Pace di Ripafratta (1314)

La pace di Ripafratta, firmata nell'omonima frazione toscana nel 1314, mise apparentemente fine allo scontro tra Pisa e Lucca.

Pace di Ripafratta
ContestoConflitto tra la Repubblica di Pisa e la Repubblica di Lucca
Firma1314
LuogoRipafratta
Ratificatoribandiera Repubblica di Pisa
Repubblica di Lucca
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La rilevanza storica del trattato risiede nell'aver garantito il ritorno in città degli esuli lucchesi, tra i quali il condottiero Castruccio Castracani. Tale mossa consentì a Uguccione della Faggiola di fomentare rivolte interne e di conseguenza conquistare con facilità la stessa Lucca.

Trattato modifica

Conseguenze modifica

Attraverso parventi clausole di pacificazione, duecento esuli lucchesi (principalmente guelfi bianchi e ghibellini), poterono tornare a Lucca. A tali esuli veniva inoltre garantita la restituzione dei beni privati, precedentemente confiscati ed elargiti ad altre famiglie. Tali risarcimenti però non furono attuati completamente[1] e di conseguenza nacquero attriti e scontri in città, sfociati infine in una vera e propria rivolta. Alcuni esuli aprirono le porte all'esercito pisano, guidato da Uguccione della Faggiola, portando la repubblica di Lucca alla resa.

Note modifica

  1. ^ L'erario lucchese risentiva da tempo di una grave crisi economica, quindi non poteva pagare interamente gli esuli. I pisani e gli esuli lucchesi erano coscienti di questo fin dalla stipulazione del trattato, difatti era un piano per sovvertire l'ordine istituzionale di Lucca.

Bibliografia modifica

  • Roberto Berti, La battaglia di Altopascio, Lucca, 2002.

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