Abbazia di Fulda
Abbazia di Fulda | ||
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Dati amministrativi | ||
Nome ufficiale | Abtei-Reichsabtei Fulda | |
Lingue parlate | tedesco | |
Capitale | Fulda | |
Dipendente da | Sacro Romano Impero | |
Politica | ||
Forma di governo | abbazia poi abbazia principesca | |
Nascita | 744 con San Sturmio | |
Causa | Fondazione dell'abbazia | |
Fine | 1866 con Adolf von Dalberg | |
Causa | Elevazione a diocesi | |
Territorio e popolazione | ||
Economia | ||
Valuta | tallero di Fulda | |
Commerci con | Impero tedesco | |
Religione e società | ||
Religioni preminenti | cattolicesimo | |
Religione di Stato | cattolicesimo | |
Religioni minoritarie | protestantesimo, ebraismo | |
Classi sociali | clero, patrizi, cittadini, popolo | |
Evoluzione storica | ||
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L'abbazia di Fulda è un'abbazia benedettina situata presso Fulda, in Germania, fondata nel 747 da San Sturmio, discepolo di San Bonifacio, proprio per contenere le reliquie di quest'ultimo. Arricchita per volontà di Carlo Magno, l'abbazia di Fulda adottò la regola benedettina. Nel 751 papa Zaccaria sottrasse l'abbazia a tutte le giurisdizioni episcopali, ponendola sotto il diretto controllo papale.
StoriaModifica
L'abbazia di Fulda venne fondata il 12 marzo 747 da San Sturmio, discepolo di San Bonifacio. Una volta che Sturmio ebbe preso solennemente possesso delle terre su cui poi sorse l'abbazia, egli vi elevò la croce in segno di cristianità. L'erezione del monastero e della chiesa avvennero sotto personale direzione di San Bonifacio e vennero dedicati al Redentore. San Bonifacio in persona nominò Sturmio quale primo abate della nuova fondazione monastica con l'intento di farne anche un luogo di formazione per nuovo personale religioso in Germania, all'epoca ancora poco cristianizzata. Il governo dell'abbazia venne preso a modello da quella di Montecassino e Sturmio stesso si recò in Italia nel 748 per esprimere all'abbazia di Montecassino la volontà di affiliarsi ad essa.
Per assicurare l'assoluta autonomia alla nuova abbazia, Bonifacio ottenne da papa Zaccaria il privilegio, datato al 4 novembre 751, di renderla un'immediatezza della Santa Sede che la rimuoveva da ogni altra giurisdizione episcopale il che gli garantì anche il possesso di territori in Turingia ed in Sassonia. Dal 765 Fulda venne patrocinata da Carlomanno e poté quindi aprire anche una scuola pubblica. Numerosissime furono le successive elargizioni fatte dagli aristocratici franchi all'abbazia, ad esempio quella fatta dal conte Mantone e suo fratello Megingaudo, che nel 788 donarono diversi villaggi tra cui Thüngen e Gössenheim.
Bonifacio, "apostolo dei Germani", venne sepolto proprio a Fulda dopo il suo assassinio nel 754 in Frisia. Questo fece di Fulda una delle principali mete di pellegrinaggio della Germania e portò prestigio alla fondazione oltre a molti benefici materiali e doni. Qua venne sepolto Corrado I di Franconia.[1] Gli abati di Fulda, dal X secolo, divennero abati generali dei benedettini in Germania. Fulda fu il centro della riforma monastica durante il regno di Enrico III. Nel XII secolo, gli abati divennero cancellieri imperiali e nel 1220 vennero elevati al grado di principi del Sacro Romano Impero per merito dell'imperatore Federico II.
Il DuomoModifica
L'edificio prende a modello l'antica basilica di San Pietro in Vaticano, a Roma.
