Agostino Albergotti

vescovo cattolico italiano (1755-1825)

Agostino Albergotti (Arezzo, 27 novembre 1755Arezzo, 6 maggio 1825) è stato un vescovo cattolico italiano.

Agostino Albergotti
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Arezzo (1802-1825)
 
Nato27 novembre 1755 ad Arezzo
Ordinato presbitero10 agosto 1779
Nominato vescovo20 settembre 1802 da papa Pio VII
Consacrato vescovo21 settembre 1802 dal cardinale Francisco Antonio de Lorenzana y Butrón
Deceduto6 maggio 1825 (69 anni) ad Arezzo
 

Biografia

modifica

Membro cadetto della nobile famiglia aretina degli Albergotti, del ramo dei marchesi di Polino, studiò prima presso i gesuiti ad Arezzo e a Prato, poi nel collegio di Urbino diretto dai padri scolopi. Nel 1779 si laureò a Pisa in diritto civile e canonico e il 10 agosto di quell'anno fu ordinato sacerdote. Proseguì i propri studi teologici a Roma, entrando in rapporti con importanti figure della Curia romana, tra cui i cardinali Leonardo Antonelli e Giacinto Sigismondo Gerdil. Nel 1788 fu nominato vicario generale dell'arcidiocesi di Firenze da monsignor Antonio Martini, seguendo in particolare la pastorale ordinaria e pubblicando numerosi scritti.[1]

Nominato vescovo di Arezzo da papa Pio VII il 20 settembre 1802, fu consacrato il giorno seguente dal cardinale Francisco Antonio de Lorenzana y Butrón, già arcivescovo di Toledo, coconsacranti gli arcivescovi Francesco Maria Fenzi, arcivescovo di Corfù, e Benedetto Sinibaldi.

Il vescovo Agostino si dedicò ad un'intensa attività pastorale e fu particolarmente attento alla formazione del clero, istituendo il Collegio piano per l'avviamento al sacerdozio di giovani bisognosi, cui destinò un cospicuo capitale; riformò gli studi e l'organizzazione dei seminari di Arezzo e di Castiglion Fiorentino. Nel 1803 accolse ad Arezzo i padri passionisti, affidando loro la predicazione nelle chiese e l'organizzazione dei ritiri e degli esercizi spirituali per i sacerdoti.[1]

Contrario alla politica religiosa filo-giansenista del granduca Pietro Leopoldo e del vescovo Scipione de' Ricci, antileopoldino e poi antifrancese, l'Albergotti ebbe sempre difficili rapporti con le autorità governative della sua epoca e fu particolarmente insofferente ad ogni ingerenza statale nel ministero ecclesiastico.[1]

  • De vita et cultu S. Donati, Arezzo, 1782.
  • Commentario storico morale sugli atti di S. Donato, Lucca, 1785.
  • La via della santità mostrata da Gesù al cristiano nello spirito e nella pratica della vera devozione al suo Santissimo ed amorosissimo Cuore, Lucca, 1795.
  • Il culto di Maria Santissima illustrato, difeso e promosso nella sposizione storica degli avvenimenti successi in Arezzo dal mese di febbraio del 1796 fino a tutto il mese di febbraio del 1800, Lucca, 1800, 2 volumi.
  • Gesù penante, 1802.
  • Guida all'amorosa e unitiva cognizione di Dio e di Gesù Cristo, Siena, 1819.

Archivio

modifica

L'archivio della famiglia Albergotti è stato acquistato dal Ministero per i beni e le attività culturali e destinato all'Archivio di Stato di Arezzo nel 1997; altre due unità appartenenti al fondo sono state acquistate nel 2000. Contiene documenti del vescovo datati fra la seconda metà del XIX secolo e il primo quarto del XX secolo, relativi prevalentemente alla sua amministrazione personale, all'attività pastorale, alla gestione della mensa vescovile e alla conduzione del Collegio Piano.[2]

Genealogia episcopale

modifica

La genealogia episcopale è:

Bibliografia

modifica

Collegamenti esterni

modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN240330400 · ISNI (EN0000 0003 8577 2116 · SBN RAVV075447 · BAV 495/90207 · GND (DE1201845963 · BNF (FRcb178077918 (data)