Adelaide Anne Procter

poetessa britannica

Adelaide Anne Procter (Londra, 30 ottobre 1825Londra, 2 febbraio 1864) è stata una poetessa britannica.

Adelaide Anne Procter

Biografia modifica

Adelaide Anne Procter nacque nel quartiere di Bloomsbury a Londra nel 1825. Suo padre era il poeta Bryan Waller Procter[1] e la sua famiglia aveva forti amicizie con gli intellettuali dell'epoca, tra cui Elizabeth Gaskell,[2] Leigh Hunt, Charles Lamb, Charles Dickens,[3] William Wordsworth[4] e William Hazlitt.[5]

Vorace lettrice,[6] Procter studiò in gran parte da autodidatta, sebbene avesse frequentato il Queen's College di Harley Street nel 1850.[1] Il collegio era stato fondato nel 1848 da Frederick Maurice, un socialista cristiano. Studenti di codesto college furono Charles Kingsley, il compositore John Hullah e lo scrittore Henry Morley.[7]

Procter sviluppò l'amore per la poesia fin dalla tenera età, portando con sé mentre era ancora una bambina un "piccolo album... in cui i suoi brani preferiti le erano stati copiati per mano dalla madre prima che lei stessa potesse scrivere... come una comune ragazzina avrebbe potuto portare una bambola".[6] Procter pubblicò la sua prima poesia da adolescente. La poesia Ministering Angels apparve in Heath's Book of Beauty nel 1843.[1] Nel 1853 pubblicò l'opera in Household Words di Dickens con il nome di Mary Berwick, desiderando che il suo lavoro fosse giudicato in base ai suoi meriti piuttosto che in relazione all'amicizia di suo padre con Dickens,[8] il quale non conobbe l'identità di Berwick fino all'anno successivo.[9] La pubblicazione della poesia iniziò la lunga associazione di Procter con i periodici di Dickens: in totale Procter pubblicò 73 poesie in Household Words e 7 poesie in All the Year Round, la maggior parte delle quali sono state raccolte nei suoi primi due volumi di poesie, entrambi intitolati Legends e Lyrics. Inoltre pubblicò le sue opere in Good Words e Cornhill. Oltre a scrivere poesie, Procter fu l'editrice della rivista Victoria Regia, che divenne la pubblicazione più popolare della Victoria Press, "un'impresa editoriale esplicitamente femminista".[10]

Nel 1851[11] Procter si convertì al cattolicesimo.[3] Dopo la sua conversione divenne estremamente attiva in diverse cause caritatevoli e femministe. Fu membro del Langham Place Group e strinse amicizia con le femministe Bessie Rayner Parkes (in seguito Bessie Rayner Belloc) e Barbara Leigh Smith, in seguito Barbara Bodichon. Procter aiutò a fondare l’English Woman's Journal nel 1858, e nel 1859 la Society for the Promotion of the Employment of Women.[1] Il suo terzo volume di poesie, A Chaplet of Verses (1861), fu pubblicato a beneficio di un rifugio notturno cattolico per donne e bambini che era stato fondato nel 1860 a Providence Row nella zona est di Londra.[12]

Procter si fidanzò nel 1858, secondo una lettera che l'amico William Makepeace Thackeray scrisse alle sue figlie quell'anno. L'identità del fidanzato di Procter rimane sconosciuta e il matrimonio proposto non ebbe mai luogo.[13] Si ipotizza che Procter possa essere stata innamorata della scrittrice Matilda Hays.[14][15] Il primo volume di poesie di Procter, Legends and Lyrics (1858) fu dedicato a Hays e nello stesso anno Procter scrisse un poema intitolato To MMH[16] Nonostante diversi uomini avessero mostrato interesse per lei, Procter non si sposò mai.[17]

Procter si ammalò nel 1862. Dickens e altri ipotizzarono che la malattia fosse dovuta al suo vasto lavoro di beneficenza.[18] Procter morì di tubercolosi nel 1864[19] e fu sepolta nel cimitero di Kensal Green.

