Vocalese (album)

album dei The Manhattan Transfer del 1985

Vocalese è un album del gruppo vocale statunitense The Manhattan Transfer, pubblicato nel 1985 dalla Atlantic Records.

Vocalese
album in studio
ArtistaThe Manhattan Transfer
Pubblicazione1º luglio 1985[1]
Durata45:02
Dischi1
Tracce11
GenereJazz
EtichettaAtlantic Records
ProduttoreTim Hauser
FormatiLP, CD
The Manhattan Transfer - cronologia
Album precedente
(1984)
Album successivo
(1987)

Nominato a 12 Grammy Award, è considerato l'album dei Manhattan Transfer più apprezzato ed elogiato dalla critica.[2] Il disco rappresenta l'apice dell'esplorazione dello stile vocalese che il quartetto newyorkese aveva già adottato in molti dei suoi precedenti dischi, sulle orme di grandi nomi del canto jazz come Jon Hendricks e Eddie Jefferson.[3]

Il disco modifica

Dopo l'incisione di Bodies and Souls i Manhattan Transfer avevano intenzione di realizzare un album "a tema". La scelta era tra il fare un disco a cappella, un disco rhythm and blues o un disco vocalese, lo stile canoro in cui le parole sono adattate a linee melodiche originariamente eseguite strumentalmente e in genere improvvisate. Il gruppo decise che l'ultima opzione era la migliore, proprio perché avrebbe permesso loro di lavorare con Jon Hendricks che ormai consideravano il loro mentore.[4][5]

 
Jon Hendricks è stato uno degli inventori dello stile vocalese insieme a Eddie Jefferson.[3]

I Manhattan Transfer e Hendricks avevano già collaborato in varie occasioni prima di Vocalese, a partire dall'incisione di Four Brothers nel 1978 il cui testo era proprio di Hendricks. Con la versione vocale di Birdland dei Weather Report, il cui testo era stato scritto anch'esso da Hendricks, i Manhattan Transfer avevano vinto il loro primo Grammy Award. La musica del gruppo era comunque sempre stata influenzata da quella del cantante, considerato uno dei maestri del jazz vocale, e da quella del trio Lambert, Hendricks and Ross di cui aveva fatto parte alla fine degli anni cinquanta.[3]

Jon Hendricks credeva talmente al progetto Vocalese che decise di prendersi un anno sabbatico per poter lavorare con i Manhattan Transfer.[3] Hendricks scrisse tutti i testi delle canzoni del disco, rielaborando in chiave vocalese alcuni classici e standard dello swing, dell'hard bop, del rhythm and blues e del cool jazz.

I Manhattan Transfer avevano sin dagli inizi basato l'armonia delle loro voci sulla sezione dei sassofoni dell'orchestra di Count Basie.[6] Con Vocalese, non solo poterono suonare con quell'orchestra, ma poterono sperimentare la formula su un gruppo di brani, difficili da interpretare per qualsiasi gruppo, dando rilievo, oltreché all'armonia, soprattutto alla melodia prodotta da alcuni dei grandi solisti e improvvisatori del jazz.[3] Pur non essendo degli improvvisatori, poiché la tecnica del vocalese adottata prevedeva di ripetere fedelmente le improvvisazioni create da altri e in una particolare versione tra quelle registrate, la sfida per il quartetto fu quella di mantenerne lo spirito e l'atmosfera.[4][7]

Ai quattro Hendricks spiegò che «quando vi avvicinate ad un assolo, la cosa più importante è tornare alla fonte. Andate indietro all'origine, all'inizio, ascoltate gli strumentisti, ascoltate l'essenza di quello che i musicisti stanno tentando di esprimere con la loro musica, e questo è ciò che avete bisogno di esprimere con la vostra voce.»[3]

La musica modifica

Vocalese si apre con That's Killer Joe che è la rivisitazione in chiave vocalese di Killer Joe, incisa nel 1960 dai Jazztet, gruppo hard bop capeggiato dal sassofonista tenore Benny Golson e dal trombettista Art Farmer, per il loro album Meet The Jazztet. Dei Jazztet facevano parte, oltre i due leader, il pianista McCoy Tyner, il bassista Addison Farmer, il batterista Lex Humphries e il trombonista Curtis Fuller.[8]

