24 Ore di Le Mans 1985

Voce principale: 24 Ore di Le Mans.

La 24 Ore di Le Mans 1985 è stata la 53ª maratona automobilistica svoltasi sul Circuit de la Sarthe di Le Mans, in Francia, il 11 e il 16 giugno 1985, valevole come prova del Campionato del mondo sportprototipi 1985. Viene ricordata per l'influenza dei nuovi limiti al consumo sulle strategie di gara.

24 Ore di Le Mans 1985
Edizione n. 53 del 24 Ore di Le Mans
Dati generali
Inizio15 giugno
Termine16 giugno
valevole anche per il Campionato del mondo sportprototipi
Titoli in palio
AssolutaBandiera della Germania Klaus Ludwig
Bandiera dell'Italia Paolo Barilla
Bandiera della Germania John Winter
su Porsche 956
Imsa GTPBandiera degli Stati Uniti Bob Tullius
Bandiera degli Stati Uniti Chip Robinson
Bandiera della Francia Claude Ballot-Léna
su Jaguar XJR-5
Gruppo C2Bandiera del Regno Unito Gordon Spice
Bandiera del Regno Unito Ray Bellm
Bandiera dell'Irlanda Mark Galvin
su Tiga-Spice
Gruppo BBandiera della Germania Edgar Dören
Bandiera dell'Irlanda Martin Birrane
Bandiera del Belgio Jean-Paul Libert
su BMW M1
Altre edizioni
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Contesto modifica

Dopo più di tre anni dall'entrata in vigore, le norme per il consumo sembrano aver designato la loro miglior interprete: la Porsche 956 sembra quasi imbattibile, sia sulle piste del Campionato mondiale Endurance che a Le Mans, dove ha centrato tre vittorie consecutive. Con due vetture per il Joest Racing, una per i fratelli Kremer, una per Fitzpatrick, una per il Brun Motorsport, una per il Richard Lloyd Racing (RLR) e infine una per il team Obermaïer, le Porsche 956 sono le vetture presenti in maggior numero sulla griglia di partenza. Eppure, alla vigilia della 24 Ore del 1985, molti ritengono che la 956 potrebbe subire la prima sconfitta a Le Mans.

A dar fastidio al nugolo di 956 è la nuova Porsche 962C ufficiale. In effetti, la 962C è uno sviluppo delle 962 progettate per le norme IMSA sulla base della 956 e già viste l'anno precedente nella squadra di Preston Henn. Per motivi di sicurezza in caso d'incidente, il regolamento prevede ora che sulle automobili costruite a partire dal 1985 i piedi dei piloti si trovino dietro dall'asse delle ruote anteriori. È stato pertanto necessario aumentare l'interasse della 956 e accorciarne lo sbalzo anteriore. Tale regola ha imposto alla Porsche l'uso del telaio IMSA, mantenendo il motore biturbo vietato nelle gare Statunitensi. Da qui il nome di 962C, cioè telaio tipo 962 dotato di motore Gruppo C. John Fitzpatrick aveva già portato in gara una macchina simile l'anno prima[1] in assenza della squadra ufficiale, ma la vettura era dotata di una cofano anteriore studiato per le gare brevi e quest'anno non partecipa a causa di un incidente in prova.[2] Altre due 962C vengono affidate ai team Kremer (la nº11) e Brun (la nº19).

 
La Porsche 956 nº7 del Joest Racing vincitrice della corsa
 
La Porsche 956 nº14 del Richard Lloyd Racing

Per quanto riguarda gli equipaggi Porsche ufficiali, Jacky Ickx e Derek Bell non sono più sulla stessa auto: il belga corre con Jochen Mass sulla nº1 mentre il britannico è con Hans-Joachim Stuck sulla nº2. La terza vettura è affidata a due dei vincitori del 1983, Vern Schuppan e Al Holbert, affiancati da John Watson (che aveva lasciato la Formula Uno) al posto di Hurley Haywood, che era passato alla Jaguar.

