Adolfo Porry Pastorel

fotografo italiano

Adolfo Porry-Pastorel (Vittorio Veneto, 1º gennaio 1888Roma, 1º aprile 1960) è stato un fotoreporter italiano.

Biografia modifica

Fotografo e artista, è considerato il padre del fotogiornalismo italiano e il precursore dei paparazzi, sempre in bilico tra dovere di cronaca e ricerca formale. Non a caso anche Tazio Secchiaroli apprenderà da lui i rudimenti del mestiere. Nato da una famiglia cosmopolita (nonno francese, nonna inglese) ha come padrino il direttore de Il Messaggero Ottorino Raimondi che lo indirizza prima verso esperienze tipografiche, quindi lo ingaggia come fotografo nel nuovo giornale Vita e poi ne Il Giornale d'Italia.

Nel 1908 fonda l'Agenzia VEDO: Visioni Editoriali Diffuse Ovunque. Inizia così una carriera fulminante, che lo porterà a divenire il maggior testimone della vita romana e nazionale dagli anni '10 sino al primo dopoguerra. Autore degli scatti che immortalavano i divi e la borghesia dell'epoca, ma anche di foto divenute celebri e specchio del proprio tempo. Come la serie di Benito Mussolini durante la raccolta del grano, alle prese con le grandi parate, come nell'intimità della propria casa. Il suo stile non lo portò però a realizzare mai foto ufficiali, ma a riprendere il "dietro le quinte" e le situazioni più spontanee e imprevedibili. Ha partecipato con le sue fotografie artistiche alla XLVI Esposizione internazionale d'arte di Venezia. È stato sindaco di Castel San Pietro Romano dal 1952 fino alla sua scomparsa, avvenuta a Roma il 1º aprile 1960.

Opere modifica

Mostre ed eventi modifica

Esposizioni fotografiche ed eventi legati all'autore:

Note modifica

  1. ^ askanews, Roma celebra il padre dei fotoreporter Adolfo Porry-Pastorel, su askanews.it. URL consultato il 2 agosto 2021.
    «E’ stato il padre dei fotoreporter e ora il Museo di Roma Palazzo Braschi lo celebra, fino al 24 ottobre, con la mostra “Adolfo Porry-Pastorel – L’altro sguardo. Nascita del fotogiornalismo in Italia”. Classe 1888, professionista fotografo a 20 anni prima al ‘Messaggero’ poi al ‘Giornale d’Italia’ e ‘La Voce’, fu un pioniere dell’immagine politica, di costume, della società, progenitore dei paparazzi.

    Dagli anni Dieci ai Quaranta del Novecento con la sua macchina fotografica riuscì a essere ovunque. Fra le due guerre Pastorel passò per ‘il fotografo di Mussolini’ e contemporaneamente per un fastidioso scrutatore del regime. Ebbe accesso alle stanze più segrete del potere ma fu attenzionato dalla censura fascista.

    E Pastorel è stato anche l’autore di un epocale reportage sul ritrovamento del corpo di Giacomo Matteotti. Seppe dare a milioni di italiani la cronaca viva di grandi eventi storici e politici, e raccontò come pochi il loro tempo libero e le nuove abitudini.»

Collegamenti esterni modifica

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