Stigmate

piaghe tipiche della crocifissione di Cristo
Disambiguazione – Se stai cercando il film diretto da Rupert Wainwright, vedi Stigmate (film).

Le stigmate (grafia più moderna: stimmate; grafia antiquata: stimate) (dal greco στίγμα, stigma, che significa marchio) sono le piaghe nelle mani, nei piedi e nel costato di Gesù Cristo, provocate dai traumi subiti durante la sua passione; per successiva estensione, indicano lesioni corporali che in particolari soggetti offrirebbero una riproduzione, temporanea o permanente, completa o parziale, delle piaghe di Cristo (o di altre conseguenze della Passione).[1] In ulteriore traslato, con la parola "stigmate" si indicano i segni fisici, o psichici, o sociali, lasciati in individui o collettività da eventi avversi di varia natura.

Il termine ha origine dalla Lettera ai Galati di S. Paolo:

« D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo. »   ( Galati 6,17, su laparola.net.)

La Chiesa cattolica riconosce il fenomeno[2], ma non obbliga i fedeli a credervi con sentenza dogmatica o dottrinale.[1] L'uso del termine "stigmatizzato" nelle lingue europee rimase raro fino al tardo XIX secolo.[3]

Cristo crocifisso (Rubens)

Introduzione al fenomeno

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Origine biblica

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Le prefigurazioni mistiche delle ferite del Cristo sarebbero presenti, secondo l'interpretazione della Chiesa, già in testi dell'Antico Testamento: nella sezione più antica del Libro dei Salmi, e nei libri dei profeti Isaia e Zaccaria:

« hanno forato le mie mani e i miei piedi »   ( Salmi 21,17, su laparola.net.)
« Dalla pianta dei piedi alla testa non c'è in esso una parte illesa, ma ferite e lividure e piaghe aperte, che non sono state ripulite, né fasciate, né curate con olio. »   ( Isaia 1,6, su laparola.net.)
« Egli è stato trafitto per i nostri delitti...per le sue piaghe noi siamo stati guariti. »   ( Isaia 53,5, su laparola.net.)
« guarderanno a colui che hanno trafitto »   ( Zaccaria 12,10, su laparola.net.)

Queste profezie risultano corrispondenti alle narrazioni evangeliche della Passione, secondo le quali i discepoli di Gesù poterono verificarle non tanto durante il supplizio di Gesù, quanto piuttosto nelle sue apparizioni come risorto. Un importante passo sulle stigmate proviene dal Vangelo di Giovanni, nel brano in cui si narra dell'incredulità di San Tommaso:

« Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». »   ( Giovanni 20,25, su laparola.net.)

A questa domanda Gesù risponde:

« Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». »   ( Giovanni 20,27, su laparola.net.)

Caratteristiche delle stigmate

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I casi noti di stigmatizzati mostrano spesso le cinque Sante Piaghe inflitte a Gesù, secondo i Vangeli, durante la Crocifissione: mani e piedi forati, costato trapassato. Alcuni santi stigmatizzati mostrano anche ferite sul capo simili a quelle causate dalla corona di spine, come santa Rita da Cascia. Altre stigmate riportate includono lacrime o sudore di sangue (riferimento a Lc 22,44[4]), e ferite sulla schiena come da flagellazione.[5] Sono ricordati nella letteratura anche rari casi di stigmate luminose, come ad esempio quelle di santa Caterina de' Ricci.[5], oppure casi di stigmate invisibili, come quelle di santa Maria Faustina Kowalska.[6] Si riportano anche casi di stigmate divenute invisibili a seguito di un'espressa preghiera dello stigmatizzato.[7]

Le stigmate mostrano un sanguinamento ricorrente, a tratti assente, spesso presente nel ricevere l'Eucaristia. Le ferite visibili restano fresche e senza infettarsi per lunghi periodi di tempo. In alcuni casi, il sangue emana un profumo noto come "odore di santità".[8]

Le stigmate sono spesso accompagnate anche da estasi mistica, in particolare fra il giovedì ed il venerdì pomeriggio.[8]

Le cause

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Nel tentativo di spiegare l'origine del fenomeno stimmatico nei soggetti umani, sono state formulate molte ipotesi, raggruppate in tre tipi:

Mistica

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Nella teologia e mistica cristiana il soggetto riceve le stimmate quando entra (per grazia divina, indipendente dalla sua volontà) in uno stato di perfetta unione con Gesù sofferente, fino a identificarsi fisicamente con lui. Si deve notare che la manifestazione visibile delle stimmate sul corpo del soggetto non è l'unico caso affermato dalla dottrina; innumerevoli i casi di stimmate "nascoste" o "invisibili" riconosciute dalla Chiesa[9][10][11][12][13][14][15] e descritti anche nell'agiografia, condizioni mistiche in cui il soggetto si sente egualmente unito con Gesù, sente in sé tutte le sue sofferenze e rivive intimamente la sua passione, senza che tutto ciò si manifesti fisicamente sul suo corpo. Sebbene questo fenomeno segni profondamente la dottrina cristiana, permangono a tutt'oggi molti dubbi sulla loro genesi. Dalle prime manifestazioni ascritte a San Francesco d'Assisi, l'interpretazione di queste manifestazioni, ritenute come la trasposizione sulla carne delle ferite inferte a Gesù sulla croce, è sempre vissuta nel contrasto tra la venerazione e l'accusa di superstizione. Molti santi stigmatizzati hanno sperimentato forti sospetti e isolamento, sottoposti a un controllo attento.[7]

