Hassan bin Talal

politico giordano

Hassan bin Talal (in arabo الحسن بن طلال; Amman, 20 marzo 1947) è un principe giordano.

Hassan bin Talal
Il principe Hassan nel 2004
Principe ereditario di Giordania
Stemma
Stemma
In carica1⁰ aprile 1965 –
24 gennaio 1999
(33 anni e 298 giorni)
PredecessoreAbd Allah
SuccessoreAbd Allah
Nome completoarabo: الحسن بن طلال
TrattamentoSua Altezza Reale
Altri titoliPrincipe di Giordania
NascitaAmman, Giordania, 20 marzo 1947 (77 anni)
DinastiaHashim
PadreTalal di Giordania
MadreZein al-Sharaf Talal
ConsorteSarvath Ikramullah
FigliRahma
Sumaya
Badiya
Rashid
ReligioneSunnismo

Ha ricoperto la carica di principe ereditario dal 1965 al 1999, periodo in cui è stato il più fidato consigliere, e a volte sostituto, del fratello Husayn.[1] Attivo in questioni umanitarie, è particolarmente impegnato nel dialogo interreligioso,[2] con specifico riguardo alle tre religioni abramitiche.[3] Attualmente occupa la ventesima posizione nella linea di successione.

Biografia

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Istruzione e matrimonio

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Il principe Hassan con la sorella, la principessa Basma, nel 1952

Il principe Hassan è nato il 20 marzo 1947, quarto figlio di Talal e di Zein al-Sharaf.[1] Ha svolto i suoi primi studi ad Amman per lo più privatamente, per poi entrare nella scuola preparatoria inglese Summer Fields.[1] Nel 1963 passò alla Harrow School, dove alloggiò nella Park House, e in seguito studiò al Christ Church College di Oxford, dove si laureò con un Bachelor of Arts Honours in Studi Orientali[1] nel 1967.[4] In seguito ottenne un Master of Arts[1] in scienze orientali.[5]

Oltre all'arabo, è in grado di parlare fluentemente in inglese e francese.[6] Ha delle conoscenze di tedesco, spagnolo, turco e ha studiato l'ebraico biblico nel periodo universitario.[6] Il 28 agosto 1968 a Karachi, in Pakistan,[7] sposò Sarvath Ikramullah, figlia di Mohammed Ikramullah e di Shaista Suhrawardy.[4]

Principe ereditario

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Nel 1965, in un clima di incertezza politica,[8] fu dichiarato principe ereditario dal fratello Husayn,[5] che lasciò intendere come motivo della nomina la minore età dei propri figli.[9] In veste di erede al trono operò in molteplici ambiti di rilevanza nazionale, in particolare nella riforma educativa e nello sviluppo economico.[5] In linea con questi obiettivi, fondò in Giordania la Royal Society of Sciences nel 1971 e l'High Council for Science and Technology nel 1987.[5]

 
Re Husayn e il principe Hassan, 1960

Tra le altre attività svolte in questo ruolo vi furono la rappresentanza del suo Paese di fronte a capi di Stato e di Governo e l'esercizio della reggenza del Regno nei periodi in cui il fratello era fuori dalla Giordania, per viaggi di Stato o soggiorni all'estero.[5] Uno dei primi incarichi svolti in tale funzione avvenne nel 1967, quando, al posto del sovrano, presiedette l'apertura del Parlamento.[10] Nel 1994 partecipò ai negoziati di pace tra Giordania e Israele.[11]

Nel 1992 al re Husayn fu diagnosticato un cancro e nel 1998, mentre era negli Stati Uniti d'America per ricevere trattamenti medici,[12] Hassan fu nominato suo vice per decreto reale,[2] senza però le facoltà di fare dichiarazioni di guerra, firmare trattati o destituire il Governo e il Parlamento.[9] Al ritorno del fratello dopo sei mesi di cure, verso la fine dell'anno, Hassan venne accusato di aver abusato del potere concessogli nella gestione degli affari interni.[12] Inaspettatamente, il 24 gennaio 1999, il re trasferì il suo titolo di principe ereditario al figlio Abd Allah.[12]

 
Il principe ereditario Hassan in vista di Stato nei Paesi Bassi, 1977

Dopo due settimane re Husayn morì[12] e Hassan, congratulatosi con il nipote in occasione della sua ascesa al trono,[13] venne allontanato ancor di più dall'ambiente politico.[1]

