A 45 minuti da Hollywood

film del 1926 diretto da Fred Guiol

A 45 minuti da Hollywood è un film del 1926 diretto da Fred Guiol. È un cortometraggio a due bobine distribuito negli Stati Uniti dalla Pathé Exchange il 26 dicembre 1926. Il film ha come protagonista Glenn Tryon, ma oggi è meglio ricordato come il secondo caso in cui Stan Laurel e Oliver Hardy sono apparsi insieme nello stesso film cinque anni dopo aver condiviso lo schermo in Cane fortunato (1921). I due tuttavia non compaiono mai insieme, e Laurel appare in una sola scena.

A 45 minuti da Hollywood
Il corto integrale in inglese
Titolo originale45 Minutes from Hollywood
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1926
Durata18 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generecomico
RegiaFred Guiol
SoggettoHal Roach
SceneggiaturaHal Roach, H.M. Walker
ProduttoreHal Roach
Casa di produzioneHal Roach Studios
Distribuzione in italianoGruppo Editoriale Bramante
Interpreti e personaggi

Trama modifica

Orville, figlio di una famiglia di campagna, viene mandato a Hollywood dalla madre per effettuare un pagamento con la raccomandazione di stare attento al denaro che gli affida. Insieme alla sorella ed, inizialmente, anche al nonno, che però non riesce a salire in tempo sul treno, Orville si mette in viaggio e, giunto ad Hollywood, partecipa ad un tour guidato dove ha modo di ammirare alcune star dell'epoca, da Theda Bara alle Simpatiche Canaglie, dalle Bellezze al Bagno a Daredevil Dave. Durante il tour, i turisti assistono ad una rapina in banca che credono essere il set di un film che si sta girando e Orville ne resta coinvolto, volendo partecipare a quello che ritiene che sia una finzione cinematografica. Uno dei due rapinatori è travestito da donna ed inizia a scappare insieme ad Orville perché entrambi vengono inseguiti dalla polizia che spara anche loro addosso. Durante la fuga precipitosa, i due entrano in un hotel e poi si rifugiano nella stanza del detective dell'albergo, il quale è in bagno, nella vasca. Il rapinatore chiude a chiave il detective e poi tramortisce Orville, indossando i suoi abiti e rivestendo il giovane con quelli femminili indossati fino a quel momento, quindi, dopo essersi appropriato dei soldi del giovane, si dilegua. Il detective, avvolto in un ampio asciugamano, riesce ad uscire dal bagno e, vedendo Orville svenuto sul letto ed in abiti femminili, la crede una donna. Proprio in quel momento sopraggunge la gelosissima moglie dell'uomo che, ritenendo che il marito la stia tradendo, per prima cosa fa volare Orville fuori della finestra, per fortuna al primo piano, e poi regola i conti con il marito, presunto fedifrago, lanciandogli addosso di tutto e costringendolo, per sfuggire alla sua ira, a scappare dalla stanza, fin nella hall dell'albergo, sempre indossando l'asciugamano, tra lo stupore dei presenti. Orville, nel frattempo, ancora vestito da donna, incontra per strada la sorella che crede sempre che sia tutto un film ma viene anche intercettato dalla polizia che, pensando che sia il rapinatore, dato che ne indossa gli abiti, inizia ad inseguirlo, prendendolo, ovviamente, a revolverate. Orville, allora, si rifugia di nuovo nello stesso hotel e proprio nella stanza, ormai vuota, del detective e inizia a spogliarsi degli abiti femminili per indossare quelli, alquanto larghi, del corpulento detective. Proprio in quel momento, la moglie del detective rientra nella stanza e vedendo il giovanotto in mutande, canottiera e cappellino da donna che cerca di indossare i pantaloni del marito, sviene. Sopraggiunge anche il detective che vede la moglie svenuta mentre di Orville, che si è nascosto dietro una poltrona, vede solo la testa con il cappellino e la crede una donna ma l'equivoco dura poco perche il riflesso in uno specchio fà comprendere al detective che quella che ha creduto essere una signorina è, in effetti, un giovanotto e, quindi, impugnata la pistola, inizia ad inseguirlo sparando. Nella fuga, Orville, semi-svestito, si imbatte nel rapinatore che indossa i suoi abiti e il giovane, a sua volta, cerca, allora, di bloccarlo. Ne nasce una zuffa che continua anche nella stanza e sul letto occupato da un povero attore morto di fame che si ritrova, suo malgrado, coinvolto nel furioso corpo a corpo tra Orville ed il malvivente. Fortunatamente, l'arrivo dei poliziotti mette fine alla lotta, arrestando il delinquente. Orville riesce anche a recuperare il suo denaro ma deve vedersela con l'indispettito detective che gli scaglia addosso un estintore che, impigliatosi nei larghi pantaloni ancora indossati dal giovane in fuga, finirà per innaffiare gli ospiti dell'hotel.

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