Le zampe vere e proprie dei ragni, dette anche zampe ambulatorie, sono quattro paia, articolate tutte sulle parti laterali del cefalotorace e sono atte in modo principale alla deambulazione. Si suddividono in sette distinti segmenti o articoli che, dal prossimale al distale, cioè dal punto d'innesto del cefalotorace all'artiglio terminale, sono così denominati: coxa, trocantere, femore, patella, tibia, metatarso, tarso che termina con l'artiglio[1].

In questo schema di ragno i segmenti o articoli che formano le zampe sono distinti da diversi colori:
coxa = grigio
trocantere = rosso
femore = verde
patella = blu
tibia = viola
metatarso = giallo
tarso = celeste

Locomozione modifica

Le zampe dei ragni all'interno sono cave e prive di muscoli flessori. I loro movimenti sono dovuti esclusivamente a variazioni della pressione idrostatica dell'emocele[1]: quando questa viene a mancare alla morte, il ragno assume la caratteristica posizione aggranchiata, con le zampe ripiegate verso il cefalotorace.

Funzioni delle zampe modifica

La principale funzione delle zampe dei ragni è quella ambulatoria. La funzione secondaria più importante è quella della costruzione della ragnatela: sono proprio le zampe, provviste sul margine superiore del metatarso del calamistro, a intrecciare e a costruire l'intricato disegno della tela. Inoltre hanno funzioni reptatorie, consentono cioè di afferrare e tenere ferme le prede mentre i cheliceri le azzannano. Infine vanno segnalate anche notevoli funzioni sensoriali: la classica disposizione del ragno al centro della ragnatela o in prossimità dei fili portanti della stessa consente, tramite le zampe, di avvertire prontamente qualsiasi piccolo urto sulla tela e da quale direzione provenga.

Notazione scientifica modifica

L'analisi delle zampe dei ragni è anche di notevole valore tassonomico nel distinguere le diverse specie nell'ambito di una famiglia. In particolare gli aracnologi hanno numerato le zampe ambulatorie, per distinguerle, a partire da quelle più vicine ai pedipalpi fino al paio nei pressi del pedicello. Inizialmente venivano adoperate le cifre romane per indicare le varie paia, I, II, III, IV; vari autori oggi la alternano con la notazione numerica normale, 1, 2, 3, 4.

La cosiddetta formula delle zampe, (in inglese leg formula), serve a porre le paia di zampe in ordine decrescente di lunghezza. A titolo di esempio, il ragno disegnato in alto ha per formula delle zampe 4132 (o IV,I,III,II); ciò significa che il 4º paio di zampe, quello più vicino al pedicello, è il più lungo e il 2º paio è il più corto.

Nell'ambito di esemplari della stessa specie la formula delle zampe rimane la stessa a meno di malformazioni, possono variare leggermente solo le proporzioni fra le varie zampe. Alcuni aracnologi con una formula particolare tengono anche conto del numero e della disposizione dei processi spinali presenti nei vari segmenti delle zampe.

Ragni di dimensioni cospicue consentono misure precise dei vari segmenti e la compilazione di tabelle riassuntive delle varie dimensioni. A titolo di esempio vengono qui riportate le misure delle zampe del ragno Citharacanthus meermani, della famiglia Theraphosidae[2].

Segmento I II III IV Ped
Coxa 6,8[3] 6,1 5,5 5,7 4,1
Trocantere 2,5 2,5 2,4 2,5 2,3
Femore 14,3 13,2 11,3 15,4 9,0
Patella 7,3 6,5 5,7 6,7 4,9
Tibia 12,5 10,9 10,1 13,1 7,5
Metatarso 10,5 10,9 11,7 17,2
Tarso 8,5 7,4 7,4 8,2 2,3
Totale 62,4 57,5 54,1 68,8 30,1

Differenze con le zampe degli insetti modifica

Le zampe dei ragni differiscono da quelle degli insetti nell'avere due segmenti in più su entrambi i lati della tibia, cioè la patella posta fra il femore e la tibia e il metatarso, a volte chiamato anche basitarso, situato fra la tibia e il tarso che può prendere anche il nome di telotarso, fino ad avere un totale di sette distinti segmenti.

Note modifica

  1. ^ a b Ruppert, Fox & Barnes, Zoologia degli invertebrati, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 621.
  2. ^ A new species of tarantula spider. (Araneae, Mygalomorphae, Theraphosidae) from the Cayo District of Belize
  3. ^ Le misure qui descritte sono in millimetri.

Bibliografia modifica

  • Edward E.Ruppert, Richard S. Fox & Robert D. Barnes. 2007. Zoologia degli invertebrati, quarta edizione italiana condotta sulla settima edizione americana, Piccin Nuova Libraria, Padova.

Collegamenti esterni modifica

  Portale Artropodi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di artropodi