La Chiesa cattolica non si è mai pronunciata definitivamente di fronte a queste manifestazioni limitandosi a indagare singolarmente i soggetti che se ne dicevano portatori.[16] Padre Agostino Gemelli, presidente dal 1937 al 1959 della Pontificia Accademia delle Scienze, asserì, nel contesto delle sue indagini su padre Pio, che San Francesco d'Assisi doveva essere considerato il solo stigmatizzato della storia cristiana, ovvero il solo in cui si potesse dimostrare un'origine divina di queste manifestazioni, pur non avendo alcuna prova scientifica e contraddicendo l'agiografia ecclesiastica.[17] La Chiesa infatti riconosce apertamente vari stigmatizzati.[6][18][19][20]

Spiegazioni scientifiche

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Alcune ricerche attribuiscono le stigmate a cause di origine isterica[21] o collegate a disturbi dissociativi di identità[22], in particolare alla combinazione di costrizione alimentare, stati mentali dissociativi e di auto-mutilazione, nel contesto di un credo religioso[23]. Secondo queste ricerche, anoressie nervose presenterebbero spesso casi di auto-mutilazione simili alle stigmate come parte di un rituale tipico di un disturbo ossessivo compulsivo. Una relazione tra fame e auto-mutilazione è stato segnalato tra i prigionieri di guerra e durante le carestie.[24][25][26] Uno studio psicoanalitico di Teresa Neumann ha suggerito che le sue stimmate possano essere il risultato di sintomi post-traumatici di stress espressi tramite automutilazioni inconsce[27].

Nel suo "Stigmate: un fenomeno medievale in età moderna", Edward Harrison indica, in uno studio di casi contemporanei, di non aver trovato prove che le stigmate siano di origine soprannaturale. Egli afferma che alcuni soggetti si siano stigmatizzati nel tentativo di soffrire con Cristo, come una forma di pietà, e altri accidentalmente, e che le loro manifestazioni sono state considerate erroneamente come stimmate. Harrison ha osservato che negli stigmatizzati il rapporto uomo-donna, che per molti secoli era stato dell'ordine di 7 a 1, era cambiato nel corso degli ultimi 100 anni in un rapporto di 5:4. La comparsa di stigmate è stata da lui correlata a momenti in cui storicamente la questione dell'autorità emergeva nella Chiesa. Inoltre ha affermato che solo nel secolo scorso sono stati stigmatizzati sacerdoti.[28]

Dalle registrazioni dei disturbi fisici di San Francesco, il Dr. Edward Hartung ha affermato nel 1935 che questi erano attribuibili a problemi di salute. Hartung credeva che egli avesse una malattia dell'occhio nota come tracoma, oltre alla malaria quartana. Quest'ultima patologia coinvolge fegato, milza e stomaco, e causa dolore intenso alla vittima. Una complicazione della malaria quartana è un'emorragia di sangue nella pelle che si verifica di solito simmetricamente, così che ogni mano e piede ne sono colpiti in ugual misura. Se questo fosse il caso di San Francesco, sarebbe stato afflitto da ecchimosi che quindi appaiono come una ferita aperta come quella di Cristo.[29]

Casi specifici

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Nel corso dei secoli scorsi la storia odierna, e in particolar modo quella religiosa, ci ha presentato numerosi soggetti a cui si sarebbero manifestate le stigmate. Essi sono primariamente associate alla Chiesa cattolica, poiché molti santi stigmatizzati sono membri di ordini religiosi cattolici.[30] Inoltre studi recenti stimano che oltre l'80% dei santi stigmatizzati sono donne.[8]

Alla fine dell'Ottocento Antoine Imbert-Gourbeyre, un neurologo francese, in uno studio analitico[31] elencò 322 stigmatizzati, basandosi sugli Acta Sanctorum e sugli archivi ecclesiastici. Studi più recenti hanno aggiornato questo dato portando il numero delle persone stigmatizzate a 400 circa[32], di cui solamente un piccolo numero viene considerato santo e risulta canonizzato.

