Walter Tocci

politico italiano

Walter Tocci (Poggio Moiano, 26 settembre 1952) è un politico italiano; è stato vicesindaco di Roma nella giunta di Francesco Rutelli.

Walter Tocci

Vicesindaco di Roma
Durata mandato8 dicembre 1993 –
8 gennaio 2001
Vice diFrancesco Rutelli
Predecessorecarica creata
SuccessoreEnrico Gasbarra

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato15 marzo 2013 –
22 marzo 2018
LegislaturaXVII
Gruppo
parlamentare
Partito Democratico
CoalizioneItalia. Bene Comune
CircoscrizioneLazio
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato30 maggio 2001 –
15 marzo 2013
LegislaturaXIV, XV, XVI
Gruppo
parlamentare
XIV: L'Ulivo-DS
XV: L'Ulivo
XVI: Partito Democratico
CoalizioneXIV: L'Ulivo
XV: L'Unione
XVI: PD-IdV
CircoscrizioneLazio 1
CollegioXIV: Roma-Gianicolense
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico (dal 2007)
In precedenza:
PCI (Fino al 1991)
PDS (1991-1998)
DS (1998-2007)
Titolo di studioLauree in fisica e in filosofia
UniversitàUniversità degli Studi di Roma "La Sapienza"
ProfessioneRicercatore, sindacalista

Biografia modifica

Laureato in fisica e in filosofia, ha lavorato come ricercatore presso l'azienda di telecomunicazioni Selenia.

Ha iniziato giovanissimo l'impegno politico e sindacale, prima nei metalmeccanici della CISL e poi, a 29 anni, nel Partito Comunista Italiano come presidente dell'allora Quinta Circoscrizione di Roma dal 1981 al 1985.

È stato consigliere comunale a Roma dal 1985 al 1993, quando si dimise per assumere l'incarico di vicesindaco e assessore alla mobilità nella giunta di Francesco Rutelli che mantenne fino al 2001. In quegli anni ha impostato la strategia della "cura del ferro", avviando il potenziamento del trasporto pubblico nella Capitale[1].

Nel frattempo dopo la svolta della Bolognina aderì al Partito Democratico della Sinistra, e successivamente nel 1998 ai Democratici di Sinistra, di cui è divenuto responsabile dell'area università e ricerca, e infine al Partito Democratico. Alle elezioni del 2001 è entrato alla Camera dei deputati (XIV legislatura), dove è stato poi confermato alle elezioni del 2006 (XV) e del 2008 (XVI).

Alle elezioni del 2013 diventa senatore della Repubblica nella XVII legislatura, ha fatto parte della minoranza interna del PD e si è espresso anche in dissenso dal suo partito, in particolare votando contro la riforma costituzionale Renzi-Boschi[2] e non partecipando al voto di fiducia sulla nuova legge elettorale Rosatellum[3]. Per la regola del numero massimo di mandati parlamentari non è ricandidato alle elezioni politiche del 2018[4].

È stato direttore del Centro per la Riforma dello Stato.

Pubblicazioni modifica

Note modifica

  1. ^ La Corte dei Conti lo ha condannato nel 2005 e nel 2012 in appello per non aver posto in essere i meccanismi atti a verificare la regolarità e la proficuità della gestione (danno da risarcire 37296,04 €). Corte dei conti - Sezione II giurisdizionale centrale di Appello, su corteconti.it. URL consultato il 25 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  2. ^ Dichiarazione di voto contrario alla riforma Costituzionale di un senatore idem | Left, in Left, 14 ottobre 2015. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  3. ^ "Non parteciperemo al voto di fiducia sul Rosatellum". L'annuncio di cinque senatori "dissidenti" del Pd, in L’Huffington Post, 24 ottobre 2017. URL consultato il 24 ottobre 2017.
  4. ^ Gentiloni, Orfini, Boschi: a Roma il Pd schiera i big e cancella le minoranze, in Repubblica.it, 28 gennaio 2018. URL consultato il 28 gennaio 2018.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN81020620 · ISNI (EN0000 0003 8520 7491 · SBN LO1V134090 · LCCN (ENn94045639 · WorldCat Identities (ENlccn-n94045639