La squadra Lancia, agli ordini di Cesare Fiorio, schiera due LC2 ufficiali, ma le vetture italiane non sono realmente in grado di tener testa alle Porsche. Sotto accusa è l'affidabilità sulla lunga distanza, anche alla luce dei nuovi limiti di consumo previsti per il 1985 (solo 2210 litri a disposizione delle Gruppo C), che mal si adattano al loro vorace motore V8 di origine Ferrari, tanto più che la versione 1985 è molto più larga di quelle viste in gara nel 1983 e nel 1984: la larghezza è stata aumentata fino al limite regolamentare di due metri per migliorare la tenuta di strada, andando a scapito della velocità massima e dei consumi. La nº4 è affidata a Bob Wollek, Alessandro Nannini e Lucio Cesario,[3][4] mentre sulla nº5 Mauro Baldi fa coppia con Henri Pescarolo, reduce dalla vittoria dell'anno precedente col team Joest Racing.

Schierata in gara anche la Jaguar XJR-5 dal team statunitense Group 44 guidato da Bob Tullius, ma l'esperienza dell'anno prima ha dimostrato che la pista di Le Mans non è adatta alla loro vettura, perciò si ripresentano alla corsa con un pacchetto aerodinamico rivisto per ridurre la deportanza e migliorare la penetrazione (muso più profilato e alettone senza paratie laterali), sospensioni irrigidite e il 10% di potenza in più: conformi al regolamento IMSA, le vetture del giaguaro sono molto più pesanti della diretta concorrenza, coi loro 162 kg oltre il limite regolamentare[5] e inoltre le nuove XJR-6 del Tom Walkinshaw Racing non sono pronte in tempo per la gara.

Per quanto riguarda le squadre francesi, sono presenti cinque Rondeau, ma nessuna di esse può aspirare al podio; Yves Courage si affida ai motori Porsche per le sue Cougar C02, derivata dalla precedente C01-Cosworth e progettata da Marcel Hubert, già coinvolto nel progetto della Renault Alpine A442, vittoriosa nel 1978. Insieme a loro la squadra WM-Peugeot si presenta a Le Mans per la decima volta e per festeggiare l'avvenimento porta in gara tre WM P83B. Sul fronte piloti la grande sorpresa è data da Jean Rondeau, che dopo essere arrivato secondo l'anno prima al volante di una Porsche passa quest'anno alla squadra un tempo sua rivale. In squadra anche Jean Claude Andruet e Roger Dorchy, che aveva brillantemente debuttato nella gara del 1984 permettendo per la prima volta alla "piccola" WM di tenere la testa della 24 Ore. Dopo la scelta tecnica della Lancia di adeguarsi alla concorrenza, le WM erano ora le uniche vetture a non sfruttare tutta la larghezza regolamentare, allo scopo di ottenere una maggiore velocità di punta, ma difficilmente ripeteranno l'exploit dell'anno precedente.

Altra contendente è la nuova Sauber C8, spinta da un motore V8 Mercedes-Benz turbocompresso, ma non riuscirà ad esprimere il suo potenziale poiché durante le prove il pilota John Nielsen si prende un grande spavento decollando sul dosso di Mulsanne e atterrando sulle quattro ruote dopo un "looping" completo. Peter Sauber saggiamente decide di non portare l'auto in gara.

Assenti le Aston Martin Nimrod dopo il doppio incidente patito l'anno prima: Ray Mallock schiera le sue Ecosse (che sembrano delle Nimrod in scala ridotta) nel Gruppo C2, mentre il motorista inglese fornisce i motori alla Emka di Steve O'Rourke e alla Cheetah nº24, due vetture non hanno grosse ambizioni per la classifica generale.

