Utente:Edoardo Dal Ferro/Michele Scalza

Michele Scalza
UniversoDecameron
Lingua orig.Italiano
AutoreGiovanni Boccaccio
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio
Luogo di nascitaFirenze
ProfessioneNon specificata

Michele Scalza è il protagonista della sesta novella della sesta giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio.


È narrata da Fiammetta, sotto la reggenza di Elissa, il tema è “motti di spirito”.





Trama modifica

Un giovane di nome Michele Scalza, noto per la sua capacità dì intrattenere con delle novelle e per la sua arguzia, inizia a discutere con un gruppo di giovani su quali fossero gli uomini più nobili e più antichi di Firenze.

Dopo alcune proposte di alcuni giovani, Michele afferma che gli uomini in questione siano i Baronci, suscitando beffe e scalpore tra i presenti, i quali erano sicuri che li stesse prendendo in giro.

Quindi Michele, sicuro della sua affermazione, propose una scommessa: se fosse riuscito a dimostrare la sua tesi, qualcuno avrebbe dovuto offrirgli una cena e in caso contrario lui avrebbe dovuto offrirla a qualcun’altro.

Uno tra i giovani, Neri Vannini, accettò la scommessa e quindi , insieme a Michele, decisero di avere come giudice Piero di Fiorentino, che era anche colui che li stava ospitando nella propria casa.

Dopo essersi fatto spiegare la vicenda e aver ascoltato la motivazione di Neri Vannini, Piero chiese a Michele come avrebbe fatto a dimostrare ciò che pensava.

Quindi Michele argomentò che i Baronci erano i più antichi uomini perché, quando erano stati dipinti da Dio, Egli era ancora un pittore inesperto essendo che tutti i Baronci erano brutti, e affermò che dato che i Baronci erano antichi di conseguenza erano anche i più nobili, dato che più una famiglia è vecchia più è nobile.

Dopo aver udito ciò, sia Piero che Neri scoppiarono a ridere e riconobbero che Michele aveva ragione e che i Baronci erano gli uomini più antichi e nobili non solo di Firenze ma dell’intero mondo.[1]

Personaggi modifica

Michele Scalza modifica

Protagonista della novella noto per la sua capacità di intrattenere con le novelle.

Neri Vannini modifica

Uno dei giovani fiorentini, colui che accetta la scommessa di Michele

Piero di Fiorentino modifica

Il giudice scelto da Michele e Neri

Commento modifica

Michele Scalza è la sesta novella della giornata IV. Elissa dichiara il tema ‘motti di spirito’; dopo il racconto di Panfilo è il turno di Fiammetta che narra di uno scaltro ragazzo di nome Michele Scalza che grazie alla sua immaginazione e arte oratoria convince i ragazzi fiorentini che i Baronci sono la famiglia più antica di Firenze, vincendo una cena.Due dei temi principali sono il potere della parola, che permette a Michele di dimostrare a tutti la sua idea e la critica e presa in giro alla nobiltà.

La parola secondo Boccaccio, come si può osservare in numerose novelle, è anche uno strumento che permette di passare oltre alle tradizioni e alle convinzioni passate per raggiungere un miglioramento. In questa novella particolare viene criticata la nobiltà di nascita, sistema secondo Boccaccio obsoleto, e allo stesso modo vengono criticate le persone che si affermano nobili.[2]

Al contrario dell’epica, della lirica e dei romanzi, la novella è l’espressione di una nuova classe e di una diversa società, il mondo letterario in questa epoca smetterà di orbitare intorno alla nobiltà e i soggetti diventeranno le nuove classi sociali emergenti, artigiani e mercanti.

  1. ^ Decameron/Giornata sesta/Novella sesta - Wikisource, su it.wikisource.org. URL consultato il 9 maggio 2024.
  2. ^ Giovanni Boccaccio, in Wikipedia, 7 maggio 2024. URL consultato il 9 maggio 2024.