Vestnik Evropy (traslitterazione del cirillico Вѣстникъ Европы; in lingua italiana: L'Araldo d'Europa o Il messaggero d'Europa) è il nome di due riviste politiche e culturali russe. La più nota è stata un periodico mensile, di indirizzo liberale, pubblicato a San Pietroburgo (Impero russo) fra il 1866 e il 1918.

Vestnik Evropy
StatoBandiera della Russia Russia
Linguarusso
Periodicitàmensile
Generepolitico, rivista letteraria
FondatoreMichail Matveevič Stasjulevič
Fondazione1866
Chiusura1918
Sedevia Galernaja 20 (dal 1910: via Mochovaja, 37), San Pietroburgo
EditoreMichail Matveevič Stasjulevič e Dmitrij Nikolaevič Ovsjaniko-Kulikovskij
Direttore
 
Vestnik Evropy, copertina di un numero del 1871

Storia modifica

Vestnik Evropy (1802-1830) modifica

Un'altra rivista politica e culturale intitolata Вѣстникъ Европы, (Vestnik Evropy), fu fondata a Mosca nel 1802 dallo storiografo e letterato russo Nikolaj Karamzin; di tendenza conservatrice, Vestnik Evropy cessò le pubblicazioni nel 1830[1].

Vestnik Evropy (1866-1918) modifica

L'altra rivista intitolata Vestnik Evropy—anch'essa politica e culturale con carattere prevalentemente storiografico e letterario, ma pubblicata a San Pietroburgo e con indirizzo liberale—fu fondata nel marzo 1866 da Miсhail Stasjulevič[1], un ex professore di storia che ne fu l'editore e direttore fino al 1909. La periodicità fu dapprima trimestrale, ma dal 1868 divenne mensile[2]. La redazione si trovava nell'abitazione di Stasjulevič al numero 20 della via Galernaja di San Pietroburgo; la redazione si riuniva di solito ogni mercoledì[3]; nel 1910, dopo il pensionamento di Stasjulevič, la direzione fu assunta da Maksim Kovalevskij (redattore Konstantin Arsen'ev) e la sede spostata al numero 37 della via Mochovaja. Nel 1917 divenne direttore Dmitrij Ovsjaniko-Kulikovskij[3].

La rivista sostenne la Zemstvo e le grandi riforme di Alessandro II (abolizione della servitù della gleba, riforme nell'amministrazione, nella scuola e nella cultura)[4]. Nel periodo fra gli anni 70 e gli anni 80 dell'Ottocento, la rivista si pose in una linea equidistante fra il riformismo moderato e il socialismo rivoluzionario[5]. Nel 1880 abbandonò tuttavia il socialismo a favore del liberalismo anche in campo economico[6]. Secondo Effie Ambler, tuttavia, «il giornale ha mantenuto sempre un carattere serio, professorale, evitando, per esempio, anche nelle polemiche più accese, le invettive o il sarcasmo nei confronti degli avversari»[7].

Tra i suoi collaboratori nel corso degli anni si possono ricordare gli scienziati Kliment Timirjazev, Ivan Sečenov, Sergej Navašin e Il'ja Mečnikov; gli storici Sergej Solov'ëv, Konstantin Kavelin, e Faddej Zelinskij; gli studiosi di letteratura Aleksandr Veselovskij e Aleksandr Pypin; e gli scrittori Ivan Turgenev, Ivan Gončarov, Aleksandr Ostrovskij, Grigorij Danilevskij, e Dmitrij Solov'ëv. Dopo la rivoluzione russa del 1905, molti dei suoi collaboratori aderirono al Partito Costituzionale Democratico, circostanza che allargò il solco con i movimenti radicali; pertanto nel 1918 la rivista fu soppressa dalle autorità sovietiche (l'ultimo numero fu quello di marzo 1918)[3].

Note modifica

  1. ^ a b «Vestnik Evropy», Enciclopedia Treccani on line
  2. ^ E. Ambler, op. cit., p. 74.
  3. ^ a b c Saint Petersburg Encyclopedia, «Vestnik Evropy (The Herald of Europe), 1866-1918»
  4. ^ E. Ambler, op. cit., p. 76.
  5. ^ V. A. Kitaev, «The Unique Liberalism of Vestnik Evropy (1870-1890)», in Russian Studies in History 46 (1, Summer 2007), p. 50.
  6. ^ V. A. Kitaev, op. cit., pp. 57-58.
  7. ^ E. Ambler, op. cit., p. 75.

Bibliografia modifica

  • Effie Ambler, Russian Journalism and Politics: The Career of Aleksei S. Suvorin, 1861-1881, Detroit: Wayne State University Press, 1972, ISBN 0814314619
  • V. A. Kitaev, «The Unique Liberalism of Vestnik Evropy (1870-1890)», in Russian Studies in History 46 (1, Summer 2007), pp. 43-61.

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