Secondo uno studio del teologo francese Joachim Bouflet, gli stigmatizzati del XX secolo furono circa 200. La maggior parte di essi ha raggiunto tranquillamente la terza età, malgrado le stigmate. Il record di longevità spetta a Marie-July Jahenny, scomparsa nel 1941 a 91 anni. Al 1997, i santi con le stigmate canonizzati dalla Chiesa erano appena 7.[33]

 
Esecuzione di san Paolo (Tintoretto)

Il primo ad usare questo termine per simboleggiare la sua appartenenza a Gesù fu san Paolo nella Lettera ai Galati (D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo).[34]. Nella stessa lettera, l'apostolo afferma:

« Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me »   ( Galati 2,20, su laparola.net.)

Tuttavia si considera che le stigmate di san Paolo siano in particolare i molti segni ricevuti dalle mani dell'uomo durante i suoi viaggi:[35]

« Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. »   ( 2Corinzi 11,25, su laparola.net.)
 
Stimmate di San Francesco, Gentile da Fabriano, tempera su tavola.

Per la storiografia religiosa ufficiale il primo uomo a manifestare questi segni viene considerato San Francesco d'Assisi.

Secondo le agiografie, il 14 settembre 1224[36], due anni prima della morte, mentre si trovava a pregare sul monte della Verna (luogo su cui in futuro sorgerà l'omonimo santuario), Francesco ebbe una visione al termine della quale gli erano comparse le stigmate: «sulle mani e sui piedi presenta delle ferite e delle escrescenze carnose, che ricordano dei chiodi e dai quali sanguina spesso». Sempre in questi testi si dice che il santo al fianco destro aveva una ferita, come quella di un colpo di lancia. Fino alla sua morte, comunque, Francesco cercò sempre di tenere nascoste le sue ferite.

 
Santa Caterina da Siena (Dolci)

La santa e Dottore della Chiesa avrebbe ricevuto le stimmate a Pisa, nella chiesa di Santa Cristina, il 1º aprile 1375, ma esse sarebbero divenute visibili solo al momento della sua morte.

Ben trentaquattro papi si occuparono delle stigmate della santa. Esse causarono una disputa fra i francescani e i domenicani, poiché papa Pio II le menzionò chiaramente nella bolla di canonizzazione del 1461, ma papa Sisto IV, francescano, non volle riconoscerle.

Infine, nel 1630, papa Urbano VIII confermò la validità delle stigmate di santa Caterina, e papa Benedetto XIII istituì la sua festa liturgica il 1º aprile proprio per ricordare questo evento.[5][37]

Secondo le testimonianze, la santa domenicana riviveva la Passione del Signore ogni settimana, dal mezzogiorno del giovedì fino alle quattro del venerdì. Durante questi eventi, i presenti potevano scorgere sul suo corpo i segni della flagellazione e della crocifissione.

 
La santa stigmatizzata (dipinto di F. J. Spiegler)

Il 14 aprile 1542 ricevette le stigmate delle Cinque Piaghe, e successivamente anche quelle della corona di spine. Secondo i racconti, le cinque ferite erano luminose.[5][38]

I segni rimasero visibili sul suo corpo incorrotto, che riposa nella basilica dei Santi Vincenzo e Caterina de' Ricci, a Prato.

Nel 2003, papa Giovanni Paolo II ricordò le stimmate di santa Caterina[39]:

«Come non ricordare, ad esempio, Santa Caterina de’ Ricci, grande mistica domenicana del XVI secolo, vissuta proprio nel convento del quale si celebrano i cinquecento anni di fondazione? Contemplando i misteri di Cristo, il celeste Sposo della cui passione essa portava impressi nel corpo i segni, cercò di aderire pienamente al Vangelo praticando con eroismo spirituale tutte le virtù cristiane.»

Santa Teresa d'Ávila

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Gian Lorenzo Bernini, Estasi di Santa Teresa d'Ávila (16471652), Roma, Chiesa di Santa Maria della Vittoria

Sul cuore della Santa, conservato in una teca ad Alba de Tormes, in Spagna, è possibile osservare delle ferite. Dopo la morte fu sottoposta ad autopsia: fonti del tempo[40] sostengono che avvenne un evento miracoloso in quanto, estrattole il cuore, furono osservate proprio le ferite che ella aveva descritto (attribuibili secondo la Chiesa alla Transverberazione), di cui una di dimensioni superiori a 5 centimetri.[41]

«Vidi un angelo vicino a me in forma corporea... Non era grande, ma piccolo, molto bello, il viso così acceso che pareva venisse dagli angeli molto elevati, quelli che paiono avvolti di fiamme, di quelli che chiamano cherubini...Gli vedevo nelle mani un dardo d’oro spesso e al termine del metallo, mi sembrava avesse un po’ di fuoco. Mi pareva che me lo introducesse alcune volte nel cuore...»