Carriera letteraria modifica

La poesia di Procter fu fortemente influenzata dalle sue credenze religiose e dalle sue opere di beneficenza: i senzatetto, la povertà e le donne di facili costumi sono temi frequenti. Le prefazioni di Procter ai suoi volumi di poesie sottolineano la miseria delle condizioni in cui vivevano i poveri, così come la sua poesia The Homeless Poor:

«In quella stessa strada, alla stessa ora,
Nell'aria amara e nel nevischio alla deriva,
Accovacciata sulla soglia c'era una madre,
Con i suoi bambini che rabbrividiscono ai suoi piedi.
Lei rimase in silenzio - chi l'avrebbe sentita supplicare?
Furono alloggiati uomini e animali - ma deve restare
Senza casa nella grande e spietata città,
Fino all'alba della giornata invernale. (51–58)[20]»

Il cattolicesimo di Procter influenzò anche la sua scelta di immagini e simboli:[21] vi sono riferimenti frequenti alla Vergine Maria per "offrire ai lettori laici e protestanti la possibilità che un ordine celeste critichi la struttura del potere dell'ideologia vittoriana".

Procter scrisse diverse poesie sulla guerra,[22] anche se raramente trattava l'argomento in maniera diretta, preferendo lasciarlo in secondo piano.[23] Generalmente queste poesie descrivono il conflitto come qualcosa che "potrebbe unire una nazione divisa per distinzioni di classe".

Secondo il critico Gill Gregory, Procter "non medita apertamente sulla domanda irritata del poeta, in particolare sulla donna poetessa e la sua adesione alla fama",[24] come molte altre poetesse dell'epoca tra cui Felicia Hemans e Letitia Elizabeth Landon, ma preferisce invece occuparsi principalmente delle classi lavoratrici, in particolare delle donne della classe operaia, e delle "emozioni delle donne antagoniste che non hanno trovato piena espressione".[25] Il lavoro di Procter incarna spesso un'estetica vittoriana di sentimentalismo,[26] ma, secondo Francis O'Gorman, lo fa con "forza peculiare". Procter impiega affetto emotivo senza semplificazione, trattenendo "energia emotiva [in tensione] ... contro complicazioni e sfumature".[3] La sua poesia è contrassegnata da "semplicità, immediatezza e chiarezza di espressione".[27]

Reputazione modifica

Procter divenne parecchio popolare[28] a metà del XIX secolo, arrivando ad essere la poetessa preferita della regina Victoria.[19] Coventry Patmore dichiarò che Procter era la poetessa più richiesta insieme a Alfred Tennyson.[1] Le sue poesie erano gradite per la loro chiarezza espressiva.[29]

La popolarità di Procter continuò dopo la sua morte: furono pubblicate 19 edizioni del primo volume di Legends and Lyrics.[28] Molte delle sue poesie furono trasformate in inni[30] o accompagnate da musica. Tra questi troviamo The Lost Chord, che Arthur Sullivan musicò nel 1877.[31] Le sue opere furono pubblicate negli Stati Uniti e tradotte in tedesco.[1] Nel 1938 la popolarità di Procter non godette di gran successo, tanto che le sue poesie furono giudicate "stupide, banali e non degne dell'argomento".[32] Critici come Cheri Larsen Hoeckley, Kathleen Hickok e Natalie Joy Woodall sostengono che la scomparsa della reputazione di Procter fosse dovuta almeno in parte al fatto che Charles Dickens la definì come un "angelo domestico borghese modello"[33] e una "santa fragile e modesta"[34] piuttosto che come una "femminista attiva e poetessa forte".[34]

Procter è stata oggetto di poca attenzione da parte della critica moderna. I pochi critici che hanno esaminato le sue opere generalmente ritengono importante il modo in cui esprime sentimenti convenzionali in maniera implicita.[35] Altri critici hanno mostrato come Procter mostrasse i segni di emozioni e desideri repressi,[36] rendendo le sue composizioni più potenti[37] e hanno evidenziato come la sua poetica esplori la sessualità femminile in maniera poco convenzionale.[38]

Opere modifica

  • Three Evenings in the House,' a short story written for A House to Let (1858), one of the collaborative Christmas numbers of the journal Household Words that Charles Dickens published.
  • Legends and Lyrics, first series, 1858
  • Legends and Lyrics, second series, 1861
  • A Chaplet of Verses, 1862

