Utente:SaraVis/Sandbox/erbertocarboni

Erberto Carboni [1] (Parma22 novembre 1899 – Milano5 novembre 1984[2]) è stato unarchitettodesigner e pubblicitario italiano.

Precursore delle campagne pubblicitarie italiane, legò il suo nome a celebri slogan come Con pasta Barilla è sempre domenicaLa pasta del buon appetito[3] [4] e È sempre l'ora dei Pavesini. Ma strinse anche un forte legame con la Rai per il quale creò celebri loghi e le prime sigle televisive.

Indice modifica

null nascondi 

Biografia[modifica | modifica wikitesto] modifica

Illustratore[modifica | modifica wikitesto] modifica

Nel 1921, subito dopo aver conseguito il diploma all'Istituto di Belle Arti Paolo Toschi di Parma[5] esordì come caricaturista, sul periodico umoristico locale La puntura, con lo pseudonimo di Lince. Poi si occupò di grafica pubblicitaria e cominciò la sua attività di illustratore, collaborando a varie riviste, come LidelNovellaDrammaEmporiumLe grandi firme, diretta da Pitigrilli.[6] Più tardi fece illustrazioni per riviste come L'ufficio modernoLa letturaLa Rivista illustrata del Popolo d'ItaliaNatura e Snia Viscosa.

Allestitore[modifica | modifica wikitesto] modifica

Poltrona Delfino disegnata da Erberto Carboni nel 1954 per l'aziendaArflex.

Nel 1932 si trasferì a Milano, dove collaborò come consulente esterno con lo Studio Boggeri, diAntonio Boggeri, uno dei primi maestri della comunicazione in Italia, che fu il trampolino di lancio suo e di altri futuri grafici di fama internazionale, come Bruno Munari e Max Huber. Si impose presto come allestitore di padiglioni espositivi, all'interno di fiere e di rassegne culturali [7]. Neglianni trenta curò gli allestimenti della Mostra dell'Aeronautica italiana alla Triennale di Milano(1934), dello stand Agip al IX Salone internazionale dell'auto di Milano (1936), della mostra internazionale della Stampa cattolica, a Roma (1936), dei padiglioni della Motta e di Navigazione Italiana alla Fiera di Milano (1937), del padiglione della Montecatini al salone "Prodotti chimici" della Fiera di Milano (1939). Negli anni quaranta ebbe incarichi alla Mostra d'Oltremare di Napolidel 1940, allestì il Padiglione dell'Agricoltura italiana a Zagabria nel 1942, curò nello stesso anno la Mostra delle bonifiche italiane a Sofia e nel 1949 allestì il Padiglione della Rai alla Fiera di MIlano. Anche negli anni cinquanta curò l'allestimento di importanti esposizioni, in particolare alla Fiera di Milano, come il padiglione per la radio italiana, nel 1950, il salone dei prodotti chimici Montecatini, nello stesso anno, l'allestimento commemorativo per il 50° della morte di Giuseppe Verdi, nel 1951, il padiglione Montecatini nel 1952 e vari stand della Rai-Tv dal 1952 in poi. Nel1961 curò l'allestimento del Padiglione Italia 61 a Torino, per il centenario dell'Unità d'Italia.

Pubblicitario[modifica | modifica wikitesto] modifica

Tra la seconda metà degli anni trenta e gli anni sessanta, Carboni firmò le campagne pubblicitarie di numerose grandi aziende [8], diventando spesso il fautore della loro crescita sul mercato nazionale e internazionale. Collaborò in particolare con l'Olivetti, nel 1935, con la Shell, nel 1937, con la Motta, nel 1939, con la Barilla (dal 1952 al 1960), con la Bertolli, dal 1952 e con la Pavesi (dal 1958 al 1970).

La Rai[modifica | modifica wikitesto] modifica

La sigla del Telegiornale (1954)

Con la Rai, nel 1948, cominciò una lunga collaborazione che durò fino agli ultimi anni della sua vita [9]. Nel 1949 realizzò il primo marchio, con le lettere squadrate e il puntino sulla i, al quale, nel 1953, Carboni aggiunse il logo Tv, con la T grigia sopra una V bianca, su una base nera. Fu anche il creatore della seconda sigla del Telegiornale, che andò in onda alle 20,45 del 3 gennaio1954, giorno delle prime trasmissioni regolari della Rai.