San Carlo da Sezze

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Fratello laico dell'Ordine dei Frati Minori Riformati, Carlo da Sezze (1613-1670) ricevette le stigmate nel 1648 nella chiesa di San Giuseppe a Capo le Case, a Roma. Secondo il suo racconto, durante la Santa Messa, al momento dell'elevazione, vide scaturire un raggio dall'ostia, che lo colpì nel cuore, procurandogli un grandissimo dolore. Successivamente si trovò una piaga sul petto a forma di croce. Alla sua morte, venne ordinata l'autopsia del petto e si scoprì una piaga che attraversava il cuore e altri segni, dichiarati miracolosi da tredici medici, di cui sette incaricati dalla Congregazione dei Riti.[5][42]

Nel 2004 il cardinale José Saraiva Martins, allora prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, ricordò come Carlo da Sezze sia l'unico santo ad aver ricevuto le stigmate direttamente dall'Eucaristia:[43]

«San Carlo da Sezze...ha portato nella carne i segni visibili del vangelo che ha vissuto in maniera eminente: la stimmata al cuore...per cui oggi san Carlo è l'unico santo nella storia della Chiesa ad aver ricevuto questo segno dell'amore di Dio direttamente dall'Eucaristia.»

 
Crocifisso dinanzi a cui santa Rita avrebbe ricevuto le stigmate

Un tipo particolare di stigmate[44] si sarebbe verificato nel caso della Santa e mistica agostiniana.

Nel 1432, mentre era assorta in preghiera davanti a un crocifisso dipinto, avendo chiesto al Signore di partecipare alle sofferenze della Passione, una delle spine della corona di Cristo le si sarebbe conficcata nella fronte, arrecandole atroci dolori[45].

I segni della ferita sono tuttora visibili, come è stato riscontrato nelle ricognizioni del corpo avvenute nel corso dei secoli, l'ultima nel 1972[46].

Santa Maria Maddalena de' Pazzi

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Santa Maria Maddalena de' Pazzi entrò in convento molto giovane: ebbe, oltre a estasi e rivelazioni, il dono delle stigmate invisibili.

Santa Veronica Giuliani

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Dipinto settecentesco raffigurante santa Veronica Giuliani mentre riceve le stimmate

Religiosa mistica a cui la Chiesa riconosce grandi carismi spirituali[47][48][49], la Santa annotò nel suo diario di aver ricevuto le stigmate il Venerdì Santo del 1697:

«In un istante vidi uscire dalle sue santissime piaghe cinque raggi splendenti; tutti vennero alla mia volta; e io vedevo i detti raggi divenire come piccole fiamme. In quattro vi erano i chiodi e in uno la lancia d'oro, ma tutta infuocata, e mi passò il cuore da banda a banda, e i chiodi passarono le mani e i piedi»

Alla sua morte il vescovo di Città di Castello, Alessandro Codebò, chiese ai medici Giovanni Francesco Bordiga e Giovanni Francesco Gentili di effettuare l'autopsia del cadavere[50], e questi annotarono di un cuore «trafitto da parte a parte», mentre sulle pareti dei ventricoli riscontrarono i segni della Passione, così come descritti e disegnati da Veronica Giuliani per ordine del confessore: la croce, la lancia, le tenaglie, il martello, i chiodi, il flagello e la colonna della flagellazione.[47][51]

Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe

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Anna Maria Rosa Gallo, venerata come santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe. Secondo i suoi seguaci, la donna possedeva il carisma della profezia. Pare anche che abbia predetto, molti anni prima, l'evento della Rivoluzione francese. Era considerata stigmatizzata come San Francesco e ogni venerdì e per tutta la durata della Quaresima riferiva di avvertire i dolori della Passione di Cristo.

Santa Faustina Kowalska

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Santa Faustina Kowalska

Santa Faustina Kowalska, l'apostola della Divina Misericordia, durante gli anni della sua vita religiosa avrebbe avuto grazie straordinarie: rivelazioni private, visioni, il dono dell'ubiquità e di leggere nelle anime, il dono della profezia e quello del fidanzamento e dello sposalizio mistico, inoltre avrebbe ricevuto anche le stigmate nascoste, come segno di partecipazione alla Passione di Gesù[52].

Santa Gemma Galgani

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Santa Gemma Galgani nel 1901

Secondo quanto riportato nel suo Diario e nell'Autobiografia, Gemma Galgani, nel 1899, dopo avere emesso il voto di castità, ebbe le prime esperienze mistiche.

Descrisse in seguito l'esperienza delle stigmate: l'8 giugno dello stesso anno, vigilia della festa del Sacro Cuore, dopo essere caduta in estasi le apparve Gesù stesso

«con tutte le ferite aperte; ma da quelle ferite non usciva più sangue, uscivano come fiamme di fuoco, che in un momento solo quelle fiamme vennero a toccare le mie mani, i miei piedi, e il mio cuore. Mi sentii morire, sarei caduta in terra: ma la Madonna mi sorresse[53]

Da quel giorno il fenomeno delle stigmate, preceduto dall'estasi, si sarebbe ripetuto ogni settimana, dalla sera del giovedì al venerdì pomeriggio, cessando solo due anni prima della morte, avvenuta nel 1903.

