27. Panzer-Division

La 27. Panzer-Division[1] (27ª divisione corazzata) fu una formazione corazzata tedesca della seconda guerra mondiale creata nell'ottobre 1942 nel settore sud del fronte orientale a partire dal Kampfgruppe Michalik (gruppo di battaglia "Michalik") a sua volta composto da elementi della 22ª divisione corazzata. Prese parte, ancora poco equipaggiata, alla drammatica battaglia dell'inverno 1942-1943 nel settore del Don a sostegno dei reparti italiani della 8ª Armata e, pur combattendo coraggiosamente per frenare l'avanzata sovietica e sfuggire all'accerchiamento, subì pesanti perdite e venne praticamente distrutta. Il comando tedesco decise lo scioglimento formale della divisione il 15 febbraio 1943.

27. Panzer-Division
Il simbolo tattico riportato sui veicoli della 27. Panzer-Division
Descrizione generale
Attiva1º ottobre 1942 - 15 febbraio 1943
NazioneBandiera della Germania Germania
ServizioHeer (Wehrmacht)
Tipodivisione corazzata
Battaglie/guerreOperazione Piccolo Saturno
Offensiva Ostrogorzk-Rossoš
Parte di
ott. 1942: Riserva della 2. Armee
nov. 1942: Riserva del Heeresgruppe B
dic. 1942: 8ª Armata italiana
gen. 1943: XXIV. Panzerkorps
gen. 1943: 8ª Armata italiana
feb. 1943: III. Panzerkorps
Reparti dipendenti
Panzer-Abteilung 127
Panzergrenadier-Regiment 140
Panzer-Artillerie-Regiment 127
Panzer-Aufklärungs-Abteilung 27
Panzerjäger-Abteilung 127
Panzer-Pionier-Bataillon 127
Panzer-Nachrichten-Abteilung 127
Versorgungstruppen 127
Simboli
Altro simbolo
Fonti citate nel testo
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Tra i suoi membri si distinsero gli ufficiali Rolf Maempel e Heinz Huffmann (comandante di un reparto di cannoni d'assalto aggregato alla divisione) e figurò anche Herbert Zimmermann, telecronista di calcio nella Germania post-bellica.[2]

Storia modifica

TEATRI OPERATIVI DELLA 27. PANZER-DIVISION
Luogo Periodo
Fronte orientale, settore sud ott 1942 - feb 1943

L'unità nacque il 1º ottobre 1942 nel settore sud del fronte orientale, a Voronež, dal cambio di nome del Kampfgruppe Michalik (gruppo di battaglia "Michalik") a sua volta composto da elementi della 22ª divisione corazzata. Subito venne sottoposta alla 323ª divisione di fanteria e rimase a Voronež fino alla fine di novembre, quando passò nella riserva della 2ª Armata ungherese.[3]

A partire dal 10 dicembre la 27. Panzer-Division venne schierata nella regione di Millerovo come riserva mobile a disposizione dell'8ª Armata italiana schierata sul fiume Don; l'inizio il 16 dicembre della grande offensiva sovietica (operazione Piccolo Saturno) impose l'immediato intervento della divisione (ancora debole e dotata di solo 70 mezzi corazzati, tra panzer, cannoni d'assalto e cacciacarri[4]) a sostegno del 2º Corpo d'armata italiano in grave difficoltà. I reparti della divisione cercarono di fermare l'offensiva sovietica e alcune formazioni si distinsero per combattività ed efficienza durante la battaglia. In particolare il kampfgruppe Maempel contrattaccò già il 16 dicembre, il kampfgruppe Schulz coprì la ritirata della divisione "Ravenna", e il kampfgruppe Huffmann guidò con i suoi pochissimi mezzi corazzati la drammatica ritirata del cosiddetto "Blocco Nord" verso Čertkovo[5]. La divisione uscì praticamente distrutta dalla battaglia e i resti (con solo 10 carri) si schierarono parte a Certkovo e parte a sud di Novaja Kalitva alle dipendenze del 24º Panzerkorps.

Coinvolta anche nella successiva offensiva Ostrogorzk-Rossoš, la 27. Panzer-Division venne aggregata al comando della 385ª divisione di fanteria tedesca e si ritirò, combattendo, al fiume Donec dove arrivò verso la fine del mese del gennaio 1943 insieme ai resti del Corpo alpino italiano.[3]

I superstiti vennero affidati alla fine di gennaio alla 19. Panzer-Division, ma alcuni kampfgruppen erano ancora attivi a febbraio sul Donec e lungo l'Oskol. Il 9 febbraio 1943 la divisione (ormai tale solo sulla carta) venne raggiunta dall'ordine di scioglimento (stessa cosa accadde lo stesso giorno alla 22ª divisione corazzata) che venne eseguito sei giorni dopo nel territorio di competenza del gruppo d'armate Don. Gran parte dei sottufficiali e ufficiali passarono alla 7ª divisione corazzata mentre la truppa venne distribuita tra la 19ª e 24ª divisione corazzata. Il 21 aprile venne sciolto l'ultimo elemento ancora attivo dell'ex divisione, il quartier generale.[3]

Ordine di battaglia modifica

  • Stab (quartier generale)
  • 140. Panzergrenadier-Regiment (140º reggimento panzergrenadier - proveniente dalla 22ª divisione corazzata)
    • Panzergrenadier-Bataillon I (1º battaglione panzergrenadier)
    • Panzergrenadier-Bataillon II
  • 127. Panzer-Artillerie-Regiment (127º reggimento artiglieria)
    • Panzer-Artillerie-Abteilung I (1º battaglione artiglieria)
    • Panzer-Artillerie-Abteilung II
  • 127. Panzer-Abteilung (127º battaglione corazzato)
  • 27. Panzer-Aufklärungs-Abteilung (27º battaglione da ricognizione)
  • 127. Panzerjäger-Abteilung (127º battaglione anticarro)
  • 127. Panzer-Pionier-Bataillon (127º battaglione corazzato del genio militare)
  • 127. Panzer-Nachrichten-Abteilung (127º battaglione corazzato comunicazioni)
  • Unità di servizi e supporto

Decorazioni modifica

Sei soldati di questa divisione ricevettero la Croce Tedesca d'oro e uno la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro (colonnello Rudolf Maempel, premiato per meriti conseguiti con la 27ª divisione corazzata il 5 dicembre 1943, quando l'unità era già stata sciolta).[2]

Comandanti modifica

Nome Grado Inizio Fine
Helmut Michalik Oberst 1º ottobre 1942 30 novembre 1942
Hans Tröger Oberst 30 novembre 1942 31 dicembre 1942
Hans Tröger Generalmajor 1º gennaio 1943 25 gennaio 1943
von Kronhelm Oberst 26 gennaio 1943 15 febbraio 1943

Note modifica

  1. ^ Nella lingua tedesca il punto "." equivale al numero ordinale nella lingua italiana; nel caso specifico è messo al posto della "ª"
  2. ^ a b (EN) 27. Panzer-Division, in axishistory.com. URL consultato l'8 febbraio 2011.
  3. ^ a b c Unità della Wehrmacht, in okh.it. URL consultato l'8 febbraio 2011.
  4. ^ T.Schlemmer, Invasori, non vittime, p. 254.
  5. ^ A.Valori, La campagna di Russia, pp. 548, 622-634.

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Collegamenti esterni modifica

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