Attività

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In Giordania ha guidato i comitati dei piani di sviluppo 1973-1975, 1976-1980, 1981-1985 e 1986-1990.[10]

Ha fondato la Conferenza Bilad Al-Sham (1978), che si tiene con cadenza annuale, la Fondazione Al Al-Bait (1980), l'Accademia Scientifica Islamica, le Conferenze Triennali sulla Storia e l'Archeologia della Giordania, l'Agenzia per l'Aiuto e il Soccorso Hashemita, il Centro per lo Sviluppo Educativo, l'Istituto per la Diplomazia, l'Università Al al-Bait di Mafraq,[10] il West Asia-North Africa Institute (2009)[14] e il Centro di Sicurezza Regionale della Giordania.[11]

A sostegno del mondo giovanile ha fondato nel 1982 il Forum Humanum (dal 1988 Arab Youth Forum) e nel 1984 il Crown Prince Award (dal 1999 El Hassan Youth Award).[10]

 
Il principe Hassan nel 2006 a una sessione del Consiglio nordico

Nel 1981, alla 36ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, propose l'istituzione del Nuovo Ordine Umanitario Internazionale[10] (adottato nel 2005 al summit mondiale delle Nazioni Unite), il cui scopo era rivendicare la responsabilità del Consiglio di sicurezza di difendere le popolazioni vulnerabili.[15] Inoltre, la sua proposta portò il Segretario generale Kurt Waldheim a chiedergli di co-presiedere la Commissione Indipendente sulle Questioni Umanitarie Internazionali (ICIHI), nel 1983.[16]

Nel 1999 venne eletto presidente della Commissione Consultiva Politica dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI),[17] carica che ricoprì fino al 2002.[14] Nel 2000, agli Stati membri dell'OMPI, presentò la Dichiarazione Mondiale sulla Proprietà Intellettuale, sottolineando strategie per migliorare la cooperazione globale nello sviluppo della proprietà intellettuale e l'importanza storica di quest'ultima per il progresso sociale.[18]

Nel novembre 1999 divenne presidente del CdA del Centro per gli Studi sulla Pace e la Risoluzione dei Conflitti dell'Università dell'Oklahoma.[10] Dal 1999 al 2007 è stato presidente del Club di Roma[5] e nel 2001 entrò a far parte del Committee of Notables dell'Istituto Europeo del Mediterraneo.[10] È stato attivo nell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, in qualità di membro del Gruppo Consultivo Informale, e nell'International Crisis Group, come membro del Comitato Esecutivo e Fiduciario.[14]

 
Hassan di Giordania con Yukiya Amano all'Agenzia internazionale per l'energia atomica nel 2017

Nel settore ambientale è stato attivo con la Trans-Mediterranean Renewable Energy Cooperation e con il Badia Research and Development Program, un programma di ricerca giordano che collabora con la Royal Geographical Society.[11]

Dialogo interreligioso e interculturale

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Il principe Hassan bin Talal alla XIII Conferenza Internazionale "Culture of the Difference in Eurasia: Azerbaijan - Past and Present in the Dialogue of Civilizations" nel 2006

In ambito religioso ha creato nel tempo una rete di consultazioni costituita dal Centro Ortodosso del Patriarcato Ecumenico di Pregny-Chambésy, dal Dicastero per il dialogo interreligioso della Curia romana e dalla Fondazione Interreligiosa del Regno Unito sotto il patrocinio della St. George's House di Windsor.[14]

Nel 1994 istituì in Giordania il Royal Institute for Inter-Religious Studies e nel 1999 fu membro fondatore, poi presidente,[14] della Fondazione per la Ricerca e il Dialogo Interreligioso e Interculturale di Ginevra.[10] Nel novembre del 1999 e nel 2006 ricoprì il ruolo di moderatore alla settima e ottava Assemblea della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace (WCRP), a seguito della quale fu nominato presidente emerito.[14] Nel 2002 istituì con il medico turco İhsan Doğramacı l'International Cultures Foundation, da cui nacque nel 2004 il Parlamento delle Culture.[19]

