Xipe-Totec

dio azteco dell'agricoltura, dell'occidente, malattie, primavera, fabbri e delle stagioni.
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Xipe-Totec ("Nostro Signore lo Scorticato"), era una divinità mixteca, in origine chiamata semplicemente Xipe, assimilata poi alla mitologia azteca. Era una divinità che presiedeva alla rinascita, al passaggio dalla morte alla vita e viceversa, dio dell'agricoltura, dell'oriente, delle malattie, della primavera, dei fabbri e delle stagioni. Si tolse la pelle per dare nutrimento all'umanità, simboleggiando il seme del mais, che perde la scorza esterna per poter germogliare. Veniva raffigurato senza pelle, come un dio dorato, oppure con una seconda pelle umana.

Raffigurazione di Xipe Totec nel Codice Borgia

Il culto modifica

Il culto di questo dio fu adottato dagli Aztechi durante il regno di Axayacatl (1469–1481). Ogni anno, durante il Tlacaxipehualiztli, secondo mese rituale dell'anno azteco che cadeva all'equinozio di primavera, venivano fatti festeggiamenti in onore di Xipe Totec con sacrifici umani. Si costringevano schiavi e prigionieri a combattere in tornei chiamati Tlahuahuanaliztli. A quelli che perdevano il combattimento veniva tolto il cuore e rimossa la pelle, che, tinta di giallo (chiamata teocuitlaquemitl ovvero "abito d'oro") era poi indossata dai vincitori.[1]

Templi di Xipe Totec modifica

Gli orafi aztechi costruirono svariati templi dedicati a Xipe Totec, in particolare quello principale di Yopico. La prima iconografia del dio, invece, ci viene dal tempio a Xolalpan.[2]

Sembra che la Cattedrale di Città del Messico sorga sul tempio demolito di Xipe a Tenochtitlán.[senza fonte]

Si ritiene che il tempio emerso dagli scavi di Ndachjian, nella città di Tehuacán, fosse dedicato a questa divinità.[3]

Note modifica

  1. ^ Matos Moctezuma & Solis Olguín 2002, pp.422, 468. Smith 1996, 2003, p.252.
  2. ^ Cline, A., Xipe Totec: Xipe Totec, God of Sprouting Vegetation in Aztec Religion, Mythology, in About.com. URL consultato il 27 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2009).
  3. ^ I risultati della scoperta del tempio su La Repubblica

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