La chiesa presenta un corpo longitudinale di tre navate con copertura lignea a capriate. La novità principale è la presenza di un secondo abside contrapposto a quello principale, che era una sorta di cappella in cui erano conservate le reliquie di san Bonifacio; è inoltre presente una cripta situata sotto la zona presbiteriale
Questa chiesa, ora distrutta, presentava un grande transetto continuo posto sul lato ovest, sporgente rispetto alle navi minori, dotato di testate con pareti o intercolumni divisori. Il richiamo all'organismo del S.Pietro costantiniano è evidente sia nel collocamento che nel posizionamento delle sue parti. Altra innovazione apportata negli anni 817-819 insieme alla costruzione del transetto è quella dell'aggiunta di un secondo abside ad oriente, direttamente a contatto con il transetto, così l'altro presbiterio venne utilizzato come santuario delle reliquie di san Bonifacio. L'aggiunta della seconda abside comportò la mancanza della porta di ingresso sull'asse di simmetria dell'edificio, le porte furono poste ai lati o sulle testate delle absidi, così facendo si escludeva al visitatore la possibilità di avere una visuale completa dell'interno e di seguire un percorso programmato con un preciso itinerario con visioni casuali e occasionali. Le due absidi contrapposte sono una diversità per l'architettura carolingia, incidono sull'interno dando un diverso effetto prospettico alle file di colonne allineate lungo la navata. La seconda abside elimina il senso unico di lettura dell'interno con la presenza di una nuova fuga prospettica, che è inversa alla prima.
Abati di Fulda (774-1221)Modifica
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Principi-abati (1221-1737)Modifica
- Corrado III di Malkes 1221–1249
- Enrico IV di Erthal 1249–1261
- Bertone II di Leibolz 1261–1271
- Bertone III di Mackenzell 1271–1272
- Bertone IV di Biembach 1273–1286
- Marquardo II di Bickenbach 1286–1288
- Enrico V di Weilnau 1288–1313
- Eberardo di Rotenstein 1313–1315
- Enrico VI di Hohenberg 1315–1353
- Enrico VII di Kranlucken 1353–1372
- Corrado IV di Hanau 1372–1383
- Federico I di Romrod 1383–1395
- Giovanni I di Merlau 1395–1440
- Ermanno II di Buchenau 1440–1449 (coadiutore 1419–1427)
- Erinhard di Weilnau 1449–1472
- Giovanni II di Henneberg-Schleusingen 1472–1513
- Ermanno II di Kirchberg 1513–1521/29
- Giovanni III di Henneberg-Schleusingen 1521/29–1541
- Filippo di Schweinsberg 1541–1550
- Wolfgang Dietrich von Eusigheim 1550–1558
- Wolfgang Schutzbar 1558–1567
- Filippo Giorgio di Schweinsberg 1567–1568
- Wilhelm Hartmann von Klauer zu Wohra 1568–1570
- Balthasar von Dernbach 1570–1576, 1602–1606
- Johann Friedrich von Schwalbach 1606–1622
- Johann Bernhard Schenk zu Schweinsberg 1623–1632
- Johann Adolf von Hoheneck 1633–1635
- Hermann Georg von Neuhof 1635–1644
- Joachim Graf von Gravenegg 1644–1671
- Cardinale Bernardo Gustavo di Baden-Durlach 1671–1677
- Placidus von Droste 1678–1700
- Adalbert I. von Schleifras 1700–1714
- Konstantin von Buttlar 1714–1726
- Adolf von Dalberg 1726–1737
Principi-vescoviModifica
- Amand von Buseck 1737–1756 (principe-vescovo dal 1752)
- Adalbert II von Walderdorff 1757–1759
- Heinrich VIII von Bibra 1759–1788
- Adalbert III von Harstall 1789–1814 (principe-vescovo fino al 1802)
VescoviModifica
- Heinrich von Warnsdorf 1814–1817 (vicario apostolico)
- vacante dal 1817 al 1828
- Johann Adam Rieger 1828–1831
- Johann Leonhard Pfaff 1832–1848
- Christoph Florentius Kött 1848–1873
- vacante dal 1873 al 1881
- Georg von Kopp 1881–1887
- Joseph Weyland 1888–1894
- Georg Ignaz Komp 1894–1898
- Adalbert Endert 1898–1906
- Joseph Damian Schmitt 1907–1939
- Johann Baptist Dietz 1939–1958
- Adolf Bolte 1959–1974
- Eduard Schick 1975–1982
- Johannes Dyba 1983–2000 (arcivescovo a titolo personale)
- Heinz Josef Algermissen 2001–2018
- Michael Gerber dal 2019[3]
NoteModifica
- ^ Hagen Keller, 2. Una nuova dinastia regia, in Giovanni Isabella (a cura di), Gli Ottoni. Una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc. X e XI), Vignate (MI), Carocci Editore, Dicembre 2018, p. 57, ISBN 978-88-430-5714-6.