Anche la Toyota è sul circuito con un programma ufficiale basato sull'esperienza maturata con le Gruppo C del'All-Japan Endurance Championship insieme al Team TOM'S e le sue due Dome 85C sono affidate a un equipaggio tutto giapponese (la nr.36, con Satoru Nakajima) e uno internazionale (la nr.38), ma le vetture hanno un'eccessiva deportanza all'avantreno che le rende instabili sul dritto e il problema viene risolto con il cambio della carrozzeria, mostrando però il vero lato debole della 85C, cioè la scarsa potenza del motore quadricilindrico 2,1 litri turbocompresso: i suoi "soli" 550 CV non le permettono né di competere con le altre C1, né di superare la soglia psicologica delle "200 miglia orarie" (320 km/h), pertanto la priorità diventa finire la gara e accumulare esperienza.[5]

Per quanto riguarda il Gruppo C2, lo schieramento è formato da Alba, Ecosse, Tiga, Gebhardt Motorsport e le Mazda ufficiali, che insistono nel partecipare nella categoria inferiore con la loro 737C spinta da un birotore Wankel. Presenti anche le Gruppo B: tre BMW M1 e una Porsche 911.

Qualifiche modifica

Stuck coglie la pole position con 3'14"80, Ickx è secondo, staccato di 48 centesimi, terza è la Lancia LC2 di Wollek/Nannini/Cesario. Al quarto posto il team Joest con la nº7 di Klaus Ludwig (quest'anno affiancato da Paolo Barilla e John Winter), a ribadire che l'anno prima quella stessa vettura non aveva vinto per caso. Quinta la terza Porsche ufficiale, sesta l'altra Lancia e settima la 956 Kremer dell'equipaggio Van der Merwe/Fouché/Hytten. All'ottavo posto l'altra vettura di Joest. Nei team Kremer e Brun le 956 sono più veloci delle 962C.

Gara modifica

Partenza alle ore 15:00 e Ickx adotta subito una tattica di risparmio del carburante, comune a tutte le Porsche ufficiali, mentre il più aggressivo Bob Wollek prende il comando alla curva Dunlop, seguito da Klaus Ludwig sulla Porsche 956 di Joest e alla fine dell'Hunaudières le 962C sono quarta, quinta e undicesima. Già dalle prime battute si capisce che il tema del consumo di carburante condizionerà le strategie: Ludwig, infatti, preferisce restare in scia alla Lancia LC2 in ottica di risparmio, anziché sorpassarla e fare la lepre.

Alla fine del secondo giro nessun cambiamento in testa: Wollek è primo, poi Ludwig, Sarel Van Der Merwe (Kremer Porsche nº10), Oscar Larrauri (Porsche Brun nº18), Jean-Pierre Jarier (Kremer Porsche nº11) e Jonathan Palmer (RLR Porsche nº14). La migliore delle Porsche ufficiali, quella di Schuppan/Holbert/Watson è ottava, preceduta dalla Emka-Aston Martin nº66 di Tiff Needell, che non sembra badare alla strategia di consumo; strategia che condiziona la gara di Ickx, che sceglie di girare in 3'45", mentre le Porsche private hanno un ritmo compreso tra 3'37" o 3'38": si ritrova così diciannovesimo.

Al quarto giro Wollek viene sorpassato da Ludwig e allora imposta il proprio ritmo "economico" e si lascia poi passare anche dalle altre Porsche private. Nella prima mezz'ora di corsa il carosello dei sorpassi "concessi" da chi vuol risparmiare porta in testa Palmer e al terzo posto la Emka-Aston Martin.[6] La prima ora di gara si è svolta all'insegna delle Porsche private, che si fermano per il rifornimento a cavallo del sessantesimo minuto: le Porsche ufficiali, che hanno risparmiato, si ritrovano al 6º, 7º e 8º posto e alla fine del carosello dei rifornimenti in testa resta la Emka-Aston Martin, che per guadagnare tempo ai box decide di riempire metà serbatoio e ritrovarsi al comando per un po' e farsi pubblicità, salvo poi cedere il definitivamente il comando a Ludwig e Palmer al 20º giro, che si dimostrano i più veloci e i più economi in pista, a differenza delle Porsche ufficiali, che, nonostante la loro accurata strategia, consumano anche più delle Lancia.

