Virgilio di Arles

arcivescovo cattolico, santo e abate francese

Virgilio di Arles (VI secoloArles, 610) fu arcivescovo di Arles. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

San Virgilio di Arles

Arcivescovo

 
NascitaVI secolo
MorteArles, 610
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza5 marzo
Virgilio di Arles
vescovo della Chiesa cattolica
Incarichi ricopertiArcivescovo di Arles
 
NatoVI secolo
Consacrato vescovo588
Deceduto610 ad Arles
 

Biografia modifica

Origini e primi anni modifica

Secondo Gregorio di Tours, Virgilio, di origine borgognona[1] fu abate del monastero di San Sinforiano ad Autun e poi, grazie all'appoggio di San Siagrio, vescovo di Autun, divenne arcivescovo di Arles[2] nel 588.

Egli sarebbe succeduto a Licerio, morto nel 588 nel corso della pandemia di peste nota come peste di Giustiniano[3] quantunque i dittici indichino, subito dopo quest'ultimo Pascasio di Arles[4] il quale occupò la sede vescovile per pochissimo tempo.[5] Alcuni, al contrario, lo fanno succedere direttamente a Licerio, il predecessore di Pascasio, secondo gli altri.

Klingshirn, ad esempio, nella sua opera su Cesario d'Arles, citando san Gregorio di Tours indica che l'esistenza di Pascasio è priva di fondamento storico.[6]

Arcivescovo di Arles modifica

Un parente di papa Gregorio modifica

Gregorio il Grande, che lo stimava molto, gli accordò gli stessi onori concessi ai suoi predecessori, con il potere di convocare concili e di giudicare in prima istanza insieme a dodici dei suoi colleghi, le dispute fra vescovi e le questioni sui dogmi.[7].

Così il 1º agosto 595, papa Gregorio offrì a Virgilio il titolo di vicario pontificio, già accordato nel secolo precedente ai vescovi di Arles da papa Zosimo. Questa dignità fece di lui l'intermediario obbligato fra i vescovi della Gallia e la Santa Sede e nello stesso tempo quello cui rivolgersi per risolvere numerosi problemi.

Il 12 agosto 595, gli indirizzò la sua lettera O quam bona sulla simonia[8] per metterlo in guardia contro i misfatti provocati da quest'eresia, Il papa sollecita anche re Childeberto ad aiutare Virgilio in quest'impresa.

A più riprese (596, 601), Virgilio fu sollecitato dal papa ad offrire aiuto ad Agostino di Canterbury, che lui stesso aveva tolto dal suo monastero in Roma con i suoi monaci, inviandoli a lavorare per la conversione degli inglesi. Si sa che nel 596 la città di Arles fece i preparativi per questa missione ed in quella occasione alcuni schiavi anglosassoni furono acquistati. Il 17 novembre 597, Agostino di Canterbury, di ritorno ad Arles dopo aver convertito il re, la regina ed i principali funzionari, fu consacrato da Virgilio, su richiesta di papa Gregorio, arcivescovo della Chiesa d'Inghilterra nella Cattedrale di Saint-Trophime, ad Arles. Alla cerimonia parteciparono numerosi vescovi. In un'altra occasione, nel 596, papa Gregorio gli chiese di prendere sotto la sua protezione un monastero della Santa Sede, perduto dal suo predecessore Licerio.[2][9]

I primi allarmi modifica

Tuttavia, nonostante questa benevolenza, Virgilio si era già attirato i rimproveri del papa nel 591, allorché numerosi ebrei, cacciati da Orléans e venutisi a rifugiare in Provenza, erano stati convertiti a forza da lui stesso e dal suo collega di Marsiglia Teodosio.

Papa Gregorio scrisse loro una lettera lodandone le buone intenzioni ma insistendo che limitassero il loro zelo alla predicazione e alle preghiere.[2]

Qualche anno dopo, nel 596, probabilmente in seguito all' affaire Dynamius, Virgilio, che gestiva fino ad allora, come i suoi predecessori, gli incassi in Gallia, si vide sottoposto, per disposizione papale, al controllo del vescovo di Aix.[10]

La caduta in disgrazia modifica

L'amicizia del papa si raffreddò ulteriormente a seguito del fatto che Virgilio non si era opposto al matrimonio contratto da Siagria, una donna che, dopo aver abbracciato la vita religiosa, era stata costretta con la violenza a contrarre matrimonio.[11]. Il papa lo fece riprendere nel luglio del 599 : forse fu a causa di questa negligenza che Gregorio concesse, dietro istanza della regina Brunechilde, il Pallium a Siagrio, vescovo di Autun, con il potere di convocare concilii.

