Abies lasiocarpa

specie di pianta della famiglia Pinaceae

L'abete delle rocce (Abies lasiocarpa (Hook.) Nutt., 1849) è una specie di abete originaria dell'America settentrionale.[1][2]

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Abete delle rocce
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Pinophyta
Classe Pinopsida
Ordine Pinales
Famiglia Pinaceae
Genere Abies
Specie A. lasiocarpa
Nomenclatura binomiale
Abies lasiocarpa
(Hook.) Nutt., 1849
Sinonimi

Abies balsamea subsp. lasiocarpa (Hook.) B.Boivin
Pinus lasiocarpa Hook.

Nomi comuni

(EN) subalpine fir
(NL) Alpen zilverspar
(FI) Lännenpihta
(FR) Sapin subalpin
(DE) Felsengebirgs-Tanne
(IS) fjallaþinur
(IT) Abete delle rocce
(NO) Fjelledelgran
(ES) pino real blanco de las sierras

Areale

Etimologia modifica

Il nome generico Abies, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare dalla parola greca ἄβιος = longevo.[3] Il nome specifico lasiocarpa deriva dalle radici greche λαιοϛ = lanoso, pubescente e καρποϛ= frutto, riferendosi alla pubescenza tipica degli strobili.[4]

Descrizione modifica

Albero alto fino a 20 m, con tronco di 0,8 m di diametro, a portamento conico. La corteccia, grigia e liscia da giovane, diviene con l'età fessurata. I rami principali sono dritti, rigidi, i secondari a coppie, opposti e disposti a spirale, di colore grigio verdastro o marrone chiaro; all'età di due anni la corteccia si spacca, rivelando la parte sottostante rosso-marrone. Le gemme variano dal marrone chiaro allo scuro e sono di forma rotondeggiante, con apice anch'esso arrotondato; Le perule che le rivestono sono corte, glabre, triangolari, con margine crenato o dentato.

Le foglie sono aghiformi, di colore verde bluastro, lunghe fino a 3 cm, rivolte verso l'alto, con un odore pungente provocato dal ß-fellandrene, un terpene che fa parte della famiglia degli oli essenziali.

Gli strobili, di color porpora scuro, sono cilindrici, lunghi fino a 12 cm e larghi fino a 4 cm, con scaglie di 1,5 cm, pubescenti; il polline emesso è color porpora. I semi, di colore marrone, sono lunghi circa 6 mm, con ali marrone chiaro di 1 cm. A germinazione, i cotiledoni sono 4-5.[5]

Distribuzione e habitat modifica

Questa specie è distribuita in particolare sulle montagne dello Yukon, della Columbia Britannica e dell'Alberta occidentale, in Canada; mentre negli Stati Uniti è presente nel sud-est dell'Alaska, negli stati di Washington, Oregon, Idaho, nel Montana occidentale, in Wyoming, Utah, Colorado, Nuovo Messico, Arizona, nel nord-est del Nevada, e sulle Trinity Alps nella California nord-occidentale. Si rinviene dal livello del mare ai 1.500 m di quota nella parte più settentrionale del suo vasto areale, dai 600 ai 3.500 m di quota nelle Montagne Rocciose e nella Catena delle Cascate; non ha particolari esigenze climatiche e di suoli, frequentando zone con precipitazioni annuali dai 600 ai 3.000 mm. Le formazioni boschive sono sia esclusive che miste, in combinazione con Tsuga mertensiana nel nord-ovest e con Picea engelmannii nelle Montagne Rocciose; la varietà Arizonica è comune anche in associazione con Pinus aristata e Pinus flexilis[1]

Tassonomia modifica

È accettata una varietà.[6]

Usi modifica

Il legno non viene utilizzato economicamente, se non localmente per piccoli lavori di falegnameria, principalmente a causa dell'inaccessibilità delle sue zone di crescita. A parte forse alcune cultivar derivate varietà arizonica, è una specie di scarsa importanza anche in orticoltura, nonostante il suo aspetto giovanile da perfetto Albero di Natale, per la sua velocità di crescita molto lenta.[7]

Conservazione modifica

L'abete delle rocce oltre ad avere un areale molto vasto, ha un'importanza bassa nello sfruttamento delle risorse forestali, a causa della relativa inaccessibilità delle zone frequentate, e dell'abbondanza di altre specie di conifere con qualità del legno equivalente. È classificata pertanto come specie a rischio minimo di estinzione nella Lista rossa IUCN.[1]

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d (EN) Farjon, A. 2013., Abies lasiocarpa, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Abies lasiocarpa (Hook.) Nutt., su The plant list. URL consultato il 15 novembre 2016.
  3. ^ Pier Luigi Nimis, Nevio Agostini, Marco Verdecchia e Elias Ceccarelli, Guida agli alberi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (PDF), su Dryades project Dipartimento di Scienze della Vita Università di Trieste, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. URL consultato il 21 marzo 2019.
  4. ^ (EN) Dictionary of Botanical Epithets, su Dictionary of Botanical Epithets. URL consultato il 15 novembre 2016.
  5. ^ (EN) Abies lasiocarpa (Hook.) Nutt., su Flora of North America. URL consultato il 15 novembre 2016.
  6. ^ (EN) Abies lasiocarpa (Hook.) Nutt., in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29/4/2020.
  7. ^ (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.), Brill, 2010, pp. 97-98. URL consultato il 26 marzo 2019.

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