismo.

Otto anni dopo pubblica "AntoloGaia. Sesso, genere e cultura degli anni '70", un'autobiografia che copre il periodo che va dagli anni Settanta al 1983.[10] In questi anni si racconta la nascita del primo pride italiano, il racconto dei campeggi omosessuali, l'arrivo dell’AIDS e le battaglie che portarono alla legge 164 del 1982 sul cambio di sesso. Il 1983 viene scelto come data di fine perché coincide con la morte di Mario Mieli, che lei stessa ha conosciuto direttamente, e con l'arrivo dell'AIDS nei media italiani.

Nel 2018 scrive "L'aurora delle trans cattive", sguardo corale del movimento trans italiano, raccontando tra le altre cose della sua esperienza a Napoli con i feminielli e l'esperienza in carcere a Roma[11]

Opere modifica

  • Aurora delle trans cattive. Storie, sguardi e vissuti della mia generazione transgender, edizioni Alegre, 2018.
  • Transformare l'organizzazione dei luoghi di detenzione. Persone transgender e gender nonconforming tra diritti e identità, Editoriale Scientifica, 2018.
  • AntoloGaia. Vivere sognando e non sognare di vivere: i miei anni Settanta, edizioni Alegre, 2015.
  • Favolose narranti. Storie di transessuali, Manifestolibri, 2008.
  • Tra le rose e le viole. La storia e le storie di transessuali e travestiti, edizioni Allegre, 2020.

Prova 4 ( Antonio Fais) modifica

Antonio Fais (25 April 1841 – 20 April 1925)è stato un matematico italiano e un ingegnere ferroviario. E' stato rettore dell'Università di Cagliari dal 1897 al 1898. [12][13]

In qualità di ingegnere ha lavorato come Royal Sardinian Railways per sviluppare la linea ferroviaria di Oristano.[13]

SI laureò in ingegneria a Torino nel 1864 e nel 1865 divenne professore di calcolo e analisi algebrica all'Università di Cagliari.[13]

Si spostò all'Università di Bologna nel 1876, dove ha insegnato calcolo infinitesimale e algebra, e statica grafica, ma nell'80 tornò a Cagliari insegnando per un breve periodo anche nelle scuole medie.[12] http://mathematica.sns.it/autori/955/

Divenne preside della facoltà di Scienze di Cagliari e nel 1897/98 rettore.

La sua attività di ricerca era lo studio di geometria differenziale di curve e superfici e le equazioni differenziali, pubblicando numerosi articoli.[12]

L'attività di ricerca lo portò a vincere la Benedictine medal dell' Accademia di Bologna, in 1897, with the Cross Order of Saints Maurice and Lazarus in 1897 and was appointed Knight of the Order of the Crown of Italy in 1905.

Prova 5 (Madonna Nera arcobaleno) modifica

 
Madonna Nera arcobaleno

La Madonna Nera è un adattamento del quadro Vergine nera di Częstochowa, con l'aggiunta di un'aureola con i colori rainbow del movimento LGBT. Il poster è apparso per la prima volta al Pride locale del 2018 e successivamente nell’aprile 2019, come atto di protesta da parte delle attiviste Podleśna, Prus e Gżyra-Iskandar contro la decisione del parroco della Chiesa di S. Domenico a Płock di disporre dei cartelloni in occasione della Pasqua per indicare i peccati da cui i fedeli avrebbero dovuto tenersi lontani, tra i quali avidità, invidia, LGBT e la cosiddetta ideologia gender.[14]

Prova 5 Vicende giudiziarie modifica

Proprio a causa delle proteste a Płock, il 6 maggio 2019 la polizia ha fatto irruzione nell’abitazione a Varsavia di Elżbieta Podleśna, sequestrando tra le altre cose il suo computer e gli adesivi con la “Madonna arcobaleno”, per vilipendio all'immagine sacra.[15] L'arresto è stato condannato da Amnesty International e dall' Helsinki Foundation for Human Rights polacca.[16][17][18][19]

In seguito agli eventi, la Chiesa episcopale statunitense ha chiesto il permesso di vendere t-shirt con l'immagine della Madonna arcobaleno i cui ricavi sono stati destinati alla comunità transgender polacca.[20]

 
Rainbow Madonna held up by marchers of the 2019 Equality March in Częstochowa.

