La cucina dello Zambia include i cibi e le pratiche culinarie dello Zambia. La cucina del Paese è largamente incentrata sull'ugali (chiamato anche nsima o nshima),[1] cibo preparato con purè di mais bianco. Esso fa parte di quasi tutti i pasti consumati nello Zambia. Oltre all'ugali, la cucina zambiana include vari tipi di stufato, di verdure cotte e svariati tipi di birra. Vengono spesso consumati anche insetti e pesce essiccato.[1]

Nshima con carne di manzo (Proteas Hotel, Chingola, Zambia)

Cibi modifica

L'alimento dominante nello Zambia è il mais.[2] Il già citato ugali, o nshima, è in genere servito con dei condimenti, stufato di carne e verdure e viene consumato con le mani (preferibilmente la mano destra).[3] Lo nshima viene mangiato comunemente sia a pranzo, sia a cena; esso viene preparato sia nelle case, sia nei ristoranti, sia dai venditori di cibo da strada.[4] Tradizionalmente, la preparazione dello nshima è un lungo processo che richiede l'essiccazione del mais, la fuoriuscita dei noccioli dai chicchi del mais, la loro tostatura e, infine, la loro cottura.[5] L'accompagnamento dello nshima è spesso molto semplice e può constare di foglie di zucca o di un particolare condimento chiamato chibwabwa.[4] Il contorno allo nshima può anche essere chiamato katapa, kalembula e tente;[6] il contorno realizzato con verdure a foglia verde è anche chiamato delele ed è molto diffuso anche nella cucina mozambicana.[6] Esiste uno specifico accompagnamento (usato soprattutto per i piatti a base di verdure e di funghi), chiamato chidulo e costituito da foglie secche di banana e da gambi di mais che vengono tesi e a cui viene aggiunta dell'acqua; il prodotto così ottenuto ha un sapore che ricorda quello dell'aceto. Alla salsa chidulo può essere aggiunta una polvere chiamata Kutendela, prodotta a partire dalle arachidi crude.[6]

L'ifisashi è un altro cibo piuttosto comune nello Zambia;[7] si tratta di uno stufato a base di verdure a foglia verde e di arachidi che viene spesso servito insieme allo nshima.[7] Accanto a questa versione base, vegetariana, dell'ifisashi, può essere aggiunta della carne cotta.[8] Anche il samp, costituito da semi di mais opportunamente lavorati e tritati, è un piatto consumato piuttosto spesso nello Zambia.[9]

La kapenta, nome dato ad una piccola sardina originaria del lago Tanganyika, è stata recentemente introdotta nei laghi dello Zambia[10] ed è uno dei cibi più frequentemente consumati (a volte dopo essiccazione e successiva cottura, altre volte con cottura diretta).[10] Anche i ventrigli sono un alimento piuttosto popolare nel Paese.[11] Piuttosto diffuso è anche il consumo di animali invertebrati, in particolare le cimici[12] o il cosiddetto verme mopani.[13]

Bevande alcoliche modifica

Nello Zambia, la birra tradizionale è a base di mais.[14] Un tempo, ogni abitante del villaggio preparava il proprio recipiente per la birra che veniva poi messo a disposizione degli altri abitanti del villaggio.[15] La birra a base di mais è commercializzata a Lusaka sotto forma di due brand in particolare: Chibuku, Shake-Shake, Mosi e Rhino.[16] Il primo festival nazionale della birra ha avuto luogo il 25 settembre 2009 al Barclays Sports Complex di Lusaka.[17]

Storia modifica

L'uso del mais per preparare lo nshima è da datare alla seconda metà del XX secolo.[18] Le tribù bantu del popolo Bemba, che vive in quello che oggi è il territorio dello Zambia, tradizionalmente si cibavano degli alimenti che avevano a disposizione a seconda delle condizioni meteo-climatiche.[19] I pasti delle popolazioni Bemba includevano una sorta di porridge pastoso a base di una semola di miglio chiamata ubwali; a questo piatto faceva spesso da contorno il cosiddetto umunani,[20] in genere uno stufato a base di verdure, pesce, carne e talvolta insetti. L'ubwali veniva consumato in quasi ogni pasto,[21] in genere con un solo tipo di contorno alla volta;[22] l'umunani era cotto con sale e, talvolta, con un particolare tipo di legumi della famiglia Fabaceae.[22]

Le tribù Bemba generalmente non consumavano cibo crudo;[23] il sapore dei loro piatti era in genere delicato e solo occasionalmente risultava speziato o acido.[24] La birra costituiva una bevanda di aggregazione sociale per i Bemba ed era prodotta soprattutto durante i periodi di siccità e di conseguente carestia.[25][26]

I Chewa, gruppo etnico della zona presente massicciamente anche in Malawi, sono soliti consumare un porridge simile all'ubwali ma chiamato nsima (la quale è una delle tante denominazioni del piatto principe dell'Africa orientale, ovvero l'ugali). Il popolo dei Tonga, presente in Zambia e Zimbabwe, per tradizione si ciba frequentemente di insetti cotti e spesso essiccati.[27]

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Mazuba Kapambwe, 9 Traditional Foods You Must Eat While You're in Zambia., su Culture Trip, 5 settembre 2018. URL consultato il 24 maggio 2020.
  2. ^ (EN) Funk & Wagnalls New World Encyclopedia, Chicago, World Book Inc., 2017.
  3. ^ Else, p. 50.
  4. ^ a b Else, p. 93.
  5. ^ (EN) Amy Gough, The Chewa, su peoplesoftheworld.org, The Peoples of The World Foundation, 2004. URL consultato il 18 febbraio 2018.
  6. ^ a b c (EN) Mwizenge S. Tembo, Nshima and Ndiwo: Zambian Staple Food, su Hunger For Culture. URL consultato il 18 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2017).
  7. ^ a b (EN) Ifisashi, su The Congo Cookbook (archiviato il 6 agosto 2017).
  8. ^ (EN) Lois Sinaiko Webb et al., The Multicultural Cookbook for Students, 2nd Edition, Santa Barbara, California, 2009, ISBN 9780313375590.
  9. ^ (EN) Zambian Maize Staple Food, su Zambia Advisor. URL consultato il 18 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2017).
  10. ^ a b Nyakupfuka, p. 69.
  11. ^ Nyakupfuka, p. 120.
  12. ^ Nyakupfuka, p. 73.
  13. ^ Nyakupfuka, p. 33.
  14. ^ Else, p. 94.
  15. ^ Else, p. 94-95.
  16. ^ (EN) Zambian Breweries PLC, su ZambiaYP. URL consultato il 24 maggio 2020.
  17. ^ (EN) The First Zambia Beer Festival, su Zambia Advisor. URL consultato il 18 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2017).
  18. ^ McCann, p. 139.
  19. ^ McCann, p. 18.
  20. ^ Richards, p. 46.
  21. ^ Richards, p. 47.
  22. ^ a b Richards, p. 49.
  23. ^ Richards, p. 53.
  24. ^ Richards, p. 54-55.
  25. ^ Richards, p. 78.
  26. ^ Richards, p. 79-80.
  27. ^ (EN) Elliot Siamonga, Nutritious insects among the BaTonga, su Celebrating Being Zimbabwean, 24 agosto 2017. URL consultato il 18 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2018).

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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