Dal 2001 al 2006 è stato membro onorario della Commissione Mondiale dell'UNESCO per la Cultura e lo Sviluppo e membro del CdA del South Center del Comitato Consultivo Interreligioso Internazionale della stessa organizzazione.[14] Nel 2003 entrò come esperto regionale nel gruppo degli Independent Eminent Experts, creato dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan per attuare la Dichiarazione e Programma di Azione della Conferenza Mondiale contro il Razzismo, la Discriminazione Razziale, la Xenofobia e l'Intolleranza del 2001.[14] Sempre nel 2003, lanciò con John Marks, fondatore di Search for Common Ground (SFCG), l'iniziativa Partners in Humanity, volta a rendere migliore il dialogo tra il mondo islamico e il mondo occidentale.[14]

Nel 2014, durante un incontro in Città del Vaticano con papa Francesco, il principe Hassan presentò il "Template of Hope", un documento che illustra cinque elementi[20][21] su cui le comunità religiose e politiche dovrebbero agire, in sintonia con l'Agenda di sviluppo post 2015,[22] affinché la dignità umana si evolva in contemporanea allo sviluppo globale.[23]

Interessi personali

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Hassan a Berlino nel 2008

In Giordania è stato attivo nella promozione di tre sport a livello internazionale, in qualità di presidente della Federazione per le Arti Marziali, il Polo e lo Squash.[10] Detiene l'ottavo dan nel taekwondo ed è capitano del Royal Jordanian Polo Team.[14]

È appassionato di alpinismo, immersioni, escursioni, nuoto, sci, sci nautico, paracadutismo e possiede la qualifica di pilota di elicotteri.[10] Altri suoi interessi includono il cinema, il flamenco, la lettura e la musica latinoamericana.[10]

  • (EN) A Study on Jerusalem, 1979.[14]
  • (ENAR) Palestinian Self-Determination, 1981.[14]
  • (ENAR) Search for Peace, 1984.[14]
  • (ENARFRELESRUDESV) Christianity in the Arab World, 1994.[14]
  • (ITFRES) Essere Musulmano, con Alain Elkann, 2001.[14]
    • (EN) To Be A Muslim, 2003.[14]
    • (AR) 'An takun musliman, 2010.[14]
  • (EN) Continuity, Innovation and Change: Selected Essays, 2001.[14]
  • (AR) Q and A: Contemporary Issues, 2003.[14]
  • (AR) In Memory of Faisal I: The Iraqi Question, 2003.[14]
  • (AR) El Hassan bin Talal Collected Works: Volume One, 2007.[14]
  • Camminare insieme, con Alain Elkann, Carlo Maria Martini, Elio Toaff, 2015.[24]

Discendenza

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Hassan bin Talal e Sarvath Ikramullah hanno tre figlie, un figlio e nove nipoti:[4][7]

  • Principessa Rahma (Amman, 13 agosto 1969), ha sposato Alaa Batayneh (Amman, 1969) con cui ha due figli:
    • Aysha Batayneh (Amman, 2 gennaio 2002);
    • Aref Batayneh (Amman, 15 febbraio 2006).
  • Principessa Sumaya (Amman, 14 maggio 1971), ha sposato Nasser Judeh (Amman, 11 luglio 1961), da cui ha divorziato,[25] con cui ha quattro figli:
    • Tariq Judeh (Londra, 1994);
    • Zein el Sharaf Judeh (Londra, 1994), gemella del precedente;
    • Ali Judeh (1996);
    • Sukayna Judeh (1998).
  • Principessa Badiya (23 marzo 1974), ha sposato Khaled Edward Blair (Londra, febbraio 1975) con cui ha un figlio:[26]
    • Ali Blair.
  • Principe Rashid (Amman, 20 maggio 1979), ha sposato Zeina Shaban (Amman, 12 maggio 1988) con cui ha due figli:
    • Principe Hassan bin Rashid (Amman, 1⁰ dicembre 2013);
    • Principe Talal bin Rashid (febbraio 2016).[27]

Titoli e trattamento

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Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
al-Husayn ibn Ali Ali Pasha bin Muhammad  
 
Salha bint Gharam al-Shahar  
Abd Allah I di Giordania  
Abdiyya bint Abd Allah Abdullah Kamil Pasha  
 
...  
Talal di Giordania  
Nasser Pasha Ali bin Mohammed bin Abdul Moin  
 
...  
Musbah bint Nasser  
Dilber Khanum ...  
 
...  
Hassan bin Talal  
Nasser Pasha Ali bin Mohammed bin Abdul Moin  
 
...  
Jamil 'Ali bin  
Dilber Khanum ...  
 
