2MASS J18082002-5104378

stella binaria ultrapovera di metalli

2MASS J18082002-5104378 (abbreviato in J1808-5104) è una stella binaria ultrapovera di metalli (che in astronomia sono definiti come gli elementi di materia diversi da idrogeno ed elio), situata nella costellazione dell'Altare e distante circa 1 950 anni luce dal Sole. Scoperta nel corso dei rilevamenti 2MASS, si tratta in particolare di una binaria spettroscopica e non può essere quindi risolta come binaria visuale.[1]

2MASS J18082002-5104378[1][2]
2MASS J18082002-5104378
Distanza dal Sole1 940 ± 50 anni luce (595 ± 15 pc)
CostellazioneAltare
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta18h 08m 20,02s
Declinazione-51° 04′ 37,8″
Dati fisici
Raggio medio2,44 (componente A) R
Massa
0,14 (componente B) M
Acceleraz. di gravità in superficie3,0 cgs (componente A)[3]
Temperatura
superficiale
5440 K (componente A) (media)
Luminosità
5,311 (componente A) L
Metallicità−4,1  [Fe/H] (componente B)[3]
Età stimata13,535 Ga (componente B)
Dati osservativi
Magnitudine app.+11,9[3]
Parallasse1,6775±0,0397 mas
Moto proprioAR: -5,672 mas/anno
Dec: -12,643 mas/anno
Nomenclature alternative
Gaia DR2 6702907209758894848[4]

Coordinate: Carta celeste 18h 08m 20.02s, -51° 04′ 37.8″

Caratteristiche modifica

Stella primaria modifica

La componente primaria del sistema binario, chiamata 2MASS J18082002-5104378 A, è una subgigante, più fredda del Sole ma più grande e più luminosa di esso.[3]

Stella secondaria modifica

La componente secondaria, chiamata 2MASS J18082002-5104378 B, è oggi ritenuta essere una nana rossa,[4] con un periodo orbitale di 34,757 giorni e una massa pari a 0,14 volte quella solare.[1] Essa è la prima stella a bassissimo contenuto di elementi pesanti mai scoperta ad avere una massa così piccola, nonché una delle più antiche di tutto l'Universo, avendo un'età stimata in circa 13,53 miliardi di anni.[4] Ciò la colloca tra le prime stelle mai formatesi, composte quasi interamente dal materiale rilasciato durante il Big Bang,[1][5][6][7][8][9][10], ed è ritenuta appartenente alla Popolazione III.[11]
La stella ha un contenuto di metalli pari a circa un decimillesimo di quello del Sole (la cui massa è composta da metalli per l'1,6%), inferiore persino a quello del pianeta Mercurio, e, come sistema binario, è la più brillante delle stelle ultrapovere di metalli a noi note.[12] Essendo parte del cosiddetto "disco sottile" della Via Lattea,[13] il settore della galassia in cui è situato anche il nostro Sole, questa stella, con la sua età e il suo bassissimo contenuto di metalli, ha fatto sì che le stime dell'età di questa parte della nostra galassia aumentassero di tre miliardi di anni.[1] Stando a quanto dichiarato dagli autori dello studio che ha descritto la scoperta di 2MASS J18082002-5104378 B, l'importanza di questa stella risulta evidente se si considera che il nostro Sole non è altro che il frutto di, probabilmente, migliaia di generazioni di stelle massive e dal ciclo vitale relativamente breve che si sono susseguite dal Big Bang ad oggi (si ritiene che a questo sia dovuto il suo contenuto di metalli), mentre 2MASS J18082002-5104378 B potrebbe essere separata dal Big Bang solamente da una singola generazione stellare. Osservazioni come questa consentono così agli astrofisici di avvicinarsi sempre più a capire come il nostro Universo abbia avuto inizio.[6] Un'altra novità rappresentata da questa stella è data dal fatto che, sino alla sua scoperta, si riteneva che le primissime stelle dell'Universo fossero tutte stelle massive morte ormai da miliardi di anni, mentre la scoperta di 2MASS J18082002-5104378 ha fatto capire che tra quelle primissime stelle vi erano anche stelle formate da quantità di materia relativamente molto piccola che hanno potuto sopravvivere fino ai giorni nostri.[5][8]

Note modifica

  1. ^ a b c d e Kevin C. Schlaufman, Ian B. Thompson e Andrew R. Casey, An Ultra Metal-poor Star Near the Hydrogen-burning Limit, in The Astrophysical Journal, vol. 867, n. 2, 5 novembre 2018, p. 98, DOI:10.3847/1538-4357/aadd97, arXiv:1811.00549.
  2. ^ Staff, Finding the constellation which contains given sky coordinates, su DJM.cc, 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.
  3. ^ a b c d Jorge Meléndez, Vinicius M. Placco, Marcelo Tucci-Maia, Iván Ramírez, Ting S. Li e Gabriel Perez, 2MASS J18082002-5104378: The brightest (V = 11.9) ultra metal-poor star, in Astronomy and Astrophysics, vol. 585, 2016, pp. L5, Bibcode:2016A&A...585L...5M, DOI:10.1051/0004-6361/201527456.
  4. ^ a b c News Staff, One of Milky Ways Oldest Stars Discovered, su SciNews.com, 6 novembre 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.
  5. ^ a b Mike Wehner, Astronomers spot one of the oldest stars ever, su BGR, 5 novembre 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.
  6. ^ a b Gemini Observatory, A Tiny Old Star Has A Huge Impact [collegamento interrotto], su SpaceRef.com, 5 novembre 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.
  7. ^ Jill Rosen, Johns Hopkins scientist finds elusive star with origins close to Big Bang - The newly discovered star's composition indicates that, in a cosmic family tree, it could be as little as one generation removed from the Big Bang, Università Johns Hopkins, 5 novembre 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.
  8. ^ a b Michelle Starr, Astronomers Have Detected One of The Oldest Stars in The Entire Universe, su ScienceAlert.com, 5 novembre 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.
  9. ^ Michael Irving, 13.5 billion year old star was born just after the Big Bang - and its in our neighborhood, su NewAtlas.com, 5 novembre 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.
  10. ^ Amit Malewar, Johns Hopkins scientists may have found one of the universes oldest stars, su TechExplorist.com, 5 novembre 2018. URL consultato il 6 novembre 2018.
  11. ^ Kevin C. Schlaufman, Ian B. Thompson and Andrew R. Casey, An Ultra Metal-poor Star Near the Hydrogen-burning Limit∗ (PDF), in arXiv, Cornell University.
  12. ^ Rana Ezzeddine e Anna Frebel, Revisiting the Iron Abundance in the Hyper Iron-poor Star HE 1327—2326 with UV COS/HST Data (PDF), in The Astrophysical Journal, vol. 863, n. 2, 2018, p. 168, Bibcode:2018ApJ...863..168E, DOI:10.3847/1538-4357/aad3cb, arXiv:1807.06153v1.
  13. ^ Stefano Parisini, Una figlia delle prime stelle nella Via Lattea, INAF, 8 novembre 2018. URL consultato l'8 novembre 2018.

Voci correlate modifica

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