Villa di Livia

sito archeologico di Roma

La villa di Livia o villa di Prima Porta è un sito archeologico di Roma, che corrisponde all'antica villa di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto. Qui, tra gli importantissimi ritrovamenti, fu rinvenuta anche la celebre statua di Augusto loricato.

Villa di Livia
Villa di Prima Porta
Pittura di giardino dalla villa di Livia
Civiltàromana
UtilizzoAlto Impero romano
StileArte augustea
EpocaI secolo d.C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma Capitale
Dimensioni
Superficie5 000 
Scavi
Data scoperta1863
Amministrazione
EnteSoprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma
ResponsabileMarina Piranomonte
Visitabile
Sito webwww.soprintendenzaspecialeroma.it/schede/villa-di-livia_3027/
Mappa di localizzazione
Map

Storia modifica

(LA)

«Sunt et circa Divum Augustum eventa eius digna memoratu. namque Liviae Drusillae, quae postea Augusta matrimonii nomen accepit, cum pacta esset illa Caesari, gallinam conspicui candoris sedenti aquila ex alto abiecit in gremium inlaesam, intrepideque miranti accessit miraculum. quoniam teneret in rostro laureum ramum onustum suis bacis, conservari alitem et subolem iussere haruspices ramumque eum seri ac rite custodiri:

quod factum est in villa Caesarum fluvio Tiberi inposita iuxta nonum lapidem Flaminiae viae, quae ob id vocatur Ad Gallinas, mireque silva provenit. ex ea triumphans postea Caesar laurum in manu tenuit coronamque capite gessit, ac deinde imperatores Caesares cuncti. traditusque mos est ramos quos tenuerunt serendi, et durant silvae nominibus suis discretae, fortassis ideo mutatis triumphalibus.»

(IT)

«Ci sono anche intorno al Divo Augusto eventi degni di essere ricordati. Infatti a Livia Drusilla, che in seguito al matrimonio prese il nome di Augusta, quando ebbe fissato le nozze con Cesare, un'aquila, mentre era seduta, le fece cadere in grembo, illesa, una gallina di un candore straordinario, e coraggiosamente meravigliata si accostò al miracolo. ...

il che fu fatto nella villa dei Cesari presso il fiume Tevere al nono miliario della via Flaminia, che per questo fu chiamata ad Gallinas....»

La villa presenta al suo interno pareti dipinte a giardino con una tecnica pittorica superiore a quella di tanti dipinti pompeiani; la maggior parte delle piccole scene che ornavano le pareti dipinte sono realizzate con la tecnica cosiddetta compendiaria, cioè riassuntiva. Questi giardini affrescati avevano lo scopo di riportare gli spettatori ad un paesaggio sereno e soleggiato, anziché cupo come la giornata che si presentava. La villa è citata da Plinio[1], Svetonio[2] e Cassio Dione. In particolare esiste anche una leggenda poetica circa la sua fondazione, secondo la quale un'aquila avrebbe fatto cadere sul ventre di Livia una gallina con un rametto di alloro nel becco. Consigliata dagli aruspici ella allevò la prole del volatile e piantò il rametto generando un bosco, dal quale gli imperatori coglievano i ramoscelli da tenere in mano durante le battaglie. Per via della leggenda la villa veniva anche detta ad gallinas albas. La villa, secondo Plinio, era situata al IX miglio della via Flaminia.

Scavi modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Affreschi del ninfeo sotterraneo della villa di Livia.
 
La statua di Augusto loricato

I primi scavi del sito risalgono al 1863-1864, quando venne scoperta la statua di Augusto di Prima Porta, oggi ai Musei Vaticani e alcuni ambienti sotterranei, come il famoso ipogeo con affreschi di giardino. Nel 1944 un ordigno danneggiò la sala sotterranea, usata anche dai militari come bivacco. Nel dopoguerra si decise di staccare le preziose pitture (1951), che vennero trasferite nel Museo Nazionale Romano dove si trovano tutt'oggi.

Solo nel 1973 la villa venne espropriata ai privati proprietari, creando un parco pubblico, e nel 1982 si è iniziato il restauro delle strutture superstiti. Di recente gli affreschi, maggior motivo di attrazione del sito, sono stati riprodotti in fedeli pannelli posti sul sito originario.

Note modifica

  1. ^ Plinio, XV, 136-137.
  2. ^ Svetonio, Libro VII: Galba.

Bibliografia modifica

Fonti antiche modifica

Bibliografia moderna modifica

  • Gaetano Messineo, Ad gallinas albas - Villa di Livia, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2001, ISBN 978-88-8265-167-1.
  • Gaetano Messineo e Carmelo Calci, La villa di Livia a Prima Porta, Roma, 1984.
  • Salvatore Settis, La villa di Livia. Le pareti ingannevoli, Roma, Mondadori Electa, 2008, ISBN 978-88-370-6204-0.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN234343217 · LCCN (ENsh2003006903 · GND (DE4679642-3 · J9U (ENHE987007282378805171 · WorldCat Identities (ENviaf-234343217