Aegirocassis benmoulae

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Aegirocassis è un artropode estinto, appartenente alla classe dei dinocaridi, vissuto nell'Ordoviciano inferiore (circa 485 - 477 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Marocco. L'unica specie ascritta a questo genere è A. benmoulae. È considerato uno dei più grandi animali della sua epoca, e poteva oltrepassare i due metri di lunghezza.[3]

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Aegirocassis
Ricostruzione grafica di Aegirocassis benmoulae (Nobu Tamura)
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Arthropoda
Classe † Dinocarida
Ordine † Radiodonta
Sottordine † Anomalocarida
Famiglia † Hurdiidae
Genere Aegirocassis
Nomenclatura binomiale
† Aegirocassis benmoulai
Van Roy, Daley, & Briggs[1]
(nome corretto Van Roy et al, in corso di stampa[2]), 2015

Descrizione modifica

Questo animale è noto per alcuni fossili tridimensionali ritrovati in Marocco, alcuni dei quali pressoché completi. L'animale intero doveva essere lungo circa due metri, e ciò lo rende il più grande tra i dinocaridi noti, nonché uno dei più grandi animali dell'Ordoviciano. Possedeva un corpo segmentato piatto e allungato, costituito da undici segmenti. Ogni segmento era dotato di strutture laterali simili ad ali, sia dorsali che ventrali. Sulla testa erano presenti appendici formate da podomeri, di lunghezza diversa, dotati di setole fini e strutture simili a spine. Nessuno degli esemplari di Aegirocassis rinvenuto finora era dotato di occhi.[1][4]

Classificazione modifica

Aegirocassis benmoulae è stato descritto per la prima volta nel 2015, sulla base di resti fossili ritrovati nella formazione Fezouata in Marocco. Questo animale era un membro degli anomalocaridi, o dinocaridi, un gruppo di organismi marini tipici del Paleozoico inferiore, considerati vicini all'origine degli artropodi. In particolare, Aegirocassis è stato attribuito alla famiglia Hurdiidae, comprendente altri generi come Hurdia, Peytoia e il piccolo Schinderhannes.[5]

Paleoecologia modifica

 
Ricostruzione di Aegirocassis benmoulae

Aegirocassis era un organismo marino. Le appendici boccali venivano tenuti in avanti mentre l'animale nuotava, e formavano una sorta di filtro davanti alla bocca; il plancton così veniva filtrato dall'acqua marina. Questa dieta da filtratore è insolita negli anomalocaridi, in quanto solitamente questi animali erano grandi predatori. Oltre al fossile marocchino, è noto solo un altro anomalocaride filtratore, Tamisiocaris del Cambriano inferiore della Groenlandia. Grazie a questa strategia della dieta e alle sue dimensioni, Aegirocassis sviluppò nei mari dell'Ordoviciano una nicchia ecologica simile a quella delle attuali balene e degli squali balena. L'evoluzione di grandi animali marini filtratori è un indicatore di notevole sviluppo delle comunità planctoniche dell'Ordoviciano e della loro biodiversificazione.[6][7]

Importanza dei fossili modifica

La formazione di Fezouata è fondamentale per comprendere l'ecologia dei mari del Paleozoico. In questi depositi marini, oltre a una grande varietà di altre creature, sono state scoperte diverse nuove specie di anomalocarididi. Il biota di Fezouata consente di colmare una lacuna di circa 30 milioni di anni tra gli importanti giacimenti del Cambriano come Burgess Shale e quelli più recenti del Devoniano inferiore. Inoltre, i fossili tridimensionali di Aegirocassis sono particolarmente significativi: fino al 2015, infatti, non si conoscevano fossili di anomalocarididi in tre dimensioni; questa conservazione particolare ha quindi permesso di comprendente meglio l'anatomia, l'ecologia e l'evoluzione degli anomalocaridi.[1][8]

Molti dettagli dell'anatomia degli esemplari di Aegirocassis hanno portato a una revisione e rivalutazione della ricerca di esemplari già noti di anomalocaridi e, soprattutto, alla conclusione che la coppia ventrale di "ali" è omologa agli arti degli artropodi, e la coppia dorsale è omologa alle strutture branchiate dei lobopodi; queste strutture diedero origine, nel corso del Cambriano, agli arti biramati degli artropodi.[2]

Note modifica

  1. ^ a b c Peter Van Roy, Allison C. Daley e Derek E. G. Briggs, Anomalocaridid trunk limb homology revealed by a giant filter-feeder with paired flaps, in Nature, vol. 522, n. 7554, 2015, pp. 77–80, DOI:10.1038/nature14256, ISSN 0028-0836 (WC · ACNP).
  2. ^ a b Peter Van Roy, Derek E. G. Briggs e Robert R. Gaines, The Fezouata fossils of Morocco; an extraordinary record of marine life in the Early Ordovician, in Journal of the Geological Society, 2015, pp. 2015-017, DOI:10.1144/jgs2015-017, ISSN 0016-7649 (WC · ACNP).
  3. ^ Duhaime-Ross, Arielle, This giant lobster ancestor was once the biggest animal on Earth, su The Verge, 11 marzo 2015. (Includes an account of Ben Moula showing his fossil to Van Roy).
  4. ^ Human-Sized ‘Lobsters’ Lived on Earth 480 Million Years Ago, in Sci-News.com, 12 marzo 2015. URL consultato il 13 marzo 2015.
  5. ^ Fossil 'lobster' as big as a human, su BT.com, 11 marzo 2015. URL consultato il 12 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2018).
  6. ^ Banoo, Sindya N., Fossil Tells of 520-Million-Year-Old [sic] Creature Like a Giant Lobster, su New York Times, 11 marzo 2015. URL consultato il 12 marzo 2015.
  7. ^ Van Roy, Peter, Fossils of huge plankton-eating sea creature shine light on early arthropod evolution, su The Conversation, 12 marzo 2015. URL consultato il 16 marzo 2015.
  8. ^ S. Perkins, Newly discovered sea creature was once the largest animal on Earth, su news.sciencemag.org, AAAS, 11 marzo 2015. URL consultato il 13 marzo 2015.

Bibliografia modifica

  • Peter Van Roy, Allison C. Daley and Derek E. G. Briggs (2015). "Anomalocaridid trunk limb homology revealed by a giant filter-feeder with paired flaps". Nature. in press. doi:10.1038/nature14256

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