...  
Zein al-Sharaf Talal  
Shakir Pascia ...  
 
...  
Wijdan Shakir Pasha  
... ...  
 
...  
 

Onorificenze

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Onorificenze giordane

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Onorificenze straniere

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Gran Cordone Speciale dell'Ordine delle Nuvole Propizie (Repubblica di Cina)
Prima classe dell'Ordine del Merito intellettuale (Regno del Marocco)
«In riconoscimento del suo ruolo nello sviluppo del pensiero arabo al servizio delle cause della nazione araba e islamica.»
— 2012[32]
«Per i suoi sforzi nel sostenere e rafforzare il dialogo tra culture e seguaci di diverse religioni, nonché nel rafforzare le relazioni bilaterali.»
— 2016[33]

Onorificenze accademiche[14]

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Laurea Onoraria in Scienze
Laurea Onoraria in Diritto Civile
Laurea Onoraria in Lettere Umane
— Spertus Institute of Jewish Studies, 1995
Laurea Onoraria in Lettere
Dottorato in Giurisprudenza
Dottorato Honoris Causa
— Bilkent University, 1999
Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza
— Università di Hertfordshire, 2000
Dottorato Honoris Causa in Teologia
Dottorato Honoris Causa in Lettere Umane
Dottorato Honoris Causa
Dottorato Honoris Causa in Giurisprudenza
— Università di Portsmouth, 2002
Dottorato Honoris Causa in Giurisprudenza
— Università Islamica Internazionale, Islamabad, 2005
Laurea Honoris Causa di Legum Doctor
Laurea Honoris Causa e Medaglia della World Academy
— Old Dominion University, 2005
Dottorato Honoris Causa
— Università Candido Mendes, 2006
Dottorato Honoris Causa
— Istituto di Istruzione Superiore di Brasilia, 2006
Dottorato Honoris Causa
— Faculdades Metropolitanas Unidas, 2006
Laurea Honoris Causa in Lettere Umane
Laurea Honoris Causa
— Sōka University, 2006
Dottorato Honoris Causa
Dottorato Honoris Causa
Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza
Dottorato Honoris Causa
Dottorato Honoris Causa in Land, Water ed Environmental Management

Riconoscimenti militari[14]

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Altri riconoscimenti[14]