- ^ Nominato cardinale da papa Agapito II
- ^ (DE) Amtseinführung im neuen Jahr Informazioni su bistum-fulda.de, accesso 13 dicembre 2018
BibliografiaModifica
- Gereon Becht-Jördens: Neue Hinweise zum Rechtsstatus des Klosters Fulda aus der Vita Aegil des Brun Candidus. In: Hessisches Jahrbuch für Landesgeschichte 41, 1991, S. 11-29.
- Gereon Becht-Jördens: Die Vita Aegil des Brun Candidus als Quelle zu Fragen aus der Geschichte Fuldas im Zeitalter der anianischen Reform. In: Hessisches Jahrbuch für Landesgeschichte 42, 1992, S. 19-48.
- Gereon Becht-Jördens: Text Bild und Architektur als Träger einer ekklesiologischen Konzeption von Klostergeschichte. Die karolingische Vita Aegil des Brun Candidus von Fulda (ca. 840). In: Gottfried Kerscher (Hrsg.): Hagiographie und Kunst. Der Heiligenkult in Schrift, Bild und Architektur. Dietrich Reimer, Berlin 1993.ISBN 3-496-01107-6
- Gereon Becht-Jördens: Die Vita Aegil abbatis Fuldensis des Brun Candidus. Ein Opus geminum aus dem Zeitalter der anianischen Reform in biblisch-figuralem Hintergrundstil (Fuldaer Hochschulschriften 17). Josef Knecht, Frankfurt am Main, 1992. ISBN 3-7820-0649-6
- Ernst Friedrich Johann Dronke (Hrsg.): Traditiones et Antiquitates Fuldenses. Müller, Fulda 1844. (Digitalisat als PDF[collegamento interrotto])
- Ottfried Ellger: Die Michaelskirche in Fulda als Zeugnis der Totensorge. Zur Konzeption einer Friedhofs und Grabkirche im karolingischen Kloster Fulda (Veröffentlichungen des Fuldaer Geschichtsvereins 55). Parzeller, Fulda 1989. ISBN 3-7900-0192-9
- Walter Heinemeyer, Berthold Jäger (Hrsg.): Fulda in seiner Geschichte. Landschaft Reichsabtei Stadt (Veröffentlichungen der Historischen Kommission für Hessen 57). Parzeller, Fulda. Elwert, Marburg 1995. ISBN 3-7900-0252-6 ISBN 3-7708-1043-0
- Berthold Jäger: Das geistliche Fürstentum Fulda in der frühen Neuzeit: Landesherrschaft, Landstände u. fürstliche Verwaltung, in: Schriften des Hess. Landesamtes für geschichtliche Landeskunde, Nr. 39, 1986
- Werner Kathrein, Andreas Greif (Hrsg.): Erbe und Sendung. 1250 Jahre Kloster – Hochstift – Bistum Fulda. Rückblick auf das Jubiläumsjahr. Parzeller, Fulda 1995, ISBN 3-7900-0262-3
- Eva Krause: Die Ratgerbasilika in Fulda. Eine forschungsgeschichtliche Untersuchung (Quellen und Abhandlungen zur Geschichte der Abtei und Diözese Fulda 27). Parzeller, Fulda 2002. ISBN 3-7900-0342-5
- Josef Leinweber: Das Hochstift Fulda vor der Reformation, Parzeller & Co., Fulda, 1972
- Karl Schmid (Hrsg.): Die Klostergemeinschaft von Fulda im früheren Mittelalter. (Münstersche Mittelalterschriften 8). Wilhelm Fink, München 1978. ISBN 3-7705-1378-9
- Gangolf Schrimpf (Hrsg.): Kloster Fulda in der Welt der Karolinger und Ottonen (Fuldaer Studien 7). Josef Knecht, Frankfurt am Main 1996. ISBN 3-7820-0707-7
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'abbazia di Fulda
Collegamenti esterniModifica
- History of the Bishopric of Fulda, su hoeckmann.de.
- Geschichtsquellen im Netz, su archiv.twoday.net.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 152916908 · ISNI (EN) 0000 0001 1482 3364 · LCCN (EN) n82165951 · GND (DE) 4074038-9 · WorldCat Identities (EN) lccn-n82165951 |
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