Utente:Pequod76/sandbox/14

In linguistica pragmatica, per routine (o routine conversazionale) si intende un atto linguistico privo di autentica forza pragmatica. Sono routine, ad esempio, saluti e congedi (sempre che non rivelino una maggiore o minore formalità della interlocuzione) o gli scambi del tipo Come sta/stai? - Bene (ammesso che ci si attenda davvero una risposta).[1]

  • L'esistenza di routines come importante elemento indiziario di legami sociali in Keith Sawyer
  • Hanno significato innanzitutto all'interno di una specifica comunità. Coulmas, 1
  • L'attenzione verso le routine è piuttosto tardiva tra i linguisti, i quali per lungo tempo si sono concentrati sul concetto di produttività delle lingue. L'indefinita capacità delle lingue di produrre enunciati sempre nuovi e comunque intellegibili a partire da regole combinatorie date aveva suggerito l'idea che la frequenza statistica di una qualunque frase non potesse che essere prossima allo zero, con ciò sottovalutando il ruolo di "blocchi di lingua" che, al contrario, vengono utilizzati con altissima frequenza in determinati contesti tipici.

«Ci diamo il benvenuto, ci congediamo, ci presentiamo, ci scusiamo e ringraziamo, facciamo acquisti e ordiniamo pasti, esprimiamo desideri, avanziamo richieste, chiediamo consiglio o informazioni, raccontiamo cosa abbiamo fatto e diciamo cosa stiamo per fare ecc. Nel momento in cui si producono simili situazioni linguistiche, i parlanti fanno uso di espressioni affini e talvolta identiche, che si rivelano adeguatamente funzionali.»

  • "unità linguistiche prefabbricate".
  • "e la cui probabilità di occorrere è intesa come inversamente proporzionale alla loro significatività": come da incipit attuale, ma il punto va analizzato meglio.

Note modifica

  1. ^ Nozionario di glottodidattica, da venus.unive.it.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

  • (ITEN) Scheda sulle routines conversazionali su unimib.it