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  • Abu Bakr Al-Siddique Medal dell'Organization of Arab Red Crescent and Red Cross Societies, settembre 1996;
  • 1995 Science and Society Prize in Madrid, 1997;
  • Inaugural Gandhi/King/Ikeda Community Builders Medal and Torch of Nonviolence, Martin Luther King, Jr. International Chapel, aprile 2001;
  • Distinguished Foreign Visitor Award, John F. Kennedy Library, aprile 2002;
  • 2003 Rabbi Marc H. Tanenbaum Award for the Advancement of Inter-religious Understanding, giugno 2003;
  • Abraham Fund Pioneer of Co-existence Award, gennaio 2004;
  • 2005 Eternal Flame Award, Annual Scholars' Conference of the U.S.;
  • Ambasciatore dell'Organizzazione islamica per l'educazione, le scienze e la cultura, 13 febbraio 2006;
  • Berlin Peace Clock Award, 2006;
    «In riconoscimento del contributo esemplare al superamento delle divisioni umane, sulla base della Dichiarazione universale dei diritti umani
  • Medaglia commemorativa per il 60⁰ anniversario dell'adozione della Costituzione dell'UNESCO, Palazzo Jusupov, maggio 2007;
  • 2008 Abraham Geiger Award for Peace, Berlino, marzo 2008;
  • Calgary Peace Prize for 2007, aprile 2008;
  • Niwano Peace Prize 2008, maggio 2008;
  • Associato estero[5] dell'Académie des sciences morales et politiques dell'Institut de France, giugno 2008;
  • Peace Prize della Città di Augusta, ottobre 2008;
  • Markgräfin-Wilhelmine-Prize, Bayreuth, novembre 2010.
  1. ^ a b c d e f (EN) HRH Prince EL Hassan Bin Talal, in rfp.org. URL consultato il 23 aprile 2023.
  2. ^ a b (DA) Jørgen Bæk Simonsen, Hasan ibn Talal, in denstoredanske.lex.dk, 30 gennaio 2009. URL consultato il 23 aprile 2023.
  3. ^ (FR) El Hassan ben Talal, in babelio.com. URL consultato il 23 aprile 2023.
  4. ^ a b c (EN) H.R.H. Prince El Hassan bin Talal, in kinghussein.gov.jo. URL consultato il 23 aprile 2023.
  5. ^ a b c d e f g (FR) S. A. R. El Hassan Bin Talal, in academiesciencesmoralesetpolitiques.fr. URL consultato il 23 aprile 2023.
  6. ^ a b S.a.r. Principe El Hassan Bin Al Talal, in softpowerclub.org. URL consultato il 24 aprile 2023.
  7. ^ a b (EN) Christopher Buyers, jordan2, in royalark.net. URL consultato il 24 aprile 2023.
  8. ^ (EN) Avi Shlaim, Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace, in books.google.it, Knopf Doubleday Publishing Group, 2009, ISBN 978-1400078288. URL consultato il 23 aprile 2023.
  9. ^ a b (EN) Jamal Halaby, Hussein tells brother he can’t take throne, in amp.theguardian.com, 23 gennaio 1999. URL consultato il 23 aprile 2023.
  10. ^ a b c d e f g h i j k (EN) His Royal Highness Prince El Hassan bin Talal, in europarl.europa.eu. URL consultato il 23 aprile 2023.
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  15. ^ (EN) Mahmood Mamdani, The New Humanitarian Order, in thenation.com, 10 settembre 2008. URL consultato il 23 aprile 2023.
  16. ^ (EN) HRH Prince El Hassan bin Talal of Jordan, in nti.org, 7 aprile 2014. URL consultato il 23 aprile 2023.
  17. ^ (EN) Policy Advisory Commission Decides to Set up Task Force, in wipo.int, 15 aprile 1999. URL consultato il 23 aprile 2023.
  18. ^ (EN) Prince Hassan Bin Talal Presents World Intellectual Property Declaration to Assembly, in wipo.int, 27 settembre 2000. URL consultato il 23 aprile 2023.
  19. ^ (EN) Prince Hassan of Jordan, in templeofunderstanding.org. URL consultato il 24 aprile 2023.
  20. ^ (EN) Download - A Template of Hope, in elhassanbintalal.jo. URL consultato il 24 aprile 2023.
  21. ^ (EN) Advocacy Document for His Royal Highness Prince Hassan bin Talal during his visit to His Holiness Pope Francis, in slideshare.net, 4 settembre 2014. URL consultato il 24 aprile 2023.
  22. ^ L'Agenda di sviluppo post 2015 [collegamento interrotto], in parlamento.it, 24 settembre 2013. URL consultato il 24 aprile 2023.
  23. ^ (EN) Interfaith Solidarity, in elhassanbintalal.jo. URL consultato il 24 aprile 2023.
  24. ^ Camminare insieme - Alain Elkann, Carlo Maria Martini, Elio Toaff, El Hassan Bin Talal, in books.google.it. URL consultato il 25 aprile 2023.
  25. ^ (EN) Scott Mehl, Prince Hassan of Jordan, in unofficialroyalty.com, 22 novembre 2014. URL consultato il 24 aprile 2023.
  26. ^ (ENAR) Mr. Khaled Edward Blair, in elhassanbintalal.jo. URL consultato il 24 aprile 2023.
  27. ^ (ENAR) HRH Prince Rashid bin El Hassan, in elhassanbintalal.jo. URL consultato il 24 aprile 2023.
  28. ^ (MS) SENARAI PENUH PENERIMA DARJAH KEBESARAN, BINTANG DAN PINGAT PERSEKUTUAN TAHUN 1965. (PDF), in istiadat.gov.my. URL consultato il 25 aprile 2023.
  29. ^ (EN) Two friends from afar, in taiwantoday.tw, 1⁰ maggio 1973. URL consultato il 25 aprile 2023.
  30. ^ S.A.R. Hassan Principe di Giordania, in quirinale.it. URL consultato il 25 aprile 2023.
  31. ^ (ES) Boletín Oficial del Estado (PDF), in boe.es, 7 aprile 1987. URL consultato il 25 aprile 2023.
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  34. ^ (EN) Prince Hassan receives medal from Hungary, in jordantimes.com, 12 dicembre 2016. URL consultato il 25 aprile 2023.
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Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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