Volo Yeti Airlines 103

incidente aereo in Nepal nel 2008

Il volo Yeti Airlines 103 era un collegamento passeggeri di linea nazionale da Kathmandu a Lukla, in Nepal. L'8 ottobre 2008, un de Havilland Canada DHC-6 Twin Otter operante sulla rotta si schiantò durante l'avvicinamento all'aeroporto di Lukla, nel Nepal orientale. Solo una persona sopravvisse all'impatto.[1][2][3]

Volo Yeti Airlines 103
L'aereo coinvolto nell'incidente, fotografato nel 2007.
Tipo di eventoIncidente
Data8 ottobre 2008
TipoVolo controllato contro il suolo causato da pessime condizioni meteorologiche
LuogoAeroporto di Lukla
StatoBandiera del Nepal Nepal
Coordinate27°41′13″N 86°43′47″E / 27.686944°N 86.729722°E27.686944; 86.729722
Tipo di aeromobilede Havilland Canada DHC-6 Twin Otter
OperatoreYeti Airlines
Numero di registrazione9N-AFE
PartenzaAeroporto Internazionale Tribhuvan, Kathmandu, Nepal
DestinazioneAeroporto di Lukla, Lukla, Nepal
Occupanti19
Passeggeri16
Equipaggio3
Vittime18
Feriti1
Sopravvissuti1
Danni all'aeromobileDistrutto
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Nepal
Volo Yeti Airlines 103
Dati estratti da Aviation Safety Network
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L'aereo modifica

Il velivolo coinvolto nell'incidente era un de Havilland Canada DHC-6 Twin Otter gestito da Yeti Airlines. Volò per la prima volta nel 1980 e operò per Bristow Helicopters. Entrò in servizio in Nepal nel 1997, quando Lumbini Airways lo acquisì. Nel 1998 venne ceduto a Yeti Airlines. Nel 2006 subì un incidente minore quando collise con la recinzione perimetrale dell'aeroporto di Bajura durante l'atterraggio. Venne coinvolto in un altro incidente, quando uscì di pista all'aeroporto di Surkhet nel 2007.[4][5]

Passeggeri ed equipaggio modifica

Dodici passeggeri erano tedeschi e due australiani. L'unico sopravvissuto fu Surendra Kunwar, il comandante dell'aeromobile, che venne estratto dai detriti poco dopo l'incidente e fu portato a in ospedale a Kathmandu; in seguito soffrì di problemi psicologici e fu ricoverato in un ospedale psichiatrico.[6]

L'incidente modifica

L'aeroporto di Lukla è l'accesso principale alla regione del Monte Everest, in Nepal, ed è un atterraggio notoriamente difficile, con solo 460 metri di pista ripida e inclinata con soli 20 metri di larghezza e un ripido sentiero di accesso.[7]

A causa delle cattive condizioni meteorologiche e della fitta nebbia, il pilota perse il contatto visivo con la pista; tuttavia, decise di non interrompere l'avvicinamento, nonostante non ci fosse alcun sistema di atterraggio strumentale a Lukla. L'aereo arrivò troppo basso e troppo sulla sinistra; il carrello d'atterraggio collise contro la recinzione perimetrale dell'aeroporto e il velivolo impattò contro il suolo.[8]

Conseguenze modifica

Le norme di sicurezza all'aeroporto di Lukla vennero migliorate e gli atterraggi in caso di maltempo limitati. Venne collocata una targa vicino al luogo dell'incidente e la popolazione locale celebra la memoria delle vittime ogni anno l'8 ottobre.[6]

Note modifica

  1. ^ (EN) Harro Ranter, ASN Aircraft accident de Havilland Canada DHC-6 Twin Otter 300 9N-AFE Lukla-Tenzing-Hillary Airport (LUA), su aviation-safety.net. URL consultato il 26 maggio 2020.
  2. ^ (EN) Crash: Yeti Airlines DHC6 at Lukla, on Oct 8th 2008, crashed on runway, su avherald.com. URL consultato il 26 maggio 2020.
  3. ^ (EN) Tourists die in Nepal air crash, 8 ottobre 2008. URL consultato il 26 maggio 2020.
  4. ^ (EN) 9N-AFE | De Havilland Canada DHC-6-300 Twin Otter | Yeti Airlines | matias trachsel, su JetPhotos. URL consultato il 26 maggio 2020.
  5. ^ (EN) DHC-6_720, su twinotterarchive.com. URL consultato il 26 maggio 2020.
  6. ^ a b (DE) Tod von zwölf Deutschen: Der Horror-Crash von Lukla, su LVZ - Leipziger Volkszeitung. URL consultato il 26 maggio 2020.
  7. ^ (EN) AFP: Everest plane crash kills 18 tourists in Nepal, su web.archive.org, 11 ottobre 2008. URL consultato il 26 maggio 2020 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2008).
  8. ^ (EN) The Associated Press, Plane Crash Near Everest Kills 18, in The New York Times, 8 ottobre 2008. URL consultato il 26 maggio 2020.

Voci correlate modifica

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