Rambo è invece un classico di Count Basie composto da J. J. Johnson nel 1946. Alla registrazione dei Manhattan Transfer partecipò l'Orchestra di Count Basie nella formazione del 1985 diretta da Thad Jones che dopo la morte del leader ne aveva preso il posto. L'orchestra comprendeva anche alcuni reduci della registrazione originale, tra i quali il chitarrista Freddie Green. Ospiti d'eccezione furono il bassista Ray Brown e il batterista Grady Tate.[9]

 
Per Vocalese era prevista una collaborazione con Count Basie che però scomparve prima che il progetto potesse essere realizzato. La sua orchestra, che ha continuato l'attività anche dopo la sua morte avvenuta nel 1984, partecipò comunque in due brani del disco, entrambi suoi vecchi cavalli di battaglia: Rambo e Blee Blop Blues.[10]

Airegin (che nella versione dei Manhattan Transfer è a volte indicata come Airegin II) fu dedicata alla popolazione nera del Sudafrica vittima dell'apartheid. Il brano è il rifacimento della versione del trio vocalese Lambert, Hendricks & Ross del 1958 per l'album The Swingers!, a sua volta basata sulla versione strumentale di Miles Davis.[11] Il brano originale, il cui titolo è un anagramma di "Nigeria"[6] fu composto da Sonny Rollins nel 1954 durante la sua breve permanenza nel quintetto di Davis per l'incisione di un gruppo di brani che poi furono inclusi nell'album Bags' Groove. Davis la reincise qualche tempo dopo con il quintetto comprendente John Coltrane nella versione che fu inserita nell'album Cookin' del 1957. Nella loro versione, Lambert, Hendricks & Ross erano accompagnati dal sassofono di Zoot Sims e dal pianista Russ Freeman. I loro assoli furono reinterpretati in chiave vocalese dai Manhattan Transfer insieme alle parti vocali originali, con Jon Hendricks che reinterpretò la sua, basata sull'originale assolo di Sonny Rollins.[12]

To You è un omaggio sia a Count Basie che a Duke Ellington. La versione di riferimento di questo classico scritto da Thad Jones proviene infatti da First Time! The Count Meets The Duke, album del 1962 in cui il produttore Teo Macero riuscì a far incontrare per la prima volta i due grandi band leader con le rispettive orchestre. Dello stesso disco i Manhattan Transfer avevano già reinterpretato Until I Met You (Corner Pocket) in Mecca for Moderns nel 1981. Ospiti d'eccezione di questa versione di To You furono il quartetto vocale The Four Freshmen, gruppo tra i più influenti nella storia del jazz vocale, il pianista Tommy Flanagan, il bassista Richard Davis e il batterista Philly Joe Jones.

Meet Benny Bailey fu incisa nel 1958 da Quincy Jones per un disco in collaborazione con il bandleader svedese Harry Arnold. L'"incontro" nel titolo è con Benny Bailey, trombettista be bop che all'epoca suonava nell'orchestra di Arnold e che è anche il solista principale nel brano composto da Jones.[13]

Il brano che diede maggior risalto a Vocalese fu la particolare versione di Night in Tunisia di Dizzy Gillespie realizzata dai Manhattan Transfer e Jon Hendricks in collaborazione con Bobby McFerrin che per la sua interpretazione e l'arrangiamento vocale vinse i suoi due primi Grammy Award in coabitazione, rispettivamente, con Hendricks e Cheryl Bentyne.[14]

 
Ray's Rockhouse è basata su un rhythm and blues di Ray Charles del 1956.

Ray' Rockhouse è la rivisitazione di un rhythm and blues di Ray Charles inciso in versione strumentale nel 1956 con il titolo Rockhouse. Il brano fu pubblicato in un singolo nel 1958 (suddiviso nelle due facciate come Rockhouse Part 1 e Part 2)[15][16] e successivamente nell'album What'd I Say del 1959.[17][18] La Atlantic Records lo inserì poi in una raccolta del 1970 intitolata The Best of Ray Charles.[19] La canzone, pubblicata dai Manhattan Transfer anche come singolo, è un ritmato rock realizzato completamente con strumenti elettronici in cui è protagonista la voce di Janis Siegel, sulla falsariga di alcuni vecchi hit dei Manhattan Transfer come Operator e The Boy From New York City. La parte centrale di Ray's Rockhouse, della quale fu distribuito anche un videoclip per la promozione dell'album, contiene un vibrante assolo in stile scat di Jon Hendricks.