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Gregory (2004).
  2. ^ Gregory (1998), 5.
  3. ^ a b c O'Gorman (2004), 314.
  4. ^ Blair (2004), 128.
  5. ^ Hickok and Woodall (1998), 519.
  6. ^ a b Dickens (1866), 3.
  7. ^ Gregory (1998), 13.
  8. ^ Dickens (1866), 2.
  9. ^ Dickens (1866), 1.
  10. ^ Chapman (2003), 31.
  11. ^ Bessie Rayner Parkes Belloc gives the date as 1849; Dickens as 1851 in his "Introduction" to the 1866 edition of Legends and Lyrics. The introduction was read and approved by Procter's mother; Gill Gregory therefore argues that Dickens's date is the correct one (Gregory [1998], 8).
  12. ^ Gregory (1998), 3.
  13. ^ Gregory (1998), 21.
  14. ^ Gregory (1998), 25.
  15. ^ Hoeckley (2007), 123.
  16. ^ Later published in Legends and Lyrics as "A Retrospect".
  17. ^ Gregory (1998), 24.
  18. ^ Dickens (1866), 9; Lennox (1911).
  19. ^ a b Gregory (1998), 1.
  20. ^ Quoted in Gregory (1998), 12.
  21. ^ Hoeckley (2007), 127.
  22. ^ Markovits (2005), 472.
  23. ^ Markovits (2005), 473.
  24. ^ Gregory (1998), 56.
  25. ^ Gregory (1998), 57.
  26. ^ Mason (2006), 82, 86.
  27. ^ Gregory (1998), 66.
  28. ^ a b Gray (1999), 682.
  29. ^ Belloc (1895), 173.
  30. ^ Lennox (1911).
  31. ^ Scott (2004).
  32. ^ Understanding Poetry, 1938, quoted in Psomiades (2000), 37.
  33. ^ Hoeckley (2007), 125.
  34. ^ a b Hickok and Woodall (1998), 520.
  35. ^ Armstrong (1996), 251, 265.
  36. ^ Hoeckley (2007), 130; Mason (2006), 88.
  37. ^ Blair (2004), 135.
  38. ^ Gregory (1996), 89.

Bibliografia modifica

  • Armstrong, Isobel. "A Music of Thine Own: Women's Poetry — An Expressive Tradition". In Victorian Women Poets: A Critical Reader. Ed. Angela Leighton. New Jersey: Blackwell Publishers, 1996. ISBN 0-631-19757-5.
  • Belloc, Bessie Rayner. In a Walled Garden. New York: Macmillan and Company, 1895. No ISBN. OCLC 2228445
  • Blair, Kirstie. John Keble in Context. London and New York: Anthem Press, 2004. ISBN 1-84331-147-X
  • Chapman, Alison. Victorian Women Poets. Woodbridge, Suffolk, England: D. S. Brewer, 2003. ISBN 0-85991-787-8
  • Dickens, Charles. Introduction. Legends and Lyrics Together with a Chaplet of Verses. Reprint, 1914. Oxford: Oxford University Press, 1866. No ISBN. OCLC 6335946
  • Gray, F. Elizabeth. "Review of The Life and Work of Adelaide Procter: Poetry, Feminism and Fathers". Victorian Studies 42 (1999): 682–684. Accessed through Project Muse on 7 May 2009.
  • Gregory, Gill. "Adelaide Procter's 'A Legend of Provence': The Struggle for a Place". In Victorian Women Poets: A Critical Reader. Ed. Angela Leighton. New Jersey: Blackwell Publishers, 1996. ISBN 0-631-19757-5
  • Gregory, Gill. The Life and Work of Adelaide Procter: Poetry, Feminism and Fathers. Aldershot, Hants., England: Ashgate, 1998. ISBN 1-84014-670-2
  • Gregory, Gill. "Procter, Adelaide Anne (1825–1864)". Oxford Dictionary of National Biography (subscription only). September 2004. Retrieved 7 May 2009.
  • Hickok, Kathleen, and Natalie Joy Woodall. "Adelaide Anne Procter." In An Encyclopedia of British Women Writers. Revised edition. Edited by Paul Schlueter and June Schlueter. New Jersey: Rutgers University Press, 1998.
  • Hoeckley, Cheri Larsen. "'Must Her Own Words Do All?': Domesticity, Catholicism, and Activism in Adelaide Anne Procter's Poems." In The Catholic Church and Unruly Women Writers: Critical Essays. Edited by Jeana DelRosso, Leigh Eicke, and Ana Kothe. New York: Palgrave Macmillan, 2007.
  • Patrick Lennox, The Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company, 1911, http://www.newadvent.org/cathen/12450b.htm. Accessed 7 May 2009.
  • Markovits, Stefanie. "North and South, East and West: Elizabeth Gaskell, the Crimean War, and the Condition of England." Nineteenth-Century Literature 59 (March 2005): 463–493. Accessed through JSTOR (subscription only) on 24 September 2009.
  • Mason, Emma. Women Poets of the Nineteenth Century. Devon: Northhcote House Publishers, 2006.
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