Urmas Sisask

compositore e direttore di coro estone (1960-2022)

Urmas Sisask (Rapla, 9 settembre 196017 dicembre 2022) è stato un compositore e direttore di coro estone.

Urmas Sisask

Biografia modifica

Conseguì il diploma di composizione al conservatorio di Tallinn nel 1985 sotto la guida di René Eespere.

Autore eclettico, la sua passione per l'astronomia lo indirizzò a un costante parallelismo tra armonia cosmica e armonia musicale: egli stesso si definiva un "astromusicista". Gran parte della sua produzione è rivolta alla musica corale a cappella per coro a voci miste, ma interessante è anche la sua produzione per coro di voci bianche. In ambito strumentale si dedicò alla musica per orchestra, per pianoforte e per vari strumenti solisti, in particolar modo il clarinetto.

Pubblicò per case editrici e discografiche come Harmonia Mundi, Fennica Gehrman, Finlandia Records[1], e collaborò con Radio France, Estonian Philharmonic Chamber Choir, The Chamber Choir Eesti Projekt e l'Orchestra di stato estone.

Residente nel piccolo villaggio di Jäneda, Sisask morì il 17 dicembre 2022 all'età di 62 anni[2].

Opere rappresentative modifica

  • 1987 Circolo stellare (Tähistaeva tsükkel)
  • 1988 Gloria Patri, raccolta di 24 inni sacri per coro a cappella
  • 1989 Pleiadi (Plejaadid)
  • 1990 Via Lattea (Linnutee galaktika), per pianoforte a quattro mani
  • 1991 Andromeda (Andromeda galaktika)
  • 1992 Ave Maria (Kiitkem sudamest Mariat) per coro maschile
  • 1992 Jõuluoratoorium (oratorio)
  • 1993 Magnificat
  • 1994 Messa n. 1
  • 1995 Sinfonia Simbiotica (Sümbiootiline Sümfoonia)
  • 1995 Cometa Hyakutake per orchestra e percussioni
  • 1998 Ave Sol
  • 1999 Messa di Natale n. 4, op. 46 (Joulumissa)
  • 2000 Stella Polare (Pohjanael)
  • 2001 Leonidi (Leonides) Concerto per flauto e orchestra, op. 78
  • 2002 Benedictio, per coro misto
  • 2002 Sirio (Sirio) per pianoforte a quattro mani
  • 2003 Procyon (Procyon) per pianoforte
  • 2003 Castor per pianoforte

Note modifica

  1. ^ Urmas Sisask, su Discogs. URL consultato il 24 giugno 2019.
  2. ^ (ET) Suri helilooja Urmas Sisask, su ERR, 17 dicembre 2022. URL consultato il 17 dicembre 2022.

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Collegamenti esterni modifica

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