Come Rambo, anche Blee Blop Blues è un classico di Count Basie e anche qui i Manhattan Transfer furono accompagnati dalla sua orchestra. La versione di base è del 1952 con gli assoli di Joe Newman e Eddie "Lockjaw" Davis reinterpretati in chiave vocalese.[20]

 
That's Killer Joe e Oh Yes, I Remember Clifford sono composizioni del sassofonista Benny Golson.

I Remember Clifford fu scritta da Benny Golson in memoria del trombettista Clifford Brown, uno dei grandi nomi dell'hard bop, scomparso prematuramente nel 1956 a soli 25 anni. Golson la incise prima con l'orchestra di Dizzy Gillespie[21], poi con Lee Morgan nel 1957[22] e quindi con Art Farmer e i Jazztet nell'album Meet The Jazztet, lo stesso da cui proviene That's Killer Joe.[8]. Il brano fu in seguito eseguito da decine di jazzisti come omaggio al grande trombettista.[23][24] L'interpretazione dei Manhattan Transfer, reintitolata Oh Yes, I Remember Clifford, si basa su quella del 1960 dei Jazztet il cui pianista all'epoca era McCoy Tyner, ospite d'onore di questa versione insieme al bassita Ron Carter.

Proprio di Clifford Brown è Joy Spring, uno dei suoi pezzi più noti, incisa dal trombettista con il quintetto di cui era leader insieme a Max Roach nel 1954. L'album da cui proviene, originariamente un 10 pollici, intitolato semplicemente Clifford Brown & Max Roach, è stato inserito nella Grammy Hall of Fame nel 1999.[25]. La versione vocalese dei Manhattan Transfer trattiene lo spirito dell'originale e si segnala in particolare per l'interpretazione di Janis Siegel sull'assolo di Brown. Invece, l'assolo di tromba di questa versione è di altro grande trombettista, proprio quel Dizzy Gillespie che per primo aveva omaggiato Clifford Brown.

Composta dal percussionista Denzil DeCosta Best, Move proviene dal repertorio della formazione capitanato da Miles Davis che tra il 1949 e 1950 incise alcuni brani che sono considerati l'inizio dello stile jazzistico noto come cool jazz e che sono poi stati raccolti nel celebre album Birth of the Cool del 1957. La versione originale fu arrangiata da John Lewis e fu incisa da Davis con il cosiddetto nonetto che comprendeva, tra gli altri, Kai Winding al trombone, Max Roach alla batteria, Al Haig al pianoforte, Lee Konitz al sax alto e Gerry Mulligan al baritono.[26] La versione dei Manhattan Transfer, come negli altri brani dell'album, ripete fedelmente quella originale. L'assolo di Davis fu interpretato vocalmente da Janis Siegel, mentre quello di Lee Konitz da Tim Hauser.

Riconoscimenti modifica

Vocalese ottenne 12 nomination ai Grammy Award del 1986 (produzioni del 1985), secondo solo a Thriller di Michael Jackson nella storia del premio, vincendone tre.[2][27]

I Manhattan Transfer si aggiudicarono il premio per la miglior interpretazione jazz vocale di gruppo o in duo per l'album.[28] Inoltre, per Another Night in Tunisia, Bobby McFerrin e Cheryl Bentyne vinsero il premio per il miglior arrangiamento vocale per due o più voci e lo stesso McFerrin e Jon Hendricks vinsero quello per miglior performance vocale maschile in ambito jazz.[14]

Tracce modifica

  1. That's Killer Joe - (Benny Golson, Jon Hendricks) - 5:02
  2. Rambo - (J.J. Johnson, Jon Hendricks) - 3:19
  3. Airegin - (Sonny Rollins, Jon Hendricks) - 3:19
  4. To You - (Thad Jones, Jon Hendricks) - 3:53
  5. Meet Benny Bailey - (Quincy Jones, Jon Hendricks) - 3:29
  6. Another Night In Tunisia - (Frank Paparelli, John "Dizzy" Gillespie, Jon Hendricks) - 4:12
  7. Ray's Rockhouse - (Ray Charles, Jon Hendricks) - 5:06
  8. Blee Blop Blues - (William "Count" Basie, Jon Hendricks) - 3:01
  9. Oh Yes, I Remember Clifford - (Benny Golson, Jon Hendricks) - 3:45
  10. Sing Joy Spring - (Clifford Brown, Jon Hendricks) - 7:07
  11. Move - (Denzil DeCosta Best, Jon Hendricks) - 2:49

Formazione modifica

 
Bobby McFerrin vinse due Grammy Award per la sua collaborazione a Vocalese nel brano Another Night in Tunisia.
 
