David Puttnam

produttore cinematografico britannico

Lord David Terence Puttnam, I barone Puttnam (Londra, 25 febbraio 1941), è un produttore cinematografico britannico.

Lord David Puttnam

Lord temporale della Camera dei Lord
In carica
Inizio mandato27 ottobre 1997

Dati generali
Partito politicoPartito Laburista
Lord David Puttnam
Barone Puttnam
Stemma
Stemma
Investitura30 ottobre 1997
Predecessorenessuno
Nome completoDavid Terence Puttnam
TrattamentoThe Right Honourable
OnorificenzeCBE
Knight Bachelor
NascitaLondra, 25 febbraio 1941
MottoServio ut vivam

Ha prodotto numerosi film importanti per l'industria cinematografica britannica tra la seconda metà degli anni settanta e la prima metà degli anni ottanta, come Piccoli gangsters (1976), I duellanti (1977), Fuga di mezzanotte (1978), Momenti di gloria (1981), con il quale ha vinto l'Oscar, Urla del silenzio (1984) e Mission (1986).[1][2]

Lo stesso anno è diventato presidente e CEO della Columbia Pictures, il primo non statunitense a ricoprire queste cariche per una major; il suo mandato, durato appena 13 mesi, è stato caratterizzato soprattutto da una politica produttiva in netta controtendenza a quella di Hollywood (Puttnam si schierò contro i salari da lui definiti "esorbitanti" concessi a star e registi, cercando inoltre di allontanare lo studio dai blockbuster e avvicinarlo al cinema d'autore europeo del periodo) e da risultati alterni.[1][2][3][4][5]

Tornato nel Regno Unito e conclusa la sua carriera, si è dedicato alla politica ed è stato il consigliere del poi Primo Ministro Tony Blair,[1][5] anche se se n'è distaccato in seguito alla guerra in Iraq.[6] Nel 1997 ha ricevuto il titolo nobiliare di Barone di Queensgate e la parìa a vita per il Partito Laburista.[5]

Filmografia

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Produttore

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Nonostante sia stato allontanato prima ancora che la quasi totalità di questi fossero distribuiti,[4] Puttnam ha dato semaforo verde allo sviluppo o all'acquisizione di diversi nuovi film durante la sua presidenza alla Columbia Pictures (1986-1987), tra cui quelli elencati di seguito in ordine alfabetico:[7][8]

Ha anche approvato la produzione di film il cui sviluppo aveva ereditato dalla gestione precedente:[8]

Riconoscimenti

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Lord Puttnam presso l'Università di Sunderland, di cui è stato rettore dal 1997 al 2007, data in cui è subentrato a Betty Boothroyd in qualità di rettore della Open University.[9][10]

Onorificenze

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«Per i servigi resi all'industria cinematografica.»
— 30 dicembre 1994[11]
  1. ^ a b c (EN) Peter Bart, The rise and demise of David the Didactic, in Variety, 23 giugno 1997.
  2. ^ a b (EN) Kim Masters, Kim Masters Reveals How the Notorious Firing of Columbia CEO David Puttnam Launched Her Own Career, in The Hollywood Reporter, 27 giugno 2016.
  3. ^ (EN) Stephen Prince, A New Pot of Gold: Hollywood Under the Electronic Rainbow, 1980-1989, Berkeley, University of California Press, 2000, pp. 54-58, ISBN 0-520-23266-6.
  4. ^ a b (EN) Aljean Harmetz, In Re: Columbia Pictures And Puttnam's Orphans, in The New York Times, 2 febbraio 1989, p. 17.
  5. ^ a b c (EN) Mel Gussow, AT LUNCH WITH: DAVID PUTTNAM; A Political Lesson Proves Apt for Film, Too, in The New York Times, 5 gennaio 1999, p. E1.
  6. ^ (EN) Lord Puttnam: "I have fired a lot of people in my life. I thought they weren't delivering", su campaignlive.co.uk, 3 luglio 2015.
  7. ^ (EN) Alexander Walker, Icons in the Fire: The Rise and Fall of Practically Everyone in the British Film Industry, 1984–2000, Londra, Orion Books, 2005, pp. 60-62, ISBN 9780752864846.
  8. ^ a b (EN) Bernard F. Dick, Columbia Pictures: Portrait of a Studio, Lexington, University Press of Kentucky, 2014, pp. 48 e 63, ISBN 9780813149615.
  9. ^ (EN) Dean Hale, Lord Puttnam to step down as Chancellor, su ablogus.sunderland.ac.uk, Università di Sunderland, 2 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2008).
  10. ^ (EN) Lord Puttnam is appointed Chancellor of The Open University, su open.ac.uk, Open University, 3 ottobre 2006.
  11. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 53893, 30 dicembre 1994, p. 2.
  12. ^ (EN) The London Gazette (PDF), n. 49212, 30 dicembre 1982, p. 9.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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