Concerto per violino e orchestra n. 5 (Mozart)

composizione di Wolfgang Amadeus Mozart
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Il Concerto per violino e orchestra n. 5 in La maggiore K 219 "Türkish" fu scritto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1775. Costituisce il quinto, e il più importante, dei cinque concerti composti dal musicista per lo stesso strumento (K 207, K 211, K 216, K 218) nello stesso anno.[1]

Concerto per violino e orchestra n. 5 (Türkish)
CompositoreWolfgang Amadeus Mozart
TonalitàLa maggiore
Tipo di composizioneconcerto per solista e orchestra
Numero d'operaK1 219 / K6 219
Epoca di composizionedicembre 1775
AutografoBiblioteca del Congresso, Washington
Durata media30 minuti
Organicovedi sezione
Movimenti
  1. Allegro aperto
  2. Adagio
  3. Rondò, tempo di Minuetto

Storia modifica

Nel marzo 1775 Mozart rientrò a Salisburgo dopo un periodo passato a Vienna che gli aveva permesso di fare nuove esperienze in campo musicale, particolarmente in ambito strumentale. I nuovi anni salisburghesi si riveleranno proficui per il musicista che mostrerà una nuova maturità compositiva facendo un vero e proprio salto di qualità; risalgono a questi anni molte importanti opere quali diverse sinfonie, i primi concerti per pianoforte, musica sacra, serenate, divertimenti e i concerti per violino.[2]

Fin da bambino Mozart si era dedicato allo studio del violino, perfezionandosi poi nell'adolescenza e diventando un vero virtuoso che incantava il pubblico con le sue improvvisazioni. I suoi concerti per violino risalgo al solo anno 1775 durante il quale, fra aprile e dicembre, ne scrisse ben cinque; i due successivi (K 268 e K 271a) sono di dubbia attribuzione; è probabile che la stesura dei cinque brani fosse legata all'incarico di Konzertmeister che il musicista ricopriva presso l'orchestra di corte ed è anche plausibile che fossero destinati al primo violino dell'orchestra di Salisburgo, Antonio Brunetti, a cui il compositore si legò di sincera amicizia. Il concerto in La maggiore è il più noto e il più eseguito dei cinque; Mozart ne terminò la composizione il 20 dicembre, ma, per assecondare Brunetti, ne modificò il secondo movimento l'anno successivo, scrivendo un nuovo Adagio.[3] La denominazione Türkish deriva dal Rondò conclusivo che presenta elementi di provenienza turca.

Struttura e analisi modifica

  1. Allegro aperto (La maggiore)
  2. Adagio (Mi maggiore)
  3. Rondò. Tempo di Minuetto (La maggiore)

Nel concerto il violino solista è trattato con maestria; la bellezza melodica, i movimenti ampi e la loro forte contrapposizione, l'uso sicuro delle possibilità espressive dello strumento sono tutte caratteristiche presenti che hanno reso il concerto giustamente popolare.[4]

L'Allegro aperto inizia con orchestra e violino che suonano insieme. Il tema iniziale viene esposto due volte in modo stilizzato a cui segue una melodia più estesa. Fa capolino un adagio di poche battute che conduce all'ingresso dello strumento solista. Riprende poi l'allegro iniziale che porta alla conclusione dopo una libera cadenza del violino.

L'Adagio probabilmente apparve troppo ricercato ad Antonio Brunetti, delle cui effettive capacità interpretative non si hanno notizie.[3] Mozart, andando incontro ai desideri dell'amico, lo modificò con la stesura di un altro adagio (K 261) meno espressivo, ma di effetto più sicuro ed immediato e dove, come nella stesura del concerto K 216, sostituirà gli oboi con i flauti e prescriverà agli archi l'uso della sordina.

L'ultimo movimento del K 219 è un Rondò-sonata. La struttura di questa forma è "ciclica" e classicamente codificata ABACABA, in cui A è un primo tema, B il secondo e C il terzo. Il secondo e il terzo tema sono intercalati dal primo che chiude la composizione e ne costituisce l'elemento ritornante.

La necessità di permettere all'ascoltatore di memorizzare immediatamente i diversi temi porta, in tutte le strutture formali della musica del periodo e fino al primo romanticismo, alla ripetizione del tema appena esposto, necessità che non si ripresenta quando il tema ritorna nel prosieguo del brano.

La forma elementare qui riassunta diventa lo scheletro su cui i compositori andavano a costruire le proprie architetture che, nel caso di grandi compositori come Haydn, Beethoven o, appunto, Mozart, potevano divenire estremamente elaborate ed articolate e, pur rispettando la struttura formale, potevano nel gioco di variazioni, aggiunte ed omissioni acquistare significati e contenuti molto complessi. Si aggiungono Coda, Sviluppo, Ponte modulante, Cadenza e sezioni di transizione tra un tema e l'altro.

Trattandosi di un concerto, la struttura interna delle varie parti del Rondò-sonata si complica ulteriormente, c'è infatti la necessità di dare eguale spazio ai due "contendenti", o meglio "protagonisti" dell'esecuzione: l'orchestra e lo strumento solista (in questo caso il violino). Così l'esposizione dei singoli temi viene abitualmente ripetuta una volta per l'orchestra ed una per il solista, con la necessità di una nuova sezione di raccordo tra le due parti e l'abitudine di usare i da capo come spazi di variazione tematica, timbrica o modale, inoltre i diversi temi possono essere trattati in giustapposizione o, più frequentemente, in contrapposizione quando, ad esempio, ad un primo tema allegro se ne contrappone un secondo o un terzo, malinconici o molto tesi e via dicendo. In tutto questo, l'identità melodica del tema diventa l'ancora che consente allo spettatore di percepire lo svolgimento del discorso musicale.

Organico modifica

Violino solista. Due oboi, due corni, archi (violini primi e secondi; viole; violoncelli; contrabbassi)

Note modifica

  1. ^ Massimo Mila, Wolfgang Amadeus Mozart, Pordenone, Studio Tesi, 1980
  2. ^ Gianfranco Sgrignoli, Invito all'ascolto di Mozart, Milano, Mursia, 2017
  3. ^ a b Franco Serpa, Concerto per violino n. 5 "Türkish" in La maggiore, K 219
  4. ^ Claudio Toscani, Concerto per violino n. 5 "Türkish" in La maggiore, K 219

Bibliografia modifica

  • Cesare Fertonani, «L’amerò, sarò incostante», Mozart e la voce del violino, Milano, Archinto, 2015

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN174188651 · LCCN (ENn83022765 · GND (DE300109156 · BNF (FRcb14785819d (data) · J9U (ENHE987007460146505171
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