Váli

dio norreno, figlio di Odino

Váli è una divinità della mitologia norrena, figlio di Odino e di Rindr.

Illustrazione di Vali a opera di Emil Doepler

È figlio di Odino, nato, a seconda delle versioni, dall'unione con o dallo stupro di Rindr, con l'unico scopo di uccidere Höðr per vendicarsi dell'uccisione inconsapevole di Baldr. Infatti, a Odino era stato profetizzato che solo un figlio suo nato da Rindr avrebbe potuto vendicare Baldr. Váli divenne adulto il giorno stesso della sua nascita e uccise Höðr quello seguente. A differenza della maggior parte del pantheon norreno, sopravvisse a Ragnarǫk.

Viene menzionato più volte nel Gylfaginning, la prima parte dell'Edda in prosa di Snorri Sturluson, nel canto 36:

(NON)

«Áli eða Váli heitir einn, sonr Óðins ok Rindar. Hann er djarfr í orrostum ok mjök happskeytr.»

(IT)

«Áli o Váli si chiama un dio, figlio di Odino e di Rindr; è ardito nelle battaglie ed eccellente tiratore.»

Viene anche menzionato nel canto 53:

(NON)

«Upp skýtr jörðunni þá ór sænum ok er þá græn ok fögr. Vaxa þá akrar ósánir. Víðarr ok Váli lifa, svá at eigi hefir særinn ok Surtalogi grandat þeim, ok byggja þeir á Iðavelli, þar sem fyrr var Ásgarðr, ok þar koma þá synir Þórs, Móði ok Magni, ok hafa þar Mjöllni.»

(IT)

«Allora la terra emergerà dal mare e sarà verde e bella, e i campi cresceranno senza seme. Viðarr e Váli vivranno, poiché non il mare né la fiamma di Surtr avrà recato loro alcun danno, e abiteranno a Iðavöllr, là dove un tempo fu Ásgarðr, e là verranno i figli di Thor, Móði e Magni e avranno con sé Mjöllnir e la daranno al padre “resuscitato”.»

Nello stesso canto Snorri fa anche una citazione dal Vafþrúðnismál 51:

(NON)

«Vafþrúðnir kvað:

"Víðarr ok Váli
byggia vé goða,
þá er sloknar Surtalogi,
Móði ok Magni
skolo Miöllni hafa
Vingnis at vígþroti."»

(IT)

«Disse Vafþrúðnir:

"Víðarr e Váli
abitano i santuari degli dèi
quando si spegnerà la fiamma di Surtr.
Móði e Magni
possederanno il Mjöllnir
di Vingnir, alla fine delle battaglie e fui poi data al padre."»

Si parla del suo compito di uccidere Höðr anche nella Vǫluspá 33:

(NON)

«Þó hann æva hendr
né höfuð kembði,
áðr á bál of bar
Baldrs andskota.»

(IT)

«Non lavò mai le mani
né si pettinò il capo
finché non trascinò sul rogo
il nemico di Baldr.»

Nel canto successivo si parla del gigante Vali, figlio di Loki, il quale venne trasformato in lupo dagli dèi e sbranò il fratello Narfi. Con gli intestini di Narfi, gli dèi trassero i lacci con cui Loki venne legato. Sigyn, sposa di Loki, gli rimase accanto.

Loki ricevette questa punizione per l'uccisione di Baldr e altri numerosi scherzi che il dio fece agli Æsir.

Così è scritto nella Völuspá 34:

(NON)

«[Þá kná Vála
vígbönd snúa
heldr váru harðgör
höpt ór þörmum.]»

(IT)

«[E Vali poterono legare
con ceppi di battaglia.
Molto vennero stretti
i lacci di budello.]»

Bibliografia modifica

  • Snorri Sturluson (a cura di Giorgio Dolfini), Edda in prosa, Adelphi, 1975, Milano ISBN 88-459-0095-9
  • Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi, 1991, Milano ISBN 88-304-1031-4

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