In Vocalese Dizzy Gillespie rese un omaggio a Clifford Brown suonando nella sua Joy Sping.

Assoli vocali modifica

Le note di copertina del disco indicano le parti vocali realizzate con la tecnica del vocalese: con riferimento alla versione strumentale originale del brano, è associato ad ogni assolo strumentale l'interprete della replica effettuata con tale tecnica.[10]

Titolo Interprete Assolo originale Strumento Titolo originale Disco originale di provenienza
That's Killer Joe Cheryl Bentyne Art Farmer tromba Killer Joe 1960 – Art Farmer, Benny Golson, Meet The Jezzlet, LP, PolyGram UCCC-9004
McCoy Tyner pianoforte
Tim Hauser Benny Golson sassofono tenore
Alan Paul Curtis Fuller trombone
Janis Siegel McCoy Tyner pianoforte
Rambo Alan Paul Tab Smith[9] sassofono contralto
Janis Siegel J. J. Johnson trombone
Cheryl Bentyne Buck Clayton[9] tromba
Airegin Janis Siegel Zoot Sims sassofono tenore 1959 – Lambert, Hendricks & Ross, The Swingers!, LP, World Pacific WP 1264
Alan Paul, Tim Hauser Dave Lambert voce
Cheryl Bentyne Russ Freeman pianoforte
Jon Hendricks sé stesso voce
To You Alan Paul Quentin "Buttler" Jackson trombone 1962 – Duke Ellington & Count Basie, First Time! The Count Meets The Duke, LP, Columbia Records CL 1715
Meet Benny Bailey Cheryl Bentyne Benny Bailey tromba 1959 – Quincy Jones, Quincy Jones + Harry Arnold + Big Band = Jazz!, LP, Gambit 89258
Another Night in Tunisia Jon Hendricks Charlie Parker sassofono contralto Night in Tunisia
Ray's Rockhouse Rockhouse Part 1 & 2 1959 – Ray Charles, What’d I Say, LP, Atlantic Records 8029
Blee Blop Blues Tim Hauser, Janis Siegel Eddie "Lockjaw" Davis sassofono tenore
Cheryl Bentyne Joe Newman tromba
Oh Yes, I Remember Clifford Alan Paul Art Farmer tromba I Remember Clifford 1960 – Art Farmer, Benny Golson, Meet The Jezzlet, LP, PolyGram UCCC-9004
Sing Joy Spring Tim Hauser Harold Land sassofono tenore Joy Spring 1954 – Clifford Brown, Max Roach, Clifford Brown and Max Roach, LP, EmArcy MG26043
Janis Siegel Clifford Brown tromba
Move Janis Siegel Miles Davis tromba 1957 – Miles Davis, Birth of the Cool, LP, Capitol Jazz T 762
Tim Hauser Lee Konitz sassofono contralto

Edizioni modifica

Singoli modifica

Video modifica

In alcune edizioni del disco era allegato una videocassetta in formato VHS o Betamax contenente i videoclip di cinque canzoni tratte dall'album (That's Killer Joe, To You, Blee Blop Blues, Another Night in Tunisia e la hit Ray's Rockhouse) oltre ad una introduzione in cui i quattro presentano il disco in una finta conferenza stampa.[29]

