Aggettivo qualificativo

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Gli aggettivi qualificativi sono aggettivi che indicano una qualità del nome e servono per descrivere il nome cui si riferiscono con maggiore precisione e accuratezza.

Uso modifica

Non sempre gli aggettivi sono necessari; sono, però, sempre importanti, perché permettono di precisare il pensiero, di renderlo più efficace e di esprimere sfumature rilevanti. Di un'automobile, ad esempio, si può dire che è bella, ma si può anche aggiungere che è metallizzata, scattante, rossa, nuova, comoda, sciccosa, slanciata, ecc. Non c'è limite al numero degli aggettivi qualificativi, perché essi possono riguardare qualsiasi aspetto della realtà o della fantasia.

forma triangolare, sferico, rotondo, romboidale, quadrato...
tempo quotidiano, invernale, diurno, notturno, serale, pomeridiano ...
colore rosso, verde, giallognolo, grigiastro, violaceo ...
sensazioni fisiche caldo, dolce, piccante, freddo, ruvido, fragrante ...
stati d'animo gioioso, felice, triste, malinconico, euforico, ansioso ...
valutazioni morali nobile, altruista, pettegolo, generoso, disonesto, maleducato ...
dimensioni lungo, largo, stretto, elevato, grande, vasto, piccolo ...
modi di essere stanco, riposato, esausto, indolenzito, rilassato ...
materia marmoreo, ligneo, bronzeo, ferroso, eburneo ...
aspetto solido, cadente, fatiscente, robusto, florido, allampanato ...

Possono funzionare da aggettivi qualificativi anche i participi dei verbi, quando sono legati a un nome:

Le fabbriche emettevano scarichi inquinanti.
Fa piacere passeggiare nei prati puliti.

Primitivi, derivati, alterati e composti modifica

In riferimento alla loro struttura, gli aggettivi qualificativi si possono distinguere in quattro gruppi.

Aggettivi primitivi modifica

Gli aggettivi primitivi hanno una forma propria che non deriva da altre parole (utile, alto, rosso, onesto) e sono formati soltanto dalla radice e dalla desinenza. E

cambia di nome

radice desinenza aggettivo primitivo
util- -e utile

Aggettivi derivati modifica

Gli aggettivi derivati vengono formati, con l'aggiunta di prefissi o suffissi, da:

  • un aggettivo:capace, incapace; continuo, discontinuo ecc.;
  • un nome:musica, musicale; poeta, poetico; fumo, fumoso; Italia, italiano ecc.;
  • un verbo:amare, amabile; temere, temibile; gradire, gradevole ecc.

Aggettivi alterati modifica

Gli aggettivi alterati si hanno quando la forma base dell'aggettivo viene alterata con i suffissi -ello, -ino, -etto, -uccio, -astro, -one, -accio, -acchione, ecc; l'alterazione può essere diminutiporno indicano un modo simpatico di essere furbi;

furbone e furbacchione indicano un modo negativo di essere furbi;
furbastro indica una furbizia condannabile.

Brutto, bello, buono, cattivo, piccolo, grande, morbido, duro, magro, grasso

Aggettivi composti modifica

Gli aggettivi composti sono formati dall'unione di due elementi che possono essere:

  • due aggettivi (grigio + verde = grigioverde, agro + dolce = agrodolce);
  • un prefissoide più un aggettivo (auto + sufficiente = autosufficiente, psico + attitudinale = psicoattitudinale);
  • un sostantivo o un prefissoide più un suffissoide (petrolio + fero = petrolifero, franco + fono = francofono).

Gli aggettivi composti, anche quando sono formati da elementi accostati da un trattino (didattico-educativo, russo-afgano, ecc.) si comportano come una parola unica e formano il femminile e il plurale cambiando soltanto la desinenza del secondo elemento.

maschile sing. femminile sing. maschile plur. femminile plur. fotostatico fotostatica fotostatici fotostatiche
esterofilo esterofila esterofili esterofile

si possono confondere anche con gli avverbi

Genere e numero modifica

L'aggettivo è una parte variabile del discorso, in quanto, come fa il nome, cambia la desinenza in rapporto al genere (maschile e femminile) e al numero (singolare e plurale). Gli aggettivi variabili e declinabili si raggruppano secondo il modo in cui formano il femminile e il plurale.