Fu sempre Carboni a disegnare il monoscopio della Rai, mandato in onda ininterrottamente dal 1954 al 1977. Anzi questo monoscopio fu una modifica personale di uno già esistente ovvero definito come monoscopio RCA. [10]. Questa sigla, sulle note del Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, fu trasmessa dal 1954 al 1986, due anni dopo la sua scomparsa. Sempre di Carboni è la sigla di chiusura delle trasmissioni, andata in onda anch'essa dal 1954 fino al 1986 su musiche diRoberto Lupi (titolo del brano: Armonie del pianeta Saturno), a conclusione dei programmi della giornata. Solo apparentemente le due sigle sono uguali: a parte la differente musica, nella sigla di apertura l'onda elettromagnetica si svolge dall'alto verso il basso. Carboni, nel1979, realizzò anche la sigla di apertura della neonata Raitre su un brano di Piero Piccioni, scritto per l'occasione ed intitolato Il cielo in una rete.

Artista[modifica | modifica wikitesto] modifica

Negli ultimi anni della sua vita, ridotta l'attività di progettista grafico, si dedicò alla scultura e alla pittura, esponendo in alcune gallerie d'arte e alla Biennale di Venezia del 1972 (dove espose Totem 36, una stele d'acciaio alta sei metri).

Premi[modifica | modifica wikitesto] modifica

  • Premio nazionale della grafica pubblicitaria (1950)
  • Palma d'oro della pubblicità (1952), per la campagna Con pasta Barilla è sempre domenica
  • Gran premio della Triennale di Milano (1957)
  • Premio nazionale per l'allestimento di esposizioni (1960)

Libri di Erberto Carboni[modifica | modifica wikitesto] modifica

  • Pubblicità per la radiotelevisione, Milano, Silvana Editoriale, 1959 (con prefazione di Giò Ponti)
  • Esposizioni e mostre, Milano, Silvana Editoriale, 1959 (con prefazione di Herbert Bayer)
  • 25 campagne pubblicitarie, Milano, Silvana Editoriale, 1961
  • La Grecia in sogno, Milano, Silvana Editoriale, 1962 (con prefazione di Jean Cocteau)
  • Dodici icone con forme geometriche, Milano, Silvana Editoriale, 1979
  • Dodici personaggi emblematici, Silvana Editoriale, 1979

Documentari su Erberto Carboni[modifica | modifica wikitesto] modifica

Note[modifica | modifica wikitesto] modifica

  1. ^ Giorgio Fioravanti, Leonardo Passarelli, Silvia Sfligiotti, La Grafica in Italia, Milano, Leonardo Arte, 1997, pp. 90-91
  2. ^ Carboni, re del manifesto Archiviolastampa.it
  3. ^ Mario Piazza, La veste del prodotto, in: TDM 5: Grafica italiana, Milano, Triennale Design Museum, Corraini edizioni, 2012, p. 269
  4. ^ Epoca. 1945-1999. Manifesti in Italia tra vecchio secolo e nuovo millennio, a cura di Aldo Colonetti e Andrea Rauch, Siena, Protagon, pp. 42-43
  5. ^ Enciclopedia di Parma, Franco Maria Ricci, 1998
  6. ^ Le grandi firme
  7. ^ Esposizioni e mostre, Milano, Silvana Editoriale, 1959 (con prefazione di Herbert Bayer)
  8. ^ 25 campagne pubblicitarie, Milano, Silvana Editoriale, 1961
  9. ^ Pubblicità per la radiotelevisione, Milano, Silvana Editoriale, 1959 (con prefazione di Giò Ponti)
  10. ^ Si cerchi sul web il monoscopio RCA come "Test Pattern Rca NBC Indian Head", che fu usato come base di partenza

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto] modifica

  • Catalogo della Mostra antologica di Erberto Carboni (1982)
  • Autori Vari - Erberto Carboni, Milano, Electa, 1985
  • Catalogo della mostra: Erberto Carboni, dal Futurismo alla Bauhaus, Milano, Mazzotta, 1998

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto] modifica