Acanthosicyos horridus

specie di pianta della famiglia Cucurbitaceae

Acanthosicyos horridus Welw. ex Hook.f., 1867 è una pianta perenne dioica della famiglia delle Cucurbitaceae, l'unica di questa famiglia ad essersi adattata a vivere nell'estremo clima arido del deserto del Namib, originaria di Angola, Namibia e Sudafrica[1]. È l'unica specie appartenente al genere Acanthosicyos Welw. ex Benth. & Hook.f.[2]

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Acanthosicyos horridus
Frutti di Acanthosicyos horridus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Cucurbitales
Famiglia Cucurbitaceae
Genere Acanthosicyos
Welw. ex Benth. & Hook.f.
Specie A. horridus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Violales
Famiglia Cucurbitaceae
Genere Acanthosicyos
Specie A. horridus
Nomenclatura binomiale
Acanthosicyos horridus
Welw. ex Hook.f., 1867

Descrizione modifica

La pianta Xerofita mostra un portamento cespuglioso volubile ricoprente il suolo, si è adattata con successo a sopportare lunghi periodi senza pioggia, ed a sfruttare le nebbie notturne, sopravvive in un clima estremamente arido e desertico. La pianta non è succulenta, ma mostra netti adattamenti di tipo xerofitico: le foglie sono ridotte a spine che respingono gli assalitori erbivori, la fotosintesi è ottenuta dal fusto, dalle spine ed anche dai sepali ed esterno dei petali dei fiori maschili e femminili, che sono verdi. La pianta è associato alla micorriza VA[3] al fine di massimizzare il recupero di sostanze nutritive sparse nel suolo desertico[4].

A. horridus è una pianta, intorno al quale si è sviluppato un micro-ecosistema molto particolare, altamente specializzato, che associa insetti come cimici (Heteroptera) e coleotteri (Tenebrionidae)[5], oltre a piccoli mammiferi e rettili[6] che utilizzano la pianta come riparo, difesa o fonte di nutrienti.

La fioritura delle piante maschili (in funzione anche fotosintetica) dura tutto l'anno, quella femminile è invernale. I frutti sono commestibili e molto nutrienti, sia la polpa che i semi (dai quali è tratto un olio molto pregiato, ad uso alimentare e cosmetico), e sono fonte importante di cibo per i nativi Khoisan. La coltivazione a modesto uso commerciale è stata estesa nel Sud Est del Sudafrica.

Distribuzione e habitat modifica

La pianta A. horridus, chiamata dalla popolazione Nama !nara (! è il simbolo di un particolare suono nel linguaggio nama), è una specie endemica del deserto del Namib.

Il Namib è considerato il più antico deserto del mondo con più di 80 milioni di anni di ininterrotto clima da semiarido a "iper-arido"[7] e precipitazioni medie al di sotto dei 100 millimetri all'anno.

In questo clima estremo, una singola pianta di A. horridus può vivere per più di cento anni, arrivando a ricoprire a cuscino un'area di 300 metri quadrati (alcuni esemplari sono però ramificati al suolo su una area di oltre 1000 metri quadrati). I ritrovamenti fossili indicano che A. horridus è presente da 40 milioni di anni, sempre negli stessi luoghi che evidentemente sono rimasti sostanzialmente invariati nel tempo.[8]

La sua distribuzione è limitata alla stretta striscia di sabbie costiere del deserto del Namib, di circa 40–60 km di larghezza, che si estende da alcuni punti sud del fiume Orange, nel Sudafrica, e prosegue lungo i 1.000 chilometri della costa della Namibia per arrivare fino a nord del Cunene in Angola, per una superficie totale di circa 60.000 km².

La distribuzione dei !nara all'interno di questa zona è limitata alle rive dei fiumi effimeri e alle aree sabbiose ma prive di dune mobili, dove la presenza di umidità superficiale è sufficiente, o dove le falde acquifere profonde possono essere raggiunte dalla pianta grazie al suo sistema radicale esteso: alcune radici misurano fino a 40 centimetri di diametro e crescono per 30 metri in profondità, raggiungendo le acque sotterranee.[9]

La popolazione in natura di A. horridus è stimata tra le alcune centinaia a poche migliaia di esemplari. Negli ultimi anni, si è registrata una costante diminuzione sia nel numero che nelle dimensioni dei suoi frutti.[10]

Il più vicino parente di questa pianta è il solo altro membro del genere Acanthosicyos, Acanthosicyos naudinianus.

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) Acanthosicyos horridus Welw. ex Benth. & Hook.f., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  2. ^ (EN) Acanthosicyos Welw. ex Benth. & Hook.f., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  3. ^ Klopatek, C.K., Morton, J.B., Klopatek, J.M., The occurrence of VA mycorrhiza in the hyperarid Namib desert, 1992, Bull. Ecol. Soc. Namibia 73: 233
  4. ^ Abrams, M.M., Jacobson, P.J., Jacobson, K.M., Seely, M.K., Survey of soil chemical properties across a landscape in the Namib Desert., 1997, J. Arid Env. 35: 29-38
  5. ^ Roer, H., The life cycle of the Namib Desert beetle Onymacris plana Peringuey (Coleoptera, Tenebrionidae, Adesmiini) with special regard to its migratory behaviour., 1975, Bonn. Zool. Beitr. 26: 239-256
  6. ^ Mitchell, D., Seely, M.K., Roberts, C.S., Pietruszka, R.D., McClain, E., Griftin, M. , Yeaton, R.I. 1987, On the biology of the lizard Anglosaurus skoogi in the Namib Desert., 1987, Madoqua 15: 201-216
  7. ^ Seely, M. K., The Namib. Natural History of an Ancient Desert. 1987, Windhoek, Namibia
  8. ^ Sandelowsky B.H., Mirabib: an archaeological study in the Namib, 1977, Madoqua 10: 221-284
  9. ^ Kutschera, L., Lichtenegger, E., Sobotik, M., Haas, D., Die Wurzel, das neue Organ., 1997, Edito in proprio, Pflanzensoziologisches Institut, Klagenfurt
  10. ^ Shilomboleni, A., The !nara and factors that lead to its decline in productivity. Report on the NARA project, Gobabeb Training and Research Center Ref.No. 15427

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