 
La Gebhardt JC843, appartenente al Gruppo C2

Durante la terza ora la Cougar C02-Porsche subisce due incidenti in un solo giro e rientra ai box per le riparazioni, mentre la corsa è ancora un affare tra le auto di Joest e Richard Lloyd, seguite dalla 956 del team Brun, dalla LC2 di Wollek/Nannini/Cesario e dalla 962C di Bell/Stuck, con le due vetture di testa che si sorpassano in continuazione e sembrano quasi due ciclisti in fuga dal gruppo che si alternano per aiutarsi vicendevolmente. Intanto alle 18:30 Mass è costretto a rientrare lentamente ai box per problemi di accensione: viene sostituita la centralina e un'ora dopo tocca a un tubo dell'olio. A questo punto Ickx rompe gli indugi e va all'attacco senza preoccuparsi del consumo e alle 20:15 gira in 3'25"1, dimostrando di essere il più veloce in pista, ma dopo l'exploit la gara può ritenersi finita per Jacky e Jochen, per colpa del cambio da riparare.

In serata la WM-Peugeot nº43 di Jean Claude Andruet sbanda inspiegabilmente sull'Hunaudières e ne esce distrutta, mentre il pilota è illeso: la pace-car neutralizza la gara per circa una mezz'ora e alla fine della sesta ora in testa è ancora la 956 nº7 di Joest, seguita ancora dalla nº14 del Richard Lloyd Racing, mentre quella di Brun ha ceduto il terzo posto alla Lancia di Wollek/Nannini/Cesario, seguita dalle 962C.

Alle 21:30 la vettura nº7 resta sola in testa, poiché la 956 del RLR si ferma per ben due volte ai box per risolvere dei problemi elettrici[7] e sprofonda al settimo posto, mentre la nº18 di Walter Brun sale al secondo posto, ma è molto distante. Al calar della notte cominciano a spuntare le noie di affidabilità che solitamente decimano lo schieramento e anche la Porsche 962C di Bell/Stuck deve fermarsi a i box per sostituire il portamozzo anteriore sinistro, cedendo diverse posizioni.

Durante la notte accade qualcosa di spiacevole: diverse squadre sono vittima di carenza di carburante ai box e non possono rifornire le loro vetture. Ne fanno le spese alcune Porsche (tra cui la nº14) e le due Lancia, tanto che la direzione gara gli conteggia i giri non coperti in funzione del tempo perso ai box e dopo 12 ore di corsa la classifica vede in testa sempre la 956 di Ludwig/Barilla/Winter, seguita dalla 962C di Schuppan/Holbert/Watson e dalla 956 di Brun, con la Lancia di Wollek/Nannini/Cesario scesa al quarto posto che poco dopo perde le ultime speranze di vittoria per colpa di un turbo rotto. All'alba la classifica vede la 962C di Schuppan/Holbert/Watson attardata da un portamozzo da sostituire, che la fa scendere al 5º posto, dietro i compagni di squadra Bell e Stuck, mentre durante la notte si è completata la rimonta della 956 nº14 del Richard Lloyd Racing, che si è ripresa il secondo posto a scapito del team Brun, alle spalle della 956 giallo-nera nº7.

Verso le 10:00 la seconda 956 di Joest deve ritirarsi: Jean Paul Belmondo va in testacoda alla curva Dunlop danneggiando irrimediabilmente la vettura da lui riportata ai box, mentre poco dopo si ritira anche la 962C di Schuppan/Holbert/Watson col motore muto e dopo le 11:00 un testacoda sull'Hunaudières mette fuori gioco la 962C del team Brun: auto distrutta e pilota illeso. Ma non finisce qui, perché a mezzogiorno il cambio tradisce l'altra vettura di Walter Brun, la 956 nº18: a seguito di questi ritiri la Porsche nº2 sale al terzo posto, la 956 di John Fitzpatrick ottiene il quarto e le due Lancia il sesto e il settimo.