  • Gli aggettivi della prima classe terminano al maschile singolare in -o, variano sia nel genere sia nel numero e presentano, perciò, quattro diverse desinenze:
singolare plurale
maschile buon-o buon-i
femminile buon-a buon-e
  • Gli aggettivi della seconda classe hanno due sole desinenze, una per il singolare e una per il plurale, senza distinguere tra maschile e femminile:
singolare plurale
maschile
-
femminile
vivac-e vivac-i
  • Esistono poi aggettivi che terminano in -a, i quali hanno una forma per il singolare e due per il plurale:
singolare plurale
maschile entusiast-a entusiast-i
femminile entusiast-a entusiast-e

Appartengono a questa categoria gli aggettivi in:

  • -ista: pessimista, comunista...
  • -cida: omicida, moschicida...
  • -ita: ipocrita, vietnamita ...
  • -asta: iconoclasta...
  • -ota: epirota, idiota ...
  • C'è infine un gruppo di aggettivi con la desinenza invariabile, che hanno cioè una sola forma per entrambi i generi e i numeri. A questo gruppo appartengono:
    • gli aggettivi in -i (pari, impari, dispari...);
    • gli aggettivi indicanti colori, derivati da nomi (rosa, viola, ciclamino, indaco...);
    • gli aggettivi usati in coppia o uniti a un nome, per indicare sfumature di colore (verde pastello, giallo limone, rosa pallido, verde bottiglia, grigio ferro...);
    • gli aggettivi di origine straniera (blu, snob, zulù...);
    • alcuni aggettivi formati da anti- più un nome (antinebbia, antifurto, antiruggine...);
    • le locuzioni avverbiali usate come aggettivi (perbene, dabbene, dappoco...).

Approfondimento modifica

Per la formazione del plurale, generalmente, gli aggettivi seguono le stesse regole valide per i nomi, ma è necessario considerare alcune particolarità.

  • Gli aggettivi che finiscono in -co (femm. -ca) formano il plurale in:
-chi (femm. -che) se sono piani: bianco/bianchi/bianche, sporco/sporchi/sporche
eccezioni: amico/amici/amiche, nemico/nemici/nemiche, greco/greci/greche;
-ci (femm. -che) se sono sdruccioli: magico/magici/magiche, politico/politici/politiche
eccezioni: carico/carichi/cariche, dimentico/dimentichi/dimentiche.
  • Gli aggettivi che finiscono in -go (femm. -ga) formano sempre il plurale in -ghi (femm. -ghe): largo/larghi/larghe, analogo/analoghi/analoghe.

Eccezioni gli aggettivi che finiscono in -logo e -fago (femm. -loga e -faga), i quali hanno il plurale maschile in -gi (monaco teologo/monaci teologi; popolo antropofago/popoli antropofagi), hanno il plurale femminile regolare in -loghe e -faghe.

  • Gli aggettivi in -io (femm. -ia) con la i accentata formano il plurale maschile in -ii: restio/restii, pio/pii; se la i non è accentata, formano il plurale maschile con una sola -i (savio/savi, proprio/propri, serio/seri); il plurale femminile è regolare in -ie: restia/restie, seria/serie.
  • Gli aggettivi femminili in -cia e -gia formano il plurale femminile:
in -cie e -gie quando la c e la g sono precedute da vocale (sudicia/sudicie);
in -ce e -ge quando la c e la g sono precedute da consonante (saggia/sagge)
  • Gli aggettivi composti formano il plurale modificando solo la desinenza finale (paleocristiano/paleocristiani).
  • Bello, grande, santo e buono hanno più forme di singolare e di plurale, che dipendono dalla lettera iniziale del nome cui si riferiscono.
davanti a z, ps, gn, x, s preconsonantica davanti alle altre consonanti davanti a vocale davanti al femminile dopo il sostantivo
bello sing.
-
plur.
-
bello zaino,
psicologo, scoglio
begli zaini
psicologi, scogli
bel cane, libro
viso
bei cani, libri visi
belli i cani, i libri, i visi
bell' uomo,
armadio, emporio
begli uomini
armadi, empori
bella donna,
amica, stagione
belle donne
amiche, stagioni
cane, viso,,
libro bello
grande sing.
-
plur.
-
grande zaino,
specchio,gnu
grandi zaini
specchi, gnu
gran o grande sogno,
pranzo, fascino
grandi o gran sogni, pranzi, fascini
grande amico,
amore
grandi amici, amori
gran o grande
donna, amica, storia
grandi donne,
amiche, storie
sogno, pranzo,
fascino grande
sogni, pranzi,
fascini grandi
buono sing.
-
plur.
-
buono o buon
zelo, psichiatra, scherzo
buoni
scherzi
buon padre,
biscotto, gatto
buoni padri,
biscotti, gatti
buon amico, umore,
ancoraggio
buoni amici,
umori, ancoraggi
buona (buon') amica,
buona zia, torta
buone amiche,
zie, torte
padre, biscotto,
gatto buono
padri, biscotti,
gatti buoni
santo sing.
-
plur.
-
santo Stefano (solo davanti
a s presonantica)