Questo "raffreddamento" della benevolenza del papa verso Virgilio ne diminuì notevolmente l'autorità come metropolita di Arles.[11]

Nel 601 papa Gregorio chiese a Virgilio di organizzare un concilio contro la simonia e anche per obbligare l'arcivescovo di Marsiglia a riformare la propria diocesi.[2]

Successione apostolica modifica

La successione apostolica è:

La leggenda modifica

Secondo una Vita scritta alla fine dell'VIII secolo, Virgilio sarebbe nato in un paese dell'Aquitania, sarebbe divenuto monaco e poi abate nell'Abbazia di Lerino ed infine arcivescovo di Arles, ove avrebbe costruito la Cattedrale di Saint-Trophime. Questa biografia, accettata a grandi linee da Mabillon e dai Bollandisti non è altro che la riproduzione, di poco variata, della Vita di San Massimo, vescovo di Riez, scritta dal patrizio Dynamius prima della morte di San Virgilio.[12]

Note modifica

  1. ^ (FR) Paul-Albert Février (sous la direction de) - La Provence des origines à l'an mil, p. 456.
  2. ^ a b c d Catholic Encyclopedia.
  3. ^ Tal pandemia fu così chiamata poiché si sviluppo inizialmente a Bisanzio sotto l'imperatore Giustiniano I
  4. ^ (FR) Charles-Louis Richard, Bibliothèque sacrée, ou Dictionnaire universel historique, dogmatique, canonique, géographique et chronologique des sciences ecclésiastiques – 1827 – page 69 qui
  5. ^ (FR) Gregory, Odo, Henri Léonard Bordier, Histoire ecclésiastique des Francs, Firmin Didot, 1861, p. 205 qui
  6. ^ (EN) William E. Klingshirn, Caesarius of Arles : The Making of a Christian Community in Late Antique Gaul, Cambridge University Press, 1994 – ISBN 0-521-52852-6, p. 86 qui
  7. ^ (FR) Jean-Pierre Papon, Histoire générale de Provence, p. 303 qui
  8. ^
    (FR)

    «...J'ai appris que dans les régions des Gaules et de la Germanie nul ne parvient à l'ordre sacré sans accorder un cadeau approprié. S'il en est ainsi, je le dis en pleurant, et je le proclame dans les gémissements : si l'ordre sacerdotal s'est effondré du dedans, il ne pourra pas tenir longtemps au-dehors…»

    (IT)

    «Io vengo a sapere che nella regione della Gallia e della Germania nessuno giunge all'ordine sacro senza l'apporto di doni appropriati. Se così è, lo dico piangendo, e lo proclamo gemendo: se l'Ordine sacerdotale si sfascia dall'interno, non potrà reggere a lungo all'esterno …»

  9. ^ Paul-Albert Février (sous la direction de), La Provence des origines à l'an mil, p. 457
  10. ^ Édouard Baratier, (sous la direction de), Histoire de la Provence, p. 96.
  11. ^ a b (FR) Charles-Louis Richard, Bibliothèque sacrée, ou Dictionnaire universel historique, dogmatique, canonique, géographique et chronologique des sciences ecclésiastiques, 1827, p. 69 ici.
  12. ^ (EN) Catholic Encyclopedia.

Bibliografia modifica

  • (EN) William E. Klingshirn - Caesarius of Arles : The Making of a Christian Community in Late Antique Gaul - Cambridge University Press, 1994. ISBN 0-521-52852-6, p. 86 ici.
  • (FR) Paul-Albert Février (sous la direction de) - La Provence des origines à l'an mil - Editions Ouest-France, 1989. ISBN 2-7373-0456-3.
  • (FR) Gregory, Odo, Henri Léonard Bordier, Histoire ecclésiastique des Francs - Firmin Didot, 1861, p. 205 ici.
  • (FR) Alban Butler, Vies des pères des martyrs et des autres principaux saints – Louvain, 1828 ; Tome 3, p. 361 qui.
  • (FR) Charles-Louis Richard, Bibliothèque sacrée, ou Dictionnaire universel historique, dogmatique, canonique, géographique et chronologique des sciences ecclésiastiques, 1827, p. 69.
  • (FR) Joseph Hyacinthe Albanés, Gallia christiana novissima; ouvrage accessible sur Gallica qui.

Collegamenti esterni modifica