Épergne

centrotavola decorativo con cestelli per dolci e frutta

Épergne, termine francese, indica un trofeo da porre come centrotavola, con cestelli (o centrali, o sostenuti da braccetti e quindi mobili) per contenere frutta e dolciumi. Il termine forse viene da reserver, con significato di mettere in risparmio, quindi in aggiunta. Un nome alternativo francese è surtout. In inglese si scrive epergne.

Épergne vittoriana in argento, 1854[1]
Thomas Heming, Épergne, 1766–67 Metropolitan Museum
Lucidatura di épergne smontata
Eloise Harriet Stannard, Natura morta con fiori e épergne di vetro, 1889

Descrizione e storia modifica

Questa alzata - simile a un trofeo, arricchita da decorazioni a sbalzo e a cesello, con putti, fiori, cariatidi - appartiene al gusto del decoro della tavola principesca che si forma in Inghilterra a metà del Settecento. L'épergne era di solito affiancata da due trofei, di minori dimensioni ma di identico stile, oppure da due statuine o cestelli in argento. Le più antiche épergnes risentono del gusto delle cineserie, apprezzato in Inghilterra in quell'epoca. I più famosi argentieri inglesi hanno realizzato épergnes in argento massiccio: tra questi, Thomas Heming, Paul de Lamerie (argentiere e orefice ugonotto di origini francesi), Thomas Pitts I e l'argentiere scozzese William Robertson.

Caratteristica dell'épergne è che i cestelli possono essere tolti dal loro sostegno, centrale e laterale, e distribuiti sulla tavola: questo rende l'épergne un elemento decorativo duttile, nell'utilizzo. Un'épergne può anche avere il posto per inserire candele e fungere così anche da candelabro e nei cestini si possono anche disporre fiori o frutta secca.

In stile Impero sono state prodotte épergnes fastose, in bronzo patinato, in stile neoclassico, con cariatidi bronzee e con decori in argento cesellato e sbalzato. Pierre-Philippe Thomire ha realizzato, all'inizio dell'Ottocento, un'épergne neoclassica in bronzo dorato al mercurio e con un grande cestello centrale di cristallo molato.[2] Alla fine dell'Ottocento furono prodotte eleganti épergnes in vetro soffiato, di gusto Liberty, ma con i cestelli fissi.

Nei dipinti di natura morta, soprattutto inglesi, l'épergne è talvolta presente come elemento decorativo, con i suoi cestelli (o con cestello unico centrale) con fiori e frutta. Un fastoso surtout realizzato dall'argentiere Robert Hendery fu offerto a George-Étienne Cartier nel 1863 dai suoi elettori di Montréal.[3]

Note modifica

  1. ^ Porta questa iscrizione: Presented to / William York Esqr. / by a few friends as an expression of their / high estimate of his Character & worth / as a private Gentleman, as Deacon, / Convener of the Trade House, as a / Member of the City Council and as / the successful Builder of / Victoria Bridge / Glasgow 1854.
  2. ^ Montreal Museum of Fine Arts.
  3. ^ Lieu historique national de Sir-George-Étienne-Cartier, 458 rue Notre-Dame Est, Montréal (Canada).

Bibliografia modifica

  • Nietta Aprà, Dizionario enciclopedico dell'antiquariato, Milano, Mursia, 1969, SBN IT\ICCU\NAP\0338753. Presentazione, revisione e integrazione a cura di Guido Gregorietti, p. 163.
  • Dizionario dell'antiquariato maggiore e minore, Roma, Gremese, 2002, SBN IT\ICCU\TO0\1149444. Sotto la direzione di Jean Bedel; edizione italiana a cura di Alcide Giallonardi.

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