Utente:Trambu/Sandbox
Stazione di Posta | |
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Veduta di Via Roma | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Tavarnelle Val di Pesa |
Indirizzo | Via Roma |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
La stazione di posta di Tavarnelle Val di Pesa, in provincia di Firenze, era il complesso di edifici adibito alla sosta, al riposo e allo scarico delle merci lungo la strada romana per Siena.
Storia modifica
La storia della struttura è strettamente correlata a quella di Tavarnelle. Il nome stesso del paese allude alle “taverne”, intese come stazioni di servizio lungo le strade. Tavarnelle infatti, rispetto ad altri paesi vicini come Barberino, è una località di passaggio e non un paese fortificato. Il primo, le cui origini risalgono al XV secolo, è infatti in una posizione strategica per la viabilità dell’epoca, trovandosi a metà strada tra Firenze e Siena. Tavarnelle era, quindi, una “stazione di servizio” sulla strada romana per Siena (impropriamente detta Cassia, benché essa abbia un percorso diverso). I viandanti che giungevano da San Casciano o Poggibonsi potevano scegliere di passare per San Donato, percorrendo un percorso più lungo, oppure passare per Tavarnelle, percorrendo un percorso più breve, ma più dispendioso per i cavalli. Il paese aveva “taverne”, ovvero stalle (dette “Ortone”); un posto dove scaricare le merci, il “Fondaccio”, il “carratore” (o “carraio”), ovvero un'officina di riparazione; e un albergo.
Albergo modifica
L’albergo, molto diverso da quelli odierni, era fondamentale per dare ristoro e un alloggio ai viandanti. Questo edificio, noto come la Covona, fu dato in gestione a una fattoria di Palazzuolo, territorio esterno rispetto al paese. La struttura funzionava fino a circa 100 anni fa. Un’altra struttura simile è situata a Marcialla, odierna frazione del comune di Barberino Tavarnelle, allora importante, per la Repubblica Fiorentina, come piazza di mercato per lo zafferano (come anche San Gimignano), importante non solo come condimento ma anche come colorante giallo per le stoffe). L'albergo, situato nell’odierna via Roma, presenta una piccola corte interna a 2 piani, con archi a tutto sesto e con le camere disposte intorno ad ogni piano. Il piano più in alto, il quale ha un'altezza inferiore rispetto al primo piano e al piano terra, non presenta archi, ma soltanto trabeazioni. Per salire nelle camere è presente una scalinata che si sviluppa dal piano terra fino all'ultimo piano ed è visibile dagli archi aperti. In basso vi era un'osteria. La struttura della “covona” è identica a quella dell’albergo di Marcialla. All’esterno vi è una lapide dove gli Otto di Balia (controllo stradale) vietano di giocare a pallone per far riposare chi viaggia.
Ortone modifica
Adiacente alla struttura vi sono le stalle, note come Ortone, dove si poteva far riposare e cambiare i cavalli oppure attaccarne al carro un altro (per effettuare trapelo [1] o bilancino [2]. Anche la struttura dell’ortone si presenta come una corte, dalla quale si può accedere attraverso un arco, comunicante con la strada. Intorno alla corte, delimitate anch’esse da archi, vi sono le stalle.
Fondaccio modifica
Il Fondaccio, odierna Piazza Vecchia, è il luogo adibito al carico-scarico delle merci, come si può notare, anche, dal marciapiede rialzato. Nel palazzo della piazza vi risiedevano le guardie del granduca prima e le guardie regie dopo. Anche Marcialla, come il Fondaccio, aveva un rialzo dove effettuare il carico e lo scarico delle merci dai carri.