santi
Stefano e Luigi
san Giulio, Francesco
Saverio
santi Pietro e Paolo
sant' Antioco

santi Aimo e Vermondo
santa Paola o
sant' Adele
sante Teresa e Maria

La concordanza modifica

Un aggettivo qualificativo non può mai essere usato da solo: deve essere sempre legato a un sostantivo, direttamente o indirettamente, per esempio tramite un verbo. Per questo motivo, l'aggettivo deve concordare in genere e numero con il nome cui si riferisce:

gatto grigio, gatta grigia, gatti grigi, gatte grigie
ragazzo felice, ragazza felice, ragazzi felici, ragazze felici

Quando l'aggettivo accompagna un solo nome, l'applicazione della regola risulta semplice; quando, invece, l'aggettivo si riferisce a più sostantivi, bisogna distinguere:

  • con più nomi di genere maschile → concordanza al plurale maschile:
Marco e Andrea sono simpatici.
Ho acquistato un tavolo e due divani antichi.
  • con più nomi di genere femminile → concordanza al plurale femminile
Francesca e Marta sono simpatiche.
È un uomo di intelligenza e volontà straordinarie.
  • con nomi di genere e numero diversi → concordanza al plurale maschile:
Marco e Francesca sono simpatici.
Possiedo guanti e sciarpa rossi.
Mandarini e arance profumati colmavano il vassoio.

Se i nomi di genere diverso sono entrambi plurali, la concordanza può avvenire anche col nome più vicino (Ho comprato maglioni e camicie nuove); siccome questa soluzione può generare confusione, è preferibile usare l'aggettivo al plurale maschile (Ho comprato maglioni e camicie nuovi). Se l'aggettivo è preceduto da un articolo si dice aggettivo sonstantivato ad esempio: gli antichi

La posizione dell'aggettivo qualificativo modifica

L'aggettivo qualificativo può essere posto sia prima sia dopo il nome cui si riferisce. In generale, l'aggettivo posto prima del nome esprime una maggiore soggettività, una certa enfasi emotiva o una ricercatezza stilistica; quello posto dopo il nome ha rilievo particolare:

Apparvero in lontananza riarsi terreni.
Apparvero in lontananza terreni riarsi.

L'aggettivo riarsi indica in entrambe le frasi una qualità di terreni: nella prima frase dà maggior risalto al nome, nella seconda assume esso stesso un rilievo maggiore.

A volte, posto prima del nome, l'aggettivo ha un valore puramente descrittivo; posto dopo assume un valore restrittivo:

Usa di preferenza i vecchi giocattoli;
Usa di preferenza i giocattoli vecchi. (non quelli nuovi)

In alcuni casi, però, la diversa posizione dell'aggettivo determina un totale cambiamento di significato; questo accade in espressioni come quelle che seguono e in parecchie altre simili:

pover'uomo = uomo meschino, di basso livello morale;
uomo povero = uomo non ricco, privo di mezzi;
diverse occasioni = numerose occasioni;
occasioni diverse = occasioni di vario tipo.

Ci sono, inoltre, alcuni aggettivi per i quali la posizione è fissa, essi vanno cioè collocati dopo il nome; sono quelli che indicano:

  • nazionalità: donna messicana, ragazzo tedesco ...
  • forma: cesto ovale, tavolo rettangolare ...
  • materia: terreno argilloso, roccia calcarea ...
  • colore: calze blu, gonna nera, maglione giallo ...