 
Padre Pio e le stigmate visibili alle mani.

Un caso moderno di stigmatizzazione è quello dei segni portati sul corpo di padre Pio da Pietrelcina, che secondo i resoconti delle biografie, nella sua vita ebbe diverse visioni di Gesù, che lo benedisse con la comparsa di questi segni, benché prima della morte le stigmate di Padre Pio fossero gradualmente scomparse[54].

Il processo canonico, per la Chiesa, ha sancito definitivamente che le stimmate di padre Pio non avrebbero origine umana, e dunque sarebbero frutto dell'intervento di forze soprannaturali.[20], sebbene padre Agostino Gemelli, senza mai aver avuto modo di visitare il frate perché sprovvisto del permesso scritto del Santo Uffizio[55], le avesse arbitrariamente definite "derivanti da autosuggestione"[56].

Secondo quanto riportato dallo scrittore Sergio Luzzatto, esistono testimonianze[57] che indicherebbero come il frate "aiutasse" la permanenza di questi segni attraverso l'utilizzo di acido fenico, sebbene altri dottori che sì hanno esaminato padre Pio, come Luigi Romanelli (15-16 maggio 1919) e Giorgio Festa (28 ottobre 1919), hanno affermato che le lesioni non erano superficiali, che non vi era edema o reazione infiammatoria nei tessuti circostanti,[58] e che non erano né prodotto di un traumatismo di origine esterna, né sono dovute all'applicazione di sostanze chimiche potentemente irritanti.[59] Nel 2009 il professor Ezio Fulcheri, docente di anatomia patologica all'università di Genova, dichiarerà che, secondo la scienza, non esistono sostanze in grado di tenere aperte le ferite per cinquant'anni, impedendone la naturale evoluzione, senza complicazioni, senza conseguenze per i muscoli, i nervi, i tendini: "Le dita del frate stimmatizzato erano sempre affusolate, rosee e pulite: con ferite che trapassavano il palmo e sbucavano sul dorso della mano, avrebbe dovuto avere le dita gonfie, tumefatte, rosse, e con un'importante impotenza funzionale".[60]

Le "stigmate" di padre Pio non includevano solamente le cinque ferite, ma anche, secondo le testimonianze, segni della flagellazione e segni della coronazione di spine, a volte invisibili, così come la transverberazione del petto[58][61]

Beata Anna Katharina Emmerick

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Alla Beata Anna Katharina Emmerick, oltre alle stigmate, vengono attribuite altre doti sovrannaturali quali: levitazione, bilocazione, divinazione ed estasi. Nel suo resoconto La dolorosa Passione del Nostro Signore Gesù Cristo descrive delle visioni avute sulla Passione di Gesù, alcune in modo molto cruento.

Beata Anna Rosa Gattorno

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Religiosa genovese, la beata Anna Rosa Gattorno, nata nel 1831, avrebbe ricevuto nel 1862 il dono delle stigmate occulte.

María de León Bello y Delgado

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Suor María è conosciuta per vari fenomeni, fra cui: levitazioni, estasi, bilocazioni, ipertermie, stigmate e chiaroveggenza.

Teresa Neumann

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Un altro caso è quello della serva di Dio Teresa Neumann, contadina tedesca, che ebbe nelle mani e nei piedi le stimmate, che attribuì alla passione di Gesù. Dall'anno 1926 ogni giovedì, fino alle 15 di ogni venerdì, la Neumann vedeva aprirsi queste misteriose ferite, che versavano copiosamente sangue per poi richiudersi. Il fenomeno durò 36 anni, fino al giorno della sua morte. Il caso fu controverso, in particolare per il verificarsi di altri fenomeni mistici. Nel 1928 padre Agostino Gemelli incontrò la mistica, in qualità di medico e di commissario di papa Pio XI, e dichiarò: "Avendo visitato con la massima attenzione Teresa Neumann, dichiaro che non c'è assolutamente nessuna traccia di isterismo e, naturalmente, che le sue condizioni non sono scientificamente spiegabili".[62]

Alcune fonti riportano che il professor Paul Martini (direttore della clinica medica dell'università di Bonn) l'ha sorvegliata durante alcune ricerche alla fine degli anni venti; questi avrebbe osservato che il sangue iniziava a fluire dalle ferite solo dopo che lui veniva invitato ad uscire dalla stanza dove si trovava la Neumann come se qualcosa "dovesse esser nascosto agli osservatori"[63][64]. Lo stesso Martini dichiarò che un campione di sangue da lui prelevato per un'analisi risultò essere di origine mestruale[65]. Inoltre, il fenomeno del sanguinamento, iniziato nel 1926, proseguì fino alla morte della mistica, avvenuta nel 1962 all'età di 64 anni. I sostenitori dell'autenticità dei fenomeni asseriscono che le ferite, non trattate, non sarebbero mai andate incontro a infezioni[6].