Sempre verso le 11:00 c'è la svolta nel Gruppo C2: la Mazda 737C che guidava saldamente la categoria perde 83 minuti ai box per riparare il cambio, cedendo la testa della propria classe a favore della Tiga-Spice di Gordon Spice/Ray Bellm/Mark Galvin, che la manterrà fino alla fine.

Alle 15:00 la Porsche 956 nº7 passa per prima sotto la bandiera a scacchi, confermando la vittoria conquistata l'anno precedente dal medesimo telaio, il 956/117, un onore condiviso con la Ford GT40/1075 del team di John Wyer, la sola altra vettura ad avere precedentemente ottenuto la stessa impresa nel 1968 e nel 1969 ma con due numeri di gara diversi (n. 9 nel '68, n. 6 nel '69). Klaus Ludwig, Paolo Barilla e John Winter si sono imposti sulla concorrenza, soprattutto i primi due, poiché John ha infatti pilotato per soli 70 minuti, tra cui una mezz'ora dietro la pace car. al secondo posto la 956 del Richard Lloyd Racing, che ha pagato il ritardo patito ai box in serata, ma che ha riagguantato il podio con una strepitosa rimonta, mentre la 962C ufficiale di Bell e Stuck completa il podio più per le disgrazie altrui che per i propri meriti, ma comunque mitiga la disfatta del team della Casa di Stoccarda.