Note modifica

  1. ^ (EN) Note di copertina di The Very Best of The Manhattan Transfer, The Manhattan Transfer [booklet], Rhino Records, 8122-71560-2, 1994.
  2. ^ a b (EN) Vocalese, su Discography, Dal sito ufficiale dei Manhattan Transfer. URL consultato il 1º febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2009).
  3. ^ a b c d e f (EN) Chuck Miller, 5000 lights years from Birdland: The Manhattan Transfer, in Goldmine Magazine, 4-1999. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2010).
  4. ^ a b Sam Sutherland, Manhattan Transfer Gets Back to 'Vocalese' Basics, in Billboard, Nielsen Business Media, 12 ottobre 1985, p. 51-52. URL consultato il 3 febbraio 2010.
  5. ^ Sanford Josephson, Jazz Notes: Interviews Across the Generations, Santa Barbara, ABC-CLIO, 2009, pp. 139-140, ISBN 978-0-313-35700-8. URL consultato il 3 gennaio 2010.
  6. ^ a b The Manhattan Transfer, su The Contemporary Vocal Jazz Groups Pages, Primarily a Cappella, singers.com. URL consultato il 19 giugno 2010.
  7. ^ Goddard.
  8. ^ a b Benny Golson: Killer Joe (1960), su Music Reviews, Da Jazz.com, 2 novembre 2007. URL consultato il 31 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2010).
  9. ^ a b c Nelle note di copertina gli assoli originali sono attribuiti a Tab Smith e a Buck Clayton. La versione di Rambo presente nella maggior parte delle edizioni critiche delle registrazioni di Count Basie non comprende questi due musicisti. Si veda ad esempio The Count Basie Story [collegamento interrotto], su proper-records.co.uk, Proper Records. URL consultato il 31 gennaio 2010..
  10. ^ a b Note di copertina di 1985 – The Manhattan Transfer, Vocalese, LP, Atlantic Records 781266-1, Italia
  11. ^ (EN) Scott Yanow, The Swingers!, su allmusic.com, Allmusic Guide. URL consultato il 4 febbraio 2010.
  12. ^ (EN) Airegin (1957), su jazzstandards.com. URL consultato il 3 febbraio 2010.
  13. ^ (EN) Quincy Jones + Harry Arnold + Big Band = Jazz!, su allmusic.com, Allmusic Guide. URL consultato il 3 febbraio 2010.
  14. ^ a b (EN) Bobby McFerrin, su Grammy Award Winners Datatbase, Grammy.com, The Recording Academy. URL consultato il 1º febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2010).
  15. ^ (EN) Rockhouse (Part 1)/Rockhouse (Part 2), su Ray Charles Vinyl Singles Discography, The Ray Charles Foundation. URL consultato il 1º febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2012).
  16. ^ (EN) Ray Charles - Rockhouse Part 1 And 2, su discogs.com, Discogs. URL consultato il 1º febbraio 2010.
  17. ^ (EN) What'd I Say, su Ray Charles Albums – 1950s, The Ray Charles Foundation. URL consultato il 1º febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2010).
  18. ^ (EN) 8029 Ray Charles - What'd I Say, su Atlantic Records Catalog: 8000 series, Jazz Discography Project. URL consultato il 1º febbraio 2010.
  19. ^ (EN) Ron Wynn, The Best of Ray Charles, su allmusic.com, Allmusic Guide. URL consultato il 1º febbraio 2010.
  20. ^ (EN) Count Basie and His Orchestra: 1952, su allmusic.com, Allmusic Guide. URL consultato il 3 febbraio 2010.
  21. ^ Dizzy Gillespie: At Newport, su universalmusic.it, Universal Music Italia. URL consultato il 3 febbraio 2010.
  22. ^ Lee Morgan: I Remember Clifford, su Music Reviews, Da Jazz.com, 10 luglio 2009. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2009).
  23. ^ Benny Golson, su Brownie quotes, Brownie. URL consultato il 3 febbraio 2010.
  24. ^ (EN) I Remember Clifford (1957), su jazzstandards.com. URL consultato il 3 febbraio 2010.
  25. ^ (EN) Clifford Brown & Max Roach, su Grammy Hall of Fame Award, Gramy Award. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2010).
  26. ^ (EN) Jeff Sultanof, The Dozens: The Birth of the Cool, su jazz.com. URL consultato il 1º febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2008).
  27. ^ The Manhattan Transfer would like to tanks the musicians who contributed to the success of our album 'Vocalese' album, in Billboard, Nielsen Business Media, 8 febbraio 1986, p. 11. URL consultato il 12 ottobre 2010.
  28. ^ (EN) Manhattan Transfer, su Grammy Award Winners Datatbase, Grammy.com, The Recording Academy. URL consultato il 1º febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2010).
  29. ^ (EN) Vocalese, su Video, Dal sito ufficiale dei Manhattan Transfer. URL consultato il 1º febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2009).

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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