Katalin Baricz, 2012, in una foto di Urbán Ádám

Katalin Baricz (Lengyeltóti, 21 settembre 1948) è una fotografa ungherese.

Biografia modifica

Il padre, Ferenc, ex soldato della Transilvania, e la madre, Erzsébet Horváth, discendente da una famiglia di pescatori, erano agricoltori in un piccolo paese a qualche chilometro da Fonyód, sulla costa del lago Balaton. Aveva due sorelle[1]. Secondo un'altra fonte il padre svolgeva la professione di giardiniere[2].

All'età di 12 anni chiese in regalo una macchina fotografica, da allora ha sempre fotografato. Ha provato a fare la giornalista, frequentando corsi a Budapest ma senza successo per poi dedicarsi alla ricerca sociale ed infine alla moda, dove ha trovato l'ambiente ideale dove sviluppare le proprie idee e ciò le ha dato fiducia in sé stessa[3].

Dopo essersi diplomata a Fonyód, a 18 anni lasciò il villaggio per Budapest dove venne impiegata presso il Filmlaboratorio dal 1967 al 1974 e dove poté assistere al lavoro di alcuni tra i migliori fotografi ungheresi come Miklós Jancsó e Sándor Sára, migliorando inoltre le proprie tecniche[1].

Nel 1988 espose nella mostra internazionale L'immagine delle donne a Siena presso Palazzo San Galgano, Facoltà di Lettere dell'Università, cui parteciparono fotografe quali Adriana Argalia, Eva Besnyö, Elisabetta Catamo, Carla Cerati, Maryvonne Gilotte, Halina Holas-Idziak, Edith Lechtape, Verita Monselles, Zofia Rydet, Helen Sager, Leena Saraste, Giuliana Traverso[4]

All'inizio degli anni 2000, in seguito alla morte dei suoi genitori, decise di lasciare Budapest pur conservandovi un appartamento, per tornare a vivere nella sua casa natale, per conservare le sue radici[1]. Ma il desiderio di sperimentare, di trovare nuovi stimoli non si fermò: dopo aver acquistato una polaroid 600 ha iniziato a scattare molte immagini che però non ha quasi mai mostrato e che appervero circa dieci anni dopo[5]. L'anno seguente uscì la sua ottava pubblicazione, il volume Human Nature, nella cui copertina fu raffigurata l'attrice austro-ungherese Coco König[6], che, era comparsa nel film The Carer (2016), poiché Baricz aveva fotografato l'attrice nel 2012, pubblicandola su un giornale, ed il regista János Edelényi l'aveva individuata come protagonista ideale del suo film[7]. Sostiene di ispirarsi alla fotografia di André Kertész[2].

Le sue immagini fanno parte del Ungarisches Museum für Fotografie di Kecskemét[8].

Note modifica

  1. ^ a b c (HU) Karafiáth Orsolya, Nem mondok le a szabadságomról!, in Ridikul, 15 aprile 2016. URL consultato il 14 maggio 2024.
  2. ^ a b (HU) Baricz Kati, in Szellemkép Művészet folyóirat. URL consultato il 15 maggio 2024.
  3. ^ (HU) Beke Dániel, „Ez az én életem” – interjú Baricz Kati fotográfussal, in PixInfo, 16 luglio 2010. URL consultato il 14 maggio 2024.
  4. ^ Marinella Giannini, Mauro Tozzi, L'Immagine delle Donne, Industria Grafica Pistolesi, Siena, aprile 1988.
  5. ^ (HU) BARICZ KATI RITKÁN LÁTOTT POLAROID KÉPEI, in Mai Manó Ház, 26 febbraio 2016. URL consultato il 14 maggio 2024.
  6. ^ (HU) BARICZ KATI: HUMAN NATURE - EGYSZERŰEN EMBER, in Mai Manó Ház, 17 ottobre 2017. URL consultato il 14 maggio 2024.
  7. ^ (HU) TÓTH Erika, Coco König az ikonikus fotóművész, Baricz Kati varázslatos, új albumának egyik főszereplőjeként, a könyvborítón is bemutatkozik, in Art News, 14 giugno 2017. URL consultato il 14 maggio 2024.
  8. ^ (DE) Apám kertje, in Ungarisches Museum für Fotografie, 2010. URL consultato il 15 maggio 2024.

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