L'intera vicenda ha attirato un'attenzione significativa nell'opinione pubblica polacca. Un sondaggio condotto da KANTAR ha concluso che la maggior parte dei polacchi che si identificano come religiosi non sono offesi dalla Madonna arcobaleno, sulla base di un campione rappresentativo di 1.006 polacchi. L'ex primo ministro Donald Tusk ha espresso rammarico per l'arresto di Podleśna sottolineando che il dipinto della Madonna con un arcobaleno sullo sfondo di Hans Memling appare già nella Basilica di Santa Maria di Danzica.[21]

Nel gennaio 2020 [22], è iniziato il procedimento penale contro Elżbieta Podleśna, Anna Prus e Joanna Gżyra-Iskandar, accusate di aver violato l’articolo 196 del codice penale, che punisce con la reclusione fino a due anni chiunque “offenda i sentimenti religiosi di altre persone insultando pubblicamente un oggetto di culto“.

Il 2 marzo, il processo si è concluso con l’assoluzione in quanto è stato riconosciuto che le tre attiviste non avessero l’intenzione di offendere un oggetto di culto, ma solo di mostrare il proprio sostegno alla comunità LGBT+. In particolare, il giudice ha affermato che “Non era intenzione delle attivisti insultare i sentimenti religiosi di nessuno o insultare l’immagine della madre di Dio. Le loro azioni miravano a proteggere le persone che erano state discriminate“ [23]

Voci correlate modifica

References modifica

  1. ^ https://amedit.me/2015/06/18/gli-anni-di-porpora-antologaia-porpora-marcasciano-racconta-i-suoi-anni-70/
  2. ^ https://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2017/01/26/news/porpora-feci-coming-out-alla-morte-di-pasolini-1.14777513
  3. ^ https://www.wired.it/play/cultura/2016/04/18/porpora-marcasciano-lgbt/?refresh_ce=
  4. ^ https://www.padovapride.it/voci-fuori-dalla-storia-rivoluzione-gaia-storia-di-una-coscienza-collettiva-con-porpora-marcasciano/
  5. ^ https://www.vice.com/it/article/wdwab4/vita-vera-porpora-marcasciano-militanza-lgbt-intervista-423
  6. ^ https://edizionialegre.it/recensioni/intervista-a-porpora-marcasciano-sul-libro-antologaia-di-valerio-mattioli/
  7. ^ https://www.padovapride.it/voci-fuori-dalla-storia-rivoluzione-gaia-storia-di-una-coscienza-collettiva-con-porpora-marcasciano/
  8. ^ https://blog.uaar.it/2006/02/03/facciamo-breccia-piazza/
  9. ^ https://mit-italia.it/chi-siamo/
  10. ^ https://www.vice.com/it/article/wdwab4/vita-vera-porpora-marcasciano-militanza-lgbt-intervista-423
  11. ^ https://www.diversitylab.it/2018/03/30/porpora-marcasciano/
  12. ^ a b c Template:Harv.
  13. ^ a b c Template:Harv.
  14. ^ [2]
  15. ^ (PL) Dominik Puchała, Tęczowa Matka Boska, Orzeł i Polka Walcząca: Emancypacyjne wykorzystywanie symboliki grup większościowych w Polsce, Instytut Wydawniczy Książka i Prasa, 2020, p. 34, ISBN 978-83-66615-97-7.
  16. ^ LGBT Virgin Mary triggers Polish activist's detention, BBC, 14 May 2019
  17. ^ Woman arrested in Poland over posters of Virgin Mary with rainbow halo, Christian Davies, Guardian, 6 May 2019
  18. ^ Poland: Furor over 'rainbow madonna' LGBT activist arrest, Deutsche Welle, Monika Sieradzka, 10 May 2019
  19. ^ [https://www.ceeol.com/search/article-detail?id=777016 Transitions Online_Society: Foreign Ideology: Poland Populists Target LGBT Rights – 26 June
  20. ^ The American Episcopal Church sells T-shirts with the Holy Mother of God, Queer.pl, 19 June 2019
  21. ^ (PL) Czy Tęczowa Matka Boska obraża uczucia wierzących Polaków? Większość deklaruje, że nie, in gazetapl. URL consultato l'11 August 2020.
  22. ^ [3]
  23. ^ [4]