Altre fonti affermano che le forme delle sue stimmate cambiarono, da rotonde a quadrate, solo dopo che lei era venuta a sapere che i Romani usavano chiodi a base quadra per le crocifissioni[66].

Marta Robin

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Marta Robin è stata una mistica cattolica francese: colpita da paralisi, ricevette il dono delle stigmate nel 1930. Le sofferenze della mistica sono descritte nei suoi quaderni.

Beata Elena Aiello

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Elena Aiello è stata una religiosa italiana, fondatrice dell'istituto religioso delle Suore minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo; si occupò soprattutto dei bambini abbandonati.

Avrebbe ricevuto il dono delle stigmate, dal Venerdì santo al Sabato santo di ogni anno[67].

Natuzza Evolo

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Natuzza Evolo è stata una mistica italiana: avrebbe ricevuto il dono delle stigmate, durante la Quaresima di ogni anno[68].

Santa Margherita Bays

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La beata Margherita Bays, terziaria francescana, avrebbe ricevuto le stigmate nel 1854.

Beata Speranza di Gesù

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La beata Speranza di Gesù avrebbe ricevuto, tra i doni mistici, anche le stigmate.

Il ruolo dell'iconografia religiosa

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Siamo abituati a vedere le stigmate come un fenomeno estatico che si localizza anatomicamente sui palmi e/o sui dorsi delle mani dei soggetti portatori. Questa posizione anatomica sembrerebbe storicamente scorretta, perché, in apparenza, una crocefissione in cui i chiodi fossero infissi sui palmi e i dorsi delle mani avrebbe provocato una grande lacerazione nonché frantumazione delle ossa della mano: infatti i tessuti molli e le ossa interessate non sono in grado di reggere il peso del corpo umano. Si è osservato che sul polso, nella parte finale dell'ulna e del radio nell'intercapedine che si collega alla mano esiste un piccolo spazio, definito di Destot, attraverso cui sarebbe estremamente semplice poter inserire un chiodo.

Queste due ossa, che formano i nostri avambracci, sono infatti disposte in modo da creare una intercapedine naturale attraverso cui venivano conficcati i chiodi per le crocifissioni. I reperti storici ci dimostrano come nella Palestina romana questa locazione fosse l'unica attraverso cui venivano fatti passare i chiodi di questa atroce condanna a morte; ogni resto umano ritrovato di persona sottoposta al supplizio presenta infatti delle lesioni e delle scheggiature proprio in corrispondenza di queste ossa. Verosimilmente, vera o falsa che sia, anche nella Santa Sindone custodita a Torino al crocifisso si nota la fuoriuscita dei chiodi dalla parte posteriore dei polsi, tra l'ulna e il radio. Al riguardo, una disamina ampia ed articolata, con numerosi riferimenti bibliografici, riguardante gli studi anatomici che hanno asseverato tale collocazione dei chiodi, nonché il loro stesso utilizzo messo in discussione da alcune fonti, è contenuta in Eva Cantarella, I supplizi capitali in Grecia e a Roma, pagg. 190-198, Milano, Rizzoli, 1996 (1991).

La stimolazione meccanica effettuata sul nervo posto nello spazio di Destot porterebbe inoltre ad una flessione del dito pollice sul palmo della mano e infatti anche nell'immagine impressa nella Sindone il pollice non è visibile. Studi anatomici moderni hanno mostrato che i chiodi potevano essere infissi sulla mano, specificamente sulla parte superiore del palmo, con fuoriuscita dalla parte posteriore del polso, in una posizione tale da poter sopportare il peso di un corpo umano e al contempo senza fratturare le ossa della mano.[69]