Classifica finale modifica

Pos Classe Squadra Piloti Vettura Gomme Giri
Motore
1 C1 7   New-Man Joest Racing   Klaus Ludwig
  Paolo Barilla
  "John Winter"
Porsche 956B D 374
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
2 C1 14   Richard Lloyd Racing   Jonathan Palmer
  James Weaver
  Richard Lloyd
Porsche 956 GTi G 371
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
3 C1 2   Rothmans Porsche   Derek Bell
  Hans-Joachim Stuck
Porsche 962C D 367
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
4 C1 33   John Fitzpatrick Racing   Jo Gartner
  David Hobbs
  Guy Edwards
Porsche 956B Y 366
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
5 C1 10   Porsche Kremer Racing   Mario Hytten
  George Fouché
  Sarel van der Merwe
Porsche 956B G 361
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
6 C1 4   Martini Lancia   Bob Wollek
  Alessandro Nannini
  Lucio Cesario
Lancia LC2 M 360
Ferrari 308C 3.0 L Turbo V8
7 C1 5   Martini Lancia   Henri Pescarolo
  Mauro Baldi
Lancia LC2 M 358
Ferrari 308C 3.0 L Turbo V8
8 C1 26   Obermaier Racing Team   Jürgen Lässig
  Jésus Pareja
  Hervé Regout
Porsche 956 G 357
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
9 C1 11   Porsche Kremer Racing   Jean-Pierre Jarier
  Mike Thackwell
  Franz Konrad
Porsche 962C G 356
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
10 C1 1   Rothmans Porsche   Jacky Ickx
  Jochen Mass
Porsche 962C D 348
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
11 C1 66   EMKA Productions, Ltd.   Tiff Needell
  Steve O'Rourke
  Nick Faure
EMKA C84/1 D 338
Aston Martin-Tickford 5.3 L V8
12 C1 36   Tom's Team   Satoru Nakajima
  Masanori Sekiya
  Kaoru Hoshino
Tom's 85C-L B 330
Toyota 4T-GT 2.1 L Turbo I4
13 GTP 44   Jaguar Group 44   Bob Tullius
  Chip Robinson
  Claude Ballot-Léna
Jaguar XJR-5 G 324
Jaguar 6.0 L V12
14 C2 70   Spice Engineering   Gordon Spice
  Ray Bellm
  Mark Galvin
Spice-Tiga GC85 A 312
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
15 B 151   Helmut Gall   Edgar Dören
  Martin Birrane
  Jean-Paul Libert
BMW M1 A 307
BMW M88 3.5 L I6
16 C2 75   ADA Engineering   Ian Harrower
  Steve Earle
  John Sheldon
Gebhardt JC843 A 299
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
17 C1 42   WM-Peugeot   Michel Pignard
  Jean-Daniel Raulet
  Jean Rondeau
WM P83B M 299
Peugeot PRV 2.6 L Turbo V6
18 C1 39   Bussi Racing   Bruno Sotty
  Jean-Claude Justice
  Patrick Oudet
Rondeau M382 D 291
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
19 C2 86   Mazdaspeed Co. Ltd.   Dave Kennedy
  Philippe Martin
  Jean-Michel Martin
Mazda 737C D 283
Mazda 13B 1.3 L 2-Rotori
20 C1 13   Primagaz   Yves Courage
  Alain de Cadenet
  Jean-François Yvon
Cougar C12 M 279
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
21 C2 99   Roy Baker Promotions Ford   Paul Smith
  Will Hoy
  Nick Nicholson
Tiga GC285 A 274
Ford Cosworth BDT 1.7 L Turbo I4
22 C1 34   Kreepy Krauly Racing   Graham Duxbury
  Christian Danner
  Almo Coppelli
March 85G Y 270
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
23 C2 95   Roland Bassaler   Roland Bassaler
  Dominique Lacaud
  Yvon Tapy
Sauber SHS C6 A 268
BMW M88 3.5 L I6
24 C2 85   Mazdaspeed Co. Ltd.   Yoshimi Katayama
  Yojiro Terada
  Takashi Yorino
Mazda 737C D 264
Mazda 13B 1.3 L 2-Rotori
25
DSQ
C1 41   WM-Peugeot   Patrick Gaillard
  Pascal Pessiot
  Dominique Fornage
WM P83B M 267
Peugeot PRV 2.6 L Turbo V6
26
NC
C2 77   Spice Engineering   Tim Lee-Davey
  Neil Crang
  Tony Lanfranchi
Tiga GC84 D 226
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
27
NC
C2 74   Team Labatt
  Gebhardt Engineering
  Frank Jelinski
  John Graham
  Nick Adams
Gebhardt JC853 A 224
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
28
NC
C2 98   Roy Baker Promotions Ford   François Duret
  David Andrews
  Duncan Bain
Tiga GC284 A 150
Ford Cosworth BDT 1.7 L Turbo I4
29
NC
C2 93   Automobiles Louis Descartes   Louis Descartes
  Jacques Heuclin
  Daniel Hubert
ALD 01 A 141
BMW M88 3.5 L I6
30
DNF
C1 18   Brun Motorsport   Massimo Sigala
  Oscar Larrauri
  Gabriele Tarquini
Porsche 956 D 323
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
31
DNF
C1 19   Brun Motorsport   Walter Brun
  Joël Gouhier