Template:LGBT in Poland

Prova 6 modifica

Nell’aprile 2019, le attiviste polacche Podleśna, Prus e Gżyra-Iskandar hanno presentato un adattemnto poster raffigurante la Vergine nera di Częstochowa, con l'aggiunta di un'aureola con i colori rainbow del movimento LGBT. A questo di questa performance, nel gennaio 2020 [1], è iniziato il procedimento penale contro le attiviste, accusate di aver violato l’articolo 196 del codice penale, che punisce con la reclusione fino a due anni chiunque “offenda i sentimenti religiosi di altre persone insultando pubblicamente un oggetto di culto“. Il 2 marzo, il processo si è concluso con l’assoluzione in quanto è stato riconosciuto che le tre attiviste non avessero l’intenzione di offendere un oggetto di culto, ma solo di mostrare il proprio sostegno alla comunità LGBT+.[2]

Notes modifica

Bibliografia modifica

A. Fais, Pagine autobiografiche, Sassari, stamp. Lis, 1923. Ne parla G. Usai in Boll. di Mat., (2), 7, pp. XXV-XX1X.

  • (Italian) Antonio FAIS, Do You play Mathematics Group, 2010. URL consultato il 5 July 2014. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto). The web page on Antonio Fais cured by the "Do You play Mathematics" didactics group at the University of Cagliari.
  • (Italian) Luca Dell'Aglio, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 44, Enciclopedia Treccani, 1994. URL consultato il 5 July 2014. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto).
  • (Italian) G. F. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello stato unitario, in Memorie dell'Accademia delle Scienze di Torino. Classe di Scienze fisiche matematiche e naturali, I, 1962. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto). Available from the website of the Società Italiana di Storia delle Matematiche. "Italian mathematicians of the first century of the unitary state" (English translation of the title) is an ample historical paper written by Francesco Tricomi to commemorate all Italian mathematicians who worked during the first century of the Italian State.
  • (Italian) G. Usai, Riflessioni sull’opera: Antonio Fais — Pagine autobiografiche, in Il Bollettino di Matematica, VII, 1928, pp. XXV–XXIX. Lingua sconosciuta: Italian (aiuto).


Prova 3 ( Caso unidimensionale ) modifica

Consideriamo una funzione undimensione  , e quindi per il Teorema di Weierstrass la funzione ammette un minimo   da determinare.

Per cui, preso un punto   nell'intervallo, sfruttando la serie di Taylor di f, si trova che   con   compreso tra   e  .

Per cui, se   è sufficientemente piccolo, ossia  , si ricava  . Osservare che l'ultima relazione ha senso solo se   non è nullo. Una volta trovato   si reitera il procedimento. Si è trovato così il seguente algoritmo:

Metodo di Newton Unidimensionale
* Passo 0: Si sceglie un punto   nell'intervallo [a,b]. Si pone  .
 Per   
* Passo 1: Si determina  . 
* Passo 2: Poni k=k+1 e torna al Passo 1.

Come si è visto, condizione necessaria affinchè il metodo sia applicabile è che che esista un intervallo I=[a,b] in cui x_0 ∈ I e f'(x_0) ≠ 0 e f(x_0) ≠ 0. Per il teorema degli zeri tale intervallo esiste se e solo se f'(x_0) ≠ 0 e f(x_0) ≠ 0.

Prova 3 (caso multidimensionale) modifica

Consideriamo una funzione   e sia   lo zero da determinare. Sfruttando lo sviluppo in serie di Taylor si ha che, preso un generico vettore  :

  dove   indica la matrice Jacobiana di   calcolata nel punto  .

Per cui, se   non è singolare si ottiene un nuovo punto   dove   è la soluzione del sistema lineare  .

Si è trovato così il seguente algoritmo:

Metodo di Newton Multidimensionale
* Passo 0: Si sceglie un punto   . Si pone  .
 Per   
* Passo 1: Si risolve   ottendendo il vettore  . 
* Passo 2: Si determina  .
* Passo 3: Si pone   e si torna al Passo 1.

  dove   è un opportuno intorno della radice   con   e se  

Aree della matematica modifica


Prova 1 modifica