  1. ^ a b Basata sulla definizione del Vocabolario Treccani: stimmate
  2. ^ Jean Guitton e Jean Jacques Antier, Poteri misteriosi della fede, Piemme, 1994, p. 171
  3. ^ Tina Van Osselaer, Andrea Graus, Leonardo Rossi e Kristof Smeyers, The Devotion and Promotion of Stigmatics in Europe c. 1800-1950, between Saints and Celebrities (PDF), Numen Book Series-Studies in the History of Religions, vol. 167, Leida, Boston, Brill, p. 2 (19 del PDF), ISBN 978-90-04-43935-1, ISSN 0169-8834 (WC · ACNP), LCCN 2020031449. URL consultato il 29 dicembre 2022 (archiviato il 9 settembre 2021).
  4. ^ Lc 22,44, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ a b c d e Anna Maria Turi, Stigmate e Stigmatizzati, Roma, Edizioni Mediterranee, 1990.
  6. ^ a b c Vaticano, Maria Faustina Kowalska (1905-1938), su vatican.va.
    «Gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore»
  7. ^ a b Mysteries, Marvels, Miracles in the Lives of Saints by Joan Carroll Cruz ISBN 9780895555410
  8. ^ a b c Catholic cults and devotions: a psychological inquiry by Michael P. Carroll 1989 ISBN 0773506934 pages 80-84
  9. ^ L'Osservatore Romano, Padre Pio da Pietrelcina, su vatican.va.
  10. ^ Santa Sede, Maria Faustina Kowalksa, su vatican.va.
  11. ^ Giovanni PP. Paolo II, s., Littera Apostolica "Amantissima Providentia", su vatican.va.
  12. ^ L'Osservatore Romano, Il Curato di Ars, modello di sacerdote, su vatican.va.
  13. ^ Giandomenico Mucci S.I., Il Fenomeno delle Stimmate, in Civilta' Cattolica, II, n. 3427, 3 aprile 1993, p. 218.
  14. ^ Isabella Gagliardi, Sola con Dio: la Missione di Domenica da Paradiso, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 2007, pp. 40,171.
  15. ^ Enrico Scalese di Piemonte, O.P. (a cura di), Vita della Serva di Dio Suor Agnesa di Giesu, Napoli, Giuseppe Roselli, 1695, p. 464.
  16. ^ Escluso l'imganno, si ammette la possibilità di un'origine naturale e una soprannaturale. Vedi “Rosanna Brichetti Messori, Il Timone, n. 121, pag. 56, Marzo 2013".
  17. ^ A. Gemelli, Le stimate di S. Francesco nel giudizio della scienza, in «Vita e Pensiero», X (1924), fasc. 10, pp. 580-603, p. 598, cit. in S. Luzzato, Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento, Torino, Einaudi, 2009 p. 181.
  18. ^ papa Giovanni Paolo II, Ordinazione episcopale di Mons. Audry Backis, su vatican.va.
    «Francesco conobbe veramente il mistero di Cristo. ...Anche lui, infatti, poteva ripetere con l’Apostolo: “D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi, poiché io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo” (Gal 6, 17).»
  19. ^ Vaticano, Anna Katharina Emmerick (1774-1824), su vatican.va.
    «In questo periodo Anna Katharina Emmerick ricevette le stigmate, i cui dolori aveva già sofferto da molto più tempo.»
  20. ^ a b Cardinale Leonardo Sandri, Omelia del Card. Leonardo Sandri al Santuario di San Pio da Pietrelcina, su vatican.va.
    «L’assimilazione a Cristo fu tale che Padre Pio ebbe in dono le stigmate, ossia i segni della passione di Cristo nel suo stesso corpo.»
  21. ^ Herbert Thurston, The Physical Phenomena of Mysticism, Roman Catholic Books, 1º febbraio 2007, ISBN 1-929291-91-4, , 9781929291915.
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  33. ^ Padre Pio: in Italia 21 stigmatizzati come il frate, su www1.adnkronos.com, 18 dicembre 1997.
  34. ^ Ga 6,17, su laparola.net.
  35. ^ papa Benedetto XVI, Visita pastorale ad Assisi, Omelia del Santo Padre, su vatican.va.
    «"Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2, 20a). Parlando del suo essere crocifisso con Cristo, San Paolo non solo accenna alla sua nuova nascita nel battesimo, ma a tutta la sua vita a servizio di Cristo. Questo nesso con la sua vita apostolica appare con chiarezza nelle parole conclusive della sua difesa della libertà cristiana alla fine della Lettera ai Galati: "D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo" (6,17). È la prima volta, nella storia del cristianesimo, che appare la parola ‘stigmate di Gesù’. Nella disputa sul modo retto di vedere e di vivere il Vangelo, alla fine, non decidono gli argomenti del nostro pensiero; decide la realtà della vita, la comunione vissuta e sofferta con Gesù, non solo nelle idee o nelle parole, ma fin nel profondo dell’esistenza, coinvolgendo anche il corpo, la carne. I lividi ricevuti in una lunga storia di passione sono la testimonianza della presenza della croce di Gesù nel corpo di San Paolo, sono le sue stigmate.»
  36. ^ Bonaventura da Bagnoregio, Leggenda maggiore XIII, 3,2
  37. ^ Associazione Internazionale Caterinati, Attività Gruppi Caterinati, su caterinati.org. URL consultato il 5 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2008).
