Aeroporto di Rodi-Marizza

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L'aeroporto di Rodi-Marizza, Maritsa o Maritza (dal nome del villaggio vicino) è un aeroporto militare costruito durante l'occupazione Italiana delle isole, e usato nel dopoguerra come principale aeroporto civile fino al 1977, anno in cui fu aperto al traffico il nuovo aeroporto di Rodi-Diagoras. Oggi è un aeroporto militare usato dalla Polemikí Aeroporía, l'aeronautica militare greca.

Aeroporto di Rodi-Marizza
aeroporto
L'aeroporto nel 1972.
Codice IATA-
Codice ICAOLGRD
Nome commercialeστρατιωτικό αεροδρόμιο Μαριτσών-Ρόδου
Descrizione
Tipomilitare
StatoBandiera della Grecia Grecia
PeriferiaEgeo Meridionale
Posizionetra Pastìda e Marizza, isola di Rodi
Altitudine62 m s.l.m.
Coordinate36°22′59″N 28°06′32″E / 36.383056°N 28.108889°E36.383056; 28.108889
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Grecia
LGRD
LGRD
Piste
Orientamento (QFU)LunghezzaSuperficie
08/262400 x 45 masfalto
14/321200 x 60 masfalto
(chiusa)

Storia modifica

Con l'acquisizione, nel 1912, da parte del Regno d'Italia delle Isole italiane dell'Egeo, costituenti la Provincia di Rodi (conosciute anche come Dodecaneso), la necessità di avere un collegamento sempre più veloce si affidò anche all'evoluzione dell'aviazione. Fu inoltre ritenuto necessario realizzare adeguate strutture militari in grado di accogliere reparti aeronautici con cui gestire missioni di ricognizione aerea del territorio. In questo contesto le autorità militari indicarono idoneo un appezzamento di terreno situato a nord del villaggio di Maritsa, nell'isola di Rodi, che indicarono con la codifica aeroporto 801.

In seguito alla scomparsa in mare del Dornier Wal marche I-AZEE della compagnia aerea Aero Espresso Italiana, velivolo ai comandi del pilota Giorgio Pessi, Asso dell'aviazione italiana durante la prima guerra mondiale, l'aeroporto fu intitolato a "G. Pessi Parvis" (Giuliano Parvis era lo pseudonimo che Pessi, triestino austro-ungarico, assunse dopo essersi arruolato nel Regio Esercito).[1][2]

Al 10 giugno 1940 era presente il 39º Stormo Bombardamento Terrestre del Col. Cesare Mari con il LVI Gruppo del Ten. Col. Uboldo Puccio con la 222ª e 223ª Squadriglia con 5 S.M.81 ognuna e la 163ª Squadriglia Autonoma Caccia Terrestre con 11 Fiat C.R.32 per l'Aeronautica dell'Egeo - AEGE. La notte del 21-22 giugno successivo 6 aerei del gruppo al comando del Ten. Col. Puccio bombardano il porto di Alessandria d'Egitto. Al 15 luglio arriva anche il XCII Gruppo del Maggiore Andrea Festa con la 200ª e 201ª Squadriglia che portano a 30 il numero degli SM 81 di cui 18 operativi. Il 19 luglio nell'ambito della Battaglia di Capo Spada partecipano 6 S.M.81 del 39º Stormo del Col. Mari.

Durante la seconda guerra mondiale a Marizza[3] era presente:[4]

Nel dopoguerra, con l'avvento dell'aviazione civile e dei voli di linea, l'aeroporto venne usato da compagnie aeree per collegare l'isola al continente.

Note modifica

  1. ^ Aeroporti del Dodecaneso, in Dodecaneso, http://www.dodecaneso.org/index.htm, 21 settembre 2009. URL consultato il 28 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2015).
  2. ^ (EN) ASN Wikibase Occurrence # 15002, in Aviation Safety Network, https://aviation-safety.net/index.php. URL consultato il 28 settembre 2014.
  3. ^ L'Italia a Rodi (PDF) (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2012).
  4. ^ I dati che seguono sono presi da: USMM 1993, p. 10.

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