  Didier Theys
Porsche 962C D 304
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
32
DNF
C1 3   Rothmans Porsche   Al Holbert
  Vern Schuppan
  John Watson
Porsche 962C D 299
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
33
DNF
C1 31   Primagaz   Pierre Yver
  Pierre-François Rousselot
  François Sérvanin
Rondeau M382 D 286
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
34
DNF
C1 8   New-Man Joest Racing   Paul Belmondo
  Maurizio de Narvaez
  Kenper Miller
Porsche 956 D 277
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6
35
DNF
C2 80   Carma F.F.   Martino Finotto
  Aldo Bertuzzi
  Guido Daccò
Alba AR6 A 228
Carma FF 1.9 L Turbo I4
36
DNF
GTP 40   Jaguar Group 44   Brian Redman
  Hurley Haywood
  Jim Adams
Jaguar XJR-5 G 151
Jaguar 6.0 L V12
37
DNF
C1 67   Jean-Philippe Grand   Patrick Gonin
  Pascal Witmeur
  Pierre de Thoisy
Rondeau M482 M 143
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
38
DNF
C1 38   Dome Team   Eje Elgh
  Geoff Lees
  Toshio Suzuki
Dome 85C-L D 141
Toyota 4T-GT 2.1 L Turbo I4
39
DNF
C2 90   Jens Winther Denmark   Jens Winther
  David Mercer
  Margie Smith-Haas
URD C83 A 141
BMW M88 3.5 L I6
40
DNF
B 157   Angelo Pallavicini   Enzo Calderari
  Angelo Pallavicini
  Marco Vanoli
BMW M1 A 116
BMW M88 3.5 L I6
41
DNF
B 156   Raymond Touroul Team   Raymond Touroul
  Thierry Perrier
  Philippe Dermagne
Porsche 911SC P 107
Porsche 3.0 L Flat-6
42
DNF
C1 43   WM-Peugeot   Claude Haldi
  Roger Dorchy
  Jean-Claude Andruet
WM P83B M 73
Peugeot PRV 2.8 L Turbo V6
43
DNF
C2 104   Ecurie Blanchet Locatop   Michel Dubois
  Hubert Striebig
  Noël del Bello
Rondeau M379 A 65
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
44
DNF
C1 24   Cheetah Automobiles Switzerland   Bernard de Dryver
  Claude Bourgoignie
  John Cooper
Cheetah G604 D 53
Aston Martin-Tickford 5.3 L V8
45
DNF
C2 79   Ecurie Ecosse   Mike Wilds
  Ray Mallock
  David Leslie
Ecosse C285 A 45
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
46
DNF
C1 46   Bussi Racing
  Roland Bassaler
  Christian Bussi
  Jack Griffin
  Marion L. Speer
Rondeau M482 M 36
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
47
DNF
B 152   Vogelsang   Harald Grohs
  Altfrid Heger
  Kurt Köning
BMW M1 A 32
BMW M88 3.5 L I6
48
DNF
C2 100   Goodmands Sound
  Bartlett Chevron Racing
  Richard Jones
  Robin Smith
  Max Cohen-Olivar
Chevron B62 A 19
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
49
DNF
C2 82   Grifo Autoracing   Paolo Giangrossi
  Pasquale Barberio
  Mario Radicella
Alba AR3 D 5
Ford Cosworth DFL 3.3 L V8
DNS C1 61   Sauber Racing   John Nielsen
  Dieter Quester
  Max Welti
Sauber C8 D -
Mercedes-Benz M117 5.0 L Turbo V8
DNS C2 81   Carma F.F.   Loris Kessel
  Ruggero Melgrati
  Aldo Bertuzzi
  Jean-Pierre Frey
Alba AR2 A -
Carma FF 1.9 L Turbo I4
DNS C2 97   Strandell Porsche   Stanley Dickens
  Martin Schanche
Strandell 85 A -
Porsche Type-934 3.3 L Turbo Flat-6
DNQ C2 106   Bruno Sotty   Martin Wagenstätter
  Kurt Hild
Lotec C302 D -
Ford Cosworth DFV 3.0 L V8
DNQ C1 55   John Fitzpatrick Racing   Kenny Acheson
  Dudley Wood
  Jean-Louis Schlesser
Porsche 962C Y -
Porsche Type-935 2.6 L Turbo Flat-6

† - La numero 41 non passò le verifiche tecniche post-gara, causa sottopeso. Era arrivata 24ª prima di essere squalificata.

Statistiche modifica

  • Pole Position - numero 2 Rothmans Porsche - 3:14.80
  • Giro più veloce - numero 1 Rothmans Porsche - 3:25.10
  • Distanza - 5088.507 km
  • Velocità media - 212.021 km/h

Note modifica

  1. ^ (FR) 1984 33 55 Porsche 956/962, su les24heures.fr. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2016).
  2. ^ Youtube: immagini dei soccorsi..
  3. ^ Endurance Info - Endurance Info WebSite (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2006)..
  4. ^ Le Mans 24 Hours 1985 - Photo Gallery - Racing Sports Cars..
  5. ^ a b Jonathan Moore.
  6. ^ https://www.flickr.com/photos/29493524@N06/2882359909/ Foto della Emka-Aston Martin.
  7. ^ (EN) TEAM QUAIL AT LE / The History - The Eighties, su teamquail.com. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2008).

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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