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  39. ^ papa Giovanni Paolo II, Messaggio al Vescovo di Prato in occasione del 350° della fondazione della Diocesi., su vatican.va.
    «Come non ricordare, ad esempio, Santa Caterina de’ Ricci, grande mistica domenicana del XVI secolo, vissuta proprio nel convento del quale si celebrano i cinquecento anni di fondazione? Contemplando i misteri di Cristo, il celeste Sposo della cui passione essa portava impressi nel corpo i segni, cercò di aderire pienamente al Vangelo praticando con eroismo spirituale tutte le virtù cristiane. La sua memoria, insieme a quella di altri Santi e Beati che hanno arricchito la Chiesa di Prato, continui ad essere di esempio per l’intera Comunità diocesana e insieme di stimolo per quanti sono alla ricerca della verità ed anche per coloro che, troppo preoccupati delle cose del mondo, non sanno innalzare lo sguardo al cielo.»
  40. ^ http://books.google.it/books?id=4Jo_YJpTp1IC&pg=PA61&lpg=PA61&dq=Santa+Teresa+d'Avila+stimmate&source=bl&ots=jH7oqcZgOO&sig=6XN4RfJ3eHNcVOnpLZJDqk_N7Dk&hl=it&sa=X&ei=H-tkT82uJsyB4ASH1pWcCA&ved=0CEQQ6AEwAzgK#v=onepage&q=Santa%20Teresa%20d'Avila%20stimmate&f=false
  41. ^ Renzo Allegri, I miracoli di Padre Pio (Le piaghe nel cuore), pag. 52-53
  42. ^ Massimiliano Di Pastina, La forza dell’Umiltà, Assisi, Porziuncola, 1998, pp. 162-164.
  43. ^ cardinale José Saraiva Martins, Celebrazioni in onore dei santi patroni della diocesi e della città di Sezze, su vatican.va.
    «Nel brano della lettera scritta da san Paolo ai cristiani della Galazia, l'apostolo dichiara di portare nel suo corpo i segni visibili della predicazione del vangelo (cfr Gal 6, 17): anche qui, la fiducia nella bontà di Dio ha sopportato sofferenze, fatiche, disturbi, pur di predicare il vangelo. Noi che abbiamo a volte paura di esporci in prima linea, che forse talvolta ci vergogniamo di testimoniare la bellezza di seguire il Signore in ogni scelta della nostra vita, come possiamo oggi rimanere insensibili di fronte alla testimonianza di san Paolo e di san Carlo da Sezze: anche lui, uno dei frutti più belli di questa terra risanata dall'opera di san Lidano, ha portato nella carne i segni visibili del vangelo che ha vissuto in maniera eminente: la stimmata al cuore, ricevuta prodigiosamente nella chiesa romana di san Giuseppe Capo le Case, nel 1648, per cui oggi san Carlo è l'unico santo nella storia della Chiesa ad aver ricevuto questo segno dell'amore di Dio direttamente dall'Eucaristia.»
  44. ^ Stimmate in Vocabolario – Treccani
  45. ^ Rita Da Cascia Santa nell'Enciclopedia Treccani
  46. ^ http://books.google.it/books?id=pv6_BjGCJQ8C&pg=PA66&lpg=PA66&dq=santa+rita+stimmate&source=bl&ots=8Ikv_40lO7&sig=7slAVxSSTjNNKMR1gbXVjmEpRqo&hl=it&sa=X&ei=JmETU4dZ1IDIA77PgPAK&ved=0CGIQ6AEwCw#v=onepage&q=santa%20rita%20stimmate&f=false
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  52. ^ Maria Faustina Kowalska
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  55. ^ Alessandro Pronzato, Padre Pio da Pietrelcina, Milano, Gribaudi, 1999, p. 159.
    «"padre Pio era autorizzato a mostrare le sue piaghe unicamente a chi era in grado di esibire una esplicita autorizzazione scritta da parte del S. Uffizio"»
  56. ^ Mario Diliberto, Così padre Pio spiegò le stimmate al Vaticano, in La Repubblica, 10 settembre 2008. URL consultato il 6 settembre 2011.
  57. ^ Sergio Luzzato, Padre Pio, il giallo delle stigmate, in Corriere della Sera, 24 ottobre 2007. URL consultato il 6 settembre 2011.
  58. ^ a b Renzo Allegri, A tu per tu con Padre Pio, Milano, Mondadori, 1995.
  59. ^ Saverio Gaeta, Padre Pio, l'ultimo sospetto, Alessandria, Piemme, 2008.
  60. ^ Andrea Tornielli, Le stimmate di Padre Pio? Ecco perché non sono un trucco, in Il Giornale, 21 settembre 2009.
  61. ^ Elena Bergadano, Padre Pio: il profumo dell'amore, Milano, Edizioni Paoline, 1999, p. 42.
    «Dopo le stigmate invisibili da lui stesso descritte, Padre Pio sperimentò anche la flagellazione e la coronazione di spine.»
  62. ^ Paola Giovetti, Teresa Neumann, Milano, Edizioni San Paolo, 2007.
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  66. ^ CSI | Padre Pio: Wonderworker or Charlatan?
  67. ^ La «monaca santa» della Calabria - Vatican Insider
  68. ^ Campane a festa e non a lutto per la mistica Natuzza Evolo - Corriere della Sera
  69. ^ (EN) Frederick Zugibe, The crucifixion of Jesus : a forensic inquiry, New York, M. Evans and Co., 2005. L'autore è un rinomato patologo e medico legale, Frederick Zugibe.

Bibliografia

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