Federico Crema

medico, patriota risorgimentale e politico italiano

Federico Crema (Concordia sulla Secchia, 1814Roma, 20 dicembre 1884) è stato un medico, patriota e politico italiano.

Federico Crema

Deputato del Regno di Sardegna
Durata mandato2 aprile 1860 –
17 dicembre 1860
LegislaturaVII
CollegioConcordia
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studiolaurea in medicina
UniversitàUniversità di Montpellier
Professionemedico chirurgo

Biografia

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Figlio del sindaco di Concordia Sigismondo Crema, all'età di 16 anni partecipò ai moti del 1830-1831 nella battaglia di Novi, attaccando i Dragoni estensi e il Duca di Modena che stava rientrando a Modena. Dopo la ritirata, insieme ai fratelli Gaetano e Luigi, seguì il generale Carlo Zucchi fino al porto di Ancona, imbarcandosi poi per la Francia. Nel 1836 si laureò in medicina e chirurgia presso l'università di Montpellier.[1]

Ritornò a Concordia nel 1848, prendendo parte alla battaglia di Custoza nella prima guerra d'indipendenza[2] e promuovendo l'unione del Ducato di Modena al Regno di Sardegna.[1]

Il 20 agosto 1859 viene eletto nel collegio di Concordia, insieme al fratello Luigi, alle elezioni per i rappresentanti del popolo all'Assemblea Nazionale delle provincie modenesi, dove venne decretato che "Francesco V d'Austria-Este è decaduto dalla sovranità degli stati modenesi", oltre all'annessione delle province modenesi al "Regno monarchico costituzionale della gloriosa casa di Savoia sotto lo scettro del magnanimo Re Vittorio Emanuele II".[1] Successivamente al Plebiscito delle provincie dell'Emilia dell'11-12 marzo 1860, il 24 marzo venne eletto per la VII legislatura del Regno di Sardegna nel collegio elettorale di Concordia (provincia di Modena)[3], dopo il ballottaggio con l'altro candidato Geminiano Grimelli.[4]

  1. ^ a b c Personaggi e curiosità, su ProLoco Concordia sulla Secchia. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  2. ^ Giorgio Dell'Arti, 1884, in La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2017).
  3. ^ Gli archivi dei governi provvisori e straordinari 1859-1861 (PDF), Roma, 1961, p. 294.
  4. ^ Tornata del 9 aprile 1860 (PDF), p. 71.

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