Margit Fischer

First Lady austriaca

Margit Fischer, nata Binder (Stoccolma, 28 giugno 1943), è una designer austriaca con cittadinanza svedese, è stata moglie dell'ex presidente austriaco Heinz Fischer[1].

Margit Fischer

Biografia modifica

È figlia di Otto e Anni Binder, che emigrarono, all'epoca dell'Anschluss, in Svezia. Nel 1949 ritornò a Vienna.

Margit ha lavorato come designer di tessuto alla Pottendorfer Textilwerke AG tra il 1965 e il 1966. Nel 1967 lavorò presso la Märta Måås-Fjetterström a Stoccolma e tra il 1967 e il 1970 come restauratrice tessile presso il Museo di Arti Applicate di Vienna. Ha poi trascorso tre anni a studiare storia dell'arte presso l'Università di Vienna.

È sposata dal 20 settembre 1968 con Heinz Fischer, politico del partito socialdemocratico, con il quale ha avuto due figli: Philip (1972) e Lisa (1975).[2]

Negli anni Novanta è stata tra le fondatrici dell'Österreichische Frauenrat (lett. Consiglio austriaco delle donne), di cui è presidente dal 1995. Dal 2004 al 2016 suo marito è stato presidente federale d'Austria, periodo in cui Margit è stata first lady. Durante il mandato del marito è stata attiva nel sostegno ad organizzazioni caritatevoli come Volkshilfe, Caritas, SOS Villaggi dei bambini (di cui era stata vicepresidente negli anni Novanta) e altre. Ha poi contribuito a fondare il ScienceCenter-Netzwerk, un'associazione per la promozione di iniziative di carattere scientifico.[3]

Parla tedesco, inglese e svedese.

Onorificenze modifica

«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 8 giugno 2007[4]

Note modifica

  1. ^ (DE) Curriculum Vitae, su Dr. Heinz Fischer Bundespräsident der Republik Österreich, Vienna, Austria, Office of the Federal President of the Republic of Austria. URL consultato il 14 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2016).
  2. ^ (DE) Senta Ziegler, "Österreichs First Ladies", Vienna, Ueberreuter, 1999, ISBN 3-8000-3719-X.
  3. ^ Aufgaben und Funktionen, su bundespraesident.at. URL consultato il 16 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2016).
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  5. ^ Immagine Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive.

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