L'aggettivo sostantivato e i pronomi qualificativi modifica

La funzione principale dell'aggettivo è quella di accompagnare un nome, per qualificarlo o determinarlo meglio. Talvolta, però, l'aggettivo assume la funzione del nome; ciò si verifica quando viene sostantivato con l'articolo:

  • Rispetta i coraggiosi = Rispetta gli uomini coraggiosi.
  • Arrivano delle straniere = Arrivano delle donne straniere.

L'uso di alcuni aggettivi sostantivati è così consolidato che, in quelle parole, l'originario valore di aggettivo non è più avvertito: il caldo, il quotidiano, il futuro, i mondiali, i poveri, ecc...

Quando un aggettivo qualificativo sostituisce un nome, che rimane sottinteso, assume la funzione di pronome qualificativo, da non confondersi con l'aggettivo sostantivato, che ha sempre una certa autonomia di uso, che il pronome qualificativo non ha mai[1], come risulta dagli esempi sottostanti.

  • "Qual è la tua matita?" "La gialla". L'aggettivo "gialla" sostituisce l'espressione matita gialla; non ha alcuna autonomia d'uso, perché il suo significato è desumibile solo dal contesto del discorso. È perciò da considerarsi pronome qualificativo.
  • Gli italiani sono noti per la loro passione per la buona cucina. L'aggettivo italiani ha una autonomia di uso e il suo significato non va desunto dal contesto del discorso. È perciò un aggettivo sostantivato.

Aggettivi qualificativi e aggettivi relazionali modifica

Nel tempo, gli studiosi hanno finito per distinguere dai qualificativi una categoria di aggettivi denominali detti aggettivi relazionali. Piuttosto che qualificare il nome (come i qualificativi), gli aggettivi relazionali indicano una relazione tra il nome che determinano (N1) e un altro nome da cui sono derivati e che traspongono (N2). Ad esempio: dal sintagma nominale serata di musica deriva serata musicale. Gli aggettivi relazionali hanno varie proprietà che li distinguono dai qualificativi: in particolare, mentre i qualificativi caratterizzano i nomi secondo una prospettiva soggettiva (giudico una ragazza solare), i relazionali individuano un rapporto tra N1 e N2 di natura estrinseca e oggettiva (calore solare).[2][3][4]

L'aggettivo con valore avverbiale modifica

Quando un aggettivo qualificativo anziché riferirsi a un nome, accompagna un verbo, modificandolo o qualificandolo meglio, esso ha valore di avverbio e si definisce aggettivo con valore avverbiale:

  • Cammina piano. (in modo lento)
  • Lavorano duro. (duramente)
  • Parlate chiaro. (chiaramente)
  • Ho visto giusto. (in modo giusto)

Note modifica

  1. ^ * G. Ravera Aira, R. Maurizzi, F. Piazzi, Grammatica italiana, Paccagnella editore, 1978 (pagina 204);
    • Marcello Sensini, Federico Roncoroni, La grammatica della lingua italiana, edizioni A. Mondadori, 1997 (pagina 190), ISBN 9788804421580.
      I testi di grammatica italiana più tradizionali non sempre presentano la categoria dei pronomi qualificativi; secondo alcuni autori, l'esclusione dei pronomi qualificativi è contraddittoria, in quanto basata su considerazioni opposte rispetto all'individuazione di tutte le altre categorie di pronomi corrispondenti alle analoghe categorie di aggettivi. Si veda: Emma Cavallini Bernacchi, Le 'parti' di Tesnière, in Italiano e oltre, periodico bimestrale, anno V, nº 5, editrice Nuova Italia, 1990 (pagina 219), da cui si cita:
      ...la tradizione - contraddittoriamente rispetto alle altre sue scelte - non ha riconosciuto lo status di pronomi qualificativi
  2. ^ Lemma aggettivi di relazione, Enciclopedia dell'Italiano, treccani.it.
  3. ^ Jacques H. Brinker, «L'aggettivo di relazione nell'italiano moderno», in Fenomeni morfologici e sintattici nell'italiano contemporaneo, Bulzoni, Roma, 1974, p. 9.
  4. ^ Beccaria, lemma relazionale, aggettivo.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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