Zero Divide

videogioco del 1995

Zero Divide (ゼロ・ディバイド?) è un videogioco per PlayStation prodotto nel 1995. È stato nuovamente pubblicato per PlayStation Portable e PlayStation 3 nel 2010, ma esclusivamente in Giappone.

Zero Divide
videogioco
Titolo originaleゼロ・ディバイド
PiattaformaPlayStation, PlayStation 3, PlayStation Portable, Microsoft Windows
Data di pubblicazionePlayStation:
Giappone 25 agosto 1995
9 settembre 1995
Zona PAL febbraio 1996

Microsoft Windows:
Giappone 1996
1998
PlayStation 3 e PlayStation Portable:
Giappone 14 aprile 2010

GenerePicchiaduro
TemaFantascienza
OrigineGiappone
SviluppoZoom Inc., Zoom Inc. (Zoom Inc.)
PubblicazioneZoom Inc. (PS/PS3/PSP, Giappone), Time Warner Interactive (PS, Stati Uniti), Ocean Software (PS, Europa), Interplay Value Products Division (PC, Stati Uniti), GAMEBANK Corp. (PC, Giappone), CyberFront Corporation (PC, Giappone)
MusicheHideyuki Shimono, Akihito Ohkawa
Modalità di giocoGiocatore singolo, Multiplayer
Periferiche di inputGamepad
SupportoCD-ROM
Fascia di etàESRBT
Seguito daZero Divide 2

Modalità di gioco modifica

Pur presentando un gameplay simile a Virtua Fighter, in quanto il gioco è uscito sull'onda della sua uscita, Zero Divide possiede delle caratteristiche differenti: ad esempio, ogni personaggio presenta diverse parti del corpo, che possono prendere danni maggiori mano a mano che subiscono danni a loro volta. Inoltre, i personaggi possono anche aggrapparsi ai confini del ring, prevenendo così un Ring Out.

Il gioco presenta anche il minigioco Phalanx.

Personaggi giocabili modifica

Ogni due dei primi otto personaggi nell'elenco, tutti dotati di una propria volontà, sono programmati da una delle quattro menti della XTAL TOWER: Alex, Leonard, Thor e il loro capo Exe.

  • Zero: programmato da Alex, possiede un aspetto molto umanoide e delle prestazioni di base, con uno stile di combattimento di arti marziali miste tra wrestling professionale e pugilato.
  • Tau: programmato da Thor, assomiglia a uno scorpione gigante, ed eccelle negli attacchi che gli fanno usufruire la sua enorme coda e corpo.
  • Wild 3: programmato da Exe, è il programma di aggressione dell'esercito umano, in quanto vestito con colori mimetici e attacca sparando e colpendo con un'enorme arma.
  • Io: programmata da Alex, è un robot femminile che combatte come se fosse un gatto, dotato di un robot agile e leggero.
  • Eos: programmato da Leonardo, combatte nello stile judo misto a karate.
  • Cygnus: programmato da Leonard, è stato costruito modello ninja, e combatte con una spada.
  • Draco: programmato da Thor, è un robot effettivamente simile a un drago, in quanto attacca con la sua lunga coda e sputando fiamme dal lungo raggio.
  • Nereid: programmato da Thor, presenta un enorme trapano al centro del busto, quattro braccia che si estendono dalle spalle e una bocca costantemente sbavante, ma è invero estremamente agile e veloce.
  • Zulu: il midboss del gioco, appare come protettore di Xtal. Ha un aspetto umanoide, e combatte con uno stile di lotta simile a Io, Eos, Cygnus e Zero.
  • Xtal: boss finale e capo della XTAL Tower, è un enorme cervello senziente, che combatte con i suoi artigli. Come tutti i boss che si rispettino, il suo potere offensivo è quasi doppio rispetto agli altri personaggi, favorito anche da un ampio raggio d'attacco.
  • Neco: mascotte della Zoom, vanta effettivamente l'aspetto di un gatto, ed è il boss finale alternativo se si gioca nei panni di Xtal.

Accoglienza modifica

Valutazioni professionali
Testata Versione Giudizio
AllGame PS      [1]
CVG PS 91%[2]
EGM PS 29/40[3]
Famitsū PS 29/40[4]
Game Informer PS 8.25/10[5]
GameFun PS 282/300[6]
Maximum PS      [7]
Next Generation PS      [8][9]

La critica ha lodato la versione PlayStation per la grafica,[7][10] la musica techno,[2] la varietà dei personaggi nell'aspetto,[3][7][8] il gameplay solido,[2][5][11] e le nuove meccaniche di gioco rispetto a Virtua Fighter,[3][7][8][10][11] ma anche criticato la difficoltà nell'eseguire le mosse speciali[3][10] e la potenza eccessiva di vari avversari,[7][10] oltre che a notare varie similitudini con la serie di Virtua Fighter in termini di gameplay.[2][5][10][11]

GameFan lo ha considerato "uno dei migliori picchiaduro 3D di tutti i tempi".[11] La rivista Next Generation ha notato che, nonostante l'innovazione degli androidi come personaggi giocabili, sono fin troppo bizzarri, e possiedono un set di mosse generico.[8][9] Game Informer ha dichiarato: "ha tutto quello che vi aspettereste da un picchiaduro di prossima generazione: tanta azione, lottatori poligonali rapidi e soprattutto meccaniche di gioco solide."[5] Computer and Video Games lo ha dichiarato "in certi versi anche migliore" del Virtua Fighter originale, con una "competizione seria" contro Tekken.[2] GamePro ha concluso: "nonostante manchi delle solide fondamenta che lo renderebbero un grande picchiaduro, Zero Divide non manca certo in grandezza."[10] I quattro recensori di Electronic Gaming Monthly lo hanno votato 29 su 40 (in media 7.25 su 10).[3] Maximum lo ha votato con tre stelle su cinque.[7]

Note modifica

  1. ^ Zero Divide - Review - allgame, su allgame.com. URL consultato il 2 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2014).
  2. ^ a b c d e Computer and Video Games - Issue 171 (1996-02)(EMAP Images)(GB), su archive.org, febbraio 1996.
  3. ^ a b c d e Review Crew: Zero Divide, in Electronic Gaming Monthly, n. 80, Ziff Davis, marzo 1996, p. 29.
  4. ^ (JA) Zero Divide (ゼロ・ディバイド), su Famitsu.
  5. ^ a b c d Review: Zero Divide, su gameinformer.com. URL consultato il 2 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 1997).
  6. ^ GameFan, vol. 4, n. 2, febbraio 1996, p. 17.
  7. ^ a b c d e f Maximum Reviews: Zero Divide, in Maximum: The Video Game Magazine, n. 5, Emap International Limited, aprile 1996, p. 156.
  8. ^ a b c d Dehumanizing, in Next Generation, n. 12, Imagine Media, dicembre 1995, p. 177.
  9. ^ a b Finals, in Next Generation, n. 14, Imagine Media, febbraio 1996, p. 157.
  10. ^ a b c d e f Scary Larry, ProReview: Zero Divide, in GamePro, n. 89, IDG, febbraio 1996, p. 50.
  11. ^ a b c d GameFan, vol. 3, n. 11, novembre 1995, p. 23.

Collegamenti esterni modifica

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