Vachellia nilotica

(Reindirizzamento da Acacia nilotica)

Vachellia nilotica (L.) P.J.H.Hurter & Mabb., 2008 è una pianta della famiglia delle Fabacee, diffusa in Africa, nella penisola arabica e nel subcontinente indiano.[1]

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Vachellia nilotica
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Fabidi
Ordine Fabales
Famiglia Fabaceae
Sottofamiglia Caesalpinioideae
(clade) Mimosoide
Genere Vachellia
Specie V. nilotica
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Fabales
Famiglia Mimosaceae
Genere Vachellia
Specie V. nilotica
Nomenclatura binomiale
Vachellia nilotica
(L.) P.J.H.Hurter & Mabb., 2008
Sinonimi

Acacia arabica
Willd
Acacia abyssinica
Willd.
Acacia glaucophylla
Willd.
Acacia gummifera
Willd.
Acacia nilotica
(L.) Willd. ex Delile
Acacia scorpioides
W.Wight
Acacia vera
Willd.
Acacia verek
Guill.
Mimosa arabica
Lam.
Mimosa nilotica
L.
Mimosa scorpioides
L.

Descrizione modifica

Può presentarsi come un arbusto dall'ampia chioma (sottospecie V. n. subalata, V. n. leiocarpa, V. n. adstringens, V. n. hemispherica e V. n. kraussiana) o come un vero e proprio albero, in grado di raggiungere i 15–20 m di altezza (ssp. V. n. nilotica, V. n. tomentosa e V. n. indica)[2].
La chioma è fitta, di forma emisferica o piatta, e i rami presentano spine lunghe sino a 5 cm.
Le foglie sono bipennate, composte da 12-30 paia di foglioline, glabre o pubescenti, lunghe sino a 7 mm e larghe 0,5–1,5 mm.
I fiori sono di colore giallo intenso, riuniti in capolini piumosi di 6–15 mm di diametro.
I frutti sono dei baccelli piatti e indeiscenti, di colore dal grigio al marrone, di forma variabile nelle differenti sottospecie, contenenti da 6 a 16 semi.

Durante la stagione secca tendono a perdere le foglie, anche se le sottospecie fluviatili possono comportarsi da piante sempreverdi.

Distribuzione e habitat modifica

 
Areale di V. nilotica

La specie cresce spontaneamente in molti paesi dell'Africa (Algeria, Angola, Botswana, Egitto, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea-Bissau, Kenya, Libia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudafrica, Sudan, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia e Zimbabwe), nella penisola arabica (Oman, Arabia Saudita, Yemen) e nel subcontinente indiano (India, Nepal, Pakistan, Myanmar e Sri Lanka).[1]
È stata introdotta dall'uomo in molti altri paesi tra cui l'Australia (dove è considerata una specie invasiva[3]), Capo Verde, Zanzibar, Iran, Iraq, Israele, Siria, Indonesia e Vietnam.

Tra le sottospecie africane alcune (V. n. subalata, V. n. leiocarpa e V. n. adstringens) prediligono i terreni secchi e sabbiosi o le savane con scarse precipitazioni, mentre altre (V. n. nilotica e V. n. tomentosa) si trovano spesso in prossimità dei corsi d'acqua o in aree soggette ad inondazioni stagionali. V. n. kraussiana cresce sia su suoli aridi che in prossimità dei corsi d'acqua[2].
Tra le sottospecie asiatiche V. n. indica e V. n. cupressiformis danno vita a foreste secche di bassa quota, prediligendo i suoli alcalini mentre V. n. hemispherica cresce esclusivamente su suoli sabbiosi in prossimità di alcuni torrenti sabbiosi nei pressi di Karchi[2].

V. nilotica è diffusa dal livello del mare sino a 2000 m di altitudine. Resiste a temperature molto elevate (sino a 50 °C)[2].

Tassonomia modifica

Descritta da Linneo nel suo Species Plantarum del 1753 come Mimosa nilotica, questa entità è stata successivamente rinominata come Acacia nilotica, divenendo la specie tipo del genere Acacia. Nel 2005 l'International Botanical Congress di Vienna ha approvato una risoluzione che, sulla base dei dati di filogenesi molecolare, segregava le specie africane di Acacia nei generi Senegalia e Vachellia; la specie è pertanto attualmente classificata come Vachellia nilotica.[4][5]

Ne esistono nove sottospecie riconosciute, tre nel subcontinente indiano e sei in Africa[1]:

  • Vachellia nilotica subsp. nilotica
  • Vachellia nilotica subsp. adstringens (Schumach.) Kyal. & Boatwr.
  • Vachellia nilotica subsp. cupressiformis (J.L.Stewart) Ali
  • Vachellia nilotica subsp. hemispherica (Ali & Faruqi) Ali
  • Vachellia nilotica subsp. indica (Benth.) Kyal. & Boatwr.
  • Vachellia nilotica subsp. kraussiana (Benth.) Kyal. & Boatwr.
  • Vachellia nilotica subsp. leiocarpa (Brenan) Kyal. & Boatwr.
  • Vachellia nilotica subsp. subalata (Vatke) Kyal. & Boatwr.
  • Vachellia nilotica subsp. tomentosa (Benth.) Kyal. & Boatwr.

Usi modifica

Dalla sua corteccia si estrae una essudazione gommosa nota come gomma arabica.

Ha proprietà antidiarroiche ed emollienti, ed è utilizzata nella medicina popolare di varie popolazioni africane ed asiatiche come rimedio naturale contro la dissenteria o per il trattamento di lesioni cutanee, piaghe e ulcere.

Il legno è molto resistente e durevole ed è utilizzato per la costruzione di abitazioni o come combustibile.

È una specie in grado di colonizzare i terreni alcalini e per la sua capacità di azotofissazione è stata utilizzata estensivamente in India per il recupero di vaste aree degradate[2].

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Vachellia nilotica, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 3 giugno 2023.
  2. ^ a b c d e Christopher W. Fagg, Acacia nilotica - pioneer for Dry Lands, su winrock.org, Forest, Farm, and Community Tree Network (FACT Net) (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2008).
  3. ^ CRC for Australian Weed Management, Prickly acacia (Acacia nilotica) (PDF), su Weed Management Guide.
  4. ^ (EN) The Acacia debate (PDF), su worldwidewattle.com, IBC 2011 Congress News.
  5. ^ (EN) Kyalangalilwa B , Boatwright JS, Daru BH, Maurin O, van der Bank M., Phylogenetic position and revised classification of Acacia s.l. (Fabaceae: Mimosoideae) in Africa, including new combinations in Vachellia and Senegalia, in Bot J Linn Soc, vol. 172, n. 4, 2013, pp. 500–523, DOI:10.1111/boj.12047.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica