Nella mitologia greca, Argira era il nome di una delle ninfe del Parnasso.

Il mito modifica

Argira all'inizio si innamorò di Seleno (o Selemno), un giovane pastore, che subito ricambiò l'amore per lei. Dopo diverso tempo la ninfa si stancò dell'uomo e non lo volle più come amante.

Devastato dall'idea di perderla, l'uomo morì in preda ad un forte dolore. La dea Afrodite ebbe pietà di lui e lo trasformò in un fiume, così le sue acque potevano mischiarsi a quelle della fonte Argira[1]. Ma nonostante la trasformazione, egli continuava a patire le pene d'amore, allora Afrodite gli concesse di dimenticare tutti i suoi dolori. Per questa ragione, gli uomini e le donne che si bagnano alle rive del Selenno scordano le loro pene amorose[2].

Pareri secondari modifica

Secondo altri miti Argira fu sposa del pastore, e amava Seleno fino alla sua morte e solo dopo la fine della sua vita fu trasformato in fiume. Fu invece Seleno che con il passare del tempo non nutriva più passione per Argira.

Interpretazione e significato modifica

La leggenda di Argira ricorda molto quella di Aretusa ed Alfeo[1].

In entrambi I racconti si narra che bevendo l'acqua del fiume creato dal pastore si dimenticasse l'amore che si provava o ci si abbandonava all'oblio.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Pausania, Periegesi della Grecia, Libro VII, 23,1-3

Voci correlate modifica

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