Un vestito da donna è un indumento in un unico pezzo con aggiunta una gonna, che copre il corpo dalle spalle alle gambe.

Anche se i tessuti e il taglio di un abito da donna variano molto a seconda del modello (che può essere con o senza maniche e più o meno lungo sulle gambe), tipicamente l'abito è composto da una gonna e un bustino, cuciti insieme in modo da formare un unico pezzo. Si infila dalla testa sfruttando lo scollo o una cerniera.

In Europa fin dal Rinascimento gli abiti di questa foggia sono utilizzati solo nella moda femminile; questo non è tuttavia vero per culture diverse da quella occidentale, dove gli uomini sono soliti indossare vestiti di questo tipo. Tra gli altri esempi, ricordiamo i cinesi fino all'inizio del XX secolo.

Fino al XIX secolo incluso, l'abito da donna includeva collari dalle dimensioni sproporzionate, oppure stecche che conferivano rigidità al tessuto, al fine di impedire movimenti agili e sottolineare il ruolo della donna nella società. Solo dopo la prima guerra mondiale le forme dell'abito si semplificano al fine di lasciare maggiore libertà di movimento o di sottolineare le curve di chi lo indossa.

Sempre verso il 1920, gli abiti iniziano a lasciar intravedere le caviglie[1], suscitando numerosi scandali.

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  1. ^ M.N. Boutin-Arnaud, S. Tasmadjian, Le vêtement, Éditions Nathan, 1997 ISBN 2-09-182472-0

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